Il nuoto

Il nuoto è un’attività individuale che permette all’essere umano di muoversi nell’acqua senza alcuna forza propulsiva diversa alla propria energia corporea.


Descrizione 

Il nuoto coinvolge quasi tutti i muscoli del corpo. La sua storia trova le sue origini sin dall’antichità, oltre 7000 anni fa, come testimonia il rinvenimento di pitture rupestri rappresentanti uomini nell’atto del nuoto risalenti all’età della pietra inserito nel programma olimpico fin dai giochi della l Olimpiade. Considerato uno sport completo e salutare, che distribuisce il movimento omogeneamente su tutto il corpo, il nuoto favorisce la salute, la longevità e il benessere fisico e psicologico. Esso spesso comporta benefici estetici e fisici: lo sviluppo dell’impalcatura ossea e l’espansione della gabbia toracica, il miglioramento della coordinazione motoria, respiratoria e la riduzione della spasticità.


Storia 

Il nuoto in Europa cominciò attorno al 1800, principalmente con il dorso. La prima storica generazione italiana di campioni del nuoto moderno è rappresentata da Emilio Polli, il più carismatico e forte campione di nuoto in italia fino al 1931. Il primo italiano a scendere sotto la barriera di 1’ nei 100 m stile libero fu Carlo Pedersoli, come Bud Spencer: con il tempo di 59.50 nel 1950, a Salsomaggiore i vasca da 25 m. Caeleb Dressel è campione del mondo dei 100 m stile libero del 2019,


Esercizio fisico  

Il nuoto è un’ottima forma di esercizio. Poiché la densità del corpo umano è all’incirca simile a quella dell’acqua, il corpo viene sostenuto dall’acqua e quindi le ossa sono meno stressate, viene posto su giunture e ossa. Inoltre, la resistenza al movimento dipende anche dalla capacità di ciascuno. Per questo, il nuoto viene frequentemente usato come esercizio nella riabilitazione o per mantenere in forma fisica il corpo, ma anche per scaricare lo stress fisico o mentale. Per questo è utile soprattutto ai ragazzi giovani che vivono periodi di stress o di depressione. Con questo sport ogni essere umano riesce a sfogarsi e ad eliminare le rabbia, l’ansia o l’angoscia che lo perseguita.


Filosofia del nuoto:

Il nuoto esercita quasi tutti i muscoli del corpo. Tipicamente, le braccia e il tronco sono sollecitati più delle gambe, poiché la maggior parte del movimento in avanti viene generata dalle braccia. Nel nuoto agonistico, un’eccessiva muscolatura delle gambe può essere vista come uno svantaggio, in questo esse consumano più ossigeno, che potrebbe essere necessario ai muscoli delle braccia. Comunque, questi dipende molto dallo stile. Mentre la rana genera circa il 50% del movimento con le gambe.


Gli stili

LO STILE LIBERO: il movimento consiste nel nuotare sul petto con uno stile circolare continuo, alternando le braccia e battendo le gambe continuamente.

IL DORSO: è l'unico stile che si esegue con il capo rivolto verso l’alto, non potendo quindi vedere dove si procede. Una corretta esecuzione ne prevede la torsione del busto ad ogni bracciata. 

LA RANA: è uno stile del nuoto in cui il nuotatore nuota sul petto e il busto non rolla. E’ lo stile “ricreativo” più popolare, perché la testa del nuotatore rimane fuori dall’acqua per la maggior parte del tempo e può essere eseguito comodamente anche a bassa velocità.

IL DELFINO: il movimento del corpo segue una sorta di onda che origina dall’oscillazione del corpo per spostarsi progressivamente, sul tronco.


La virata   

Con il termine virata nel nuoto si indica il cambio di direzione che l’atleta deve effettuare una volta terminata la vasca. Essa prevede in ogni caso. Con differenti modalità a seconda dello stile nuotato,che l’atleta tocchi il muro, pena la squalifica,cosa che avviene anche se, durante le fasi della virata, l’atleta si appoggia e si sostiene a frangiflutti o direttamente al bordo della vasca.

DELFINO E RANA: l’atleta è il nuotatore a toccare, prima di tutto, con entrambe le mani, nello stesso momento, il muretto. Non è consentito il tocco con le mani sovrapposte. Di conseguenza la virata che si effettua prevede che si tocchi con le mani frontalmente il muretto, quindi si slancia un braccio fuori dall’acqua mentre l’altro sotto di essa permette di portarsi con le gambe raggruppate e i piedi a muro, le braccia e il capo verso la vasca, inclinandosi su un fianco al massimo di 90° rispetto al pino dell’acqua. Da tale posizione si effettua una spinta con le gambe senza spostare le braccia da davanti alla testa, per quindi riprendere la nuotata. Fondamentale è arrivare con un tempismo al muro con le mani una bracciata troppo corta o lunga possono far perdere un eventuale vantaggio.

DORSO: il regolamento prevede che gli atleti, prima di arrivare a toccare il muretto, possono girarsi in posizione prona e da questa, senza effettuare né bracciate (oltre quella necessaria per voltarsi faccia all’acqua) né gambate, effettuare la virata con una capovolta in avanti. Con essa si giunge a pancia in giù, o al più inclinati su un fianco fino a 90°, i piedi al muro, la testa e le braccia sott'acqua. Da questa posizione ci si spinge distendendo le gambe, le braccia tese e davanti al capo. Sono ammesse gambate subacquee anche a delfino, le braccia sempre se effettuare in posizione supina, o al più inclinati di 90° su un fianco. L'importante è contare le bracciate che separano il punto di virata dalle bandierine di segnalazione per effettuare la virata nel punto ottimale senza dilatare il tempo di scivolamento in posizione prona 

NELLO STILE LIBERO: l’atleta è libero di toccare il muro come come meglio crede. Tuttavia è tecnica diffusa utilizzata una capovolta in avanti, di 180°, simile a quella che si utilizza nel dorso, con la sola differenza che spesso si preferisce terminare la rotazione in posizione laterale, in modo da accelerare il ritorno in posizione prona, che è consigliabile effettuare subito dopo la spinta dal muro.

I MISTI: dato che questo tipo di gara prevede che si cambi stile di nuotata per tre volte, l’atleta effettua differenti tipi di virata. Se non deve cambiare lo stile di nuotata è tenuto ad attenersi al regolamento della nuotata stessa, altrimenti effettuata una virata che in sostanza è metà di uno stile, metà di un altro. Da notare che il regolamento tecnico non definisce i cambi di stile come virate bensì come arrivi indipendenti, sebbene il termine virata permana nel gergo.per tale motivo la regola da applicarsi è semplicemente quella dell’arrivo nello stile che sta nuotando.  


Le partenze 

A STILE LIBERO, A DELFINO E A RANA: esistono due tipi di partenza la trackstart con un piede dietro e la la grabstart con i piedi paralleli. Si tiene il mento vicino allo sterno e le gambe leggermente piegate, ci si da lo slancio con l’aiuto delle mani e si resta il più vicino possibile alla superficie, pur rimanendo sempre completamente sott’acqua; ci si piega a libro, con il naso vicino alle ginocchia e le mani sopra la testa, a gambele braccia tese, il corpo deve essere rilassato. La posizione dei piedi è molto importante; è bene che la punta del piede fuoriesca dall’acqua. La pianta del piede deve essere ben appoggiata per tutta la sua lunghezza per avere un buon appoggio all’atto della spinta, dato che tutta la sua lunghezza per avere un buon appoggio all'atto della spinta, dato che tutta la potenza farà presa su questa superficie. Non posizionare i piedi troppo in profondità in quanto la spinta poi risulterebbe troppo verso l’alto. Al via del giudice, portare l’angolo gambe cosce ad un’ampiezza di circa 90°. Flettere le braccia e cercare di sollevare il sedere fuori dall’acqua. Per non scivolare,cercare di tenere la pianta del piede ben salda al muro. Al via spingere sulla maniglia con le mani per poi lanciare le braccia e la parte alta del corpo all’indietro. Spingere sulle gambe facendo risalire il bacino. Le braccia possono raggiungere la parte alta del corpo, o con un movimento circolare laterale, o passando direttamente davanti al corpo. In quest’ultimo caso e bene piegare leggermente le braccia.

A DORSO: nella posizione di attesa le mani sono strette sulla maniglia e le braccia tese, il corpo deve essere rilassato. La posizione dei piedi è molto importante; è bene che la punta del piede fuoriesca dall’acqua. La pianta del piede deve essere ben appoggiata per tutta la sua lunghezza per avere un buon appoggio all’atto della spinta, dato che tutta la sua lunghezza per avere un buon appoggio all'atto della spinta, dato che tutta la potenza farà presa su questa superficie. Non posizionare i piedi troppo in profondità in quanto la spinta poi risulterebbe troppo verso l’alto. Al via del giudice, portare l’angolo gambe cosce ad un’ampiezza di circa 90°. Flettere le braccia e cercare di sollevare il sedere fuori dall’acqua. Per non scivolare,cercare di tenere la pianta del piede ben salda al muro. Al via spingere sulla maniglia con le mani per poi lanciare le braccia e la parte alta del corpo all’indietro. Spingere sulle gambe facendo risalire il bacino. Le braccia possono raggiungere la parte alta del corpo, o con un movimento circolare laterale, o passando direttamente davanti al corpo. In quest’ultimo caso e bene piegare leggermente le braccia.


Gli attrezzi


LE PALETTE PALMARI E MEZZE PALETTA: servono per perfezionare la tecnica della bracciata e per aumentare la forza resistente della braccia e dei muscoli.


LA TAVOLETTA: è un galleggiante di forma piatta con uno spessore di circa dieci centrimeti.La sua funzione è quella di tenere ferme le braccia,concentrando così l’azione propulsiva solo sul colpo di gambe.


GLI ELASTICI PER LE CAVIGLIE: servono per bloccare le caviglie per lavorare meglio la parte del corpo.


PULL-BUOY: permettere alle gambe di galleggiare senza doverle battere così da concentrarsi sulle braccia.


LE PINNE: permettono di accentuare il movimento delle gambe,stimolando i quadricipiti e i femorali.


Elena Bentenuto, II D

3.5.2024