GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Da 24 anni...


Sapete cosa succede il 25 novembre?

Noi sì e siamo qui a parlarne con voi perché riteniamo sia un argomento molto importante.

Questa giornata è stata celebrata la prima volta nel 1999 grazie all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, attraverso la risoluzione 54/134, per eliminare la violenza verso le donne. 

La data non è casuale, infatti ben 36 anni prima tre giovani donne considerate rivoluzionarie (Patria Mercedes Mirabal, Marìa Argentina Minerva Mirabal e Antonia Marìa Teresa Mirabal, erano sorelle) cadute in un’imboscata del regime di Trujillo persero la vita e vennero torturate.

I loro corpi furono messi in una macchina per simulare un incidente, ma nessuno credette a questa menzogna, anzi molte persone si commossero.

La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani, che ad oggi non viene denunciata per vergona o per paura di peggiorare la situazione.

La violenza si manifesta in  modi diversi: fisica, sessuale e psicologica e comprende:

Pensate che in Italia ci sono dai 100 ai 150 femminicidi ogni anno, ovvero l’uccisione di una persona di sesso femminile; in Europa dal 2018 sono stati segnalati più di 425 femminicidi in 16 stati.


"La donna sarà anch’essa poeta quando cesserà la sua schiavitù senza fine, quando avrà riconquistato per sé la propria esistenza (nel momento in cui l’uomo, che è stato fino ad allora ignobile nei suoi riguardi, la lascerà libera)." Arthur Rimbaud, poeta francese


Articolo di Sofia Schillaci e Emma Fenoglietto

A Giulia...


Giulia è stata una fra le tante vittime di un femminicidio e per questo è bene ricordarla perchè lei era una ragazza di 22 anni senza colpa che il 23 novembre è stata trovata morta per mano del suo ex fidanzato Filippo Turetta. Alcuni rapper descrivono le donne come persone che servono solo a pulire la casa e a procreare riferendosi a loro spregevolmente come se fossero di una "razza" inferiore; dobbiamo invece renderci conto che non esistono lavori da femmine o da maschi, che non ci sono ruoli definiti in base al genere, che anche le donne sono esseri umani prima di tutto, con dei sentimenti e diritti pari a quelli degli uomini. 

Bisogna partire dai più piccoli per educare al rispetto, nel senso più ampio della parola: spesso si dice ai bambini che piangere sia "da femminucce", ma credetemi che non è così e non ci si deve vergognare: tutti hanno il diritto di piangere e di esprimersi come meglio preferiscono. Molti descrivono Filippo come un “bastardo”, forse non aveva avuto un'educazione sentimentale corretta.

Giulia è stata uccisa perché aveva lasciato Filippo, Giulia è stata uccisa ingiustamente, Giulia è stata uccisa per mano di chi non ha accettato il suo NO!

Giulia è la 105esima donna uccisa in Italia dall'inizio dell'anno: non si può più accettare, non si può più stare in silenzio... bisogna fare rumore e dire NO! Non possiamo fare più niente per la povera Giulia, ma possiamo ancora fare qualcosa per le altre donne, possiamo ancora imparare il rispetto.


Articolo di Luca Neri

In piedi,

in piedi, signori, davanti a una donna,

per tutte le violenze consumate su di lei,

per le umiliazioni che ha subìto,

per quel suo corpo che avete sfruttato

per l’intelligenza che avete calpestato

per l’ignoranza in cui l’avete tenuta

per quella bocca che le avete tappato

per la sua libertà che le avete negato

per le ali che le avete tarpato

per tutto questo

in piedi, Signori, in piedi davanti a una Donna.”

Questo è l’incipit della poesia “In piedi signori davanti a una donna” di William Jean Bertozzo.

In piedi ci si mette in segno di riguardo nei confronti di una persona importante, della quale si riconosce l’importanza e il valore. Nei confronti delle donne dobbiamo tutti avere rispetto e stima e ringraziarle per l’aiuto che danno a tutti noi. Dobbiamo batterci tutti perché il valore e la considerazione di una donna vengano riconosciuti naturalmente tanto quanto quelli di un uomo. Per questo, per onorarle, oggi e ogni giorno mettiamoci tutti in piedi in onore delle donne!


Articolo di Gabriele Buffo, 3^ B

VIOLENZA CONTRO LE DONNE_23-24.mp4

Video delle attività svolte da tutti i plessi dell'Istituto

A te piacerebbe?


A te piacerebbe? Questa è la domanda che farei in quanto femmina a ogni uomo che in qualche modo si impone con violenza morale o fisica su una donna.

A te piacerebbe essere obbligato a non uscire di casa da solo, per gelosia del tuo partner? 

A te piacerebbe avere paura di andare in qualsiasi posto isolato, con il timore di essere violentato, maltrattato, o addirittura ucciso?

A te piacerebbe  non poterti vestire come vuoi, per paura di ricevere insulti e offese?

A te piacerebbe  essere considerato proprietà di qualcuno che non sei tu? 

A te piacerebbe se ti venisse tolta la vita solo perché hai provato a esprimere il tuo parere?

A te piacerebbe essere privato di alcuni diritti fondamentali?

A te piacerebbe  essere considerato inferiore solo peche sei di un altro sesso?

Personalmente direi proprio di no, quindi basta con stereotipi, pregiudizi e violenze di qualsiasi tipo, non ti rendono una persona più potente delle altre!


Articolo di Daisy Gumari

In memoria di Giulia


Dopo la riflessione in classe sono RIMASTA... No, rimasta non è la parola giusta in questo contesto. Io sono DIVENTATA consapevole di questa realtà.

Come se in quel breve tempo avessi appreso, per la prima volta, quello che non avevo mai visto in 12 anni.

Si è presentato come un vetro, posizionato nell’apertura di una porta, ma di quest'ultimo te ne accorgi solo quando ci vai a sbattere contro… Qui invece non c’è un’apertura ma un muro, che tutti, donne e uomini, devono abbattere.

Anche a me è capitato di sentire o ricevere battute sessiste e sguardi di troppo, ma finché noi ragazze non ci siamo difese da sole e abbiamo preso il coraggio di parlare, nessuno, né femmine né maschi, hanno mai detto niente. So che chi l’ha fatto si è pentito. Credo nei miei compagni e so che non succederà più, ma in caso contrario, ragazze e ragazzi, insieme, sapremo come difenderci.

Per questo io dico BASTA: BASTA all’indifferenza, BASTA alla superiorità, BASTA alla paura seguita dal silenzio.

Facciamoci sentire, dimostriamo che siamo contro alla violenza. Facciamo vedere che noi siamo disposti a cambiare la stessa società in cui un giorno dovremmo vivere, facciamo vedere che siamo qui per fare la differenza!


Articolo di Giulia Coha

Siamo qui perchè?


Perchè siamo qui? Riflettendo su questa domanda in classe ci siamo risposti che è importante ricordare il 25 novembre, cioè la giornata contro la violenza sulle donne, perchè non bastano i video, non bastano le lezioni, perchè nonostante questo, tante, troppe donne continuano a subire violenze e ingiustizie, così abbiamo organizzato una manifestazione per ricordare le vittime a cui abbiamo dedicato questo giorno importante.

Inoltre, vogliamo dimostrare di essere un Istituto attento e partecipe per migliorare la nostra comunità, perchè adesso ci siete voi adulti, ma presto ci saremo noi e se ci miglioriamo potremo avere un futuro migliore perchè è in un mondo più giusto che vogliamo costruire la nostra vita.


Articolo di Mattia Marino e Greta Sheu, 1^ B 

Una nostra riflessione


La violenza sulle donne è un’ingiustizia che rovina la società. Nel mondo si dovrebbe promuovere il rispetto e l’uguaglianza. E’ inaccettabile che molte donne vivano con la paura di essere picchiate. Dovremmo impegnarci a creare un ambiente in cui ogni individuo, indipendentemente dal genere, possa vivere libero da violenze fisiche e psicologiche.

La consapevolezza, l’educazione e il rispetto sono fondamentali per superare la triste realtà attuale. Solo uniti possiamo sperare di costruire un mondo in cui ogni donna non debba aver paura di tornare a casa.



Articolo di Edoardo Giacometti e Giovanni Camerlo, 3^ C