GIORNATA NAZIONALE DELLA SICUREZZA NELLE SCUOLE
22 novembre: parliamo di sicurezza delle scuole
Ogni anno a scuola e attraverso i mass media si torna a parlare di sicurezza fra le mura domestiche, ma soprattutto in ogni luogo pubblico o privato. In realtà sarebbe necessario ricordare ogni giorno che i pericoli, le catastrofi naturali, sono sempre in agguato, ed è quindi fondamentali essere preparati ad affrontarli quotidianamente. Paesi come il Giappone lo stanno facendo da tempo. E’ notizia di questi giorni che a Parigi sono state fatte delle simulazioni su quello che potrebbe accadere fra alcuni anni con i cambiamenti climatici che sono in atto.
Pertanto parlare di sicurezza e prevenzione non è un atto educativo banale ed è quindi utile ogni anno rinnovarlo, ricordando ogni giorno le regole utili per evitare morti come quella di Vito Scafidi, studente del liceo Darwin di Rivoli, che a causa di una cattiva manutenzione del soffitto, esattamente il 22 novembre del 2008, morì a scuola.
Premessa della Professoressa Antonella Corazza
Domenico La Caria: professore per un giorno
Il 6 novembre è successo qualcosa di straordinario nella classe 1 A. Era il momento successivo all’intervallo, quando l’insegnante di italiano disse agli alunni che quel giorno ci sarebbe stata una lezione particolare. Si aprì la porta ed entrò un allievo della 1 D, seguito da due docenti: Giordano e Bonino.
Lo studente, di nome Domenico La Caria, si presentò dicendo che lui era un professore e che quel giorno avrebbe tenuto una lezione sulla sicurezza nella scuola e nella comunità.
Il ragazzo, dopo essersi seduto sulla sedia dietro la cattedra, ha iniziato ad illustrare agli allievi quali sono i comportamenti che bisogna avere nel caso ci fosse un terremoto.
Ha insistito sul fatto che bisogna mantenere la calma e andare a cercare un riparo, esempio, sotto un tavolo, i banchi (se si è a scuola) oppure appoggiarsi agli stipiti delle porte o ai muri portanti.
Quando si ritiene che il pericolo sia scampato, si esce dall’edificio e si va in una piazza o in un luogo lontano dalla catastrofe. Durante le prove di evacuazione gli alunni attendono il segnale dell’insegnante e in ordine, seguendo le vie di fuga, vanno a posizionarsi nel centro di raccolta.
Successivamente il professor La Caria ha parlato su cosa bisogna fare nel caso ci fosse un incendio.
Se il fumo è nei corridoi si chiudono le fessure con degli stracci, si aprono le finestre e le persone devono mettere un fazzoletto bagnato sulla bocca per non inalare il fumo. Nel caso contrario, cioè se l’incendio si sta già diffondendo dentro la stanza, ci si corica a terra, perché i gas prodotti dal fuoco tendono ad andare verso il soffitto. Anche in questo caso bisogna sempre attendere che il pericolo sia passato e poi uscire.
L’allievo-insegnante ha poi spiegato cosa succede quando c’è un’alluvione. Nel caso che l’acqua sia già dentro la stanza si deve salire su una sedia, un tavolo o un mobile che consenta di stare in alto.
Se, invece, è ancora possibile spostarsi, allora è consigliabile andare nei piani superiori dell’edificio e attendere i soccorsi.
Domenico ha poi insistito su alcune regole fondamentali:
tutti devono conoscere il Piano di evacuazione comunale o della Protezione Civile e della scuola;
durante le situazioni di pericolo bisogna sempre mantenere la calma, non correre, non prendere l’ascensore e non toccare i cavi elettrici;
dopo l’alluvione non bisogna bere l’acqua dai rubinetti, perché potrebbe non essere più potabile;
in caso di emergenza si può telefonare al N.112 (Numero Unico Nazionale per le Emergenze).
Alla fine dell’ora è intervenuto il professor Giordano, il quale attraverso un PowerPoint e dei video ha ulteriormente approfondito cosa bisogna fare quando a scuola sopraggiunge un pericolo come quelli illustrati da La Caria.
La classe ha ringraziato i due insegnanti per l’intervento di grande utilità.
Articolo della classe 1^ A della Scuola Secondaria
Una battaglia per Vito
Mercoledì 22 novembre la scuola ha commemorato la giornata sulla sicurezza delle scuole.
Questo è un giorno molto importante perché ricordiamo la morte di Vito Scafidi, un ragazzo di 17 anni morto nel 2008 a causa del cedimento di un tubo di ghisa posto nel controsoffitto della classe.
I compagni di Vito rimasero sconvolti, traumatizzati e tre di loro gravemente feriti: uno rimase paralizzato e costretto a vivere spostandosi in sedia a rotelle.
Per questo ogni anno, ogni scuola, celebra questo avvenimento: per far sì che questi errori in futuro non avvengano più.
Non tutti riescono ancora a vedere Vito, ma noi anche se non lo abbiamo conosciuto ogni 22 Novembre lo vediamo, lo ricordiamo.
Questo non è un allenamento, ma una battaglia che dobbiamo vincere, per Vito e per tutti gli altri ragazzi e ragazze morti o feriti a causa dei mancati controlli di sicurezza nelle scuole.
Articolo di Sofia Schillaci, Elena Rovali e Emma Fenoglietto