L'architettura – fors'anche più d'ogni altra forma del progetto – è da sempre pensata, costruita e narrata attraverso un vocabolario – che esprime sempre una tal certa cosmovisione: una postura rispetto al mondo – che è terrestre. "Architettonico" pare essere stato, fino ad oggi perlomeno, ciò che offre "resistenza" al mondo, che àncora i corpi, che li protegge – addirittura che li "disciplina" –, che si erge come testimonianza, che ha a che fare con la durata. Ma nel tempo del "policollasso", per dirla con Matteo Meschiari, quando la stabilità stessa della nostra vita sulla Terra è scossa da mutamenti climatici, migrazioni forzate, innalzamento dei mari, ecco che tale "forma mentis" – repertorio dell’immaginario, che è anche "lessicale", in senso esteso – appare sgualcito, inadeguato, ad un certo grado esausto. Forse, allora, il pensiero riguardo alla "territà", intesa anche come progettualità in divenire da parte dell'umano, ha da ripartire da una prospettiva rovesciata, vale a dire dal lato "marino" della faccenda: dalla "Blue Marble" (in precedenza: "la Terra"). "Portolano" (in precedenza: "masterplan"). "Corrente" (in precedenza: "territorio"). "Scìa" (in precedenza: "confine"). "Arcipelago" (in precedenza: "città"). La neo-produzione di un lessico marino per l'architettura invita a ripensare la categoria e la postura stesse della progettazione: per "sondare" (in precedenza: "stanare") modi dell'architettura che respirano, si vivificano, si contraggono, cangiano e s'espandono come il litorale assieme con le sue maree sotto la Luna. Così, deterritorializzare il linguaggio dell'architettura non è (solo) un gioco metaforico, ma un atto critico e, all'orizzonte, progettuale, atto a far fronte alla (ri)scoperta del mondo come flusso, appunto, come relazioni ancor prima di essenze stabili, come cogenerazione multi- e interspecie. In ultimo, tale mossa è il tentativo di (ri)pensare architetture che non siano monumenti alla stasi, bensì compagne di viaggio nell'iperoggetto mare del presente, in cui siamo co-invischiati – alla cerca di nuovi "orizzonti" (in precedenza: "orizzonti").