“L’ascolto musicoterapico attraverso la percezione visiva in un caso di autismo.
Come...”
PER SAPERE COSA è IL MIF
“L’ascolto musicoterapico attraverso la percezione visiva in un caso di autismo.
Come...”
Nozza di Vestone, 27 settembre 2022
1. Come…
Un intervento musicoterapico basato sull’ASCOLTO
Di fronte al rifiuto manifestato dalla persona, auto ed etero aggressiva e gravemente compromessa a livello comunicativo relazionale, verso ogni forma di “espressione sonoro-musicale” con gli strumenti musicali, l’unica via per riuscire a creare un “contatto musicoterapico” rimaneva la “percezione sonoro-musicale”.
Espressione e percezione sonoro-musicale sono considerate modalità musicoterapiche che nascono dai personali “modi di essere” e “risposte verso sé”, i quali avvengono in un contesto che prevede la presenza passiva dell’altro, in una dimensione UNI-direzionale e a livello NON intenzionale. Queste modalità musicoterapica sono dunque auto-centrate.
L’agire in sintonia, attraverso un ascolto/azione/risposta compartecipi permette a me come musicoterapeuta di “farsi sentire” sempre più e favorire così l’insorgere di “Dinamiche musicoterapiche” non centrate su di sé. Queste sono dinamiche di produzione e ascolto musicoterapico, da intendere come rivelazioni dei personali “modi di esser-ci” e “risposte verso l’altro” in un contesto che considera l’altro come presenza attiva, in una dimensione BI-direzionale e a livello intenzionale.
2. Come…
PERCEZIONE VISIVA
La persona cui era diretto l’intervento musicoterapico accettava una proposta musicoterapica che escludeva l’espressione mediante strumenti musicali per privilegiare l’audizione di eventi sonoro-musicali. Era necessario, quindi, prendere in considerazione le modalità di percezione sonoro-musicale (intesa come personale disposizione alla ricezione NON intenzionale).
La persona però non si limitava a recepire in modo istintivo ma ciò che percepiva a livello uditivo lo trasferiva al canale sensoriale visivo; ossia “fissava” lo stimolo udito a un segnale visivo. Per questo motivo è possibile parlare di PERCEZIONE VISIVA implicata nel processo di audizione di un evento sonoro-musicale.
3. Come…
“Contatto musicoterapico” in un caso di autismo con significativa compromissione a livello socio-emozionale che rende le abilità relazionali di base minime
Compartecipazione
Io, come musicoterapeuta, oltre a “farmi sentire” come presenza attiva, mi sono posta anche l’intenzione di dare delle “risposte verso l’altro” che presupponevano un ascolto in sintonia.
Per fare questo ho creato il mio “materiale” visivo, uguale a quello della persona e ho iniziato ad agire dopo o in contemporanea per effettuare una riproduzione esatta di quanto proveniva dall’altro. Questo agire in sintonia con la persona è avvenuto nella consapevolezza che la mia presenza rappresentava un altro “modo di esser-ci” nel contesto musicoterapico e quindi le risposte date in sintonia contenevano anche una componente che apparteneva alla mia autenticità.
La presenza in sintonia, rendendo congrui aspetti nell’azione tra me e la persona in cura (“aspetti sonoro-musicali da rendere congrui”: durata, intensità, velocità, frequenza e altezza), ha reso sempre più intenzionale la disposizione attentiva alla ricezione permettendo così l’insorgere di “dinamiche di ASCOLTO musicoterapico” caratterizzate da:
§ una posizione frontale che denota avvicinamento;
§ un contatto oculare anche ridotto ai minimi termini;
§ un ascolto condiviso di un evento sonoro-musicale.
In questo senso, dunque le “dinamiche di ascolto sonoro-musicale dovevano essere considerate come forme di un “CONTATTO musicoterapico” della durata in termini di secondi.