NEC NOS INDUCAS IN (TUAM) TEMPTATIONEM

(a qualcuno che c’è e non c’è)



In fondo sono un miscredente affamato di fede.

Federico García Lorca

Io credo di credere, però con mille dubbi.

Vittorio Gassman



Non credo tu esista.

Dubito che mi ameresti.

Io, non so amarti: non sei

un figlio, un compagno, un amante.

Di padri, ho amato il mio,

assai più vicino di te.

Penso di sopravvivere,

in sempre più tenui ricordi,

solo su questa terra.

La mente - perdona! - rifiuta

d’immaginarti.


Ma quando mio figlio oltrepassa il varco dei passaporti,

quando mia figlia si affida, inerme, alle braccia altrui,

quando un amore si spegne,

o il desiderio irrompe

con arroganza impietosa negli anni che cercano pace,

quando un amico agonizza,

quando un pensiero di morte

evoca l’ineluttabile destino d’incompiutezza,

nel mio sgomento, sapiente, vieni a tentarmi.

Ed invoco,

sperando, l’aiuto di Dio.


Roma, 1999


Postilla. Questa preghiera è come il messaggio che il naufrago affida alla bottiglia: qualcuno (Qualcuno?) a raccoglierlo potrebbe pur esserci.