Conclusione

CONCLUSIONE

Giorni sereni e solitari con pochi fiori all'inizio, ma man mano che avanzavo tutto si trasformava: gli alberi lentamente indossavano il verde della primavera ed i ranuncoli lungo il fiume esplodevano in un giallo dirompente come oro.

Poi adagio apparivano i glicini e rari fiori nei giardini.

Nell'indagare dello sguardo verso l'orizzonte sembrava esserci solo monotonia trasformata in gratitudine nell'ammirare la terra arata con passione e cura.

E comunque spaziare, da quegli argini possenti ed altissimi, dava un senso di libertà quasi a volare.

Ritornato poi lo sguardo al grande fiume, compagno di questo Cammino per oltre 400 chilometri, mi meravigliavo per quelle sue acque dallo stupefacente verde lattiginoso, come di smalto.

In quei giorni il fiume non aveva virato il suo colore in fango grigiastro od in cupo marron come talvolta accade dopo le violenti piogge, così come non mutava il suo lento scorrere verso la fine del suo viaggio.

Indagavo in paesaggi uguali e solitari in cui si sperdevano case e casolari che raramente emozionavano il cuore. Lo emozionavano però le sue genti dalla dolce ninna nanna del lessico atavico e dal grande cuore.

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E nel silenzio solitario si faceva strada l'idea che non potevo finire questo Cammino alle foci, senza una meta che in qualche modo lo santificasse (sebbene tutto ciò che ci circonda sia opera di Dio) e gratificasse anche la mia voglia di conoscenza, di scoperta, di bellezza.

Quindi eccomi a prolungarlo nella bellezza del mare: Chioggia ed infine Venezia con la sua importante Basilica dedicata a San Marco, quasi una riscoperta di quel Santiago a cui molto devo.

Se ci avessi pensato per tempo, chissà, mi sarei procurata una Credenziale su cui apporre i miei timbri giornalieri; circa la Compostela non credo sia possibile ottenerne una a Venezia.

Certo questi sono solo fatti esteriori che non inficiano l'intimo compiacimento della meta raggiunta e che costituisce solo un immenso appagamento personale. Dio non ha bisogno né di Credenziali, né di Compostele; però io sono molto felice di averle conquistate. Sono una specie di gratificazione alla fatica compiuta.

Immagino che con il tempo qualcuno ci penserà, soprattutto i Pellegrini ciclisti.

Per questo Pellegrinaggio "Cammino verso San Marco" bisognerebbe che qualcuno si prestasse un po' a mettere d'accordo Comuni e Chiese.

Occorrono timbri sulla Credenziale, di cui probabilmente nessuno avrà mai sentito parlare o quasi, e la Compostela, che qui dovrebbe avere un altro nome, come verrebbe rilasciata nella Basilica di San Marco, una volta giunti fin lì?

E poi ci sarebbe la logistica; ostelli in cui alloggiare, da me superata con treni ed autobus, ma per chi venisse da lontano qui non ci sono Rifugi e neppure Preti o Polizia disposta a prendersi cura dei Pellegrini ospitandoli in comuni, scuole e chiese.

Difficile è anche procedere con l'alloggiamento alberghiero perché spesso agriturismo, pensioni e quant'altro sono lontani dall'argine del fiume e, percorrere al termine di una giornata di cammino a piedi anche solo 5 o 6 chilometri in più, è talvolta una fatica insostenibile.

Chissà se in futuro non solo questa possibilità di Pellegrinaggio, ma anche gli argini stessi saranno più curati con qualche panchina e qualche albero in più per una piccola sosta lungo il... "Cammino del fiume" che in fondo è anche il "Cammino della nostra vita"

Per me invece, con molto rimpianto, il tempo dell'Avventura è terminato ma sarò nuovamente premiata se detto sogno si realizzasse.