11° Giorno, 16 aprile

2014

11 giorno - mercoledì 16 aprile 2014

CHIOGGIA - Pellestrina - Lido - VENEZIA (km. 13 circa)

Mi alzo prestissimo nel silenzio della notte. Nella sala del Bed and Brekfast tutto è preparato per la mia colazione, resto estasiata per questa attenzione supplementare. La sera precedente avevo preannunciato al Proprietario che me ne sarei andata presto e che non importava se, data l'ora notturna, non avessi potuto avere la colazione. Lui però mi aveva informata che dal frigo o dagli armadietti vicini potevo rifornirmi di tutto quanto desiderassi. Sul tavolo oltre a tazze, pane e molto di più trovo anche due brioches, rafferme, sono di ieri. Data l'ora non posso pretendere di averle fresche. Il frigo è fornitissimo di salumi, formaggi ed altro ancora ed allora, dubitando sulla possibilità di pranzare, mi preparo un panino. Il caffè lo prenderò nel primo bar, ammesso che ce ne sia uno aperto a quest'ora. Rifletto sulla gentilezza e passione di questo albergatore che riesce ad appianare anche le difficoltà altrui. Avrebbe potuto non far nulla! Gliene sono grata.

Scendo nella calle per avviarmi verso l'imbarcadero.

E' ancora buio, qualche luce si riflette nel canale Vena che attraverso per raggiungere la via-piazza principale. E mentre nelle calli tutto è silenzio, qui un tenue brusio accompagna il laborioso andare delle persone pronte al lavoro.

Ci sono già molti bar aperti. Entro per un caffè nel primo che trovo, affollato di soli uomini, per lo più pescatori che immagino siano appena rientrati. Chissà se la loro pesca sarà stata abbondante?

Con un intimo sguardo d'amore accarezzo le case e le chiese, come se le conoscessi da sempre ed una struggente nostalgia di abbandono mi coglie come se non potessi più tornare.

Mi guardo intorno in questo offuscato colore della notte, i toni accecanti del giorno attendono impazienti di sovrastare con il loro splendore questo pacato scorrere della notte.

Arrivo velocemente all'imbarcadero con il mio zaino questa volta davvero pesante, ho fatto qualche acquisto ieri anche di quel pan dolce caratteristico e buonissimo.

Siamo in molti ad attendere il vaporetto, probabilmente pendolari che raggiungeranno il Lido.

Salita sulla barca non scendo per sedermi riparata dal vento prodotto dall'andare veloce del natante; resto fuori a gustarmi la brezza, il panorama dell'alba in attesa della levata del sole.

E' proprio un'inondare di luce il mondo, un valore diverso all'appiattita Laguna che sembra rianimarsi.

La cosa che mi colpisce avanzando è la corona delle Alpi imbacuccate e zigzaganti che a sinistra fa da fondale a Marghera con i suoi insediamenti petroliferi e poi a quella meravigliosa Venezia identificabile soprattutto dal suo Campanile.

Ci sono qua e là delle isole, bricole (pali) che probabilmente segnalano rotte ed allevamenti ittici, ma conosco poco di questa vita legata al mare.

In mezz'ora il vaporetto mi porta a Pellestrina dove più autobus aspettano per trasportarci all'altra estremità dell'isola. Da lì, questa volta, un traghetto ci porterà agli Alberoni.

L'Isola di Pellestrina mi piace molto probabilmente per quella sua aria antica non toccata dal progresso, sebbene qua e là, lungo il percorso, si individuino altri paesini, oltre a quello in cui siamo approdati. Qualche chiesa, case nascoste di pescatori, cantieri, qualcuno mi pare in disuso ed altro ancora fanno capolino in mezzo al verde.

Non percorro a piedi i circa 10 chilometri dell'Isola come avrei voluto, il tempo a mia disposizione è scaduto, sono costretta a rientrare nel pomeriggio e devo, voglio e desidero incontrare Hanns.

Mentre osservo le case sparse verso l'interno della Laguna sono colpita dai murazzi costruiti a protezione dal mare Adriatico. Sotto scorre la strada principale che unisce le due estremità dell'Isola. Si può accedere ai murazzi e percorrerli, come avrei voluto fare io. L'isola è un lungo lembo di terra sottile e stupisce talvolta osservare la vicinanza del mare da entrambi i lati.

Il traghetto aspetta il pullman che ci porterà all'Isola del Lido. Non dobbiamo scendere e trasbordare sulla barca. Gli autobus vengono imbarcati e proseguiranno poi sull'Isola del Lido per il loro percorso di linea.

Approdiamo, dopo neppure mezz'ora, agli Alberoni, dove io scendo.

Sono le 7.35, non mi guardo intorno, mi metto subito in cammino devo arrivare in tempo per l'incontro con Hanns.

Qualcuno mi indica il percorso più veloce per giungere al Lido e da lì il luogo mi pare ricco di verde con grandi Palazzi qua e là, probabilmente alberghi o sanatori, ma non mi pare molto attraente forse per le numerose automobili che mi affiancano.

Decido pertanto di rientrare verso il lungomare che costeggia la laguna dove tutto mi appare più bello e perfino gratificante. Ho solo vaghi ricordi di quell'andare veloce e confuso, ma che senso di pace e di incantevole bellezza. Qualche pino marittimo lungo il tragitto mi protegge dalla luce del sole che sembra venirmi incontro. C'è freddo e vento, ma questo cielo terso è perfetto; regala meraviglie non solo di aurore ma d'infinito, come l'allargarsi dello sguardo che corre lontano, molto lontano.

Il panorama è davvero denso di poesia e di un ancestrale innamoramento come se tutto fosse mio, un appagamento intenso che mi fa commuovere. In questo luogo non c'ero mai stata e seppure Venezia e qualche Isola mi siano familiari, è questo silenzio, questo nulla che mi accarezza, che mi inebria come in un sogno.

Dopo qualche chilometro sono a Malamocco considerata uno degli abitati più antichi della Laguna. Conosciuta dai romani, seguì la medesima vicenda veneziana, consolidandosi con gli insediamenti delle popolazioni fuggite dalle

invasioni barbariche. Probabilmente per il luogo privilegiato sul mare fu importante dal VII sec. diventando dapprima sede vescovile e successivamente capitale del Ducato di Venezia.

A cagione della sua difficile difesa, dopo l'attacco di Pipino, dal 810 il ruolo di capitale passò a Rialto.

Alla sua decadenza però contribuì anche il mare che con lenta erosione ne ha ridotto la superficie e così dal XII sec. molti Monasteri e Chiese furono trasferiti su altre isole e la stessa diocesi passò a Chioggia.

Durante la guerra di Chioggia (1380 ca.) si resero necessarie alcune opere di fortificazione che in qualche modo la riabilitarono pur mantenendo un ruolo decentrato dall'essenza stessa veneziana.

Lavori recenti di canali, ma esiste ancora il porto antico e stretto che la divide dal Lido attuale, hanno cercato di contenere l'acqua delle maree che spesso allagavano i punti più bassi della cittadina.

Il luogo è delizioso, pittoresco, suggestivo; sembra uscito da una cartolina; commuove questo suo aspetto remoto d'amore, di colore e di silenzio.

Ritorno sul lungomare lagunare e continuo per un lungo tratto inoltrandomi poi quando costruzioni più importanti denunciano un luogo diverso. E così attraverso la via principale del Lido per entrare in un bar e prendere un caffè.

Più avanti la via rasenta la spiaggia che però non posso vedere. Tutto è recintato con alte siepi che impediscono la vista del mare.

Incontro infine l'hotel Excelsior, in gran parte restaurato, un'enorme costruzione Liberty che ancora mantiene la sua supremazia di eccellenza e poi il Palazzo del Cinema ed il Casinò.

Vengo raggiunta dalla telefonata di Hanns che mi verrà incontro fino all'Hotel des Bains.

Già, Hanns è un amico Pellegrino con cui ho camminato un sol giorno sul Camino de la Plata a causa di una mia malaugurata distorsione al piede. Abbiamo sempre mantenuta questa strana amicizia che unisce i Pellegrini di tutto il mondo. Passando di lì, dove lui abita, non potevo non salutarlo. Peccato che entrambi, oggi, abbiamo poco tempo da dedicarci reciprocamente.

Ci incontriamo proprio lì davanti all'Hotel con un sincronismo perfetto.

Subito sono incerta, un cappellino da ciclista mi impedisce la vista dei suoi cappelli bianchi ed arruffati ma lo riconosco dal passo dinoccolato e veloce, nonostante gli anni passino. Lui mi ha riconosciuto da lontano, poiché sono bardata come allora con lo stesso zaino, lo stesso vestito ma con qualche chilo in più.

Dopo baci e abbracci mi fa da Cicerone fra il verde del lungo viale.

Io al Gran Hotel Des Bains c'ero stata più volte in tempi ormai remoti da averlo quasi dimenticato. Ma come potevo riconoscerlo ora in questo desolato abbandono e fatiscente squallore.

Le piante non curate hanno invaso con le loro ramificazioni la visuale della facciata e tutto il grande parco versa in uno stato di grande incuria.

A quel che mi dice Hanns avrebbero dovuto restaurarlo e far "grandi cose", ma tutto è fermo, mi viene un dubbio: forse vorranno farne "grandi case"?

Mi avvilisco pensando all'opulenza di un tempo, al suo prestigio, alla sua signorilità. Tutto è andato perduto e, probabilmente con questo, anche il Lido stesso.

Hanns mi porta per un caffè in un bellissimo bar in cui ci raggiunge la moglie. Ne conoscevo solo la voce e mi fa piacere constatare che la sua voce dolce, quasi di bimba, corrisponde anche al suo aspetto. Sembra una ragazzina sbarazzina dato il suo bel fisico mantenuto nel tempo. E' affascinante e carina e poi così gioiosa e travolgente che mi sembra di conoscerla da sempre.

Chiacchieriamo per un po' anche nella loro bella casa, proprio lì vicino, ma poi devo abbandonarli. Mi accompagnano al vaporetto per Venezia che velocemente arriva a San Marco.

E se al Lido, presa da altri interessi non ho fatto foto o quasi, qui anche dal vaporetto continuo a fotografare estasiata per tanto favoloso incanto.

Riesco anche ad entrare velocemente a San Marco seguendo i consigli di Hanns ed evitando così un lunghissima coda. La Piazza è gremita, il sole per il calore ghermisce ogni mio interesse. Ciò nonostante entro nella Basilica, e nello stesso momento le campane della Chiesa scandiscono il mezzogiorno.

Che casualità!

Mi siedo in un angolo e prego anche San Marco che fu Apostolo di S. Paolo ed evangelista.

Rifletto che, pensandoci prima, avrei potuto procurarmi una credenziale e fare anche di questo Cammino una specie di Pellegrinaggio verso.......

In realtà lo è stato; questo contatto quotidiano con la bellezza di Dio è una preghiera perenne. Come non possiamo esserGli grati.

Lascio alquanto smarrita la Basilica con un senso di appagamento ma anche di vuoto profondo. Ancora una volta ho concluso il mio percorso e sono felice di averlo compiuto con relativa facilità nonostante le difficoltà da tutti paventate.