Premessa

MERANO

Non sono ripartita da Merano, come mi ripromettevo, per scoprire come ogni volta nuove meraviglie; problemi familiari non mi hanno permesso di camminare in primavera e tuttora incombono su una mia tranquilla “passeggiata”.

Per “assaporare” Merano non occorre un giorno ma una vacanza e non solo per il suo cibo eccellente, i cui protagonisti hanno fatto il giro del mondo, ma soprattutto per i suoi vini rossi. Viti e viti si arrampicano verso il sole a conquistare le vette innevate che la circondano.

La città, delicatamente adagiata in un ampio bacino all’incrocio di quattro valli, è deliziosa. Non solo perché è emblema aristocratico di fine ottocento, ma per quella sua caratterizzante architettura fatta di portici, bovindi e torrette con tetti a cuspide.

Il luogo era già abitato fin dalla preistoria e vi si stabilirono anche i romani, probabilmente, come sempre accadeva, anche per le sue terme. Divenne però importante nel medioevo quando, nel 1125-40, i conti di Venosta costruirono, su preesistenti rovine, il Castel Tirolo (ora dello stato italiano) prendendone il nome, nome che si estese anche a tutta la regione limitrofa.

Estinta la famiglia, attraverso altre successioni, finì in mano agli Asburgo che, nella città, verso la metà del 1400, costruirono una loro Residenza.

Questa sede ducale venne però poco dopo trasferita ad Innsbruck. Frane, inondazioni e guerre successive ne decretarono un lungo periodo di decadenza.

Nel 1800 però il governo austriaco si adoperò per rendere la città un centro internazionale e cosmopolita. Cosa che fu continuata anche dalla sopravvenuta amministrazione italiana.

A Merano non manca nulla: terme, casinò, ippodromo, palaghiaccio, passeggiate, alberghi, ville, castelli, tanti castelli ed infine…..caserme.

Oltre a Castel Tirolo indimenticabile è anche quello di Trauttmansdorff, (a suo tempo residenza invernale della principessa Sissi) per i suoi giardini “più belli d’Italia”.

E quello che nel passato era l’isolamento povero della gente inattiva nei lunghi inverni, grazie all’inventiva preveggente di alcuni, divenne la ricchezza di tutti.

Non solo il periodo di sport invernali ed estivo, ma feste per la fioritura delle mele in primavera ed autunno per i cavalli, per la raccolta delle mele, dell’uva, le settimane musicali, le visite ai masi e le passeggiate a cui, da qualche anno, si sono aggiunte le capillari piste ciclabili che portano ovunque.

E poi, quasi per primi, le cure dimagranti e rilassanti, bagni con oli essenziali, di fieno e di uva e molto di più, creme cosmetiche a base di mela etc.; insomma tutto quanto può indurre alla ricerca stimolante del benessere.

Centinaia di chilometri invasi da biciclette di ogni tipo e da tanti giovani che hanno alleggerito l’età media dell’alta opulente borghesia che nel passato frequentava questa città.

Lungo la pista ciclabile che costeggia l’Adige mi sono avventurata anch’io.