9° Giorno, 02 ottobre

9° giorno – Mercoledì 2 ottobre 2013

SERRAVALLE - BORGHETTO all’ADIGE (Km.18)

Scendo alla stazione di Serravalle all’Adige proprio nel punto in cui si restringe la Valle Lagarina. Intorno tanti vigneti a perdita d’occhio che arrancano verso le montagne.

A sinistra dell’Adige è posizionato il paese che si srotola lungo la statale fin quasi a raggiungere Ala. Chiedo ad una signora dove sia la pista e mi indica di sottoppassare la ferrovia e quindi l’autostrada. Devo dire che finora quasi tutti gli abitanti dei luoghi, anche quelli delle città, sanno posizionare correttamente queste piste e le loro informazioni sono quasi sempre esatte.

Poco dopo devo attraversare anche il Ponte sull’Adige che porta a Chizzola, un paese alle pendici della montagna opposta a quella da cui provengo.

La pista poi continua sulla destra del fiume. Il tempo è uggioso e umido per la bruma del mattino che avvolge ogni cosa. L’autunno inizia a manifestarsi. Non ci sono ciclisti né persone a piedi che stamattina percorrono la pista e sono proprio sola. Cammino affiancata alla statale dove un roccione con una croce è stato dedicato ai martiri sul lavoro, una preghiera commossa è il minimo che possa fare. Poco dopo lascio la pista per salire a mezza costa fra i vigneti della montagna. Da lì domino l’Adige molto più in basso ed un Santuario di fronte che credo sia quello di San Valentino costruito su una sperone che sembra renderlo irraggiungibile. A sinistra del fiume, Ala si dilata verso la montagna.

E’ piacevolissimo questo seguire il carattere bizzarro della pista che continua a scendere e salire per girare a destra o a sinistra in mezzo ai vigneti. Qualcuno sta raccogliendo l’uva.

Poco avanti noto un grosso cane bianco in mezzo alla pista che sto percorrendo, non so che fare, ho un certo timore, ma mi accorgo che lì vicino, un uomo sta raccogliendo della frutta.

Lo avverto perché richiami il suo cane, lui scende dall’albero e mi scruta alquanto sorpreso. Non passa nessuno a piedi dalle sue parti e notando la mia sacca, che davanti fa da contrappeso allo zaino, mi chiede più volte cosa io stia raccogliendo, forse pensa che abbia rubato la sua uva o la sua frutta, ma facendogli vedere che la sacca mi serve per riporre acqua, macchina fotografica e quant’altro, rilassato mi sorride ed allora mi porge un fico dell’albero su cui era salito. Una dolce colazione per iniziare la giornata. Una sorpresa inaspettata.

Lo saluto e proseguo scendendo a valle poco più avanti.

Incontro Pilcante con una Chiesa che sembra una porta spalancata sul paese. Qui vi è anche la deviazione per chi volesse raggiungere Ala. Io ci sono stata ieri ed allora proseguo lungo l’Adige che ancora una volta si gonfia, si allarga e si quieta.

Un moderno ponte ad arco in acciaio che imita quelli più vecchi in cemento costruiti nella zona, attraversa il canale che si immette nell’invaso.

Poco dopo altro sbarramento sul canale con le cascate che ne derivano. Da lì il Biffis procede ancora avanti verso Verona mentre un canale scolmatore piccolo e vuoto devia verso l’Adige che raggiunge dopo breve tratto. Nuovo sottopasso dell’autostrada che nel percorso odierno sarà molto vicina ed assordante.

Nello scampolo di pochi metri che interseca fra la pista e l’autostrada qualcuno sta raccogliendo l’uva da un paio di filari che scorrono nel mezzo. Sono esterrefatta e penso a come sarà apprezzato questo vino così “condito e saporito”!!!

Attraverso ancora vigneti ed appare infine il Castello di Sabbionara di Avio, così imponente a mezza costa sulla montagna. Sembra uscito da una favola medievale per le mura che lo circondano salendo e scendendo seguendo i capricci del pendio.

Nel recinto un Mastio con affreschi profani, il Palazzo Baronale e cinque torri sono ciò che rimane di quanto costituiva uno degli avamposti difensivi della valle. Nell’alloggio delle Guardie si può ammirare uno straordinario ciclo di affreschi trecenteschi che rappresentano guerra e gloria degli antichi proprietari.

Menzionato già nel 1053, è una costruzione prettamente medievale influenzata dallo stile veneto scaligero. Appartenne ai Castelbarco passando nel 1441 alla Repubblica Veneta. Nel XVII secolo ritornò ai Castelbarco e nel 1977 Emanuela Castelbarco, nipote di Arturo Toscanini, lo donò al FAI che dopo un attento restauro lo ha aperto al pubblico anche con eventi e manifestazioni.

La ciclabile lungo l’Adige è interrotta e bisogna dirottare verso Vo’ destro, mentre dall’altra parte del fiume si trova l’abitato di Vo’ sinistro.

Le indicazioni poi non sono chiare ma alfine sottopassando l’autostrada mi trovo a salire verso Sabbionara, alla sua piazza della Chiesa con il Castello bianco ed incombente, meraviglioso gigante di immota e attenta protezione.

La piazza e la Chiesa non sono granchè ma qualche palazzo con portone e loggiati attira l’attenzione.

Ridiscendo a valle verso il fiume e continuando sulla pista ciclabile ritrovata alla sua destra, incontro dapprima il ristoro per i ciclisti, proseguendo poi per lungo tratto affiancando il fiume. Spesso incrocio biotopi e fiori e, seguendo le anse del fiume nel tepore delle prime ore pomeridiane, arrivo infine ai cartelli che a fine percorso, prima di attraversare il Ponte che porta a Borghetto, mi indicano il confine fra Trentino e Veneto.

La pista ciclabile trentina finisce qui.

La Chiesa e quattro case costituiscono il paese, l’ultimo della provincia di Trento che però fino al 1918 era sede della dogana austriaca al confine con il Regno d’Italia.

Alla stazione attendo il treno per ritornare a casa.