7° Giorno, 26 settembre

7° giorno - giovedì 26 settembre 2014

TRENTO - ROVERETO (km. 23 circa)

Riparto da Trento ma non mi dirigo alla pista ciclabile, bensì procedo verso Mattarello in quella che era la vecchia statale.

Veramente questo paese ora è una continuazione della città stessa. Il luogo non è male con la sua Chiesa e la via principale che ha mantenuto l’antico aspetto rurale. Vi è anche una parte alta più antica a sud del Castello della Torre Franca.

Nei pressi si trova il Complesso difensivo austro-ungarico con più fortificazioni, residuato della grande guerra.

Vicino vi è l’Aereoporto di Trento ed un Museo degli aerei dedicato a Gianni Caproni.

Nelle vicinanze sorgerà una base militare molto contestata ed in gran parte sottoposta a segreto militare.

Un motivo di prestigio per il luogo è dato dal Centro Universitario interdipartimentale di Biologia integrata, in cui informatica, chimica ed ingegneria confluiscono nella ricerca più avanzata.

Mi fermo per un caffè in un bar di fronte alla Chiesa, poi scendo ed attraverso l’Adige che scorre in basso; la pista è subito al di là del ponte.

Poco dopo vi è anche un cartello che segnala il 46° parallelo.

Al solito proseguo fra meli e viti. Siamo nella Val Lagarina con i suoi vini Marzemino, Enantino e Merlot

La giornata oggi è uggiosa tant’è che mi risulta difficile individuare i contorni del bianco Castel Beseno. Questo luogo era abitato già dalla preistoria mentre il suo nome appare già in documenti del 1172. Si noterebbe da molto lontano vista la sua posizione sul cocuzzolo di uno sperone dominante la vallata, ma invece tutto è avvolto nella nebbia.

Continuo a fotografarlo, nella speranza che la sua sagoma in qualche modo appaia impressa, ma della sua imponente figura si incide solo una brutta macchia scura.

Sotto si srotola il paese di Besenello in una zona soleggiata ed al riparo dai venti. La sua Chiesa romanica dedicata a S. Agata contiene due pietre tombali dei conti Trapp, ultimi possessori del castello. Eventi di ogni tipo durante il corso dell’anno vengono organizzati per far rivivere la storia in questo luogo.

Oggi così è per tutto l’ambiente intorno, ovattato in un grigiore estremo, quasi fossimo in pieno inverno. Per giunta cammino affiancata all’autostrada e l’aria ed il rumore non sono proprio confortanti.

Mi fermo vicino a Nomi, un paese di cui non conoscevo neppure il nome, ad un bicigrill defilato per una bibita; non è granché, vorrei riposarmi, ma ci sono solo uomini che mi guardano troppo incuriositi, per cui mi allontano attraversando un bellissimo ponte moderno con tiranti d’acciaio e da qui proseguo sull’argine sinistro del fiume.

Quando ad una curva inizio a vedere Rovereto, dopo tanto andare, mi sento confortata. Qualche sportiva arriva fin lì correndo o con i pattini, ma nel frattempo è arrivato anche il caldo soffocante della giornata.

Rovereto sembra lì, quasi a toccarla, ma ci vorrà ancora molto; sulle montagne a lato arrancano innumerevoli case e qualche castello.

Un cartello indica che a Rovereto mancano Km. 6, decido di cambiare le scarpe, quelle che ho portato in questi giorni mi fanno troppo male. E poi ancora avanti dapprima fra campi coltivati e vigneti, e più avanti fra i piloni di un imponente viadotto che poggiano in luoghi lerci e maltenuti. Quando la strada devia ed ho al fianco la ferrovia, penso di non continuare sulla ciclabile che si allontana ma, chiedendo, procedo sottopassando le rotaie e poi percorrendo la statale trafficatissima raggiungo, dopo un lungo tratto, la stazione.

Una giornata pesante e poco appagante, ma sono contenta ugualmente perchè ho molto camminato e finalmente l’allenamento inizia a funzionare.

Anche Rovereto merita una piccola sosta che farò fra un paio di giorni prima di ricominciare.