Non diamo i numeri

La Mer Morte, huile sur toile par Léon Belly, 1866. Inv. 75.13746. 

Photo prise lors de l'exposition Peintures des lointains au Musée du quai Branly, du 30/01/2018 au 03/02/2019. 

Cette oeuvre fait partie des fonds du musée.

- immagine tratta da commons.wikimedia.org

Non è tanto la paura di una minaccia assurda, e tragicamente perfetta, a fare di me un osservatore sempre più diffidente, torvo.

È piuttosto la consapevolezza che io e voi, ma soprattutto io, siamo un numero destinato a popolare statistiche, o al limite qualche articolo e svariati post di cordoglio illuminato.

Ecco, oggi a turbarmi è il rischio di diventare un’esca per la necrofilia latente del prossimo, con chissà quale fine poi; il fatto che il numero possa ritrasformarsi in storia, ma a beneficio di qualche narratore improvvisato e talvolta compiaciuto, senza che il suo protagonista, prima di tornarsene a fare il signor numero, abbia la benché minima voce in capitolo.

Trovo decisamente meglio pensare e ambire all’immortalità dell’arte, che sa dire dell’uomo e della sua condizione in ogni tempo.

Del resto, quello postumo, è chiaramente l’unico possibile narcisismo cosmico.

Domenico Petraroli