L'autore, Aldo Naouri, è un noto pediatra che si è occupato
dei bambini per quarant'anni.
Ha visto cambiare i bambini e le loro famiglie nel corso
degli anni ed ha provato a darsi delle risposte.
Il numero dei ragazzi che spadroneggiano all'interno delle
mura domestiche ed anche a scuola è aumentato sensibilmente,
ma è cambiato anche il rapporto tra genitori e figli.
I genitori, infatti, secondo l'autore hanno paura di contraddire
i figli , di creare in loro delle frustrazioni e diventano succubi dei
loro desideri.
Quello che non si rendono conto è che devono far scoprire nei loro
bambini e ragazzi , il senso della "frustrazione", indispensabile per
aiutarli a diventare delle persone mature e responsabili.
I figli ormai hanno diritto a tutto."Perchè affannarsi quando quel tutto
è già a portata di mano ?"
Le mamme tendono a continuare proteggere i loro figli e proseguire quel
rapporto che si era creato con loro durante la gestazione.
L'autore è molto severo nei confronti dei genitori di oggi, che creano
appunto ,dei figli "tiranni".
Dopo le varie considerazioni sul ruolo dei genitori nella nostra
società,
sulle difficoltà che si incontrano durante lo svolgimento di questo
compito, Naouri si ferma a dare dei consigli pratici.
Si sofferma su come affrontare l'arrivo del piccolo in famiglia,
affermando che è inutile comprare tante cose , come la bilancia
pesabambini che crea delle inutili ansie nella madre.
Non occorre disinfettarsi continuamente il seno prima della poppata,
basta una doccia al giorno , perchè il bambino è attratto dall'odore
materno ed è abituato ad esso fin da quando era nell'utero.
L'autore suggerisce anche di sbarazzarsi dello sterilizzatore.
Se si ha la lavastoviglie è sufficiente questa, altrimenti basta lavare
il biberon due volte con l'acqua calda e poi con quella fredda. Anche la
biancheria del neonato non richiede maggiore cura di quello del resto
della casa , la lavatrice va più che bene.
Insomma il superfluo va eliminato per vivere i primi momenti nella
maniera più semplice e tranquilla.
Con i fratellini più grandi occorre essere sinceri e mantenere un
comportamento normale, uguale a quello precedente.
Inutile portare un regalo al fratellino più grande, dicendo che è da
parte del neonato, lo vedrà come un inganno, escogitato proprio da lui.
Verso il terzo mese il piccolo dovrebbe abituarsi a dei ritmi più
regolari dei pasti.
Farlo piangere un pochino non può causargli alcun danno, anzi, si
incomincia a porre le basi per un'educazione basata su qualche sana
frustrazione , indispensabile per creare una persona equilibrata.
"Quando ,durante una visita, mi succedeva di vedere un bambino di
quattordici o sedici mesi sollevarsi ogni cinque minuti sulle ginocchia
della madre che subito, senza nemmeno una parola, alzava la camicetta per
offrirgli la sua sorsata di latte, mi dicevo che quella donna, godendo
egoisticamente della posizione, non poteva nemmeno immaginare il
disordine che stava seminando nella vita futura del figlio e, di
riflesso, nella propria!"
Oltre a questi aspetti , Naouri prende in considerazione moltissimi altri
problemi, dai disturbi dell'appetito a quelli del sonno, dai capricci,
alla fase di opposizione , i divieti e i "NO".
AIUTARE I GENITORI AD AIUTARE I FIGLI Giorgio Nardone
Questo libro prende in considerazione tutti i problemi che i genitori
incontrano durante lo svolgimento del loro compito.
Giorgio Nardone , l'autore del libro , si sofferma subito sui
dubbi che una coppia può avere prima di concepire un figlio.
A volte i problemi nascono perchè solo uno dei due genitori vuole
assaporare la gioia della maternità o della paternità e Nardone
consiglia di non convincere il proprio partner attraverso argomentazioni,
ma "mediante
le sensazioni,ovvero evocando nel partner , senza mai arrivare a una
richiesta diretta , la presenza gioiosa ed emozionante di qualcuno in cui
potersi rispecchiare".
Molte volte le donne sono combattute tra la carriera e la voglia di un
figlio , occorre far capire loro che i migliori risultati , o
meglio quelli più appaganti,si ottengono quando la mamma riesce a
gestire i suoi obiettivi in maniera tranquilla e serena , affrontando un
problema alla volta , non sacrificando la sua professione , ma facendola
solo coincidere con i compiti di una mamma.
Molto spesso il desiderio di maternità , invece , diventa un'ossessione,
facendo perdere l'intesa sessuale con il proprio partner , perchè
l'intimità viene svilita dalle varie "tecniche di concepimento", solo
quando , se non sono state rilevate delle disfunzioni nella
capacità riproduttiva , si lascerà spazio alla felicità che deriva
dall'intesa sessuale con il proprio partner , evitando di pensare
continuamente all'idea del concepimento, si otterrà il risultato tanto
sperato.
Quando una donna aspetta un figlio , molto spesso le nonne potrebbero
rappresentare una presenza invadente , dispensando consigli o criticando
il comportamento della futura mamma ,invece di incoraggiarla ad
assumersi il proprio ruolo e le proprie responsabilità. In questo caso è
il figlio o la figlia del genitore invadente che deve porre fine a queste
interferenze per non compromettere il rapporto di coppia.
Molte volte quando una donna aspetta un bambino , trascorre nove mesi in
preda a dubbi e preoccupazioni , si pone mille domande su come sarà il
proprio figlio ,se sarà una brava mamma , tutto questo è normale fino a
quando non diventa una vera ossessione e si trasforma in un
disturbo-compulsivo.
Se questo dovesse accadere occorrerebbe ricorrere ad uno specialista per
farsi aiutare. Quando il problema è più lieve , ma "il tema della
gravidanza non lascia spazio ad altro nel dialogo della coppia , almeno
uno dei due membri deve rifiutare questa rigidità e introdurre altri
argomenti di discussione".
Quando il bambino nasce , alcune mamme dimostrano di temere di non avere
abbastanza latte e questo , in alcuni casi estremi ,ossia quando diventa
una vera ossessione , può bloccare l'allattamento.
Se le future mamme avevano già manifestato questa "fobia" prima che il
bamino nascesse, sarebbe stato necessario metterele di fronte alle loro
paure per chiedere loro di visualizzarle ogni giorno.
Questa prescrizione, grazie all'effetto paradosso, fa svanire le proprie
ansie e preoccupazioni.
"Parallelamente, la donna dovrà eliminare tutte le strategie
precauzionali per la produzione del latte", per allontanare il
più possibile le proprie paure, e l'allattamento tornerà ad essere un
momento meraviglioso e naturale.
Il genitore deve essere in grado di fornire una buona educazione
alimentare , perchè questa sarà alla base di un corretto stile di vita
futura del bambino.
Non deve promettergli dei premi se mangerà tutto quello che ha
nel piatto, altrimenti il piccolo chiederà sempre e saprà che
quando farà un capriccio , otterrà ciò che vuole.
Anche il fare confronti è sbagliato. Quante volte di fronte ad un
bambino che non mangiava , abbiamo tirato fuori argomenti come quello dei
bimbi che muoiono di fame oppure dei nonni che mangiavano patate ogni
giorno. Tutto questo serve solo a creare dei sensi di colpa nel piccolo.
Occorre, invece , usare delle strategie ,"vietare per ottenere" , ossia
dichiarare che certi cibi sono solo per i grandi vietandone
l'assaggio,proibire di sedersi a tavola e mangiare, gustare pietanze
prelibate ostentando piacere.
Tutti questi stratagemmi faranno scattare la curiosità e la voglia di
assaggiare tutto ciò che trova sulla tavola.
Se durante un controllo il pediatra riscontra che il bambino è
in sovrappeso, non bisogna prenderla come un' offesa ,ma cercare
di farlo mangiare solo ai tre pasti , evitando cibi "spazzatura"
e facendogli fare sport all'aria aperta.
Uno dei più grandi problemi che i genitori devono affrontare è,
sicuramente quello del sonno.
Nardone cita il metodo di Eduard Estivill , elencando i seguenti punti:
- Nei primi cinque mesi di vita , se il bambino piange di notte
non sempre ha fame, quindi non va attaccato al seno prima delle due
ore e mezzo o tre.
- Dai cinque mesi in poi il bambino deve addormentarsi da solo nel suo
lettino, al buio, sempre nello stesso modo, ad esempio con il
succhiotto o con un oggetto familiare.
- Dai sei o sette mesi dopo lo svezzamento il bambino deve essere
in grado di dormire tutta la notte senza fare pasti nelle ore
notturne.
- Se è l'ora della nanna e sono stati esclusi disturbi di ordine
fisico, ma il bambino piange, bisogna "resistere": ogni tre minuti uno
dei genitori va in camera a rassicurarlo in modo calmo e
tranquillo, usando frasi come questa: "La mamma ti vuole bene, lo so
che sei arrabbiato, ma dopo ti sentirai meglio. Il ciuccio,
l'orsacchiotto sono qui con te e ti tengono compagnia".
Nei giorni successivi si allungano i tempi mantenendo lo stesso
intervallo per due giorni consecutivi.
- E' necessario mostrarsi sicuri e non farsi impietosire dalle richieste
del bambino.
Non è un metodo semplice da applicare e l' autore sostiene che il
padre deve appoggiare le madre, evitando di fare il "mammo", come spesso
accade, mostrandosi più indulgente di lei nel rispondere al bambino.
I genitori devono dimostrarsi uniti e coerenti , altrimenti si
metterebbe in crisi tutto il programma educativo.
(molto bello l'articolo scritto dal dott. Giancarlo Ottonello su
questo problema e che si può leggere sul suo sito).
L'autore poi, si sofferma su altri problemi come quelli legati
al linguaggio e suggerisce di non assecondare sempre il bambino,
cercando di capirlo sempre e comunque, ma facendolo sforzare a
comunicare il meglio possibile, con frasi come queste: " Scusa ,
se parli così non ti capisco, puoi ripetere?".
Lo stesso vale per i capricci, quando vorrebbe essere sempre al
centro dell'attenzione e ce lo comunica attraverso scenate isteriche o
gettandosi a terra. Occorre prendere le distanze da lui , mentenendo la
calma ed il contatto visivo , pronunciando frasi come queste:
" Giocherò con te , solo quando ti sarai calmato ". Questo metodo si
può usare anche quando non vuole mangiare .
Un altro aspetto che l'autore prende in considerazione e sul quale si
sofferma davvero molto, riguarda i problemi che i bambini incontrano,
quando iniziano la scuola dell'obbligo.
Spesso vengono etichettati come bambini difficili, con disturbi
dell'attenzione, o come bambini che presentano problemi
nell'apprendimento.
Tutto questo porta gli adulti a rivolgersi a diversi specialisti , da
neuropsichiatri a psicologi ,causando nel bambino una distorta visione
di se stesso , perchè egli si vede come lo vedono gli adulti di
riferimento, in particolare mamma e papà.
Occorre cercare di non parlare del problema di fronte a lui, questa è
una regola da non dimenticare.
Vengono elencati alcuni suggerimenti per aiutare i figli nello
svolgimento dei compiti , uno di questi è quello di controllarli solo
all'inizio ed alla fine , in modo da permettere al bambino di sviluppare
l'autonomia.
Nell'ultima parte del libro, l'autore prende in considerazione
tutti i problemi o almeno gran parte di essi, che si possono
manifestare durante l'adolescenza.
Non è facile per i genitori gestire questo periodo di cambiamento del
figlio, che può manifestare il suo malessere attraverso uno scarso
rendimento scolastico o con comportamenti sbagliati, come l'uso
di sostanze psicoattive legali o illegali.
Spesso i genitori, anche quelli più pazienti, reagiscono con rabbia e
punendo.Si sentono impotenti.
Devono diventare degli attenti osservatori, in modo da evitare che
piccoli sintomi, si possano trasformare in veri e propri problemi, come
bulimia e anoressia.
Ricorrere all'aiuto di un psicoterapeuta non vuol dire ammettere
una sconfitta, ma "costituisce un'attiva presa di posizione per
aiutare il figlio".
I problemi che Nardone prende in considerazione, sono i più
svariati,come: . disturbi d'ansia
. disturbi ossessivo-compulsivi
. disordini alimentari
. disturbi sessuali e di identità in genere.
L'autore si sofferma anche sui problemi causati dai primi innamoramenti.
Per aiutare il lettore a comprendere meglio le sue affermazioni, cita
molteplici esempi.