Litigare fa Bene
Novara si occupa in questo libro, di uno dei problemi più grandi
che riguarda numerosi genitori e famiglie: la gestione dei conflitti trafratelli.
Secondo l'autore in realtà si è sempre attribuito un valore negativo a questa tematica, mentre, il conflitto è molto importante perchè permette al bambino di capire che esistono vari punti di vista oltre al suo, e lo aiuta a conquistare l'autonomia.
I genitori moderni, che amano i figli e cercano di seguirli in tutti i
loro momenti più importanti, che vogliono renderli sempre felici, non riescono ad accettare i conflitti tra fratelli, perchè minano la
serenità che in tutti i modi, la loro famiglia deve raggiungere.
Occorrerebbe intervenire il meno possibile per permettere ai bambini di raggiungere un accordo tra di loro, lasciandoli da soli per parlare tranquillamente, senza il controllo dell'adulto.
Molto spesso i figli chiedono l'intervento del genitore durante il
litigio,per attirare la sua attenzione e non perchè ne abbiano veramente bisogno , in questo modo la situazione diventa insostenibile e pesante, perchè il genitore è costretto a risolvere la situazione più volte al giorno e spesso perde la pazienza ed arriva ad urlare ed a minacciare.
Questo è sintomo di debolezza ed un bambino, anche se piccolo, lo capta immediatamente.
Le strategie che i genitori adottano per aiutare i figli a risolvere i
conflitti, sono i più svariati. Una di queste è la "tecnica del
genitore insistente",che cerca in tutti i modi di spiegare che quel
comportamento è sbagliato, non capendo che fino a 9 anni il desiderio di giocare ed interagire con i propri pari è estremamente forte e superiore a qualsiasi spiegazione etico, morale, razionale.
Un altro tipo di intervento è quello della "madre addolorata", che si
mostra sofferente, attraverso l'uso di frasi come queste: "La
mamma diventa triste quando voi litigate e non vi volete bene",
"La mamma ci resterà molto male!".
Questo comportamento si basa sulla convinzione errata che nella famiglia perfetta non devono esistere conflitti, mentre questi aiutano il bambino a rapportarsi con i suoi coetanei ed acquisire una maggior capacità di risolvere le situazioni che si troverà a dover affrontare in futuro.
L'altro comportamento sbagliato è quello del "padre puntiglioso" che inserisce regole ovunque, come in questo caso:"Quando lei ti prende i capelli, tu devi dire che non si possono toccare i capelli", oppure: "Se tu prendi un gioco di tuo fratello più grande, hai diritto a tenerlo solo un minuto.Poi lo devi restituire. Se non lo restituisci, tuo fratello ha diritto a riprenderselo, e a quel punto anche con la forza".
"Snocciolare una serie di regole dettagliate fa sì che i bambini
dimentichino subito l'origine del litigio e spesso con essa la regola che in futuro dovrebbe evitarlo di nuovo".
Un' altra modalità di intervento molto diffusa è quella del "figlio in
time out."
Il bambino viene messo seduto in un angolino per farlo riflettere e si utilizzano frasi come queste: "Adesso stai qui, ti fermi, pensi per un pò a quello che hai fatto e poi puoi ricominciare a giocare." In realtà "l'allontanamento non può che essere vissuto come una sorta di punizione da parte dei genitori, e quindi difficilmente riesce a stimolare un vero cambiamento".
Novara non approva neppure, l'uso di cartelli disseminati per casa, per indicare cosa bisogna e cosa non bisogna fare in quel determinato luogo.
"E' molto improbabile che una regola su un cartello eserciti un reale e duraturo effetto deterrente sui comportamenti litigiosi del bambino".
I genitori devono rendersi conto che i bambini ragionano in maniera differente da loro, hanno una capacità di pensiero completamente diversa dalla loro, quindi ciò che per un adulto può sembrare sbagliato per unbimbo non lo è.
Il loro modo di rapportarsi con i coetanei è completamente differente da quello degli adulti ma, nello stesso tempo li aiuta a crescere, a sbrigarsela da soli, a trovare un accordo in piena autonomia, senza bisogno dell'intervento correttivo dei genitori.
L'educazione si fonda ancora oggi sulla convinzione dell'utilità delle
punizioni, mentre Novara sostiene che mediante l'utilizzo di regole
adeguate, il bambino potrà muoversi liberamente nei suoi spazi e sarà felice di seguirle, senza dover utilizzare i castighi.
Una regola però, deve essere :
- chiara: deve dare delle indicazioni ben definite. Un orario per
andare a dormire,un tempo per guardare la televisione, una
modalità per stare a tavola, delle procedure igieniche da
seguire prima di mangiare.
- realista: funziona se è adeguata all'età dei figli.Un bambino di due anni non può vestirsi da solo, ma uno di cinque può farlo.
- condivisa: entrambi i genitori devono andare nella stessa direzione, per non destabilizzare il bambino.
Novara sottolinea l'importanza del conflitto tra bambini, ed invita gli
adulti a non intervenire sempre e comunque, perchè molte volte
l'inibizione di questo bisogno, è la causa principale, spesso, di
comportamenti aggressivi futuri.
Non dimentichiamoci che i litigi nascono per un bisogno di
affermasi e di difendere la propria posizione, inoltre le piccole
frustrazioni che creano nei bambini, permettono loro di superare
l'egocentrismo tipico di quell'età e di comprendere che non tutti sono
pronti a soddisfare i loro desideri e soprattutto capiscono che esistono
altri punti di vista, oltre al loro.
Novara descrive un metodo efficace da adottare in caso di conflitti tra i
propri figli.
Per prima cosa non bisognerebbe cercare un "colpevole" per forza, nè
calarsi nei panni di un giudice.
Non si deve cedere alla necessità di agire subito per indagare su chi è
stato, perchè si rischia di non aiutare i propri figli ad acquisire la
capacità di risolvere i problemi da soli, per ricorrere sempre e
comunque all'aiuto dell'adulto.
Evitiamo comportamenti che forniscono la soluzione al litigio, come
"imporre la pace", perchè in questo modo i bambini subiscono solo la
decisione del genitore, senza trovare un vero accordo tra di loro. Anche
"dar ragione a uno dei due" non è conveniente, perchè si
rischia di prendere le parti sempre del più debole o del più piccolo.
Molto bella questa frase di Novara: " Nel dar ragione a uno dei due vi è
una pretesa di correttezza che non sempre corrisponde al modo dei bambini
di intendere le relazioni, al loro pensiero cognitivo e morale".
Cerchiamo, quindi, di intrometterci il meno possibile, senza indicare
procedure di soluzioni del litigio, che a volte servono solo a noi mamme
per sentirci importanti.
Occorrerebbe, invece, aiutarli a confrontarsi tra di loro, esprimendo le
loro emozioni, la loro rabbia, in modo da manifestare anche ciò che in un
litigio può rimanere nascosto.
" Parlando tra loro del litigio i bambini e le bambine imparano a trovare
da soli il bandolo della matassa", ma questo va fatto attraverso domande e
riformulando le loto frasi,in modo
da aiutarli ad esprimersi.
Sicuramente non e' un comportamento
facile e puo' essere svolto, solo,
con calma e pazienza.
Novara è convinto che i bambini, dopo essersi confrontati tra di loro in
un angolo, magari, tranquillo della casa, senza interferenze da parte
dell' adulto,
saranno in grado di trovare degli accordi da soli ed in questo sono
veramente bravi!