9) il serbatoio emozionale

Cari genitori,

in questa settimana mi sono capitati alcuni eventi che mi hanno fatto riflettere.

Alcuni genitori mi hanno chiesto di parlare perchè i loro bambini stavano manifestando un disagio, momenti di reattività, talora opposizione, rifiuto dell'ascolto, rifiuto della scuola,, talora momenti di aggressività

non sono uno psicologo e neanche in educatore ma il compito del Pediatra di famiglia è anche quello di curare gli aspetti emozionali del bambino e favorire uno sviluppo armonico delle dinamiche affettive che stanno intorno al bambino.

Mi è venuto in mente un libro: "I 5 linguaggi dell'amore dei bambini" di G Chapman e vorrei condividere con voi alcuni punti,

per non essere troppo noioso oggi una prima puntata: "Il serbatoio emozionale", il resto a seguire nei prossimi giorni o settimane: :

".. Ogni bambino ha un serbatoio emozionale, che serve per farlo stare bene e fargli superare i momenti difficili. dobbiamo riempire il suoserbatoio emozionale per fare in modo che agisca come dovrebbe e sviluppi le sue potenzialità. Ma con cosa riempiamo il loro serbatoio? D'amore naturalmente, ma di un amore che definiamo incondizionato: che accetta e incoraggia il bambino per ciò che è e non per quello che fa: qualunque cosa faccia (o non faccia) il genitore continua ad amarlo. spesso noi manifestiamo un amore condizionato: è basato sui risultati e spesso si associa a tecniche educative che prevedono doni, ricompense e privilegi se il bambino si comporta nel modo che non consideriamo adeguato, ma anche punizioni e castighi in caso opposto,

naturalmente è necessario educare i nostri bambini ma solo dopo che il loro serbatoio emozionale è stato riempito.

tutti i genitori amano i loro figli ma non tutti sanno trasmettere in modo adeguato questo sentimento. solo imparando ad amare i nostri figli in modo incondizionato li faremo sentire amati...."

Quindi il primo messaggio di quest'oggi è di fare in modo che i nostri bambini si sentano amati e si sentano amati di un amore incondizionato: indipendentemente da quello che fanno o non fanno.

spero di mandarvi a seguire altre mail sull'argomento: in particolare inizieremo a parlare dei 5 linguaggi dell'amore che ci servono per comunicare il nostro amore incondizionato. sono i linguaggi che ognuno di noi conosce ma che non tutti utilizzano e sentono nello stesso modo.

questi 5 linguaggi sono:

· momenti speciali

· parole d'incoraggiamento,

· doni

· gesti di servizio

e

· contatto fisico.

il primo, e importantissimo, soprattutto per i bambini molto piccoli, ma anche per tutti gli altri è "il contatto fisico" e di questo inizieremo a parlare nella prossima mail

Cari Genitori,

vi ringrazio per le risposte che mi avete inviato e credo che valga la pena restare sull'argomento, come vi avevo precedentemente scritto, parlando del contatto fisico.

di sicuro è un tipo di comunicazione, quella del contatto fisico, che tutti noi percepiamo ma sulla quale alcuni di noi sono più portati e altri meno, E' certo però che per i bambini il contatto fisico è una delle modalità di comunicare più efficaci e che sentono di più.

"In effetti molti genitori toccano i loro figli solo quando è necessario, sembra che non siano consapevoli di quanto i loro bambini abbiano bisogno di essere toccati e di come sia facile, per loro, servirsene per tenere il serbatoio emozionale dei loro figli pieno d'amore incondizionato"

E' facile usare il contatto fisico per comunicare con i vostri bambini, ci sono tantissime occasioni per farlo. vediamo alcune situazioni nelle differenti età:

1) Il bambino piccolo, lattante, prima dell'anno: i bambini piccoli che vengono presi in braccio frequentemente, abbracciati, baciati, sviluppano una vita emozionale più sana di quelli che vengono lasciati per lunghi periodi di tempo senza contatto fisico. Considerate i corsi di massaggio infantile che vengono proposti gratuitamente dai consultori e dai reparti nido degli ospedali. Si tratta di corsi che si fanno intorno ai 2 mesi di età e sono bellissimi e utili per imparare il linguaggio del contatto fisico.

li potete trovare, qui vicino, a voltri, a cogoleto, a ovada a sestri e a pegli

passate del tempo a giocare con il vostro piccolo bambino, mettetelo coricato con voi , steso sulla vostra pancia, con contatto a pelle, avvolgetegli la testa con le mani, accarezzatelo e sussurategli delle frasi rassicuranti.

guardatelo negli occhi e sorridetegli,

guardate questo filmato su youtube e pensate se non sarà più facile per questo bambino addormentarsi dolcemente e superare le piccole difficoltà dei mal di pancia e dei sogni brutti??

http://www.youtube.com/watch?v=1PwwbYPxfIg

alla prossima mail per le altre età

Cari Genitori,

Parliamo brevemente del contatto fisico nell'età della scuola,

nella prossima mail affronteremo il tema dell'adolescente.

PS: se non ne potete più di queste mai scrivetemi.

il bambino nell'età della scuola non vive un periodo facile della sua vita: ogni giorni ci sono nuove esperienze, forti emozioni, eventi positivi o negativi, talvolta difficili, inoltre ci possono essere relazioni non sempre agevoli, sia con i compagni sia con gli insegnanti.

spesso ci è dificile pensare a queste difficoltà. siamo portati ad immaginare la vita dei nostri bambini come una vita spensierata e senza problemi ed è più facile per i genitori parlare dei compiti o di quello che c'è da fare ed è invece meno facile approfondire queste tensioni che i bambini possono avere dentro di loro.

"La casa dovrebbe essere come un porto, un luogo in cui l'amore è sicuro. quando torna a casa deve trovare una serata tranquilla, caratterizzata da attività mentale e fisica costruttiva: questo gli servirà ad evitare di dover ricorrere al fare chiasso per attirare la nostra attensione.

abbracciamo i nostri bambini quando escono per andare a scuola, accogliamoli con un abbraccio quando tornano a casa.

Quest'età è ancora un'età in cui c'è un disperato bisogno di contatto fisico.

A volte, ad una certa età, ci può sembrare che non vogliano più il contatto fisico. Può essere che siano propizi, a questo punto alcuni sport di squadra, o giochi con il papà, quali lotta,strette di mano forti, braccio di ferro, altre modalità che comunque ci facciano sentire in contatto.

il contatto fisico a questa età è anche fatto di sport, con i giochi di squadra. Quando fanno sport è utile abbinare al contatto fisico, fornito dallo sport, i momenti speciali. come andare a vedere quando fa una gara o una partita, e le frasi di incoraggiamento: una pacca sulla spalla, una stretta sul braccio e un gesto o una parola di incoraggiamento.

alle volte si pensa che offrire certe attenzioni ai maschi sia inadatto perchè le si ritiene cose da bambine. Anche se i maschietti sembrano essere riluttanti di fronte a queste manifestazioni, vanno comunque offerte: il contatto fisico va offerto, anche se i bambini agiscono come se non lo volessero".

E l'adolescente?

nell'adolescente incomincia a diventare tutto un pò più complicato e mantenere pieno il loro serbatoio emozionale è ancora più difficile.

ne parliamo nella prossima mail

cari saluti

quando il vostro ragazzo raggiunge l’età adolescenziale, ossia quando inizia a diventare grande e si sviluppo piuttosto rapidamente, è importante manifestare tutto il nostro amore ma avendo cura di alcune attenzioni.

Ad esempio è meglio non abbracciarlo davanti ai suoi coetanei: il ragazzo vuole manifestare la propria ricerca di indipendenza, invece, al termine di una giornata, a casa, in tranquillità, anche in ragazzo o una ragazza apparentemente schivi possono avere piacere dell’abbraccio della loro mamma o del loro padre.

Alcuni padri evitano di abbracciare il loro ragazzo o la loro ragazza pensando che in questo periodo della vita non sia appropriato farlo. È vero l’esatto contrario: un adolescente ha bisogno degli abbracci e dei baci del proprio padre. Alcuni atteggiamenti

Le parole di incoraggiamento sono il secondo linguaggio di cui ci occupiamo e per gli adolescenti le parloe di incoraggiamento rappresentano un aspetto molto importante.

Mio padre mi vuole bene? Si perché quando gioco a pallone mi incoraggia sempre e dopo la partita dice “grazie per aver giocato bene”. Dice che l’importante non è vincere ma fare del mio meglio. A volte commetto errori ma mio padre dice di non preoccuparmi, dice che otterrò migliori risultati, se continuo a care del mio meglio.

Un ragazzo, ma anche un bambino, ricorda queste parole a lungo, sono parole di tenerezza, di lode e di incoraggiamento, aumentano l’autostima e la sicurezza del bambino e del ragazzo.

Al contario le parole taglienti, esprese in momenti d’ira e frustrazione, possono minare l’autostima di un bambino ed instillare dubbi sulle sue capacità. I bambini pensano che noi siamo profondamente convinti di quello che diciamo.

Vediamo quali potrebbero essere le parole di incoraggiamento

· Parole di tenerezza:

la parola “ti voglio bene” ha poco significato da sola, per un bambino. Acquisisce molto significato se si associa ad un gesto fisico come ad esempio esserci durante un momento importante, oppure detta mentre si sta insieme a leggere un bel libro oppure mentre si assiste ad un concerto, o ad una proiezione di un film che piace ad entrambi.

· Parole di lode:

le parole di affetto esprimono stima per il bambino per come è. Le parole di lode esprimono compiacimento per quello che il bambino fa. La lode va espressa in relazione a qualcosa che effettivamente il bambino fa. Non va abusata altrimenti il bambino si rende conto di un significato falso, e la frase diventa diseducativa.

· Parole di incoraggiamento

Sono parole che devono infondere coraggio. Dobbiamo sostenere le cose positive che iniziano a manifestare e infondere coraggio affinchè migliorino queste loro doti. Per infondere incoraggiamento dobbiamo stare bene. Il genitore che manifesta ira non riesce ad infondere incoraggiamento, più il genitore è adirato maggiore ira riverserà sui figli. Il risultato saranno bambini che si oppongono all’autorità dei genitori. E’ anche molto importante il tono della voce: il tono della voce di un genitore influenza molto la risposta del bambino. Se i nostri figli appaiono tesi moderiamo il tono della voce e cerchiamo di esser incoraggianti ponendo domande e non impartendo ordini: invece di “adesso porta fuori la spazzatura” proviamo a dire “puoi portare la spazzatura fuori per me, per favore?”

Parole di guida

Sono parole che cercano di portare il bambino a fare una cosa e poi lo gratificano per averla fatta. Ma la modalità di proporre questa guida è fondamentale: indurre un ragazzo ad evitare la droga. Se questa guida viene proposta in un clima di tensione con modi aspri e duri potrebbe non avere alcuna efficacia. “i miei genitori mi dicono, gridando, che io non devo gridare”. Anche questa guida risulterà certamente non efficace.

Nella guida che offriamo ai nostri bambini e ragazzi non devono esserci solo formulazioni negative. Dobbiamo proporre stimoli e incentivi. Spesso i ragazzi ammettono che il primo incontro con la droga deriva dal fatto che si sentivano annoiati.

Anche gli aspetti negativi possono essere espressi in maniera affettuosa. Non è consigliabile presentare al ragazzo un elenco degli aspetti negativi dei loro amici. Non si raggiunge in questo modo alcun risultato. È meglio esprimere dispiacere per eventuali azioni negative, come fare uso di droghe, da parte degli amici. Si può raggiungere questo risultato anche facendo leggere articoli e statistiche che descrivono le conseguenze in termini di incidenti, dell’uso di alcol e droghe, ad esempio. È possibile che se vostro figlio ascolta la vostra preoccupazione per quei ragazzi, comprenda questa condizione e sia portato ad affrontarla e risolverla.

torno a parlarvi del serbatoio emozionale, ricordandovi che ciò che vi scrivo deriva prevalentemente da un libro che vi consiglio che si intitola "i 5 linguaggi dell'amore dei bambini", Chapman e Campbell.

I momenti speciali.

questo è il terzo linguaggio di cui parliamo, dopo il contatto fisico e le parole di incoraggiamento.

quando il serbatoio emozionale di un bambino è vuoto e l'unica cosa che potrebbe riempirlo è il ricevere attenzione, quel bambino farà qualsiasi cosa per avere ciò di cui ha bisogno.

se state lavorando a casa per qualche motivo e vostro figlio vi richiede di giocare con lui/lei, e voi proponete: aspetta un pò, gioca un pò da solo, poi vengo. Quasi sicuramente accadrà che ne conseguano atteggiamenti tipo insistenze, capricci, giochi inappropriati e distruttivi. A questo punto la mamma o il papà perderanno la pazienza ed inizieranno le punizioni/castighi: "vai nella tua stanza" ecc., insomma va a finire male e si perde proprio il meccanismo che avrebbe forse potuto migliorare tutto: forse era necessario iniziare con donare un po' di tempo, un pò di attenzione. una volta riempito il serbatoio emozionale del bambino, lui si sarebbe soddisfatto e poi avrebbe probabilmente continuato a giocare sereno, e anche da solo.

molti comportamenti inappropriati dei bambini costituiscono altrettanti tentativi di poter trascorrere più tempo con la mamma o con il papà.

cosa sono i momenti speciali:

- mi sono portato mio figlio in ufficio e mentre lavoravo lui ha fatto dei disegni, così abbiamo passato del tempo insieme-.

non è esattamente così:

i momenti speciali son momenti in cui si verifica una piena attenzione. si tratta di offrire al bambino la propria attenzione esclusiva.

per il bambino piccolo è più istintivo offrire momenti speciali: il cambio, il bagnetto, quando lo si veste.

quando il bambino cresce diventa più difficile: è necessario un impegno da parte dei genitori.

i momenti speciali sono il dono che i genitori fanno al figlio della loro presenza.

i momenti speciali inoltre tengono conto del livello di crescita del vostro bambino: si inizia a stare insieme a 4 zampe quando lui gattona per proseguire poi facendo i compiti insieme o giocando a rubamazzetto per poi accompagnarlo alle partite, alle attività, ecc.

insomma bisogna proprio pensare che sia necessario, ma anche molto bello, staccare con tutto il resto del mondo ed attaccare il contatto esclusivo e unico con nostro figlio. Talora i momenti speciali sono tutti insieme, con la famiglia. E questi momenti ci devono essere. Ma altre volte sarebbe bello che potessimo stare anche insieme da soli noi e lui, per vivere un momento veramente nostro, speciale.

ne parleremo ancora ma se la faccio troppo lunga poi mi cestinate. quindi, alla prossima

cari saluti

Conversazioni speciali

Cari Genitori,

torniamo ancora sul serbatoio emozionale dei nostri bambini,

vi ricordate che l'ultima volta avevamo parlato dell'importanza di avere dei momenti speciali: ossia dello stare insieme ma facendo in modo che non ci sia altro al di fuori di noi e loro: ma come traduciamo questo nella realtà: ebbene ci sono molti modi ma uno di questi, di cui vi voglio parlare oggi e quello che il nostro libro di riferimento chiama "conversazioni speciali"

cosa sono queste conversazioni speciali?: avvengono quando un padre può presentare al figlio qualcosa di suo, della sua storia. magari parla al figlio del periodo in cui era fidanzato con la mamma del bambino e affronta argomenti morali e intimi: ad esempio gli racconta dei suoi sentimenti, delle sue paure, dei suoi successi e dei suoi fallimenti, dei suoi sogni, eccetera. insomma momenti in cui il papà ed il suo ragazzo si trovano veramente a condividere qualcosa che è profondamente personale.

Nel caso della mamma potrebbero verificarsi discorsi relativi al fatto che la mamma, da ragazza, forse aveva paura di non essere abbastanza bella, aveva paura di non piacere, oppure aveva delle difficoltà con certe amiche con le quali avrebbe voluto invece essere più a suo agio, o altre cose di questo tipo.

Queste conversazioni fanno sentire al bambino o al ragazzo/ragazza di avere un valore che è profondo e che è l'affetto del padre o della madre che si confida con lui e che se gli racconta certe cose perchè c'è un legame unico tra di loro.

E' importante fare in modo che i vostri colloqui con loro non si limitino a quando dovete impartire lezioni o insegnamenti, ciò li porterebbe a ridurre la soglia di attenzione alle vostre parole, a mano a mano che si dovesse andare avanti così succederebbe che le vostre parole potrebbero risultare noiose e purtroppo irritanti per loro. Invece, arricchite i vostri racconti con conversazioni speciali, li troverete più attenti anche quando dovrete chiedere loro di migliorare nella concentrazione per lo studio o nell'ordine della loro cameretta.

Alla sera, prima di addormentarsi, c'è un momento di tranquillità, e per i più piccoli, forse, c'è anche un desiderio di non addormentarsi subito.

Cogliete questo momento per le conversazioni speciali, mettetevi lì con loro e parlate di una cosa che vi è capitata e che vi ha emozionato. e fategli capire che ci siete passati anche voi e che vi fa piacere raccontarglielo.

alla prossima puntata.

"... che bravo, hai messo in ordine la tua camera, tieni, ti regalo i biglietti per il cinema; ... complimenti, hai preso un bellissimo voto a scuola, ecco ti regalo un bel gelato o un bel gioco....": sono veri doni?

come funziona per noi adulti:

concludiamo una trattativa con un'azienda: portiamo un mazzo di rose alla responsabile o una cassetta di vino al titolare: sono veri doni?

il dono, in questi casi, è un ringraziamento, talvolta è la richiesta di una collaborazione o di un impegno futuro.

quando promettiamo un dono se guarderà meno la televisione o se starà bravo durante una certa esperienza, il dono sarà un tentativo di condizionare il comportamento del bambino.

il rischio è che il bambino consideri questi doni non come gesto d'amore ma come qualcosa di dovuto.

consederate l'importanza di un regalo inaspettato, che non ha una relazione con qualcosa che è accaduto o con una ricorrenza: fate un regalo al di fuori del compleanno o del Natale, non considerate solo i "regali" in occasione di successi scolastici (premi). quando regalate qualcosa, o semplicemente un oggetto di abbigliamento fasciatelo comunque con carta da regalo e presentatelo durante la cena o il pranzo con tanto di cerimonia di consegna del regalo, per far sì che rappresenti effettivamente un evento dietro il quale c'è l'amore dei genitori. quando scegliete un regalo pensate infine al fatto che il vostro bambino abbia manifestato interesse per quell'oggetto, a volte potete anche andare a comprarlo insieme.

alcune attenzioni.

potrebbe essere che venga la tentazione di sommergere i vostri bambini di doni, per sostituire gli altri linguaggi di cui abbiamo già parlato. questo potrebbe accadere per varie ragioni: non riuscire a farsi coinvolgere a livello emozionale, mancanza di tempo, difficoltà a capire quello di cui i bambini hanno bisogno.

Come scegliere un dono o un giocattolo?

esaminate con cura il giocattolo, ponetevi domande di questo tipo: che messaggio comunica questo giocattolo al mio bambino? è un messaggio con cui concordo? cosa potrebbe imparare il mio bambino con questo gioco? l'effetto che determinerà sarà globalmente positivo o negativo? quanto durerà questo giocattolo? susciterà un interesse limitato o lo userà più volte?

ricordate che un regalo, soprattutto per i più piccini, può anche essere un oggetto scovato durante una passeggiata; una corteccia o una pietra particolare.

per alcuni bambini il linguaggio dei doni è molto importante, scopritelo e ricordatevi di utilizzarlo

Cari Genitori, fin qui abbiamo parlato volta per volta dei 5 linguaggi per mantenere sempre pieno il serbatoio emozionale dei nostri bambini ( le precedent "puntae" le trovate sul sito dottrottonello.it alla pagina "serbatoio emozionale").

ma con i nostri bambini come dobbiamo fare?

E' importante cercare di parlare con loro tutti e 5 i linguaggi per tanti motivi. Sopattutto sarà importante per loro perchè impareranno ad essere sensibili su tutti e 5 i linguaggi ed impareranno a parlarli a loro volta con gli altri. Saprano essere generosi con le loro cose personali, sapranno regalare del tempo agli altri, sapranno ascoltare, per essere capaci di cogliere e valorizzare le capacità di ognuno, sapranno stare vicino e regalare una carezza a chi ne avrà bisogno.

ma

dobbiamo anche sapere che i nostri bambini e i nostri ragazzi, tra questi 5 linguaggi ne avranno quasi sicuramente uno per il quale saranno più sensibili, un linguaggio più proprio. E sarà fondamentale per noi cercare di capire quale sia il loro linguaggio, perchè sarà il modo per essere massimamente vinici a loro e per mantenere sempre rifornito il loro serbatoio emozionale.

come possiamo identificare questo linguaggio?

ci vuole tempo,

vediamo cosa potrebe accadere nei bambini di 5 - 8 anni:

ci sono bambini di questa età che spesso affermano "ti voglio bene, mamma" oppure "papà, grazie per avermi aiutato a fare i compiti": questi bambini potrebbero prediligere le parole di incoraggiamento come linguaggio principale; se un bambino predilige molto offrire dei doni, ai genitori, ai nonni, alle insegnanti, allora potrebbe essere che i doni siano il suo linguaggio prevalente; può anche capitare che un bambino chieda molto all'adulto di giocare con lui, o ami le passeggiate insieme, e che richieda la vostra attensione esclusiva: per questo bambino probabilmente hanno importanza i linguaggi dei momenti speciali; oppure ancora se il vostro bambino chiee spesso commenti su ciò che ha realizzato, allora il suo linguagio principale potrebbe essere "parole di incoraggiamento".

Ma la cosa molto importante è offrire sempre ai bambini tutti e 5 i linguaggi e considerare che, durante la loro crescita, il linguaggio principale potrebbe anche modificarsi.

tuttavia concluderei questa "puntata" del serbatoio emozionale esortandovi a praticare tutti e 5 i linguaggi con i vostri bambini e ragazzi e anche chiedendovi di iniziare il lungo percorso per cercare di identificare il linguaggio dell'amore principale del vostro bambino, proponendovi di identificarlo, magari, gradualmente, nel corso di tanto tempo, e di riscoprirlo e di ricercarlo nuovamente, perchè in fondo è proprio con l'attenzione verso il suo modo di essere che renderete concreto il vostro amore per lui.