Questo libro è stato scritto da Alberto Pellai per aiutare i genitori ad
affrontare serenamente i figli quando rivolgono loro domande relative
alla sessualità.
Molto spesso, il più delle volte, ci trovano imbarazzati a parlare di
certi argomenti e preferiamo non discutere mai di questo problema,
lasciando che i nostri figli trovino le risposte da soli.
Il segnale che deve arrivare ai nostri bambini è che il sesso è un
momento meraviglioso da condividere unicamente con la persona che si
ama, non una tappa da bruciare a tutti i costi, ma il risultato
di un lungo periodo di corteggiamento, di condivisione di cose importanti
per arrivare a donarsi reciprocamente.
Sicuramente dobbiamo aiutarli a capire che il sesso che vedono in
televisione non appartiene alla vita reale.
"Il bambino è curioso rispetto alla sessualità come è curioso rispetto
alle infinite altre cose che si trova di fronte alla sua esperienza di vita".
Da questa frase si capisce come il bambino abbia il diritto di porci
domande e di trovare delle risposte adeguate.
Sbagliatissimo cambiare discorso o colpevolizzarlo dicendo ad esempio:
"Ma che domande mi fai?".
Se non è possibile rispondere in quel momento, perchè siamo troppo
impegnati o c'è troppa confusione, occorre promettergli di rispondergli
con calma in un altro momento, facendogli capire che abbiamo a cuore i
suoi dubbi.
Oltre a questo principio, riporto qui di seguito le regole fondamentali
che Pellai elenca per una comunicazione adeguata con i nostri bambini:
- CHIAREZZA.
- CAPACITA' DI RISPONDERE alle domande del bambino che fa, chiedendogli
di spiegarci prima come la vede lui, in modo da capire esattamente da
dove dobbiamo partire.Importante chiedergli : " Tu cosa ne pensi?
Secondo te qual'è la risposta adeguata ?".
- CAPACITA' DI ASCOLTARE. Prima di rispondere fermiamoci un secondo a
riflettere cosa nasconde quella domanda e se c'è qualcosa che lo
preoccupa. A volte un bambino non riesce a manifestare pienamente le sue
paure ed è un nostro dovere cercare di aiutarlo in questo.
- RICONOSCERE LA NATURA EMOTIVA DEI DUBBI DEI BAMBINI. Da come ci
pone la domanda, dal suo atteggiamento possiamo capire se è un
problema che lo preoccupa o è semplice curiosità.
Basta osservare la sua postura, se se dimostra timido o ci guarda
negli occhi, se è teso o rilassato.
Può capitare che in quel momento non riusciamo a trovare le parole
adeguate o non sappiamo semplicemente la risposta, la cosa migliore da
fare è ammetterlo sinceramente e dirgli che ci aggiorneremo per trovare
una risposta adeguata.
Molte volte basta guardare insieme un libro illustrato o un cartone
animato di educazione sessuale.
Pellai afferma che esistono vari tipi di domande :
- Domande che richiedono informazioni o associate ad una semplice
curiosità.
Sono spesso inerenti al cambiamento del proprio corpo .
Il bambino le pone in maniera naturale ed ha diritto a
risposte altrettanto naturali, date con un tono tranquillo
e pacato, senza farsi prendere dall'agitazione o dall'imbarazzo.
- Domande basate sulla paura che a qualche persona molto vicina al
bambino possa succedere qualcosa di brutto o di pericoloso per la
sua salute.
Spesso dietro a certi tipi di domande si nasconde una forte
preoccupazione che noi adulti dobbiamo individuare per cercare di
aiutarlo a superarle.
Ecco alcuni esempi:" Fare l'amore fa male ?", oppure: " Ma come fa un
bambino uscire da un buco così piccolo ?". In questo caso bisogna
spiegagli che il parto avviene in maniera del tutto naturale e farci
aiutare
anche da un cartone animato dedicato all'educazione sessuale.
- Domande, solitamente connotate da ansia o paura, per
fenomeni associati alla sessualità che il bambino non conosce o
comprende.
Fanno parte di questa categoria tutte quelle relative alla pedofilia,
prostituzione, omosessualità di cui i bambini sentono parlare in
televisione o dai loro coetanei in maniera volgare.
Occorre spiegare loro che esistono delle scelte che gli adulti possono
compiere liberamente rispetto alla propria sessualità e che esistono dei
metodi per prevenire abusi e per difendersi dai molestatori.
"Anche i papà possono essere pedofili?" è un domanda che nasconde la
paura del bambino che queste cose possano accadere anche a lui,
sarebbe bello farlo parlare col suo papà per tranquillizzarlo e per
aiutarlo a comprendere che la sua è una famiglia dove regna solo
l'amore e la serenità , nella quale non gli accadrà mai nulla di male.
- Domande in cui i bambini provano a proporre loro soluzioni originali
a problemi di cui hanno sentito parlare o che hanno sperimentato in
prima persona nell'area della sessualità.
Quando il bambino ci pone questo tipo di domande, significa che ha già
un'idea sua e che ne ha parlato precedentemente con i suoi coetanei, ma
ha bisogno di conferme e chiarimenti.
Anche in questo caso dobbiamo essere chiari e trasmettere serenità e
sicurezza, facendoci aiutare, magari da un libro illustrato o da un
cartone animato di educazione sessuale.
- Domande legate a specifici bisogni psicologici che il bambino ha in
un preciso momento.
Sono domande che il bambino ci pone per trasmettere le sue paure, i
suoi stati d'animo e le sue preoccupazioni.
Attraverso di queste, a volte, può anche comunicarci di aver subito
degli abusi, ponendo un ipotetico e impersonale protagonista alla base
della domanda stessa, come: " Cosa succede se a una persona...", " E se
qualcuno ti dice o ti fa questa cosa ?", " Ad una mia amica hanno detto
che...".
Gli adulti in questo caso devono trasmettergli tranquillità,
mantenendo un tono calmo e tranquillo, senza spingerlo troppo a
raccontare tutto e subito, evitando di sottoporlo ad un terzo grado. Il
bambino deve capire che noi siamo lì per lui, pronti ad aiutarlo e a
sostenerlo, facendogli capire che siamo orgogliosi di lui per essersi
confidato con noi.
Occorre rivolgersi poi, a delle persone di fiducia, come il Pediatra, o
uno psicologo del consultorio famigliare dell'ASL.
Molto bella la seconda parte dove l'autore elenca una serie di domande
che i bambini in uno studio condotto da lui, hanno posto all'età di circa
9 anni e le hanno riposte poi in una scatola.
Per ogni domanda viene indicata la maniera più corretta per aiutare i
bambini di quell'età a comprendere, utilizzando anche schede
didattiche e giochi istruttivi e divertenti.
Nell'ultima parte del libro, Pellai sottolinea il fatto che
"la sessualità dei bambini è una condizione assolutamente normale e non
patologica".
Il piccolo è attratto dal gioco del "dottore",dall'esplorazione curiosa
dei genitali propri e altrui. Si sofferma speso a masturbarsi, perchè
scopre che questa azione gli procura piacere e tende a metterla in pratica
quando è più annoiato o preoccupato.
Ci sono però altri comportamenti che vanno al di là della normalità e
che richiedono un intervento dell'adulto. L'autore cita anche un esempio e
spiega il modo in cui gli adulti di riferimento dovrebbero comportarsi.
Concluderei , sottolineando l'importanza di mantenere un dialogo aperto
con i nostri figli, facendoli sentire sicuri e protetti e convinti che per
qualsiasi problema, dubbio o paura ci saremo noi a sostenerli e ad
aiutarli.
"La famiglia e la scuola oggi più che mai devono essere le agenzie
maggiormente impegnate nell'educazione sessuale dei bambini e ragazzi. Il
loro silenzio lascerebbe spazio alle parole e ai falsi e distorti
messaggi che i mass media e il mondo della comunicazione in generale invia
a chi sta crescendo. E questo genererebbe in loro una grande confusione