Novara nell'introduzione , sostiene che noi genitori stiamo crescendo dei bambini incapaci di sentirsi dire "NO", o meglio siamo noi che non siamo capaci a pronunciare questa parola , e compriamo ai nostri figli tonnellate di giochi , facciamo scegliere
tutto a loro , dalla meta per le vacanze , al modello di macchina nuovo , allevando delle piccole "pesti" che non sono mai contenti di
quello che c'è per cena , che costringono a portare ai giardinetti i
fratellini "perchè disturbano" mentre fanno i compiti ed impongono alle mamme di stare seduti vicini a loro per ore , altrimenti si
rifiutano di svolgerli.
Purtroppo , preferiamo molto spesso , accudire anzichè educare.
Questo è dovuto al fatto che facciamo meno fatica ad accontentarlo in tutto , senza creare conflitti e senza turbare il bambino con la conseguenza che diamo sempre meno regole su cibo e alimentazione , sull'uso della TV, internet e videogiochi.
Infatti abbiamo sempre più bambini obesi che passano troppo tempo ad usare strumenti tecnologici , come videogame o lo smartphone di mamma e papà, bambini sempre più piccoli ,addirittura di 4 o 5 anni.
Una ricerca condotta dall'Università di Stantford , ha sottolineato che l'80% dei bambini della primaria ha il telefono cellulare e che un bambino su tre , tra i 7 e gli 11 anni ,chatta regolarmente su Internet.
Novara sostiene che il consumismo si fa sentire e prevale, già quando le mamme aspettano il bambino .
Si spende per questo periodo una quantità di soldi esagerata per
vestiti per mamme in attesa , che si indosseranno una sola volta , perchè nell'eventualità di una seconda gravidanza saranno già fuori moda .
Le donne devono apparire sexy ,anche in questo periodo e si rincorrono modelli di mamme televisive e impeccabili , difficili da raggiungere.
L'autore si sofferma sul ruolo del padre che è diventato un "mammo", che frequenta corsi pre-parto, si allena al bagnetto ed al cambio di pannolini.
Molto spesso è costretto a stare in sala parto , anche quando non se la sente di vivere un momento così forte .
Il consiglio di Novara è quello di non pretendere la sua presenza
durante questo momento , ma di farsi sostenere dalla mamma , da un'amica o da una sorella già madre.
Studi accurati , hanno dimostrato come la presenza del padre durante il momento del parto , aumenta la probabilità di divorzio.
Infatti , invece di accentuare il legame materno-paterno , può
compromettere l'attrazione e desiderio tra i coniugi.
Quando finalmente arriva il cucciolo , la casa appare rivoluzionata , si è comprato di tutto dalla culla che si dondola automaticamente se il neonato piange , all'umidificatore a forma di orsetto che è in tinta con la carta da parati .
Si sono trascorse le ultime settimane a ridipingere la casa in tinta
pastello , e si è passato moltissimo tempo in negozi specializzati ,
dove le commesse invitavano a comprare biberon e tettarelle di ogni genere , non pensando che molto probabilente non sarebbero serviti a nulla , perchè probabilmente il piccolo sarebbe stato allattato al seno.
Quello che bisogna tenere conto è che il bambino nel primo anno di vita ha solo bisogno di instaurare un rapporto privilegiato con la madre , per costruire quella fiducia primaria , indispensabile per affrontare la vita in maniera stabile e sicura.
Lui ha bisogno di giocare con il corpo della mamma , sentire il suo
odore, ascoltare la sua voce , essere accarezzato e massaggiato da lei.
Quando lo si allatta al seno , non bisogna fare altro , il piccolo ha
bisogno di un contatto visivo con la sua mamma, che gli infonde sicurezza e fiducia.
A quest'età bastano pochi giocattoli di natura sensoriale che gli
permettono di fare esperienze tattili molto semplici , come il morbido, il duro , il freddo il costruibile ( bastano piccoli cubetti o anelli di varia forma e materiale).
Più avanti il piccolo imparerà a riconoscere ed a utilizzare gli
oggetti, quindi saranno utili giocattoli che cadono (birilli),piccole costruzioni e oggetti da lanciare , perchè al bambino piace molto questo gioco , gli permette di misurare la sua forza.
Novara sostiene che il legame forte che deve esistere tra la mamma ed il bambino nel primo anno , deve essere ridimensionato lentamente. Verso il decimo-undicesimo mese , non ci sono più ragioni per tenerlo nella camera accanto a sè tutta la notte.
Quando verso i tre anni proverà con una scusa a venire nel lettone
bisognerà essere fermi nel dirgli di No , perchè altrimenti si correrà
il rischio di non riuscire più a toglierlo
Novara si sofferma sul problema del rientro al
lavoro della mamma , dopo che ha avuto il bambino.
L'ideale sarebbe che la mamma usufruisse di tutto
il congedo , perchè nel primo anno di vita i piccoli
seguiti dalle mamme , sono più sereni ,più resistenti
alle malattie ,hanno meno problemi legati al sonno.
Purtroppo molto spesso , questo non è possibile.
L'importante è che quando si rientra la sera dal lavoro ,
sia la mamma a preparargli il bagnetto , a raccontare la
favola prima di dormire. Il bambino deve rimanere al centro
educativo della famiglia.
Occorre cercare un oggetto transizionale che sostituisca la
presenza materna , che può essere un semplice fazzoletto ,un
orsetto e così via.
Questo ha una funzione consolatoria ,quando la mamma è lontana.
L'autore non è particolarmente favorevole al fatto che i bambini vengano
lasciati alle cure dei nonni.
Molto spesso non sono in grado di dare regole precise ai piccoli , o
meglio non riescono a dire loro quel famoso NO.
Non hanno l'energia di un tempo per giocare e si rischia che i
nipotini vengano lasciati troppe ore davanti al televisore , proprio
quando nel secondo anno di vita , le potenzialità di sviluppo neuronale
sono enormi.
Per non parlare delle discussioni che si possono avere con loro , se i
genitori danno loro delle indicazioni chiare e precise su cosa fare e cosa
non fare con i bambini , spesso si offendono , affermando che loro hanno
già allevato dei figli e sanno benissimo cosa devono fare.
A partire da un anno di vita , un'ottima soluzione potrebbe essere il nido.
Il bambino non è ancor in grado di socializzare , ma lo prepara alla
socializzazione che verrà.
I figli unici ,soprattutto ,hanno la possibilità di stare con altri
bambini.
Al nido impara a "riconoscere che certe esperienze si possono fare solo
insieme ad altri e solo per questo accetta e ricerca la presenza degli
altri bambini , altrimenti lui resterebbe appiccicato ai genitori e
basta."
Inoltre , comprende a poco a poco , che per giocare con gli altri deve
accettare delle condizioni , riducendo il suo senso di "onnipotenza".
Una terza soluzione, consiste nel scegliere una tata che si occupi di
lui, che è diversa dalla babysitter , perche quest'ultima generalmente
è una ragazza che sostiene i genitori nei fine settimana o alla sera,
che svolge questo lavoro per guadagnare un pò di soldi , anche se non ha
una "particolare vocazione " per l'infanzia.