E Ora Basta
Alberto Pellai, psicoterapeuta dell'età evolutiva, si sofferma sulle
problematiche che gli adolescenti ed i loro genitori, incontrano
durante questo periodo della vita che crea delle profonde crisi nei
ragazzi e nelle loro famiglie.
Anche se gli adolescenti non lo dimostrano, hanno un bisogno profondo dei loro genitori e di una guida, soprattutto nel periodo che va dai 14 ai 16 anni.
Gli amici, gli insegnanti sono importanti, ma non quanto i genitori che hanno il compito di rendere il proprio figlio o figlia, una
persona equilibrata, capace di affrontare le difficoltà e le sconfitte
in maniera costruttiva.
I ragazzi di oggi hanno bisogno di provare continuamente i loro limiti e lo fanno spesso in maniera sbagliata, attraverso l'uso di droghe e alcol e purtroppo, sono gli adulti stessi a venderglieli.
Capita, anche, che si aggreghino a dei gruppi nei quali perdono la loro personalità e fanno cose sbagliate, come assumere stupefacenti, solo perchè lo fanno gli altri.
Gli adolescenti vivono dei cambiamenti esterni, il loro corpo non è più quello di poco tempo prima e questo li spinge ad esplorarsi per provare nuove sensazioni di piacere , mai vissute.
"L'adolescente si trova per la prima volta un corpo da gestire,non più affidato alle cure di mamma e papà,che va al tempo stesso assecondato e addomesticato".
Tutto questo può diventare un pericolo e non più una cosa naturale e se accentuato dalla pornografia, può diventare un pensiero fisso e ossessionante.
Per le ragazze, in particolare, c'è il rischio che il passare troppo
tempo davanti allo specchio, crei in loro una falsa immagine del loro corpo per cadere, poi, nei disturbi dell'alimentazione.
E' importante incanalare nel verso giusto le energie ed il bisogno di adrenalina dei ragazzi, incoraggiandoli ad intraprendere attività
costruttive, nelle quali potranno sicuramente fallire, ma allo stesso
tempo li aiuteranno a diventare sempre più autonomi, in maniera equilibrata.
Intraprendere un nuovo sport, molto spesso a questa età può essere da stimolo per provare i propri limiti. Gareggiare in una competizione provoca la giusta dose di eccitazione ed ansia e come genitori abbiamo il compito di sostenerli, soprattutto nella prima e nella seconda adolescenza.
Lo stesso vale per la musica, affrontare un concerto, dopo aver fondato una band è molto costruttivo, perchè per prepararsi per l'evento il ragazzo ha dovuto impegnarsi , confrontarsi con gli altri componenti del gruppo e vincere la paura di esibirsi.
Incoraggiamo, quindi, i nostri figli ad avventurarsi nello sport , nella musica o a far parte di associazioni, magari di volontariato, "per esprimere ed espandere, in contesti relativamente sicuri, la propria voglia di avventura".
Molto interessante è il capitolo dedicato al problema del fumo, la
principale causa di morte e che nonostante questo, è sempre stato
pubblicizzato dai media, immortalando divi con la sigaretta in bocca. I nostri ragazzi provano questa esperienza all'incirca intorno ai 14 anni, spesso anche prima, credendo che possano smettere quando e come vogliono e non capendo che quanto prima un giovane comincia a fumare, tanto maggiore è la possibilità di diventare dipendente dalla nicotina.
Dovrebbero essere i genitori a spiegare i danni che causa il fumo in maniera chiara e decisa e cercando di capire allo stesso tempo il motivo che ha spinto il proprio figlio a provare.
Molto spesso si prova la prima sigaretta per non essere derisi dal gruppo e per sentirsi grandi, si cerca in questo modo di assaporare il senso di autonomia e di dipendenza dai propri genitori,che li vorrebbero ancora bambini.
Occorre mettere dei paletti, i nostri figli hanno bisogno di regole
chiare e precise e soprattutto hanno bisogno di capire le conseguenze delle proprie azioni.
Pellai elenca alcuni consigli su come affrontare questa situazione, ecco ciò che dice:
- Porre l'accento sui costi. Aiutare il ragazzo a comprendere
che il suo "vizio" ha un costo e con quei soldi si potrebbero
comprare altre cose interessanti.
- Ridurre la paghetta a un figlio,se la investe in tabacco.
In questo modo capisce le conseguenze negativa delle
proprie azioni.
- Puntare sul lato estetico della cosa.
Il fumo danneggia unghie, capelli, pelle e denti, rende
sgradevole l'alito e , di conseguenza, i primi baci e
quelli che seguiranno.
Questi argomenti scoraggeranno il ragazzo a continuare a
fumare.
- Aiutare i figli a comprendere gli effetti della pressione
dei pari.
Occorre far capire ai propri figli che anche noi abbiamo
dovuto superare delle difficoltà con i coetanei e che anche
se i ragazzi possono deriderli per non voler provare la
sigaretta, noi siamo vicini a loro e li appoggiamo.
- Mettere in contatto il ragazzo con chi ha provato più
volte a smettere senza riuscirci.
Spesso i ragazzi pensano che si possa smettere senza problemi,
occorre aiutarli a capire che la dipendenza dal fumo è
difficile da superare.
L'autore prende in considerazione anche l'abuso di alcol, un fenomeno che riguarda sempre più giovanissimi.
I genitori tendono a preoccuparsi maggiormente della dipendenza da altre sostanze ad azione psicotropa.
L'uso di alcol provoca negli adolescenti, soprattutto, dei danni
oltre che epatici, anche a livello celebrale, perchè impedisce al
cervello di svilupparsi ( cosa che fa fino a 25 anni).
I genitori hanno l'obbligo di mettere dei paletti, di agire quando il
proprio figlio rientra tardi ubriaco o con l'alito che puzza di alcol,
devono correre subito ai ripari, prima che sia troppo tardi e che diventi una vera e propria dipendenza.
Non dimentichiamoci di ricordare a i nostri ragazzi che abbiamo
fiducia in loro, questo li aiuterà a frenarsi per non deludere le nostre aspettative.
I ragazzi di oggi sono continuamente bombardati da fonti di piacere che li aiutano a vivere ogni momento in maniera eccitante.
Purtroppo possono accedere facilmente alle droghe che per breve tempo li aiuta a "sballarsi" ed a superare il loro senso di disagio che possono provare nel gruppo.
I genitori devono proteggere i loro figli da questi pericoli e per fare
questo non devono sottovalutare alcuni comportamenti dei loro figli.
Quando c'è qualcosa che non quadra, il primo campanello d'allarme può essere rappresentato da uno scarso rendimento scolastico, quando, invece, prima il ragazzo aveva dei buoni risultati a scuola. L'importante è non sottovalutare l'opinione degli insegnanti e parlare con il figlio per capire il motivo dei suoi insuccessi scolastici.
Gli insegnanti devono essere visti come degli alleati per aiutare i
ragazzi nei momenti di difficoltà.
I genitori dovrebbero aiutare i propri figli a capire che la felicità si
può ottenere naturalmente senza l'uso della chimica e quindi evitare di utilizzare loro stessi ansiolitici per superare stress e disagi. "Un adulto che fuma, beve tanto e si spinella non è certo un modello virtuoso o un esempio coerente per crescere un figlio libero dalle droghe".
Un altro consiglio molto importante che i genitori dovrebbero seguire, consiste nel fare attenzione al modo in cui il figlio utilizza il denaro che ha a disposizione.
Quando, purtroppo, i genitori si accorgono che il figlio fa uso di droga, occorre rivolgersi immediatamente al medico di fiducia e agli operatori del Servizio Dipendenze dell'Azienda Sanitaria Locale.
Ciò che non bisogna mai fare è sottovalutare il problema , quando
nostro figlio pronuncerà frasi come questa :" Ora sono grande e faccio quello che voglio", dobbiamo trovare il coraggio e la fermezza di dire: "E ora basta!Avrai la mia fiducia quando te la meriterai !" L'importante è essere decisi e sicuri che ciò che si sta facendo è per il suo bene.
Molto bella e toccante è l'ultima parte del libro, dove l'autore si
rivolge ai genitori, esortandoli ad essere tali non solo nel periodo
dell'adolescenza, quando si accorgono che il figlio manifesta
dei comportamenti strani e preoccupanti, ma fin dai primissimi giorni per instaurare con lui un rapporto unico, che sarà alla base della sua vita futura e che creerà la fiducia completa del figlio nell'amore del genitore.
Questo farà in modo che accetti anche i nostri consigli quando sarà grande, perchè saprà che sono stati dati con il cuore e per il suo bene.
Oltre a questo importante concetto, Pellai elenca altre " sei regole
d'oro per crescere un figlio capace di dire NO.
Ecco ciò che scrive:
- "Parlate di tutto. Create occasioni di conversazione con lui
anche su temi difficili da affrontare fin da quando è
piccolo.
- Chiaritevi le idee. Non abbiate timore a comunicare i vostri
valori e a testimoniarli con coerenza, anche quando pensate che siano fuori moda o troppo distanti.
- Ascoltatelo sempre. Prestate sempre ascolto a ciò che vuole
dirvi, anche quando non ha le parole per raccontarlo.
- Siate pazienti. Non fatevi prendere dall'angoscia e dategli
il tempo di correggere i suoi difetti.
- Siate orgogliosi di lui. Non abbiate paura di dirgli cose
belle, valorizzate i suoi punti di forza e aiutatelo ad
accettare i suoi limiti.
- Lavorate in squadra. Concordate all'interno della coppia gli
interventi educativi e non trasmettete messaggi che possono
confonderlo".