Giornata in memoria delle vittime innocenti di mafia

Fino agli anni ‘90 del secolo scorso la mafia agiva in maniera eclatante, basti pensare agli attentati in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino. Oggi, nonostante abbia cambiato modo di agire, più nascosto ma al tempo stesso più capillare, la mafia non ha smesso di esistere.

Il 21 marzo è una giornata in cui si svolge un momento di riflessione nei confronti di chi ha perso la vita da innocente, è la “Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, riconosciuta ufficialmente dallo Stato attraverso la legge n. 20 dell’8 marzo 2017.

Quest’anno la manifestazione principale, a livello nazionale, si terrà a Napoli, ma in tutta Italia, simultaneamente, verranno letti i nomi delle vittime.

Anche noi ragazzi dell’istituto comprensivo Sanzio abbiamo deciso di prendere parte a questa importante iniziativa, ci siamo informati e abbiamo scelto di approfondire le storie di alcuni nostri coetanei che hanno perso la vita a causa delle mafie.

Abbiamo raccolto i nomi delle vittime innocenti della mafia che avevano dagli 11 ai 14 anni, la nostra età.

ELENCO DELLE VITTIME INNOCENTI (DAGLI 11 AI 14 ANNI)

· Andrea Esposito 12 anni - 1990

· Annalisa Durante 14 anni - 2004

· Antonella Valenti 11 anni - 1971

· Benedetto Zuccaro 13 anni - 1976

· Biagio Siciliano 14 anni - 1985

· Bortolo Pesce 14 anni - 1982

· Claudio Domino 11 anni - 1986

· Cosimo Gioffrè 12 anni - 1965

· Domenico Calviello 14 anni - 1989

· Domenico Cannatà 11 anni - 1983

· Domenico Facchineri 11 anni - 1975

· Domenico Gabriele 11 anni - 2009

· Domenico Nicitra 11 anni - 1993

· Emanuele Attardi 11 anni - 1874

· Fabio De Pandi 11 anni - 1991

· Federica Taglialatela 12 anni - 1984

· Francesco Pugliese 13 anni - 1983

· Francesco Megna 14 anni - 1988

· Giovanni Canturi 13 anni - 1982

· Giovanni Gargiulo 14 anni - 1998

· Giovanni Grifò 12 anni - 1947

· Giovanni La Greca 15 anni - 1976

· Giuseppe Di Maggio 13 anni - 1947

· Giuseppe Di Matteo 14 anni - 1996

· Giuseppe Letizia 13 anni - 1948

· Giuseppe Piccolo 14 anni - 1991

· Giuseppe Sottile 13 anni - 1990

· Giuseppina Savoca 12 anni - 1959

· Lorenzo Pace 14 anni - 1976

· Maria Angela Ansalone 11 anni - 1998

· Michele Arcangelo Tripodi 12 anni - 1997

· Paolino Riccobono 13 anni - 1961

· Paolo Rodà 13 anni - 2004

· Pasquale Auriemma 15 anni - 1992

· Pasqualino Perri 12 anni - 1978

· Provvidenza Greco 13 anni - 1951

· Raffaella Lupoli 11 anni - 1997

· Rosario Montalto 11 anni - 1987

· Salvatore Botta 14 anni - 1996

· Salvatore Colletta 12 anni - 1992

· Salvatore Feudale 10 anni - 1973

· Santa Rogolino 13 anni - 1910

· Saverio Ierace 13 anni - 1998

· Saverio Purita 11 anni - 1990

· Serafino Lascari 14 anni - 1947

· Serafino Trifarò 14 anni - 1983

· Simonetta Lamberti 11 anni - 1982

· Stefano Pompeo 11 anni - 1999

· Stella Costa 12 anni - 2002

· Vincenzo Mulè 12 anni - 1981

· Vittorio Maglione 12 anni - 2009

ANNALISA DURANTE

Annalisa aveva 14 anni ed era di Napoli, era un’adolescente che amava circondarsi di amici e condividere con loro le sue giornate. La sera di Sabato 27 marzo 2004 scese in strada per trascorrere un po’ di tempo con un’amica e sua cugina per chiacchierare. Poco dopo arrivò Salvatore Giuliano, un camorrista di 19 anni, inserito nelle dinamiche criminali della sua famiglia. Insieme a lui c’era suo fratello Antonio, i due si fermarono a fare due chiacchiere.

Nella malavita locale si era creata una faida fra la famiglia Mazzarella e la famiglia Giuliano e Salvatore era la vittima designata: i killer inviati dai Mazzarella arrivarono e, quando avvistarono l’obiettivo, cominciarono a sparare. Salvatore si salvò, ma a terra rimase il corpo di Annalisa, colpita al volto da una pallottola. I danni al cervello furono troppo gravi e la ragazza andò in coma. Purtroppo morì tre giorni dopo. La famiglia con un grande gesto d’amore e di speranza autorizzò la donazione degli organi grazie ai quali vivono sette persone.

SIMONETTA LAMBERTI

Simonetta Lamberti era figlia del magistrato Alfonso Lamberti, procuratore di Salerno prima e di Sala Consilina poi, impegnato nella lotta contro la camorra e sotto protezione della polizia.

Il 29 maggio 1982 Lamberti si recò con la figlia da Cava de' Tirreni, dove abitava, a Vietri sul Mare, per passare alcune ore al mare con la sua bambina. Sulla via del ritorno, la macchina del magistrato fu affiancata da un altro veicolo da cui furono esplosi numerosi colpi di arma da fuoco che lo colpirono in modo non grave. Simonetta invece, addormentata sul sedile posteriore, fu colpita alla testa, rimanendo uccisa quasi istantaneamente. Aveva 11 anni.

DOMENICO GABRIELE

Domenico Gabriele, detto Dodò, abitava in campagna, vicino Crotone, con il padre Giovanni e la madre Francesca. Intelligente e studioso, aiutava i compagni meno bravi di lui e le maestre e il Preside dell'istituto che frequentava lo avevano premiato come migliore alunno. Amava il calcio, tanto da non perdersi mai nemmeno un'occasione per andare a giocare con i suoi coetanei.

La sera del 25 giugno 2009 il padre lo portò in contrada Margherita perché era stata organizzata una partita di calcetto. Il portiere, Gabriele Marrazzo, era un malavitoso.

A un tratto si udirono i colpi di un fucile caricato a pallettoni. L’obiettivo dei killer era Marrazzo, ma per un tragico errore rimasero ferite altre 9 persone, fra cui Giovanni e Dodò. Il bambino cadde a terra, gravissimo e continuò a lottare per mesi fra la vita e la morte. Tuttavia, il 20 settembre 2009 il suo cuore smise di battere.

GIUSEPPE DI MATTEO

Giuseppe Di Matteo era il figlio del pentito Santino Di Matteo, che aveva deciso di collaborare con la giustizia abbandonando la mafia. Per punire il suo tradimento, il mafioso Giovanni Brusca diede ordine ai suoi uomini di rapire il figlio Giuseppe di 12 anni. Era il 23 novembre 1993, Giuseppe venne rapito nel maneggio dove andava a cavallo da dei mafiosi travestiti da poliziotti che lo convinsero a seguirli con la promessa di portarlo a vedere il padre. Dopo oltre due anni di prigionia, quando i mafiosi capirono che il padre non avrebbe ritrattato, venne ucciso l’11 gennaio 1996 e venne poi sciolto nell’acido. L’orribile omicidio e la fine del piccolo Giuseppe, uno dei crimini più orrendi della storia di Cosa Nostra, sono ancora nella memoria di tutti.

FABIO DE PANDI

Era una tranquilla sera di una domenica estiva, il 21 luglio del 1991. Fabio e la sua famiglia si trovavano nella periferia ovest di Napoli, a far visita a degli amici. Quando decisero di andare a casa e salirono in macchina, accadde il peggio… una pallottola sparata da un commando di camorra colpì il povero Fabio di 11 anni. Il ragazzo riuscì solo ad avvertire la mamma dicendole: <<mamma, mi fa male il braccio>> e subito dopo si ritrovò con gli occhi chiusi per sempre. Nel tentativo di salvarlo, il padre si recò invano al pronto soccorso, ma il proiettile aveva trapassato il torace del bambino causandone la morte.

STELLA COSTA

Stella aveva solo 12 anni. Il 18 giugno 2002 era in strada con la madre per buttare la spazzatura e stava salutando un'amichetta, insieme a tanta altra gente: era quasi mezzanotte, ma era una calda serata estiva. Aveva appena attraversato la strada per salutare un'amica prima di tornare a casa e all'improvviso venne raggiunta da un proiettile vagante.

VITTORIO MAGLIONE

Nato nel 1996 a Villaricca (in provincia di Napoli), era figlio del camorrista Francesco Maglione e frequentava la scuola “Giancarlo Siani”, intitolata al giornalista ucciso dalla camorra, alla cui storia si era appassionato. Nel 2005, quando Vittorio aveva solo 9 anni, il fratello venne trucidato da un branco di Mugnano per aver tentato di rubare il motorino alla persona sbagliata. Nel 2009 si è tolto la vita lasciando un messaggio in una chat chiedendo scusa a tutti tranne al padre, dicendo di essere stanco e senza speranza per il futuro e di non voler diventare un malavitoso come lui.

Questo elenco può sembrare solo un susseguirsi di nomi, ma dietro ognuno di loro c’è la storia di un bambino ucciso per vendetta, ucciso perché aveva visto troppo, ucciso per caso. La mafia diceva che non avrebbe ucciso i bambini, ma con i nomi che abbiamo riportato abbiamo dimostrato che la malavita non ha nessun codice morale, segue solo i suoi interessi.

In questo giorno importante, anche noi ragazzi abbiamo cercato di fare qualcosa per onorare il ricordo di tanti giovani come noi che, senza aver commesso niente di male, sono stati uccisi in modo brutale diventando piccole vittime innocenti delle mafie. A loro che hanno perso la vita ingiustamente e crudelmente mentre erano nel fiore della loro giovinezza va tutta la nostra più affettuosa memoria.