Profilo del paese

Profilo del paese

Un po' di storia - Notizie generali sul Bangladesh - Simboli ed emblemi nazionali

Nome ufficiale: Repubblica Popolare del Bangladesh (People's Republic of Bangladesh)  

Posizione geografica: Asia, tra 20°34'  e 26° 38' latitudine nord e tra 88°01' e 92°41' longitudine est 

Confini: Nord: India (Bengala Occidentale e Meghalaya);   Ovest: India (Bengala Occidentale);  Est: India (Tripura e Assam) e Myanmar; Sud: Golfo del Bengala 

Superficie: 148.470kmq (acque territoriali 12 miglia nautiche) Al 91° posto nella classifica mondiale

Percentuale acque: 8% 

Governo: Repubblica  parlamentare 

Presidente: Mohammed Shahabuddin Chuppu (dal 24 aprile 2023) 

Primo Ministro: SheiKh Hasina (dal 6 gennaio 2009) 

Indipendenza: dal Pakistan il 26 marzo 1971 

Ingresso ONU:  17 settembre 1974

Popolazione: 174,2 milioni (2022) All' 8° posto nella classifica mondiale

Capitale: Dhaka con 15 milioni di abitanti (2019), area metropolitana 522kmq

Altre maggiori città: Chittagong 6,5 milioni ab. (2011), Khulna 1,6 milioni ab. (2012) , Rajshahi 0,86 milioni ab. (2012)

Suddivisione Amministrativa: 8 Divisioni: Barisal, Chittagong, Dhaka, Khulna, Mymensingh, Rajshahi, Sylhet, Rangpur. Le divisioni sono a loro volta divise in Distretti (zila) ulteriormente suddivisi in Sottodistretti (upazila)

Orario: GMT + 6 ore (dall'Italia + 5 ore) 

Clima: Tropicale, monsonico 

Variazioni climatiche: Inverno mite (nov.-feb.) con temperature medie 29°C max e 11°C min.;  Estate calda e umida (mar.-giu.) con temperature medie 32°C max e 21°C min. 

Periodo monsonico:  giu.-ott. con umidità e pioggia

Pioggia: 1194mm-3454mm durante il periodo monsonico 

Umidità: Max 99% (lug.), min. 36% (dic.-gen.) 

Vegetazione: prateria, sempreverde e misto sempreverde 

Fiumi principali: Gange (Padma), Brahmaputra (Jamuna), Meghna, Karnaphuli, Teesta ecc. (totale 230 fiumi) 

Rapporto crescita: 1,56% su base annua 

Densità: 1265 ab. per kmq 

Tasso di crescita: 1,01% (2020) 

Valuta: taka bengalese

Popolazione per età: 0-14 anni: 34,3% (maschi 27,6 milioni, femmine 26,8 milioni); 15-64 anni: 61,1% (maschi 46,0 milioni, femmine 50,9 milioni): oltre 65 anni: 4,7% (maschi 3,6 milioni, femmine 3,8 milioni)   (stima 2011) 

Età media: maschi: 22,7 anni      femmine: 23,7 anni       totale: 23,3 anni       (stima 2011)

Rapporto nascite: 22,98/1000 (stima 2011) 

Rapporto decessi: 5,75/1000 (stima 2011) 

Mortalità infantile: Maschi: 53,23/1000 nati vivi    femmine:48,13/1000 nate vive     totale: 50,73/1000 nati vivi     (stima 2011)

Fertilità: 2,2 bambini nati per donna (2011) 

Aspettativa di vita alla nascita: Maschi: 67,93 anni     femmine: 71,65 anni     totale: 69,75 anni   (stima 2011)

Alfabetizzazione: 56% . Maschi: 63%     femmine: 37% .   Censimento 2001 (per popolazione dai 15 anni e oltre)

Gruppi etnici: Gruppo predominante misto di Proto Austroloidi/Dravidiani, Mongoloidi e Ariani 

Lingua: 95% Bengalese (Bangla), 5% altre lingue tribali, inglese abbastanza parlato nelle città 

Religione: Musulmani 89,7% (di cui 96% sunniti, 3% sciiti e il resto ahmadiyya), Indù 9,2%, Buddisti 0,7% a maggioranza Theravada, Cristiani 0,3% a maggioranza cattolica romana, animisti 0,1%.    L'Islam è la religione di Stato ma altre religioni possono essere praticate in armonia

Alimentazione: Dieta a base riso e verdure, talvolta pesce e carne 

Prodotti agricoli: Riso, grano, juta, tè, tabacco, canna da zucchero 

Risorse minerali: Caolino, argilla, depositi alluvionali di lignite, sabbie radioattive, petrolio, gas naturale 

Risorse umane: Notevole riserva di mano d'opera e di personale come tecnici e ingegneri,  personale tecnico ed amministrativo in genere, giovane, lavoratore, facilmente adattabile, intelligente, a buon mercato. Il costo del lavoro è di circa 1,5-2$ al giorno (dati del governo per attirare  investimenti) 

Storia: I resti di antiche civiltà nella regione del Bengala risalgono ad almeno 4000 anni fa. L'origine della parola Bengala o Bangla si ritiene derivi  da Bang, una tribù che si stabilì in questo territorio intorno all'anno 1000 a.c. Diversi regni (Gangaridai, Magadha, Maurya, Gupta) e dinastie si sono succedute fino al XII secolo d.c. con l'avvento dell'Islam in seguito al quale segue un periodo di florida civiltà secondo le regole della religione  musulmana.

1757: inizio del colonialismo inglese 

1947: se ne vanno gli inglesi, si forma uno stato chiamato East Pakistan 

1971: indipendenza dal Pakistan dopo una lotta armata sotto la guida del Padre della Patria (letteralmente Amico del Bangladesh)  Bangabandhu  Sheikh Mujibur Rahman   

Un po' di storia

Lo splendore

Il Bangladesh è stato giustamente descritto come un nuovo stato in una terra antica. Molto è stato scritto sulla gloria antica del Bangladesh, in particolare nei vecchi scritti di Plinio ed il periplo del Mare Eritreo ( I sec. d.c.) . E' stato anche riportato nella mappa di Tolomeo. Ciò sta ad indicare che sin dai primi tempi, il Bangladesh era conosciuto in occidente, in particolare ai Musulmani, per i manufatti più belli mai prodotti al mondo. Viaggiatori e studenti che erano attratti dall'incanto e dalla fama del Bangladesh hanno indicato con epiteti vari, generati dall' autentica meraviglia, il prodigioso stato di civilizzazione e di cultura di questa terra.  

Essi includono i viaggiatori cinesi Fahien (IV sec.), Hue-an-tsung (I sec), Mahoen and Fei-shin (15° sec); Ibne Batuta (14° sec) dall' Africa; Nicola Kanti (15° sec) e Cesare Federico (16° sec) da Venezia; Vertema, un Italiano nel 16° sec., Barbosa e Sebastin Manric (16° sec ) dal Portogallo, Travernier e Bernier dalla Francia (17° sec) ed il Primo Ambasciatore (Ralf Fish) della Regina Elisabetta I.

Mappa di Tolomeo

Per Ibne Batuta, il Bangladesh era il paese più ricco di bellezze ed il più a buon mercato al mondo. Grandi erano le attrazioni del Bangladesh. Bernier diceva che vi erano cento porte per entrare e nessuna per lasciare il paese. Le donne della Roma imperiale impazzivano letteralmente per gli articoli lussuosi del Bangladesh, con disappunto di Plinio che costatava l'ingente spesa in oro che ne risultava. A causa della felice posizione il Bangladesh fungeva come fiorente porto d' ingresso e paese intermediario nei commerci tra Sud - Asia e l' Oriente.  Ha inoltre giocato un ruolo  importante nel disseminare la sua cultura, arte ed architettura in tutta l' Asia. 

Nell' antichità inoltre il Bangladesh era sede riconosciuta di varie università e monasteri e frequenti erano gli studenti che venivano regolarmente a studiarvi. Etimologicamente la parola Bangladesh è derivata dal linguaggio ancestrale Vanga, per la prima volta menzionato in Aitarey Aranyaka, una scrittura indù composta tra il 500 a.c. ed il 500 d.c..Letteralmente la parola significa "terra bagnata". I mercanti musulmani di origine araba solevano riferirsi a "Bangalah" e si ritiene che la presente nomenclatura sia gradualmente evoluta nell' attuale Bangladesh.   

Un confine tracciato in fretta

India britannica. L'India diventa indipendente il 15 agosto 1947

 Sono i mesi tormentati che precedono la fine dell'immenso Impero indiano, dominato per due secoli dall'Inghilterra. Il Viceré ha fretta di sbarazzarsi di questo popolo sempre più ingovernabile. Gandhi percorre freneticamente il Paese nel tentativo di evitare divisioni e spargimenti di sangue. Ma gli inglesi hanno sempre impedito l' unione degli Indiani. La pax britannica era essenzialmente basata sul "divide et impera".  

Ali Jinnah, un avvocato del nord-ovest, ha già deciso di giocare tutte le sue carte (anche quella della violenza, se necessario) per creare uno Stato musulmano indipendente, chiamato «Pakistan», paese dei puri, col tacito supporto degli inglesi. 

Sarà composto da tutte le minoranze musulmane sparse nell'impero, prima fra tutte quella del nord-ovest a cui si attaccherà quella del Bengala (a est in figura).

Il Bengala è una regione indiana vasta, geograficamente unitaria, con un'unica lingua, estesa tra l'attuale Calcutta fino all'attuale Myanmar.

A ovest di questa regione predomina l'Induismo, mentre ad est l'Islamismo è diffuso tra l'80% della popolazione ed ha radici antiche, perché ha cominciato a propagarsi prima pacificamente e poi attraverso re ed imperatori a partire dal secolo XII. Ora, c'è chi vorrebbe un Bengala inglobato nella Federazione Indiana, chi lo vorrebbe unico e indipendente, chi infine vorrebbe dividerlo: la parte musulmana (a est) con il Pakistan e quella indù (a ovest) con l'India.       

Prevarrà quest'ultima soluzione, e forse la vera ragione della scelta è la paura. 

Nella mappa  l'ovest Bengala è incorporato nell'India mentre l'est è sotto il Pakistan distante più di 2000 km 

I musulmani, più poveri e meno preparati culturalmente, temono di essere ridotti al rango di cittadini di seconda categoria, sfruttati ancor più di prima dai "proprietari terrieri indù". Meglio scegliere di stare con i Pakistani, che parlano altre lingue, hanno altri costumi, distano migliaia di chilometri ma sono fratelli nella fede.

 Con questa speranza il Bengala orientale si divide da quello occidentale nell'Agosto del 1947, e diventa Pakistan orientale.   

Il confine è tracciato in fretta, tenendo presenti solo i criteri religiosi: Indù di là, Musulmani di qua. Ne nasce una frontiera capricciosa ed assurda. 

Calcutta, capitale del Bengala unito, dove ci sono gli stabilimenti della juta, resta in India, mentre i campi che la producono sono in Pakistan: falliranno gli stabilimenti e la juta marcirà nei magazzini. Tutta la struttura economica, amministrativa, militare, giudiziaria che era in mani inglesi o indù passa ai Pakistani dell' ovest; il Pakistan Orientale si trova ad essere colonia come e peggio di prima.  

E' più popolato, ma non ci sono libere elezioni che possano dargli la maggioranza in parlamento; è più povero, ma chi decide come distribuire aiuti ed investimenti sta dall'altra parte, all'ovest, e lascia all'est solo le briciole.    

Alì Jinnah aveva promesso rispetto e libertà per tutti, ma ora la grossa minoranza indù ha paura, viene guardata con sospetto; molti fuggono in India e le loro terre vengono prese come «proprietà del nemico» e date ai Mussulmani a loro volta scappati dall'India. I tribali hanno visto le loro aree divise in modo assurdo, senza tenere alcun conto della loro esistenza e non riescono a capire come mai la fine del colonialismo debba significare l'inizio di nuovi guai per loro...    

Ma tutto questo si sarebbe forse lentamente appianato, a spese dei più deboli, se il governo centrale non avesse sbagliato la mossa della lingua. Perché vuole imporre l' urdu? Perchè è parlato all'ovest, ha radici arabe ed è più adatto a trasmettere la cultura musulmana. Questo tentativo fa capire ai bengalesi che se non reagiscono la loro cultura verrà snaturata. Nasce il «Movimento della lingua» prima per chiedere blande riforme e poi - ad ogni "no" degi ottusi governanti di Karachi - sempre di più si susseguono leggi marziali, tentativi di riforme, costituzioni nuove, ma il Bangladesh sempre più capisce che viene sfruttato e deriso. 

Oggi l' Ekushey February (21 Febbraio) è una data che vede tutti uniti a ricordare i martiri della lingua, per un giorno si scordano le lotte e le discussioni tra i vari partiti, tra le varie fazioni o gruppi religiosi. Il 21 Febbraio e’ stato proclamato nel 1998  dall’ UNESCO “Giorno internazionale della Madre Lingua” Finalmente, nel 1970, arrivano elezioni libere. Stravince l'Awami League, un partito «laico», conquistando la maggioranza assoluta dei seggi nel parlamento nazionale. Il suo leader Mujibur Rahman (Mujib) ha diritto a diventare Primo Ministro del Pakistan; ma questo la parte occidentale non lo vuole. Con mille scuse il parlamento non viene convocato e Mujib inizia una serie di scioperi e boicottaggi perché gli diano quello che ha conquistato col voto. Niente da fare. 

Nel marzo 1971 viene imprigionato, mentre l' esercito bombarda l'Università di Dhaka e cerca casa per casa uomini politici, medici, professori bengalesi massacrandoli. Sperano che, privato dei suoi capi, il popolo si pieghi. Ma non è così. Chi è riuscito a sfuggire proclama l'indipendenza ed inizia la guerriglia.    

Da marzo a dicembre 1971 è la guerra civile. L'esercito pakistano si appoggia a fanatici locali per sterminare gli Indù e dar la caccia ai partigiani, i quali si appoggiano all'India per avere armi ed addestramento. Muoiono un milione di persone (forse molte di più) e dieci milioni fuggono affollando i campi profughi subito oltre il confine. Indira Gandhi, allora primo ministro dell'India, prima chiede al mondo di aiutarla a sfamarli, poi dichiara che sono un peso insopportabile e dà ordine all'esercito di invadere il Bengala per liberarlo. E l'occasione d'oro per umiliare e dividere l'odiato Pakistan, con il quale ci sono state già due guerre in poco più di 20 anni. Il generale Aurora attacca deciso su più fronti ed in pochi giorni i Pakistani intrappolati e scoraggiati firmano la resa: 16 dicembre 1971, festa della vittoria. 

Il 16 dicembre 1971 nasce il Bangladesh (in arancione nella mappa a fianco). In grigio l'India ed in viola il Pakistan

Così è nato il Bangladesh, e ha dovuto partire ancora una volta da zero, armato solo di entusiasmo, per combattere contro le distruzioni immense, la sovrappopolazione, le antiche ingiustizie sociali, la mancanza di una classe dirigente preparata, di industrie, di risorse, l'analfabetismo all' 80%, i cicloni, le malattie e tanti, tanti altri problemi.

Mujib tornò trionfalmente dalle prigioni pakistane e diventò capo del governo, ma non riuscì a convogliare verso un punto comune le tante energie del paese. Si diffuse presto una corruzione spaventosa tra i politici, la polizia, i funzionari. Nel paese aumentarono il disordine e l' insicurezza.    

I Pakistani avevano deliberatamente trucidato migliaia di intellettuali provocando alla futura nazione un danno ben piu’ grave di distruzioni materiali. Per ricostruire un ponte o una ferrovia bastano dei soldi e qualche mese, per formare un valido insegnante occorrono anche 20 anni di studio! Nel 1974 la carestia affamò milioni di persone. Sentendo che la situazione gli sfuggiva di mano, Mujib volle creare un partito unico ed una milizia personale che gli garantisse il potere. Ma in realtà garantiva solo nuove angherie alla popolazione.  

All'alba del 15 agosto 1975, un gruppo di ufficiali dell' esercito uccideva a colpi di mitra il «padre della patria» insieme a quasi tutti i membri della sua famiglia... Il gruppo era guidato da due maggiori : Farook e Rashid che pero’ non erano assolutamente in grado di occupare dei posti al comando del governo. 

Bisogna ricordare che, nel 1972/73  onde dimostrare la propria fedelta’ alla causa islamica Mujib decise di mostrare a Sadat, presidente dell’Egitto, un segno della propria solidarietà. Non avendo altro carico’ un aereo della Biman (linea aerea di bandiera) del miglior the che veniva coltivato nella regione del Sylhet. Sadam fu molto sopreso del dono e lo apprezzo’ tanto che decise di regalare alla giovane nazione ben trenta carri armati. Mujib fu a sua volta sorpreso del regalo ma non voleva accettarlo in quanto era sua ferma convinzione che al paese non servissero forze armate.   

Mujib si chiedeva: da chi dobbiamo difenderci? Nessuna nazione si era mostrata amica del Bangladesh, persino l’India che aveva aiutato la guerra di indipendenza contro gli odiati Pakistani avrebbe potuto facilmente annettere la nuova regione, ma si guardo’ bene dal farlo.  Gli Stati Uniti poi erano sfacciatamente amici dei Pakistani. A quel tempo era presidente Nixon e Kissinger, segretario di Stato, tentava con l’aiuto del Pakistan di tessere nuove relazioni con la Cina, mercato enorme per le esportazioni statunitensi.  Di fronte a qualche timida recriminazione internazionale circa il genocidio che coscientemente il governo di Karachi stava perpetrando nel Bengala, gli Stati Uniti rispondevano che si trattava di “affari interni del Pakistan”. Un funzionario straniero di Dhaka aveva la poca sensibilita’ di dire apertamente ad un esterrefatto Padre Adolfo che un milione di morti erano ben poca cosa per avere la pace mondiale.  D’ altronde anche oggi le cose non sono cambiate, se un paese occidentale (non lo nomino per pieta’) manda in Bangladesh dei funzionari che si sono integrati tanto bene nel paese che li ospita da fare una raccolta di sangue “in proprio” non volendo che il proprio personale, in caso di necessita’, abbia ad usufruire di “sangue bengalese” come se fosse sangue di un’altra specie!!!

Seguì un lungo periodo di incertezze con colpi e controcolpi di stato, finché emerse come figura dominante Zia-ur-Rahman (Zia), un generale. Tentò la via opposta a quella appena seguita: Mujib stava passando dalla democrazia alla dittatura; Zia passò dalla dittatura ad un principio di democrazia facendosi eleggere presidente ed aprendo un parlamento con partiti liberi. Ma finì allo stesso modo.  Il 30 maggiò 1981 venne ucciso insieme alla guardia del corpo, mentre si trovava a Chittagong. Il giovane ufficiale che ordì il complotto venne a sua volta preso ed ucciso e dodici suoi compagni condannati a morte. 

Vennero indette delle elezioni e quello che era il vice di Zia, Abdus Sattar, divenne il nuovo presidente.Governò però poco, dal novembre 1981 al 24 marzo 1982, quando il capo dell'esercito, Ershad, lo depose senza colpo ferire e proclamò la legge marziale sospendendo il parlamento e la costituzione.  Nel dicembre del 1983 il generale H.M.Ershad si prese l'incarico di Presidente della Repubblica pur rimanendo Amministratore capo della legge marziale e Capo dell'esercito.  

Sotto di lui si svolsero le elezioni parlamentari il 7 maggio 1986, in cui il suo «Jatyo Party» (Partito Nazionale) ebbe la maggioranza. Dopo aver dato le dimissioni dall'esercito alla fine di agosto, fu eletto Presidente il 15 ottobre 1986.

Ma nel novembre 1987, in seguito a prolungate dimostrazioni e violente agitazioni antigovernative, organizzate dai maggiori partiti d' opposizione, Ershad dichiarò prima lo stato di emergenza e disciolse subito dopo il Parlamento.

Le successive elezioni parlamentari del marzo 1988 furono boicottate dai principali partiti d'opposizione. Così il partito al governo, il Jatyo Party, poté guadagnare una maggioranza di 2/3; ovviamente a scapito della sua credibilità democratica. Nel settembre del 1988 un' inondazione senza precedenti lasciava circa trenta milioni di persone senza casa.

Ershad si dimise nel 1990, e fu accusato ed imprigionato successivamente per corruzione e traffico illecito di armi. Nel febbraio del 91 Begum Khaleda Zia, vedova del Presidente assassinato, fu eletta Primo Ministro: carica che, col cambiamento costituzionale dell'anno successivo, divenne la posizione governativa di primaria importanza.

Nel febbraio del 96 le nuove elezioni, condotte in un clima di boicottaggio e di violenza da parte dell'opposizione, portarono ancora alla vincita del partito della Begum Zia ma l' opposizione la costrinse a dichiarare nuove elezioni che, in giugno, portarono ad un cambio della guardia con la vittoria schiacciante della Awami League e la nomina di Sheikh Hasina (figlia di Mujib) al potere fino a febbraio 2001) in un clima che, con scioperi continui, si sta sempre più arroventando. 

Dal 2002 rimane critica la tensione tra le minoranze etniche originarie del Chittagong Hill Tracts e i coloni insediati dal 1977 che, con l'appoggio dei militari e di falsi documenti di proprietà, hanno espropriato le terre appartenenti alle famiglie indigene. La regione ha sempre goduto di una certa autonomia politico-amministrativa ma gruppi tribali in rivolta reclamano tuttora la completa autonomia dal governo centrale. La moschea Harzat Shahjalal di Sylhet, localita' santa nel nordest del paese, è stata colpita due volte nel 2004, a gennaio (3 morti) e il 21 maggio (50 feriti, tra i quali l'Alto commissario britannico in Bangladesh). 

Il 2005 ha visto un aumento della tensione. Il 27 gennaio Sha Kibria, uno dei leader storici del partito di opposizione, la Lega Awami, è caduto vittima di un attentato durante un comizio politico. La sua morte è stata preceduta, da un tentativo simile ai danni della compagna, l’ex primo ministro Sheikh Hasina, che tuttavia è scampata all'attentato. I due episodi ricordati sono solo quelli più clamorosi di un’ondata di violenza molto preoccupante, scatenata contro l’opposizione.

Si succedono anni sempre più difficili con scontri tra le opposte fazioni politiche.

L'11 gennaio 2007 il presidente Iajuddin Ahmed  dichiara lo stato di emergenza nel pieno di tensioni politiche. La mossa ha portato al blocco delle elezioni generali e alla sospensione dei diritti civili e politici. Subito dopo l'emergenza, il governo provvisorio supportato dall'esercito e composto da tecnocrati lancia campagne contro la corruzione fra i politici. Ciò porta alla detenzione di almeno 200 parlamentari, compresi Sheikh Hasina and Khaleda Zia.

Quando il governo ad interim prende il potere l'11 gennaio 2007, vuole di fatto evitare che la coalizione guidata dal BPN (partito nazionalista di centro destra, alleato con due partiti islamici) rimanga al potere con elezioni troppo palesemente truccate, che avrebbero fatto infuriare la gente e screditato il Paese nella comunità internazionale. Allo stesso tempo si è impedito alla coalizione guidata dall'Awami League (centro sinistra, secolare, alleata con piccoli partiti marxisti) di vincere le elezioni sull'onda della rabbia popolare per le malefatte del BNP. Il piano è dunque quello di ripulire il BNP dai personaggi più corrotti (fra cui vi è il figlio di Khaleda Zia, Tareque); scompaginare l'Awami League; organizzare elezioni che riportino al potere il BNP e i musulmani in modo "più presentabile".

Khaleda Zia è libera dopo solo un anno in carcere e molte concessioni della magistratura; il figlio, causa prima della corruzione del partito, dopo 18 mesi di prigione è uscito pure lui. Andando all'estero per cure, ha promesso di non tornare almeno per tre anni; i partiti islamici alleati del BNP non sono stati toccati; la presidente dell'Awami League, Sheikh Hasina, ha ancora tutte le accuse addosso, ma è stata in prigione solo pochi mesi, andando poi negli Stati Uniti per cure alle orecchie.

A dicembre 2008 il governo provvisorio toglie lo stato di emergenza. Hasina inizia la sua campagna elettorale  con una conferenza stampa e la preghiera a Sylhet, dove sono alcuni santuari di persone sante musulmane. La sua rivale Khaleda Zia inizia anche lei la sua campagna elettorale guidando un'alleanza di 4 partiti, fra cui anche lo Jamaat-e-Islami. L'Awami League è invece alleato con un piccolo partito, lo Jatiya Party, dell'ex presidente Hossain Mohammed Ershad.

Le elezioni si svolgono finalmente in un clima tranquillo in gennaio 2009 e con una grande partecipazione. Sheikh Hasina, dell'Awami League diventa Primo Ministro.  

Notizie generali sul Bangladesh

Premessa

I dati relativi a questo lavoro, che ha lo scopo di far conoscere meglio il Bangladesh, sono stati prelevati da varie fonti ed elaborati in occasione di un viaggio in questo paese nel mese di febbraio 2001. 

Territorio

Il Bangladesh è uno dei delta più grandi del mondo,: due sistemi fluviali enormi : il Padma (Gange) da ovest ed il Jamuna (Bramaputra) da nord si uniscono nel Bangladesh ed insieme sfociano in mare.

Solo recentemente è stato costruito un ponte sul Jamuna e c’è una ferrovia che attraversa il Gange. Numerosi altri canali e corsi d’acqua, unitamente ad un’infinità di laghetti e stagni costituiscono il 10% dell’intero territorio.

Ciò pone problemi di trasporto enormi in quanto anche nella stagione asciutta i grandi fiumi sono non guadabili essendo troppo grandi e profondi.

Nella parte meridionale del delta le comunicazioni tra i vari villaggi avvengono a mezzo di imbarcazioni attraverso una rete capillare di canali.

Negli anni tremendi dei monsoni entrambi i fiumi straripano, cosa che è stata anche favorita dalla insensata deforestazione nel nordest del’India facendo in modo che il Bramaputra inondi gran parte dell’Assam e del Bangladesh, le inondazioni sono un fenomeno recente, nel 1800 e nella prima parte del 1990 le inondazioni erano un fenomeno del tutto straordinario (una ogni 20/30 anni).

Inoltre l'India fa con l'acqua un pò quello che vuole: quando ce ne è poca se la accaparra tutta; quando è troppa non esita ad aprire le dighe ed allagare gran parte del Bangladesh. Finora a livello internazionale non si è riusciti a trovare una soluzione soddisfacente.

Il paese, con un’estensione pari a circa la metà dell’Italia, è situato a cavallo del tropico del cancro ed ha un clima subtropicale, con due stagioni distinte: asciutta da dicembre a febbraio e con pioggie abbondanti negli altri mesi. In particolare in marzo - aprile si hanno le pioggie primaverili, violente ed improvvise. Le basse colline di Chittagong e del Sylhet sono le zone con maggiore piovosità.

All’interno del paese vi sono vari tipi di suolo, e talvolta anche una differenza di alcuni metri sul livello del mare può voler dire di essere esenti da inondazioni ed avere tre raccolti l’anno se il terreno viene irrigato a sufficienza.

Nel nord-ovest è necessaria una intensiva irrigazione mentre nel nord-est molti terreni sono al di sotto del livello del mare e diventano enormi laghi durante i monsoni, in queste zone viene coltivata una varietà di riso "acquatica".

Nelle colline di Chittagong il terreno collinare rende difficili le comunicazioni e talvolta l’elefante era l’unico sistema per permettere il trasporto del legname. Alcuni esemplari della famosa tigre del Bengala, di cervi, cani selvatici orsi ed elefanti si trovano tuttora nelle Sundarbans e nelle colline delle zone meridionali.

Queste condizioni climatiche unitamente al tipo di suolo alluvionale sono ideali per la cultura del riso. In moltissime aree vengono ormai effettuati tre raccolti ogni anno: la varietà Amon in novembre/dicembre; quella Boro in aprile/maggio e quella Aus in luglio/agosto.

La maggiore fonte di lavoro nel Bangladesh è appunto l’agricoltura con le industrie per la lavorazione e la conservazione dei prodotti coltivati.    

Agricoltura

Verso l’autosufficienza!

Negli anni successivi alla nascita del Bangladesh sono stati messi in essere vari piani quinquennali con obiettivi primari di incrementare notevolmente la superficie coltivata irrigata, con rapida espansione dei sementi HYV (High Yield Variety e cioè varietà ad alta resa) unitamente ad un raddoppio delle quantità di fertilizzanti da 0.9 milioni tonn. nel 1979 a 1.8 nel 1985. Con questo sistema l’utilizzo annuo di sementi ad alta resa passa da 6000 tonnellate a ben 58000.

Utilizzo e distribuzione efficiente e capillare, sin nei più remoti villaggi delle sementi.

Sono state anche introdotte sementi a crescita molto rapida (periodo totale da semina a raccolto di tre mesi) il che ha permesso di fare un raccolto nella stagione invernale (semina a fine gennaio e raccolta a fine aprile).

È questo un periodo in cui normalmente la piovosità è minima e, prima dell’introduzione di questa nuova tecnologia, la terra si riduceva ad una crosta dura completamente improduttiva.

La spinta a sistemi vari di irrigazione: da quella superficiale, con canalizzazioni estese a quella nuova di pompaggio, nuova in quanto il sistema tradizionale e manuale di pompaggio non era assolutamente in grado di sopperire alle necessità idriche delle piante a rapida crescita.

Con l’uso adeguato di fertilizzanti, in aggiunta al rapido sistema di crescita, si è arrivati a raddoppiare la resa media, passando in qualche caso e per qualche varietà studiata dai giapponesi da 2 a 4 tonnellate per ettaro.

È stata inoltre introdotta la coltura del grano, prima marginale. Anche in questo caso sono state studiate varietà a crescita rapida (circa tre mesi) e si è pian piano introdotto l’uso di questo cereale nell’alimentazione, essenzialmente sotto forma di chapati (una specie di piadina molto sottile e non lievitata, cotta alla piastra ed usata invece del pane e come alternativa all’onnipresente riso).

L’area coltivata a grano è passata in dieci anni da meno dell’ 1% al 4%.

Ben 22% della superficie totale è stata posta a coltivazione con la varietà di riso Boro.

Molti progressi si sono inoltre ottenuti con altre culture, prima praticamente inesistenti: in particolare: patate con incremento annuo del 6% in un periodo di 12 anni e con una produzione che sfiora i due milioni di tonnellate, ottima alternativa anche per la rotazione delle culture. In alcune regioni è stata introdotta anche la patata dolce.

Si sta tentando in questi anni anche l’introduzione del granturco ma è necessario prima di tutto educare all' uso alimentare di questo prodotto, completamente nuovo.

Impulso è stato dato alla coltura delle piante per olio da semi, in particolare ravizzone, senape. Nel 1985 la dipendenza dall’estero era di circa il 50%, ora poco più del 20%. Anche nel caso dei semi che servono alla produzione di olio commestibile sono state introdotte varianti a crescita rapida ed alta resa.

La canna da zucchero è stata sempre una componente essenziale delle coltivazioni bengalesi. La produzione di tutto lo zucchero viene qui effettuata dalla canna che, in un paese musulmano, non viene utilizzata in alcun modo (almeno ufficialmente) per la produzione di alcool, in forma di acquavite, rum etc come nei paesi latino americani.

In questi ultimissimi anni però il prezzo della canna da zucchero è sceso notevolmente, cosa che ha spinto molti agricoltori a convertire i campi in bananeti. Si vedono infatti, soprattutto nella zona di Bogra ed a sud-ovest di Dinajpur dei campi che ormai producono solo banane. La conversione è molto redditizia in quanto le piante di banane fruttificano in uno/due anni e vanno ripiantati dopo tre/quattro senza richiedere cure molto particolari a parte irrigazione e concimazione.

Il tè in Bangladesh è stato sempre prodotto in piccole quantità in quanto, sotto il dominio inglese il miglior tè veniva prodotto in altre regioni dell’India e a Ceylon (oggi Sri Lanka). Attualmente si producono alcune centinaia di tonnellate anno ed in particolare nelle regioni di Sylet e nelle colline vicine a Chtittagong.

Il cotone è stato introdotto solo dopo l’indipendenza, partendo da varietà americane. Attualmente si coltiva essenzialmente la qualità locale Comilla, con notevoli possibilità di incremento e di esportazione, ma si è avuto anche qualche insuccesso.

Anche il tabacco è una fonte di reddito (da esportazione) notevole. Viene coltivato nel nord del paese, nella zona di Boldipukur.

Legumi: malgrado il notevole utilizzo e varietà di legumi locali; in particolare lenticchie, fagioli, piselli e ceci che vengono usati per accompagnare l’onnipresente riso bollito, i legumi stanno perdendo terreno nelle culture estensive a favore di altre culture quali cereali e semi da olio.Vengono spesso coltivati negli orticelli unifamiliari, in particolare ho visto quasi dapertutto una varietà rampicante di fagioli che vien fatta crescere sui tetti spioventi di lamiera delle povere case.

Altri vegetali (zucche, zucchini di vario tipo) sono coltivati localmente. Il grosso problema che esiste per questi tipi di vegetali (come anche altre verdure come carote, cavoli, cavolfiori, cipolle, etc) è l’assoluta mancanza di sistemi di conservazione e distribuzione. L’ introduzione degli stessi permetterebbe di far arrivare dalle parti più lontane del paese i prodotti stessi sui redditizi mercati delle grandi città, in particolare Dhaka, dove si spunterebbe un prezzo decisamente interessante.

Lo stesso discorso va fatto per la frutta. Nella stagione estiva la quantità e la varietà di frutta che matura nel giro di qualche giorno è qualcosa di incredibile: oltre ai frutti noti anche a noi occidentali come mango, papaia, lycis (che hanno però lo svantaggio una volta maturi di deperire nel giro di qualche giorno) vi sono altri frutti come noci di cocco di vario tipo, agrumi ed un frutto che è il "frutto nazionale" : il kathal.

Si tratta di frutti particolarissimi che crescono su enormi alberi venendo fuori direttamente dal tronco principale ed arrivano a pesare qualche decina di chili. All’esterno assomigliano ad una nostra anguria (a superficie rugosa) ed all’interno hanno dei semi grossi come le nostre castagne (ed altrettanto buoni) ed una polpa dolcissima (se si supera, mi dicono, una certa riluttanza all’odore iniziale non troppo gradevole).

Avere la possibilità di conservare, o di fare succhi, marmellate con tutto questo ben di Dio significherebbe creare posti di lavoro e dare reddito a molti agricoltori. I miglioramenti che si stanno effettuando nella viabilità ( e si spera anche nelle ferrovie) permetterebbe anche un inoltro celere e sicuro ai centri di distribuzione.

Animali per alimentazione: premesso che il Bangladesh dal 1975 è un paese mussulmano (ma anche se non lo fosse ufficialmente più dell’85% della popolazione è di religione islamica), il maiale è tabù. Nei piccoli villaggi in cui si vede razzolare qualche maiale (bianco, nero o di razze diverse come quello afgano che sembra un bulldog) si può essere sicuri che vi è maggioranza cristiana.

Anche sul mercato è praticamente impossibile comprarlo (ad eccezione di Dhaka) in quanto si macellano essenzialmente bovini o pollame ( e si macella secondo il sistema islamico, facendo cioè sgocciolare tutto il sangue, altrimenti la carne è considerata impura).

Viene quindi allevato da qualche famiglia e, una volta ammazzato, dato che, per l’inesistenza di sistemi frigoriferi e la presenza di clima caldo, non esiste la possibilità di fare insaccati, una volta macellato si vende alle famiglie vicine. È comunque consuetudine nelle feste, nei matrimoni etc. uccidere un maiale che in tal caso serve per un pranzo di qualche centinaia di persone.....e vi assicuro che ne resta ben poco!

Per quanto riguarda i bovini le cifre ufficiali parlano di 25/28 milioni di capi, di cui la maggior parte indigeni (Bos indicus) di taglia piccola . L’efficacia lavorativa e la produttività alimentare di questa razza è molto bassa, in qualche regione è maggiormente diffuso il bufalo che ha maggiore efficienza lavorativa e produce più latte.

Il pollame è anche largamente diffuso nelle famiglie che vivono nelle migliaia di villaggi del Bangladesh. Sono di varie razze ma quasi tutte piccole ( in particolare una a piume nere) e si vedono di continuo anche nelle strade principali. Recentemente sono stati introdotti degli allevamenti di pollame sia per la produzione di uova che per alimentazione. Le oche sono anche molto diffuse in quanto in ogni villaggio c’è almeno una pozza d’acqua o un laghetto.

Il pesce è un elemento molto importante nella dieta bengalese. Le proteine fornite giornalmente sono di circa 5 grammi a persona, che rappresenta il 33% in meno della media degli altri paesi asiatici; è comunque la fonte principale di proteine animali (55%).

La notevolissima presenza di fiumi, stagni, laghetti etc nel paese porta ad una predominanza del pesce di acqua dolce rispetto a quello marino.

Attualmente nei vari pukur (stagni) sono state introdotte delle varietà giapponesi ad accrescimento rapidissimo ( tre riproduzioni in un anno) e che mangiano di tutto ( persino il sempre presente sterco di mucca che qui serve un pò per tutto, dal concime al combustibile una volta essiccato al sole in forma di dischetti o di spiedini) e, per fortuna....non ne conservano il sapore.

I vari piani quinquennali hanno sempre posto grande enfasi sia alle varie possibilità di itticolture che a nuovi ed efficaci sistemi di pesca, in acque dolci e salate.

La pesca dei gamberetti nel golfo del Bengala è una notevole fonte di reddito. Il pesce è non solo importante come sorgente di proteine ma anche come fonte di lavoro. Anche per il pesce, come già detto per frutta e verdura, esiste il grosso problema della conservazione e della distribuzione.

È inoltre da notare che in questi decenni si è assistito al taglio indiscriminato di alberi delle preesistenti foreste, sia per avere più terra a disposizione per le culture varie che, semplicemente, per far fuoco.

Attualmente sono stati scoperti sia in terraferma che nel golfo del Bengala giacimenti sia di petrolio che di gas naturale ma manca ancora la distribuzione dello stesso e le sette sorelle hanno per il momento deciso di procedere a rilento.

Per il pozzi off-shore naturalmente nel Golfo del Bengala è in atto una bella competizione in acque nazionali ed internazionali tra l' India ed il Bangladesh.

A Dhaka si comincia a far qualcosa , ma Padre Adolfo mi ha anche detto che ha impiegato non poco tempo per convincere il cuoco della casa del PIME ad usare gas invece di legna. E poi il gas si paga non a consumo ma a "fornelli installati" per cui molti ne fanno un uso indiscriminato.

Qui non nei villaggi, dove non ha nemmeno tentato, ma anche nella missione di Dinajpur sarà una dura battaglia. Ma a Suhari, alla Novara Technical School ci sono già riusciti!

E pensare che, secondo i suoi calcoli, si risparmierebbe il 50 %.

Ma qui per cucinare si fa un buco nel terreno (le dimensioni variano naturalmente da un buco "da famiglia" ad uno "per tutta la parrocchia" che più di un buco è un cratere), si accende il fuoco e via.

Il risultato è che in gran parte del Bangladesh non ci sono più alberi. Il programma di riforestazione è in corso e, ogni volta che si inaugura una nuova costruzione, si piantano intorno anche degli alberi di mango, kathal o, se lo spazio lo consente, anche mogani. Mi ricorda un pò la Festa degli Alberi che era in voga nelle nostre scuole qualche decennio fa.

Anche qui sono stati sconsideratamente piantati molti eucalipti che non servono a niente se non a prosciugare il terreno e si stanno adesso eliminando tutti.

Un discorso a parte va fatto per il bambù. È presente un po' dappertutto e ne ho visto alcuni anche con un diametro di una quindicina di centimetri. Del bambù (un po' come si dice del maiale) si usa tutto e non si butta niente.

Lo vedi usato nelle costruzione (invece dei tubi "Innocenti"), come base per i larghi carri trainati da buoi, zattere, stuoie, cesti, cappelli di paglia etc. In alcuni villaggi vedi enormi bambù che vengono pian piano sezionati in listarelle, messi a bagno e poi intrecciati con cura. Molte case sono costruite con pareti di bambù, in altre funge da isolante per evitare il calore derivante dal tetto in lamiera che di estate si arroventa. Le foglie sono usate per far fuoco e le piantine piccole, col cuore della pianta, si mangiano. Ho visto che anche i bambini sono bravissimi nella preparazione di cestini: non a caso nella recente Festa della Santa Infanzia il primo premio è stato attribuito ad una bambina per i suoi cestini…che ho opzionato subito per mostrarli agli amici gaetani.

La juta era la prima fonte di reddito del Bangladesh, ma la guerra d'indipendenza ha portato ad una mancanza della stessa sul mercato mondiale che ha trovato altre alternative. Le fabbriche erano a Calcutta, in India ed i campi in Bangladesh. Con la guerra le fabbriche non avevano il prodotto da lavorare ed intanto la iuta marciva nei campi. Oggi viene ancora coltivata moltissimo ma non ha più la stessa primaria importanza.      

Popolo

Il Bangladesh è il paese che ha la maggiore densità di popolazione al mondo con ormai quasi 1000 abit/kmq, secondo solo alle città di Hong Kong e Singapore. La popolazione è rurale per l’88% e ben il 43% della stessa ha meno di 14 anni.

Le stime fatte negli anni settanta (di arrivare a 150 milioni nel 2000) per fortuna erano eccessive: si stima attualmente una popolazione di 130 milioni (non contando qualche milione emigrato in India) ed il fatto di aver praticamente raggiunto l’autosufficienza alimentare il questi ultimi trent’anni, con ben 60 milioni di abitanti in più, può a ragione essere considerato un miracolo tecnologico.

La popolozione così numerosa naturalmente sottopone il terreno e le risorse naturali ad uno sfruttamento intensivo.

La disoccupazione e la sottooccupazione sono molto alte e le infrastrutture relative ai servizi sociali, ivi inclusa l’istruzione, del tutto insufficienti.

Sebbene si siano creati dei grossi centri abitati (Dhaka in particolare ha raggiunto i 10 milioni di abitanti), il grado di urbanizzazione è ancora basso e l’90% della popolazione vive in più di 80000 villaggi sparsi in tutto il Bangladesh rurale.  

Case

Qualche dato sulle case in Bangladesh (dati 1996 validi ancora oggi). Viene indicata con: 

-Katcha una casa in fango/paglia/bambù

-semi-pucca una casa in mattoni o cemento ma con tetto in lamiera o eternit

-pucca una casa come la intendiamo noi, cioè cemento o mattoni sia per le pareti che per il tetto o solaio. 

La maggior parte di questi villaggi non ha nè acqua corrente nè elettricità o strade che li colleghino a centri vicini.

È qui che vive la maggior parte dei bambini, e quando parliamo di bambini usualmente ci riferiamo bambini rurali. Anche se i bambini delle città hanno una serie enorme di problemi irrisolti, le soluzioni ai problemi dei bambini si debbono cercare nei villaggi. La maggioranza dei bambini in Bangladesh nasce in uno stato endemico di povertà. Trascurati completamente dai colonialisti inglesi (per più di 100 anni) e dal governo del Pakistan (dal 47 al 71) gli abitanti di questa regione servivano solo a produrre cibo e materiale per le fabbriche di Calcutta e di Karachi.

Qualunque sia il sistema di riferimento adottato il Bangladesh resta comunque agli ultimi posti nella scala della alfabetizzazione, industrializzazione, consumi procapite, GNP etc.

La guerra di liberazione ha distrutto gran parte delle infrastrutture e i Pakistani hanno deliberatamente trucidato gran parte della classe degli insegnanti (solo a Dhaka nel 1971 ben 6000 insegnanti sono stati uccisi).

Bisogna tener presente che per formare una nuova classe insegnante occorrono, se esistono tutte le premesse, almeno 20 anni.

A soffrire maggiormente di tutto questo sono sempre stati i più deboli e cioè i bambini. Ancora oggi, malgrado gli enormi miglioramenti dovuti ai dispensari, agli antibiotici ed alle profilassi varie, si stima che la maggioranza dei bambini nei villaggi rurali ha parassiti intestinali e ...parassiti esterni quali pidocchi. 

La vita media

La vita media è ancora di appena 55-60 anni (paragonata a quella dei paesi occidentali di 75) e la statura non elevata è causata essenzialmente da deficienze alimentari, non da fattori genetici.  

La distribuzione della terra varia anche notevolmente : da una piccola percentuale (8%) di larghi possedimenti, ad un 44% di medi (6000-8000 mq) e 48% di piccoli ( meno di 2000 mq) e molti non possiedono nemmeno questo.

Ciò significa che gran parte dei contadini deve affittare del terreno supplementare al solo scopo di sopravvivere.

Soltanto recentemente alcuni tribali si sono affezionati alla terra, come ad esempio i Santal che sono tradizionalmente un popolo di cacciatori sempre vissuti alla giornata, con quanto cacciato.

La distruzione della fauna ha portato alla creazione di mini villaggi agricoli dove il Santal ha dovuto, di mala voglia, in quanto contro tutti i suoi principi di vita, fermarsi per coltivare il terreno. Introdurre in questi villaggi una benchè minima forma di risparmio è un compito arduo ma importante, a cui recentemente si è trovata una soluzione nella Diocesi di Dinajpur, che sembra dare buoni risultati con il progetto delle Credit Unions diretto da Padre Giulio Berutti. La stessa forma di risparmio introdotta decenni addietro a Dhaka ha avuto risultati sorprendenti, con la creazione di una banca ed un giro di affari di centinaia di milioni al mese. 

Religione

Come religione la maggior parte dei Bengalesi è musulmana (87%) del ramo sunnita, con la religione hindu (11%)al secondo posto. La parte restante è buddista, animista e in misura minima, cristiana (0,3%).

La proclamazione, nel 1975, da parte di Zia di uno stato musulmano ha discriminato notevolmente tutte le altre religioni ed ha fatto in modo che molti tribali, per convenienza, hanno accettato di divenire musulmani.

Come ultima considerazione sul popolo è da notare che la condizione della donna è ancora molto bassa, ciò in parte deriva anche dalla religione musulmana. Particolare attenzione è stata data a questo problema non soltanto dal governo ma anche dai missionari.

Mentre noi siamo abituati a considerare le "regole" del cristianesimo coercitive è qui che si tocca con mano quanto grande è il messaggio di eguaglianza e di libertà che viene dalla nostra religione, paragonata alle altre. 

Bambini

I bambini nella società e nella scuola: La maggior parte dei bambini fa parte di famiglie numerose.

Il matrimonio è la norma in Bangladesh e la media e, per una donna, arrivare a 40 anni con ben 7 figli ancora in vita. Le famiglie "unite" sono anche di norma in Bangladesh.

I figli adulti vivono normalmente con i genitori anche dopo il matrimonio e le spose vengono accettate come nuove figlie: i bambini vivono con genitori, zii, cugini, nonni e...non si può almeno dire che soffrano di solitudine, come alcuni dei nostri pargoletti abbandonati dai genitori per giornate intere davanti ad un televisore o ad un computer.

D’altra parte il numero notevole degli stessi, unitamente alle miserevoli condizioni di vita, porta ad avere poca cura delle condizioni igienico-sanitarie dei bambini per non parlare dell’ istruzione.

È un ambiente in cui poche volte l’individuo prende le decisioni per se stesso. Le decisioni importanti quali matrimoni, fidanzamenti, compravendita di case o terreni, chi e come deve andare a scuola etc, vengono prese congiuntamente dai familiari tutti, tenendo presente che il parere del capo famiglia (il genitore più anziano) è predominante rispetto a quello di tutti gli altri assieme.

I bambini comunque sono sempre accettati con gioia essendo la loro nascita una benedizione per la famiglia. Vengono eseguite cerimonie speciali, con preghiere ed offerte a cui partecipano in gran numero familiari ed amici e questa tradizione culturale non viene applicata soltanto nelle classi medio-alte, ma in tutte le famiglie, anche quelle povere che devono indebitarsi per far ciò.

Anche nella nascita però le bambine sono discriminate: in una società prevalentemente agricola i bambini sono preferiti.

In questa società rurale i bambini apprendono le regole della propria esistenza dall’osservazione dei loro genitori; appena possono sono loro stessi che li aiutano; un nuovo maschietto è sempre considerato come una benedizione in quanto è una forza di lavoro supplementare che da sicurezza alla famiglia, è necessaria nei campi la loro forza, se istruiti possono portare in famiglia entrate supplementari col loro reddito.

Quando si sposeranno porteranno in famiglia la propria sposa che si integrerà automaticamente con le donne della vecchia famiglia, aiutandole nei lavori non semplici che le donne fanno senza l'utilizzo, come da noi, di elettrodomestici di vario tipo. I figli continueranno le tradizioni familiari e manterranno il nome.

Le bambine sono meno apprezzate in quanto si sa che lasceranno la famiglia per entrare in una nuova, mentre i bambini sono destinati ad aver cura dei propri genitori quando diventeranno vecchi. In particolare in un sistema in cui non esiste alcuna forma di previdenza sociale debbono esser i figli ad aver cura dei genitori e dei membri anziani: è questo il dovere dei figli ed è naturale che ciò venga favorito anche dai genitori.

Le regole relative alle eredità favoriscono gli uomini e questo porta a mantenere la terra eventualmente posseduta all’interno della famiglia, senza disperdere la stessa col matrimonio delle femmine che vanno via da casa. Questa preferenza accordata ai maschi ha naturalmente risultati negativi per le femmine.

In una situazione di povertà quanto è disponibile va ai maschi in prima battuta, sia ciò cibo, vestiti o possibilità di istruzione.

Il marito ed i figli mangiano per primi, la moglie e le figlie dopo....e se ne avanza. Gli effetti di quanto sopra si osservano nelle condizioni di salute delle bambine nei primi anni di scuola, più precarie rispetto a quelle dei bambini.

Il trattamento differente riservato ai due sessi è basato su due cose: prima di tutto la superiorità del maschio nelle tradizioni culturali e religiose e la inferiorità delle donne e la loro dipendenza e poi anche la netta divisione del lavoro relativamente ai due sessi.

Il lavoro è diviso in maniera chiara. Le donne fanno tutto ciò che è necessario dentro la casa, l’uomo tutto ciò che serve fuori.

Questo vale essenzialmente nelle aree rurali, mentre in quelle urbane questa differenziazione si attenua.

Nelle aree rurali deviazioni da queste regole ancestrali sono viste in maniera negativa e l’ istruzione, che porta naturalmente ad una maggiore parità, è vista come fattore negativo per le ragazze.

Molti genitori ed in particolare quelli delle classi più povere si pongono la domanda: come posso maritarla? Se una ragazza viene educata al di sopra del livello della propria famiglia, diventa un vero problema per la stessa e le possibilità di trovarle un marito nella cerchia delle famiglie vicine per reddito, classe e tradizioni diventa impossibile.

Salute

Le condizioni generali di salute dei bambini bengalesi non sono buone, l’ambiente naturale non le favorisce certo in quanto malattie tropicali quali dissenteria, malaria e colera sono endemiche (anche se in notevole regressione) e parassiti di ogni specie sono comuni, ma anche malattie più gravi come tenia etc possono addirittuara essere fatali se non trattate per tempo. 

Ben il 14% dei bambini non raggiunge il primo anno di vita ed il 25% il quinto.


Più dell’70% dei bambini sono sottoalimentati o alimentati in maniera non corretta: molto spesso malattie comuni come la diarrea portano alla morte non in quanto particolarmente pericolose ma in quanto trovano un corpo indebolito dalla denutrizione. 

Con l’eccezione di una minoranza di bambini nutriti adeguatamente la scuola elementare è quindi frequentata dai sopravvissuti che hanno condizioni di salute miserevoli.

Dal 1970 al 1985 si è addirittura notato un abbassamento della statura media nei ragazzi di 15 anni; questa tendenza si è furtunatamenye invertita negli ultimi anni e fa piacere vedere, almeno nell’ambito delle nostre scuole e dei nostri boardings, adolescenti che in quanto a statura e condizioni generali non hanno niente da invidiare ai loro fratelli europei.

Purtroppo la malnutrizione porta però problemi non solo fisici ma mentali, in quanto diminuisce le facoltà di apprendimento.

Col 48% di famiglie rurali virtualmente senza terra e senza impiego stabile non vengono generate le condizioni generali per comprare cibo a sufficienza e quello prodotto in proprio non è sufficiente, a questo si unisce l’ignoranza dei più elementari principi alimentari: ad esempio malgrado la relativa abbondanza si danno pochissimi vegetali verdi ai bambini in quanto molte mamme hanno la falsa credenza che non siano indicati ai piccoli.

Le condizioni di salute delle bambine sono peggiori di quelle dei bambini: malgrado nel periodo neonatale (primo mese di vita) le femmine sono più resistenti dei maschietti, nei cinque anni successivi la situazione è inversa.

Un numero di studi eseguiti in proposito certifica senza dubbio che le bambine hanno problemi di malnutrizione superiori a quelli dei bambini, in rapporto di due ad uno.

È purtroppo un dato di fatto che poca cura è stata data in questi anni alla prevenzione delle principali malattie nella scuola elementare. La scuola è il primo posto dove questi bambini (che nelle famiglie non hanno trovato le condizioni per una prevenzione semplice ed a basso costo, come ad esempio la vaccinazione antitetano) possano avere queste cure basilari.

È anche il momento opportuno in cui insegnare le regole fondamentali di igiene, come bere acqua non inquinata, lavarsi di frequente etc.

Lavoro e leggi I bambini sono purtroppo una fonte importante di lavoro in Bangladesh sia nelle zone urbane che nelle città. 

Il lavoro minorile

Il lavoro minorile viene estensivamente usato e già ad 8/9 anni hanno cura completa del bestiame, aiutano nella pesca etc.

A 11 anni sono attivi quanto un adulto; soltanto in lavori più pesanti, quali la messa a dimora delle piantine di riso nei campi allagati, vengono utilizzati da 13/14 annidi età.

Si può calcolare in definitiva che a 7/9 anni lavorano come ½ adulto, come ¾ di adulto a 10-12 anni e già a 13 anni come un adulto. 

Quindi già negli anni della scuola elementare i bambini sono integrati nelle attività di sostentamento dell’intera famiglia.

Un contadino non può assolutamente permettersi di dar lavoro ad altri adulti estranei e pagarli, ricorre quindi ai suoi figli, anche se giovani, per i vari lavori nei campi. 

Solo i proprietari di sufficiente terreno possono permettersi di non far lavorare i bambini e di mandarli a scuola, compensando la perdita di lavoro dei figli con personale a pagamento.

Nelle zone rurali sono i bambini poveri che diventano servi nelle case altrui, sono loro quelli che hanno raramente la possibilità di andare a scuola, sono loro che hanno la loro infanzia distrutta dalla povertà.

Ma anche nelle città è la classe sociale che influisce sullo stile di vita del bambino. Anche se è vero che mediamente nelle città la frequenza alle scuole è superiore, coloro che abitano negli slums non hanno accesso alle scuole per il motivo molto semplice che negli slums non vi sono scuole! La mia visita fatta ad una delle poche scuole presenti in uno slum (parlo dello slum di Manda, a Dhaka) mi ha fatto toccare con mano la triste esistenza di questi derelitti, abbandonati da tutti, che passano quella che dovrebbe essere la parte più bella e serena della propria vita in mezzo ai rifiuti, cercando qualcosa da mangiare.

L’ accesso indiscrimanato alle aree urbane porta ad agglomerati umani in condizioni di vita subumane, in cui la mancanza di strade, di acqua, di fogne e di elettricità, che sono bisogni primari, fanno passare la scuola in secondo piano.

 Lavoro e scuola 

Su 100 bambini che lavorano 89 sono senza istruzione, 9.2 vanno dalla I alla V, 1.4 dalla VI all’ VIII, e 0.4 alle superiori.

Moltissimi bambini quindi vivono alla giornata, di accattonaggio o di lavori che sono inventati sul momento e il censimento nemmeno li considera: noi sappiamo che esistono soltanto perchè li vediamo. Io li ho visti personalmente, ed ancora rabbrividisco, razzolare in enormi depositi di immondizia, assieme a porci, topi, galline alla ricerca di qualche cosa. Persino le buste di plastica si recuperano e una volta lavate in qualche pukur si vendono a 15-20 taka al chilo. Poi si fondono e si ricava qualche oggetto di plastica. Proprio in questi giorni il governo vuol mettere fuori legge, per inquinamento e danni alla salute di chi vi lavora, ben 1000 di queste piccole aziende (25.000 persone che lavorano a 35 taka al giorno, 1440 lire!).

Le bambine lavorano generalmente come domestiche e, nel 1974 si calcolò che almeno 80000 bambine di 10/14 anni faceva servizi domestici in case altrui; ma anche in età inferiore molte di esse lavorano a servizio e continuano a farlo sino a che si sposano in età giovanissima.

In queste condizioni andare a scuola è una chimera: soltanto le più fortunate, se hanno una scuola pubblica vicina e se il loro datore di lavoro permette di assentarsi per 2/3 ore, possono frequentare la scuola per almeno un anno o due.

Si sta per fare qualcosa nelle grandi città dove scuole speciali, completamente gratuite, forniscono ai piccoli un minimo di istruzione e talvolta anche vestiti e cibo, queste scuole sono condotte non dal governo ma da organizzazioni di volontariato, ma si tratta sempre di piccole ed insufficienti iniziative.

I programmi condotti sotto il Progetto di Educazione per i Bambini non privilegiati (UCEP) considera i bambini solo da 10 anni in su, nelle zone rurali le scuole elementari non riescono a far frequentare i bambini quando essi sono abbastanza grandi da dare un aiuto sensibile in famiglia.

La soluzione di questi problemi risiede al di fuori della scuola stessa: fintanto che le famiglie non raggiungeranno un livello accettabile di vita ogni sforzo destinato all’educazione dei bambini è destinato a fallire miseramente.

Con le leggi esistenti tutti i bambini hanno un tutore, sia esso il padre, il nonno o un altro membro maschio della famiglia.

La madre è accettata dalla legge sono per i piccolissimi. Ma in molti casi donne che hanno perso il marito o che non hanno altri membri maschi nella famiglia e che non trovano nessuno che si prenda cura di loro non hanno altra alternativa che sfruttare il lavoro dei propri figli che quindi non andranno mai a scuola. 

Istruzione

Non vi è alcuna legge che costringa i bambini ad andare a scuola, ma anche se esistesse potrebbe essere difficilmente applicata. Una legge sul lavoro minorile potrebbe almeno prevenire gli abusi più aberranti. Nelle zone rurali l’età ideale del matrimonio è di dodici anni, dopo la quale la bambina è considerata troppo vecchia per sposarsi e molto spesso il matrimonio è deciso nei primi anni di vita, anche se, naturalmente, non può essere consumato fino alla pubertà.  

Il rapporto ragazzi/ragazze nelle scuole che è passato da 80/20 negli anni 50 a 63/37 negli anni 80 sino al 58/42 stimato attualmente.

Ciò significa che le attitudini verso un’educazione per le ragazze si evolvono positivamente, anche se la tabella mostra l' enorme cammino che deve essere ancora compiuto per raggiungere standard di alfabetizzazione europei.  

Malgrado questa situazione drammatica vi sono alcuni indicatori che ci fanno sperare. I progressi notevoli compiuti in agricoltura hanno portato ad un aumento del reddito a tutti i livelli, anche per i più poveri, i cambi relativi al tenore di vita si cominciano a sentire, le comunicazioni sono piu’ rapide, lo stato delle donne migliora, centri sanitari cominciano ad essere presenti anche in piccoli villaggi, e malgrado la mancanza di leggi a proposito e la necessità di lavoro minorile il numero dei bambini che vanno a scuola aumenta in maniera sensibile.

Anche il tasso di crescita è in diminuzione, malgrado l’allungamento della vita media; se questa tendenza continua ciò è un indicatore sicuro di miglioramento.

Gli istituti cattolici o cristiani in genere hanno delle buone scuole ma di numero assolutamente insufficente. Il problema è che il governo non sovvenziona alcune scuole e, quando la scuola va bene, tende a pagare gli insegnanti e, in tal modo, a prendere controllo e possesso della scuola.

In India, ad esempio, la situazione è completamente diversa. Sebbene la percentuale dei cristiani sia del 2%, le scuole cristiane sono il 10%. Il governo sovvenziona il 75% del costo di quelle scuole che funzionano bene, secondo opportuni parametri e controlli. L’India con questo sistema si è rapidamente avviata verso la soluzione del problema educazione.    

 

Struttura della scuola

La struttura base prevede:

5 anni di scuola elementare,

3+2 anni successivi

2 anni di college

Università.

Mentre l’84% delle scuole elementari e’ statale ben il 95% delle secondarie e’ privato. 

Vi sono 6 università private, che ricevono però l’85% dei fondi dal governo Le scuole tecniche (agricole etc) sono anche statali.

Solo le scuole elementari sono gratuite ( a parte divise, penne,quaderni) mentre a tutti gli altri livelli gli studenti devono comprare anche i libri.

Dobbiamo ricordare ancora una volta che, durante la guerra di liberazione del 1971 i Pakistani, come ultimo atto vigliacco contro un popolo che non erano riusciti a sottomettere, uccisero migliaia di intellettuali.

Sapevano benissimo e con premeditazione cosa stavano facendo. Privando la nazione delle loro risorse più importanti riuscirono cosi’ a creare un danno ben superiore a quello della distruzione di un ponte o di una ferrovia, che possono essere ricostruiti in breve tempo. Per formare un insegnante valido sono invece necessari anche 20 anni di istruzione continua.

Il popolo è sempre stata una risorsa trascurata: a meno che non avvenga un miracolo e che il Bangladesh consideri l’istruzione come priorità assoluta, questo paese non diventerà mai altamente alfabetizzato per partecipare così al mondo del terzo millennio. Siamo in Bangladesh più o meno nelle stesse condizioni in cui eravamo in Europa cento anni fa.

Persino programmi di alfabetizzazione per adulti (che potrebbero essere fatti con sussidi audiovisivi etc) sono qui impossibili in quanto molti villaggi non hanno ancora l' energia elettrica e si pensa natuaralmente ai bisogni primari.

La televisione è qualcosa che aspetterà vari anni prima di essere utilizzata dalla maggior parte degli abitanti.

Malgrado, come detto sopra, il rapporto ragazzi/ragazze a scuola decresce rapidamente, per i docenti invece il rapporto maschi/femmine è dell’ordine di 90/10 anche se viene universalmente riconosciuto che, specialmente per le scuole elementari, generalmente le insegnanti di sesso femminile sono migliori.   


Contenuti e metodi

Teoricamente il programma delle scuole elementari prevede per le classi prima e seconda bengalese, aritmetica, scienze e ambiente, educazione fisica,musica e religione. Dalla terza alla quinta quanto sopra più inglese.

Ma le classi sono troppo affollate (nella scuola St.Philip, che è una delle migliori le classi sono di ben 65 alunni). Molte materie si fanno solo sulla carta, a febbraio i libri che dovrebbero essere distribuiti gratuitamente non sono ancora arrivati.

La scuola è anche un pò scuola di regime: all’assemblea che precede l’entrata nelle varie classi tutti sull’attenti e si canta il bellissimo inno nazionale (di Tagore).

Un’altra piaga della scuola è quella dei dropouts, cioè di quelli che abbandonano la scuola dopo uno-due anni. Solo in qualche rarissimo caso (ne abbiamo uno a Mariampur ma anche alla Caritas di Dinajpur) si provvede ad avere delle scuole che chiameremmo di avviamento professionale in cui si insegna velocemente un mestiere (falegname, meccanico etc).

Altre istituzioni (La Novara Technical School è un esempio) hanno due anni di corso, dopo la classe ottava e per chi supera i due anni si può anche fare un anno extra. I corsi sono divisi in quattro sezioni: meccanica, automobili, elettricità e falegnameria. La scuola è molto funzionale e permette a tutti coloro che la frequentano di trovare lavoro sicuro. Il vero problema è che questa scuola è una piccola goccia in un mare di inefficienza e che comunque la conduzione della stessa è molto onerosa non soltanto in termini economici ma anche di risorse umane. 


Novara Technical School

Nel caso della NTS (Novara Thechnical School) la speranza è che si riesca pian piano ad aumentare il numero degli allievi che sono sia nel boarding che nella scuola vera e propria, che la gestione passi gradualmente in mano a laici che abbiano assorbito sul posto la cultura locale (liberando gli attuali padri da un compito gravoso ed impegnativo che si aggiunge alle non poche incombenze che già hanno), che vengano formati dei tecnici locali. È in fase avanzata la costruzione della nuova scuola, onde tener separate scuola e boarding.

Simboli ed emblemi nazionali 

La bandiera nazionale, rettangolare e di colore verde bottiglia con un cerchio rosso al centro simboleggia, con il verde, la lussureggiante natura del Bangladesh e con il rosso il sole nascente ed il sacrificio per l'indipendenza. Inizialmente la bandiera del movimento per l'indipendenza era simile all' attuale ma portava al centro la mappa del Bangladesh in oro. Il 3 marzo 1971 la bandiera fu issata nella storica Università di Dhaka.  

L' Inno Nazionale del Bangladesh: Amar Shonar Bangla (Mio Bengala Dorato) fu composto nel 1972 da Rabindranath Tagore, premio Nobel per la letteratura nel 1913. 

Testo

Mio amato Bengala

Ti amo.

Per sempre i tuoi cieli,

La tua aria, riempiono di armonia il mio cuore

Come fosse un flauto.

In primavera, o madre mia,

La fragranza dei tuoi boschi di mango

Mi rende pazzo di gioia,

Ah, che emozione!

In autunno, o madre mia,

Nel pieno fiorire delle risaie

Ho visto ovunque il diffondersi di dolci sorrisi.

Ah, che bellezza, che ombre,

Che affetto, e che tenerezza!

Che morbido tessuto hai steso

Ai piedi degli alberi di banyan

E lungo le rive dei fiumi!

O madre mia, le parole dalla tua bocca

Sono come nettare per le mie orecchie.

Ah, che emozione!

Se la tristezza, o madre mia,

Getta un'ombra sul tuo viso,

I miei occhi si riempiono di lacrime!

L'inno nazionale scritto nella lingua originale  

Il Monumento Nazionale alla Libertà ed Indipendenza.

L'indipendenza dal Pakistan fu raggiunta il 26 marzo 1971

Lo Shaheed Minar è un monumento nazionale realizzato per commemorare i martiri del movimento per la conservazione della lingua madre (21 febbraio 1952, Shaheed significa martire. Il 21 febbraio si ricordano le vittime dello sterminio e recentemente la stessa data è stata scelta dall'Unesco come giornata internazionale della lingua madre. 

La Jatiya Sangsad Bhaban, è il palazzo ospitante il parlamento monocamerale del Bangladesh. Esso è situato nella zona Sher-e-Bangla Nagar di Dacca e fu progettato mentre il paese faceva ancora parte del Pakistan orientale dall'architetto Louis Kahn, per una superficie totale di 800.000 m². Wikipedia 

L' emblema nazionale del Bangladesh è il fiore nazionale: Shapla (Ninfea), circondato da due spighe di riso  

Un altro simbolo molto popolare in Bangladesh è la Tigre Reale del Bengala, un animale maestoso ed attualmente protettto, che trova la sua dimora preferita nelle foreste di mangrovie dei Sundarbans. 

Persino tra i pesci, di cui notoriamente i Bangladeshi sono ghiotti, ne esiste uno "nazionale". E' l' Ilish, o Hilsa Shad fish che entra in moltissime ricette

 

L' uccello nazionale del Bangladesh è il Doel 

Il frutto nazionale è il Kathal, che ha un aroma pungente e distintivo. Il frutto può arrivare a dimensioni enormi, del peso di cento chili ed oltre 

La Ninfea (Shapla in bengalese) è il fiore nazionale del Bangladesh