Immaginiamo in questi giorni delle applicazioni future per il digitale, un suo nuovo impiego come mezzo espressivo capace di dare nuova vita all'arte e di opporsi alla sua estinzione.
In un periodo di incertezza in cui ogni convinzione sembra esserci crollata addosso, in cui l’arte si è accorta di non avere più voce all’interno della comunità, di non essere considerata “bene essenziale”, ma frivolo intrattenimento e merce di scambio, ci siamo accorti che forse è necessario reinventarci, trovare nuovi modi per creare e comunicare le urgenze che caratterizzano il contemporaneo.
Ripercorrendo i temi più urgenti emersi dalla situazione emergenziale, oggi parliamo del tempo. Il tempo rincorso, speso, consumato dalle previsioni, dalle statistiche, dalle probabilità: il tempo che abbiamo perso.
Perchè nel periodo del lockdown ogni giorno era uguale al precedente e pensare al prossimo futuro era impensabile ed assolutamente inutile. Avevamo perso il futuro e ciò che ci rimaneva era il presente: il presente delle nostre azioni più disimpegnate e della quotidianità spesa accanto ai nostri cari. Una "vita alla giornata" che non necessitava più di alcuna fretta nè di urgenze inderogabili. Una vita in cui l'unico futuro che sembrava ancora avere un senso si trovava di fronte a noi: negli occhi dell'Altro.
Come cambierà il mondo? Che ne sarà della nostra vita, dei nostri progetti, dei nostri sogni: che ne sarà della realtà fin'ora conosciuta? E che ne sarà dell'arte? Che risposte ci possono dare gli artisti per trovare sicurezza in un futuro sempre più incerto?
Ci siamo accorti di aver vissuto per anni in un eterno presente.
Fino a pochi mesi fa, se ci avessero chiesto di immaginare il "domani" avremmo pensato a qualcosa di poco distante dall'"oggi", mentre ora ci troviamo davanti ad un enorme buco nero che risucchia ogni pensiero, travolge ogni progetto, impedisce ogni valutazione stabile.
Il meccanismo che fino ad ora muoveva le nostre vite trascinandole continua e immutabile che ci trascinava in un paradigma di sviluppo e evoluzione fini a sè stessi, si è improvvisamente fermato.
Jenna Sutela è un'artista finlandese con sede a Berlino che lavora con parole, suoni e materiali biologici per creare installazioni sperimentali e performance che uniscono tecnologia, biologia e cosmologia.
I lavori audiovisivi, le sculture e le performance di Sutela rappresentano la reazione dell'artista a momenti sociali e materiali precari, spesso relazionati all'attuale utilizzo della tecnologia.
Il suo ultimo lavoro, I Magma, assume due forme diverse, una fisica e una virtuale: la prima è un'installazione esposta al Moderna Museet di Stoccolma in occasione della mostra Mud Muses, e la seconda è un'applicazione per dispositivi mobili che può essere scaricata e sperimentata direttamente sul proprio dispositivo mobile.
I Magma, è un oracolo virtuale con le sembianze di un idolo disincarnato, un volto che galleggia nell'etere digitale plasmando sullo schermo profezie collettive: messaggi rivolti all'umanità.
I Magma presenta una serie di teste di vetro soffiato che si servono dell'intelligenza artificiale per registrare i movimenti dei visitatori e le variazioni luminose, generando degli oggetti visivi e brevi testi profetici.
L'app di I Magma, invece, utilizza la fotocamera del telefono per generare degli organismi digitali che variano forma in base alle informazioni estrapolate dall'ambiente circostante: luci, oggetti, colori e spostamenti degli utenti. Il risultato è lo stesso: pillole premonitrici di un futuro instabile, misterioso e impenetrabile.
Tracciando una linea tra le storie del misticismo, della psichedelia e della tecnologia, il lavoro pone l'accento sugli stati alterati di coscienza e la creazione di sistemi di intelligenza artificiale che imitano il funzionamento della mente umana.
Influenzato da pratiche divinatorie come gli l'aeromanzia, l'astrologia e gli auspicia, I Magma costruisce un ponte tra questi antichi sistemi di conoscenza e le strategie contemporanee di divinazione. È all'interno di questo assemblaggio di dati che Sutela ipotizza il progetto per una nuova coscienza collettiva guidata dal magma. Questa sostanza primordiale diventa sia la "materia oscura" che scorre all'interno delle lampade presentate alla mostra sia la lava plasmata dai dati dell'app, alimentando il flusso delle previsioni dell'oracolo.
IL LATTE SARÀ L'ACQUA
I VOSTRI PECCATI
NON CE N'ERA UNA GRAN QUANTITÀ
I LORO CERVELLI SONO VENUTI FUORI
Puoi scaricare la App di I Magma a questo link