“I am a passenger on the spaceship Earth.”
R. Buckminster Fuller
COVID-19 ci mette di fronte a pericoli e rischi sistemici per l’umanità nella nostra civiltà sempre più globale. Sottolinea anche una contraddizione di base tra un ecosistema terra estremamente complesso e la nostra forma di organizzazione politica: un sistema frammentato di stati sovrani che non sono in grado di garantire adeguata protezione dai rischi sistemici globali.
Buckminster Fuller ha colto questa discrepanza più di 50 anni fa:
“Oggi abbiamo, infatti, 150 ammiragli supremi e una sola nave: l'astronave Terra. Abbiamo i 150 ammiragli nelle loro 150 cabine che provano ognuna a condurre la propria cabina come se fosse una nave separata. Abbiamo la lega degli ammiragli di tribordo che cerca di affondare la lega degli ammiragli di babordo. Se uno dei due riesce a far affondare la nave per affogare il lato "nemico", l'intera nave andrà persa.”
Dal momento in cui decise di rendere la sua vita un esperimento, nel 1927, Fuller si dedicò alle più grandi domande che si potessero formulare. Ha cercato di scoprire cosa ci sarebbe voluto per "far funzionare il mondo", cioè per fornire cibo, energia e riparo adeguati affinché il 100% dell'umanità potesse godere di un giusto standard di vita.
Fuller fece una valutazione della produzione e della distribuzione globale di alimenti che portò alla sua previsione del 1959 sulla possibilità di cancellare la povertà entro il 2000. Quasi venti anni dopo, nel 1977, l'Accademia Nazionale delle Scienze confermò la sua previsione, le risorse e la tecnologia sono disponibili, ma sono mancate e tutt’ora mancano la politica sociale e la volontà di trasformare in realtà un possibile successo per tutta l’umanità.
Altri aspetti della sua visione lo hanno portato ad essere uno dei primi sostenitori delle fonti di energia rinnovabili. La sua vasta ricerca energetica ha documentato che possiamo produrre abbastanza energia per tutti in tutto mondo eliminando gradualmente l'uso di combustibili fossili e di energia atomica.
La sua famosa casa Dymaxion fu progettata per venire incontro alla crisi degli alloggi e della scarsità di materie prime affrontate durante gli anni del dopo guerra, il suo impianto architettonico, comprese le soluzioni edilizie, sono state regolate in base a principi molto simili a quelli che regolano la vita all’interno di una biosfera.
Sono quattro concetti che hanno regolato lo sviluppo del progetto: Principio di Adattamento, Autosufficienza Energetica, Riciclo dei Componenti, Modularità degli Elementi.
Buckminster Fuller, The Dymaxion House, plan, 1927
Come i progetti di Fuller anche COVID-19 è abilmente disegnato, le strutture di molti virus sono geodetiche e straordinariamente affascinanti e stabili, proprio per via della loro forma, spesso sono esagoni, modo migliore per impacchettare unità identiche minimizzando al contempo l’energia. Il tipico rivestimento esterno di un virus è costituito da molte coppie della stessa unità proteica assemblate come i vertici di un poliedro.
Mi piace concludere con l’installazione mobile AVA_V2, coefficiente di forma del volume di superficie. AVA_V2 riflette l'immagine mutevole della caratterizzazione della polvere usando l'analisi della dimensione delle particelle e i raggi cosmici.
Il design di AVA_V2 nasce dall'iconica struttura a cupola di Buckminster Fuller.
Ha 360 aree tracciabili, dalla superficie esterna della cupola.