“You never change things by fighting the existing reality. To change something, build a new model that makes the existing model obsolete.”
R. Buckminster Fuller
Il pionieristico e radicale Richard Buckminster "Bucky" Fuller, inventore, architetto (anche se non per titolo) e secondo presidente di Mensa, ebbe un enorme impatto sulla cultura popolare del XX secolo.
Nato in Massachusetts, i talenti inventivi di Fuller divennero già chiari quando dodicenne costruì e creò, con i suoi strumenti, un nuovo metodo per spingere le barche a remi con un ombrello!
Per il suo talento entrò all'Università di Harvard da dove fu espulso non una volta, bensì due; l’ultima per apparente mancanza di interesse e conformità.
Alla fine ottenne un certificato di macchinista mentre lavorava in Canada, acquisendo una conoscenza intima delle proprietà dei materiali e degli strumenti che in seguito avrebbero influenzato la sua architettura radicale.
Mai limitato a una singola professione, Fuller ha lavorato per risolvere problemi riguardanti abitazioni, alloggi, trasporti, istruzione, energia, distruzione ecologica e povertà. Nella sua prolifica carriera, Fuller detenne 28 brevetti, scrisse 28 libri e ricevette 47 lauree honoris causa; oltre 300.000 volte la suo cupola geodetica è stata riprodotta in tutto il mondo.
Con il progredire della sua carriera, Fuller ricevette una crescente attenzione da parte del mondo (e anche dell'FBI), e il suo lavoro culminò nell'incredibile biosfera di Montreal all'Esposizione del 1967.
Uno degli artisti contemporanei che ha introdotto nei suoi lavori la geometria di Fuller è Olafur Eliasson con l’aiuto di Einar Thorsteinn (protetto di Buckminster Fuller).
Fuller progettò cupole volanti abitate, ritenendo che le città statiche non potessero più accogliere le nuove agglomerazioni umane. Per le metropoli esistenti immaginava invece grandi coperture vetrate, come quella disegnata su Manhattan.
Fuller progettò cupole volanti abitate, ritenendo che le città statiche non potessero più accogliere le nuove agglomerazioni umane. Per le metropoli esistenti immaginava invece grandi coperture vetrate, come quella disegnata su Manhattan.
«Dal basso, la cupola apparirebbe come una pellicola traslucida attraverso cui si vedrebbero cielo, nubi e stelle. Ridurrebbe le perdite d’energia, sia del riscaldamento invernale che dell’aria condizionata estiva, a solo 1/85 di quelle attuali. Riducendo le perdite di energia di Manhattan, il riscaldamento e il condizionamento potrebbero essere affidati esclusivamente all’energia elettrica. Questo eliminerebbe tutti i fumi dall’atmosfera racchiusa all’interno, e la cupola sarebbe anche in grado di schermare i fumi provenienti dall’esterno».
Alta un chilometro e mezzo, avrebbe racchiuso facilmente le cime dei grattacieli più arditi come una grande “serra” metropolitana.
Era una previsione solo in parte azzardata, visto che proprio recentemente una soluzione simile è stata ipotizzata per proteggere la città di Pechino dagli eccessivi picchi di smog.
Realizzata, sarebbe stata il più grande lock[ ]down della storia.