E' la tarda mattinata del quarto giorno di viaggio da Hida quando il gruppo raggiunge i primi centri abitati attorno a quella che un tempo era stata la metropoli di Yokohama.
Gli tsunami si sono abbattuti con violenza sulla città e, praticamente, non si vedono palazzi più alti di due piani. E' evidente come Yokohama debba essere stata abbandonata per parecchi anni prima che gli uomini siano tornati ad abitarla. L'intera zona tra Yokohama e Tokyo è ora un ampio territorio circondato da numerosi villaggi con popolazioni che variano dal migliaio ai 5-6000 abitanti. I centri abitati più esterni sono anche i più poveri essendosi formati per ultimi e avendo avuto minori possibilità di commerciare. Le zone più centrali di Yokohama e Tokyo, al contrario, sono invece zone piuttosto benestanti (si fa per dire ovviamente) nei cui mercati arrivano persone dall'intero arcipelago e non solo.
Il gruppo, dopo aver trascorso alcune ore nei mercati di Yokohama, guadagnando un po' di mercanzia grazie alle cure e alle riparazioni, raggiunge verso sera l'attuale zona di Meguro. Gli abitanti hanno fortificato la zona con lo stesso tipo di mura che i pg avevano visto anche a Nagano: formate con automobili e macerie accatastate fino a un altezza che in alcuni punti supera i tre metri.
Il villaggio di Meguro è piuttosto attivo e la zona del mercato è la più grande che i pg abbiano visto finora. Cinque enormi edifici un tempo appartenenti a un centro commerciale sono stati (più o meno) restaurati e uniti da alcuni passaggi coperti a formare praticamente un grosso pentagono. All'interno, ciascuno dei cinque edifici è specializzato in determinati settori di commercio e, tutto attorno al mercato, si trovano svariate taverne e alloggi per i numerosi commercianti che decidano di trascorrere del tempo nella città.
Il gruppo cerca dapprima una sistemazione confortevole ma scopre ben presto che i mutanti non sono assolutamente ben visti nella zona. Parlando con un mendicante scoprono che nell'intera zona di Tokyo lo spirito xenofobo è piuttosto acceso e, in alcuni villaggi, i mutanti vengono apertamente picchiati o, quantomeno, viene impedito completamente loro l'accesso. Alla fine il gruppo riesce a trovare una sistemazione in una taverna poco fuori dalla zona più centrale. L'ostello è parzialmente creato all'interno di una grossa nave rovesciata. Parte della fiancata dell'imbarcazione è stata rimossa per creare una porta e l'interno è stato riutilizzato in qualche modo per accogliere visitatori con poche aspettative.
La serata si conclude con Korzakov ubriaco grazie a uno schifoso distillato e il gruppo che va a dormire scatenando (involontariamente) una rissa tra alcuni altri avventori.
E' mattina e il gruppo sta facendo colazione (se così la possiamo chiamare) nella disastrata locanda in cui ha dormito, quando un tizio vestito di nero si avvicina e si presenta. John, questo il nome (probabilmente inventato) dell'individuo, fa quattro chiacchiere di circostanza con i pg e quindi li informa che potrebbe avere un lavoretto adatto a gente disperata come loro. Dopotutto nessuno che non sia disperato alloggerebbe lì.
La proposta di John è quella di dare al gruppo informazioni e un po' di merce interessante in cambio di un omicidio: la persona da togliere di mezzo è uno dei "triumviri" a capo della corporazione mercantile che governa la città. Il gruppo rifiuta l'offerta ma John, prima di andarsene, insiste comunque affinchè si prendano del tempo per riflettere.
Il gruppo a questo punto abbandona la locanda per raggiungere il complesso di edifici che rappresenta il centro della vita della cittadina. Usciti all'esterno Elias e Amber hanno la sensazione che qualcosa non vada... e infatti la macchina non c'è più, qualcuno l'ha rubata! E mentre il gruppo guarda sconfortato il parcheggio vuoto qualche passante si ferma a sogghignare. Korzakov si avvicina a un gruppetto di spettatori che sembra divertito dalla situazione e viene deriso da insulti razzisti. Il russo decide quindi di prendere il controllo della situazione e spaventa i tizi creando una palla infuocata, mettendoli velocemente in fuga.
Nel frattempo in un vicolo vicino iniziano a volare proiettili mentre due fazioni si affrontano e volano insulti e lamentele: "E' tutta colpa del vostro capo! Le tasse sono troppo alte! Non riusciamo più neppure a mangiare! Non si può andare avanti così!". La faida si conclude comunque velocemente con l'arrivo delle guardie cittadine che, pur non intervenendo, mettono in fuga i due gruppi.
Il gruppo a questo riesce finalmente a raggiungere la zona dei mercati per mangiare qualcosa. Una delle numerose bancarelle è gestita da un russo (Ivan) e Korzakov si ferma lì, mentre il resto del gruppo preferisce una colazione giapponese. I pg decidono di mantenere un basso profilo, cercando di ambientarsi con calma e trovando un lavoro.
Amber, Andrea e Yukiko si dirigono all'edificio in cui si svolgono i commerci riguardanti il materiale meccanico ed elettronico, è il più ampio tra i 5 mercati. Dopo aver fatto quattro chiacchiere con un vecchio commerciante dalla bancarella mezza vuota scoprono che gli unici che potrebbero permettersi di cercare aiutanti sono i cinesi. Gestiscono un banchetto ampio che è sempre pieno di materiale e con il loro volume di affari qualcuno che li aiuti potrebbe far comodo.
Le ragazze raggiungono quindi il banchetto incriminato trovandolo effettivamente piuttosto frequentato, ci sono almeno 7-8 persone che stanno scambiando e la bellezza di 5 venditori. Parlando con quello che sembra essere il capo Amber cerca di trattare delle condizioni di lavoro umane ma l'uomo è inflessibile: "Tu lavola tanto e io paga poco. Tu lavola da alba a tlamonto. Io non può pagale tanto perlchè io povelo, tu vuole mandale me in lovina, no è possibile. Io concede te pausa planzo veloce di mezz'ola, poi tu lavola tanto e io paga poco."
Nel frattempo Elias e Korzakov si dirigono al padiglione dedicato alle spezie, alle droghe e a tutte le altre sostanze "particolari". I due si interfacciano con uno dei venditori e riescono a acquistano (sottobanco) alcuni veleni da ingestione (belladonna, mughetto, digitale e altre). Inoltre sembra che il tipo possa fare un po' di domande in giro per scoprire che fine ha fatto l'automobile dei pg. Elias lascia alla bancarella parecchia roba, non gli rimane molto in tasca, però il risultato dello scambio sembra è soddisfacente.
A questo punto è quasi ora di pranzo e il gruppo si ricongiunge, giusto in tempo per sentire qualcuno piangere e lamentarsi dall'esterno. Dalla strada principale sta arrivando un tizio sulla cinquantina, a quattro zampe, con le braccia e le gambe scorticate dal lungo camminare. La gente della città lo guarda e lo deride, qualcuno arriva addirittura a sputargli, mentre l'uomo avanza chiedendo aiuto: "Qualcuno mi aiuti! Me l'hanno portata via! Aiutatemi!".
L'uomo è un poveraccio che abitava nelle rovine fuori città con la figlia dodicenne, vivendo di quel che riusciva a recuperare tra le macerie. Durante la notte precedente una decina di uomini hanno fatto irruzione prelevando la figlia e massacrandolo di botte. Dopo avergli tagliato i tendini delle caviglie l'avevano lasciato a morire... ma lui aveva fatto in tempo a trascinarsi fino alla città per chiedere aiuto.
Il gruppo decide comunque di non interessarsi del caso dell'uomo e, dopo averlo curato, prosegue per la propria strada, tornando alla locanda per decidere le prossime mosse da fare.