SAN PIETRO A PATIERNO E I RIFIUTI: LA “QUIETE” DOPO LA TEMPESTA.

Data pubblicazione: 2-ago-2011 21.17.46

di Pierpaolo Orefice 4/8/2011

A una dozzina di giorni dalle ultime dimostrazioni di insofferenza a causa dei rifiuti che occupavano le strade del quartiere, a San Pietro si respira (si fa per dire) un’aria diversa. Atmosfera calma, distesa, in un quartiere alleggerito dalle partenze dei vacanzieri. La classica quiete dopo la tempesta. Ma è una quiete finta, una calma apparente, di chi sa già che prima o poi la tempesta tornerà, magari più forte. Camminando per il quartiere, si ha la sensazione che si aspetti la nuova ondata di sacchetti, come la pioggia nel mese di Novembre: arriverà prima o poi. E porterà disagi, rabbia, insofferenza. Un copione già scritto, letto e riletto, imparato a memoria e interpretato ad ogni nuova emergenza. Su un palcoscenico di periferia, con la scrupolosa direzione di un regista invisibile, eppure conosciuto da tutti, sotto un cielo azzurro affollato da aerei che partono da Capodichino per andare chissà dove, lontano da un quartiere (e una città) in cui regna lo sconforto, la sfiducia, la rassegnazione. Dove i giovani non hanno luoghi sani e puliti da frequentare, e sono costretti a guardare al di fuori della propria città per scorgere un po’ di futuro. San Pietro a Patierno, oggi, è un quartiere in agonia. Sospeso tra i rifiuti e l’illegalità, tra la cattiva cura degli spazi pubblici e l’indifferenza di chi se ne dovrebbe occupare. Non c’è posto per giocare, camminare, divertirsi, stare con gli amici. C’è posto solo per il caos, l’anarchia, il rumore. E’ sempre più difficile distinguere tra la legalità e l’illegalità, il giusto e il non giusto, talmente sbiadita è diventata l’immagine del quartiere. San Pietro a Patierno ha bisogno di una nuova luce, una nuova voce, che faccia venir fuori le cose positive, da troppo tempo nascoste, messe in un cassetto, in disparte, in attesa che qualcuno le tiri fuori.