Inchiesta case famiglia. Blitz alle Politiche sociali

Data pubblicazione: 27-feb-2012 10.20.34

fonte http://www.napolicentro.eu/

NAPOLI - Case famiglia sovvenzionate dal Comune usate per far soldi da funzionari pubblici. Mazzette e fatture gonfiate. Ragazzi disagiati spostati come pedine per favorire le coop "amiche". L'inchiesta sulle pesanti irregolarità nell'affidamento di minori a rischio, arrivata a una svolta a fine gennaio con perquisizioni e avvisi, mette al sicuro le fonti di prova. Oggi il generale Luigi Sementa, comandante della polizia municipale, ha disposto d'iniziativa il sequestro di atti e documentazione contabile conservata presso gli uffici comunali del Servizio per le Politiche sociali in via Santa Margherita a Fonseca. In pratica, gli agenti hanno portato via l'intera documentazione presente negli uffici inerente gli ultimi anni di gestione. L'obiettivo è di accertare se il fenomeno abbia dimensioni e coinvolgimenti più ampi rispetto a quanto finora emerso. In attesa di nuovi sviluppi, gli uomini del generale Sementa hanno messo al sicuro le fonti di prova fondamentali.

L'INCHIESTA - L'inchiesta è nata dall'arresto a giugno 2011 di una assistente sociale che aveva chiesto ai responsabili di una struttura una tangente per l'affido di due minori, fermata in flagranza di reato con una mazzetta da 800 euro in tasca. Il 26 gennaio scorso, erano scattate perquisizioni a carico di funzionari ed ex dirigenti comunali del Servizio accusati di aver creato un sistema che favoriva alcune cooperative de terzo settore da loro controllate.

INDAGATI FUNZIONARI COMUNALI ED EX - Gli indagati per concussione e corruzione la cui identità è al momento nota sono Giuseppe Guerra, ex funzionario del servizio Politiche sociali del Comune di Napoli attualmente in pensione; Anna Crevatin, funzionaria dello stesso servizio; Giovanni Minucci, rappresentante legale della cooperativa L'Orizzonte; Maria Rosaria Lania, assistente sociale del Comune di Napoli colta in flagrante con una tangente da 800 euro intascata per affidare a una cooperativa quattro bambini. Sarebbero quattro in totale i funzionari di Palazzo San Giacomo sotto inchiesta.

SPESE PERSONALI A CARICO DEL COMUNE - La Procura segue le tracce di false fatture e documenti gonfiati emessi da piccoli artigiani che eseguivano lavori nelle abitazioni degli indagati di cui il pagamento era addebitato alle casse del Comune, facendo apparire tende, mobili e riparazioni come necessarie per la casa famiglia. La funzionaria indagata, secondo l'accusa, aveva chiesto a un tappezziere, che le aveva rinnovato tende e divani, di fatturare l'importo alla cooperativa L'Orizzonte la quale avrebbe provveduto a farsi rimborsare dal Comune. Un altro indagato, Giuseppe Guerra, sembrerebbe aver gestito due cooperative (Life e Terramia) attraverso prestanome (il presidente di una delle due è una ragazza di 20 anni); inoltre, l'ex funzionario controllerebbe, come sembrano indicare le intercettazioni telefoniche, anche quella che fa capo a Minucci, anche lui indagato.

UN AFFARE DA 30 MILIONI - L'ipotesi di reato di concussione in concorso è relativa a un "affare" che vede una movimentazione di 30-32 milioni di euro, risorse che mediante ogni anno l'assessorato movimenta a favore di chi gestisce le politiche del welfare per conto del Comune.

BAMBINI COME MERCE DI SCAMBIO - I bambini erano usati come merce di scambio per lucrare sui fondi che il Comune destina all'accoglienza residenziale dei minori provenienti da famiglie disagiate. Ruotava attorno a questo cinica pratica il sistema criminale che le indagini della municipale hanno fatto emergere. Una rete in cui hanno un ruolo sia funzionari del Comune che impiegati negli uffici per le Politiche Sociali, oltre ai titolari delle case famiglia "amiche". Sequestrati - su iniziativa del generale della polizia municipale partenopea Luigi Sementa - atti e documentazione negli uffici comunali del Servizio per le Politiche sociali.

FATTURE FALSE E PRESTAZIONI SCADENTI - Gli agenti hanno riscontrato numerosi casi di fatture presentate più volte a saldo di una singola prestazione, come numerose sono anche le manomissioni alla documentazione contabile presentata per l'erogazione dei fondi. Le indagini hanno anche appurato che l'assegnazione dei minori nelle varie strutture sarebbe stata pilotata a favore di alcune strutture: canali privilegiati offerti a specifiche case famiglia costituiti dai funzionari comunali indagati per trarne benefici. Ancora, è stato accertato che l'offerta educativa e assistenziale praticata era diversa e comunque inferiore a quella poi documentata per l'ottenimento dei fondi.

L'ASSESSORE D'ANGELO - L'assessore alle Politiche sociali, Sergio D'Angelo, ha ricordato che le indagini hanno preso inizio da una denuncia dell'amministrazione partenopea: "Abbiamo offerto alla magistratura massima collaborazione - ha detto - e continueremo a farlo affinché si faccia piena luce sulla vicenda che, però, non deve offuscare il prezioso lavoro sociale che tanti operatori pubblici e del Terzo settore hanno svolto e continueranno a svolgere".

WELFARE NON E' UN LUSSO: INTANTO CENTRI ASSISTENZA CHIUDONO - "Da anni chiediamo chiarezza e trasparenza - dicono i rappresentanti del comitato 'Il welfare non e' un lusso', a cui fanno riferimento oltre duecento organizzazioni di settore - il paradosso consiste nel fatto che mentre c'è chi lucra sulla pelle dei minori i nostri centri d'accoglienza non percepiscono finanziamenti dal novembre del 2009. Molti centri sono stati costretti a chiudere i battenti e altri hanno accumulato debiti ben oltre le loro possibilità di sopportazione - proseguono - quanto sta emergendo dalle indagini non rappresenta di sicuro il nostro settore fatto di gente che, anche senza stipendio, assiste da anni i più deboli, a partire proprio dai bambini".

giovedì 23 febbraio 2012