Napoli perchè...

Post date: Jul 26, 2011 5:10:56 PM

Tratto da "Survival in Naples, guida minimalista di sopravvivenza urbana nella città di Napoli" -2008- Arduino Sacco Editore.

"Fujtevenne", fuggite, scappate da Napoli. Eduardo, non c'è bisogno di dirne il cognome, Eduardo è stato unico, come quella parola, "fujtevenne", che disse al termine di uno dei suoi spettacoli nel suo Teatro San Ferdinando in una traversa di via Foria. Eduardo si riferiva a chi voleva far teatro, spettacolo a Napoli, come il figlio Luca tenne a precisare in un'intervista. Ma quel "fujtevenne" che divenne oggetto di polemiche in tempi in cui non c'era il sindaco Jervolino e i vari Bocca o i Santoro coi quali polemizzare, divenne l'appello generale per abbandonare una città che si stava inabissando forse ormai senza più speranza.

Da allora molti sono fuggiti veramente. E continuano a fuggire. E se le cose andranno di questo passo, nel 2010 Napoli avrà ca. 200mila residenti rispetto al poco più del milione di oggi.

I motivi o meglio, le cause, per cui i napoletani abbandonano la città, le leggiamo tutti i giorni sulle pagine dei giornali: i prezzi delle case (in fitto o in vendita) che sono i più cari d'Italia, disservizi pubblici, criminalità, disoccupazione anche per i più meritevoli...

E allora perchè amare questa città ? Perchè anche chi ha deciso di vivere e lavorare fuori continua a pensare Napoli, con nostalgia meridionale, se non addirittura cercare di aiutarla con progetti cofinanziati persino dalla Fondazione Bill Clinton ?

"Altra Napoli" (www.altranapoli.it) è un'associazione composta da italiani all'estero e fondata da Ernesto Albanese, figlio del consuocero di Dario Fo ucciso in via Costantinopoli in una delle tante rapine che si consumano a Napoli. Un'associazione costituita da quelli che sono fujuti, fuggiti. Imprenditori, manager che lavorano in grosse aziende internazionali ma che in loro è rimasto l'amore per la propria città. Si sono detti che se l'amministrazione locale non ce la fa in certe imprese, loro possono fare qualcosa mettendo a disposizione i loro "know-how", la loro esperienza imprenditoriale. Come il progetto di rinnovamento del Quartiere Sanità che costerà 1,8milioni di dollari e che sarà realizzato in 3 anni. Una speranza ? Un castello di sabbia ?

Ma innanzitutto: perchè lo fanno ?

La risposta è già nei resti degli insediamenti greci e romani di cui l'intera città è ricca.

Greci e romani erano popoli che cercavano il meglio della vita organizzando le città urbanisticamente a misura d'uomo creando un tenore di vita sano, ludico, godereccio. Basti vedere i vicini scavi di Pompei in cui erano presenti stadio, teatri, palestre che erano raggiungibili anche a piedi. Le case erano abitate da chi al pian-terreno aveva la propria bottega (casa 'e puteca come si dice a Napoli), c'erano le locande delle lupanare dove intrattenersi godendo dei piaceri del del sesso accompagnandolo al vino. I sistemi di riscaldamento delle abitazioni erano altamente funzionali: l'aria calda passava attraverso cavità nel pavimento. E poi fontane, chiostri, piscine. Loro sapevano prendersi il meglio della vita.Ed erano civiltà che colonizzavano non solo mirando al bel paesaggio, ma anche per acquisire le migliori posizioni strategiche commercialmente e militarmente. Cercavano il clima mediterraneo, il terreno fertile offerto dalle falde del Vesuvio, iodio e selenio dell'aria di mare per combattere l'artrosi. I resti archeologici di Napoli e poi Pompei, Pozzuoli e i Campi Flegrei e l'eccezionale villa di Tiberio a Capri non fanno che spiegare l'enorme interesse per l'intero Golfo di Napoli.

Se chiedete ad un napoletano cosa gli mancherebbe di Napoli se emigrasse altrove, la risposta è "il mare".

Quel mare a pochi passi che già in Primavera ritempra lo spirito, la mente e il corpo grazie alle calde rocce tufacee di Posillipo, da Marechiaro alla Gaiola ai Bagni Elena a Mergellina. Quel mare visibile durante tutto l'Inverno ed ammirabile nel suo luccichìo del sole basso, dalle splendide terrazze delle case e ville di via Orazio, via Petrarca, via Manzoni...

"Ma il mare sta sempre là, tutto sporco pieno di munnezza...", "Napoli è una carta sporca che nessuno vuole alzare", come metaforicamente cantava Pino Daniele, uno di quelli che sono fuggiti.

Perchè amare Napoli ? Perchè continuare a viverci ? Ma, innanzitutto, perchè un turista dovrebbe venire a Napoli ?

Non è solo il mare che in effetti si presenta come un immenso palco di un teatro e dove la città abitata fa da platea e le colline di Posillipo, San Martino e Camaldoli costituiscono le gallerie o gradinate di questa immensa arena urbana.

Abbiamo detto il clima. Mediterraneo, mite, con molti giorni di sole all'anno. Ma non è tutto. "Napoli è 1000 culore", sempre citando l'amato Pinotto (Daniele).

Mettendo da parte i fatti di cronaca nera, Napoli è una città imprevedibile sotto molti altri aspetti.

Si pensi a quella via Pedamentina o la salita del Petraio, nuclei abitati da chi ha scelto di vivere nel totale silenzio, ma con un panorama mozzafiato, che per raggiungere l'autobus al Vomero o al c.so Vittorio Emanuele deve farsi non poche scale.

Stradine che si intersecano tra di loro, dei popolari Quartieri Spagnoli a ridosso della "city" e che scendono fin giù sfociando nelle rinomate e pedonalizzate via Toledo e via Chiaia, strade dello shopping del centro. Strade tortuose collinari dove alzando lo sguardo o entrando in uno dei palazzi fanno scoprire le bellezze dell'architettura liberty che si estende dalla Villa Comunale fino a concludersi in P.zza Fuga al Vomero.

L'alta concentrazione monumentale presente nei decumani, nel centro storico, il tesoro di San Gennaro, le volte gotiche di San Lorenzo Maggiore, il Chiostro maiolicato di S.Chiara.E sotto, un mondo a sé. La Napoli sotterranea. Caverne in tufo, vecchie cave che hanno fornito per secoli la materia prima, i mattoni delle abitazioni. Rifugi di guerra che fanno ricordare "i 100 bombardamenti", la città più colpita dai bombardamenti durante la guerra, ma col minor numero di morti grazie a quelle cave di tufo. E poi grotte che erano un pò le vecchie metropolitane che collegavano le attività commerciali tra Fuorigrotta e Napoli. Il Cimitero delle Fontanelle, custode di resti umani del colera, della peste, delle guerre; "capuzzelle" (i teschi) venerati dagli abitanti per grazie ricevute...

Napoli offre tutto quello che un turista dovrebbe andare in più parti del mondo per vederle. La più alta concentrazione di monumenti e cose insolite da vedere, visitare.

Sì, sì, qui i turisti non potranno andare in giro con il Rolex al polso, ma nemmeno in altre città del mondo possono. Meglio comprarsi uno di quelli che vendono sulle bancarelle dei cinesi a 5,00 euro. Dovranno evitare di andare per certi quartieri di periferia con la videocamera in vista. Dovranno stare attenti a quando prelevano soldi da un bancomat, ma sono ristrettezze che vengono poi ripagate da una bella passeggiata nella Certosa di San Martino o al Borgo Marinari con giro a Castel dell'Ovo o da una visita a Capri o a Procida o a Pompei…

Palazzi "incatenati", puntellati, iniettati di cemento per cercare di ristabilizzarli dopo il terremoto del 23 Novembre 1980 con la speranza che non ci sia più un 23 Novembre.

Soldi a pioggia. Imprese edilizie che davano a mangiare con la ricostruzione famiglie intere.

Poi i Mondiali del '90. Ancora appalti. Fiat 167 e tanti telefoni cellulari che comparivano tra le mani di giovani tecnici, quando non erano ancora alla portata di tutti. Drenaggi del suolo in P.le Tecchio mal fatti e che si allagano. Fogne che non resistono ai detriti che scendono dalla collina dei Camaldoli al primo temporale della stagione. E poi tangentopoli. La voglia di cambiare con l'era-Bassolino. Il Nuovo Rinascimento Napoletano. Artisti ed intellettuali che sul finire degli anni '90 rivitalizzavano la città con iniziative incentivate dall'amministrazione locale. Concerti, feste di piazza, eventi, il Maggio dei Monumenti, lo Strit Festival, la Festa della Musica… E poi P.zza Plebiscito ripulita dalle auto in sosta, le isole pedonali, il Progetto Sirena che finanzia le opere di ristrutturazione degli edifici storici, la Metropolitana e le stazioni dell'arte. L'Arte. I nuovi musei di arte contemporanea. Palazzo Roccella, il MADRE…

Tante iniziative culturali e turistiche si sono avvicendate dall'era-Bassolino, ma stranamente resta difficile per il napoletano medio vivere serenamente. Circondato dal malessere della criminalità anche se mai vissuto personalmente.

Debellare il contrabbando di sigarette non è stata poi gran cosa buona. Perché a Napoli mangiavano un po’ tutti col contrabbando. Da Forcella alla Sanità, da Soccavo al Pallonetto di Santa Lucia, ci si "arrangiava" col bancariello di sigarette. Stroncato il contrabbando sono aumentati scippi e rapine e i più grossi si sono messi in affari col commercio e spaccio di droga. E i morti ammazzati aumentano nelle lotte tra faide per accaparrarsi i territori operativi. E continuano ad aumentare mentre si discute se portare o meno l'esercito in città. Militari che dovrebbero fare i conti con ragazzini senza casco che spavaldamente impennano gli scooter finanche davanti ai poliziotti che assolvono spesso una funzione di assistenti sociali per gli anziani. Perché non ce la fanno. Sono pochi. Pochi anche di fronte alle centinaia di ragazzi scarcerati per l'indulto che non hanno altro lavoro che quello in strada: spacciare, minacciare, scippare, rapinare, con delirii di onnipotenza, imbottiti di coca o altre droghe perché qui, come racconta Roberto Saviano in “Gomorra”, costa meno che in altre parti d’Italia.

Napoli si salverà ? Quelli dell'Altra Napoli e l'iniziativa "il Manifesto degli intellettuali" condotta dal filosofo ultraottantenne Aldo Masullo ed altri che verranno, troveranno la ricetta per fare di Napoli serena come una città svizzera e viva come Barcellona?

Don Merola del Quartiere di Forcella è dovuto scappare, Roberto Saviano vive sotto scorta non si sa dove, ma Silvana Fucito (Associazione Antiracket S.giovanni per la Legalità), Jacopo Fo coi consigli dati direttamente al Sindaco di Napoli attraverso il suo libro “Napoli nel sangue”, il Cardinale Crescenzio Sepe con iniziative esemplari per i giovani, seguito dal padre comboniano Alex Zanotelli e tanti altri, riusciranno a normalizzare Napoli ?

Ma, innanzitutto: c'è la volontà politica per farlo ?

Non lo sappiamo. Ma Napoli bisogna amarla come amare una donna bellissima ma che indossa solo calze sfilate e porta lo smalto sverniciato e graffiato sulle unghie. Chi le rinuncia si perderebbe il meglio della vita.

Marco Maraviglia.