Sito archeologico chiuso? Ecco come segnalarlo...

Post date: Aug 11, 2011 1:26:17 PM

Riporto tre lettere. La prima di una studiosa di archeologia che ha trovato chiuso la Grotta di Seiano a Coroglio la mattina del 10 Agosto; la seconda è la risposta data oggi dell'Assessore Antonella Di Nocera del Comune di Napoli e la terza un'ulteriore risposta della cittadina all'assessore.Una cosa emerge, che forse occorrerebbe istituire un numero verde per fare segnalazioni di disfunzioni di siti di interesse turistico in modo che l'assessorato possa avere in tempo reale un quadro chiaro dello stato di salute del patrimonio culturale di Napoli sperando in futuro di non leggere altrettante cose spiacevoli.

di Lucia Rocco (10 Agosto):

Una mattina d’estate, martedì 9 agosto 2011: si decide insieme, amici e parenti, di andare a visitare uno dei più interessanti siti archeologici di Napoli, il Parco del Pausylipon. Ligi alle regole, telefoniamo per prenotare la visita, così come previsto dal regolamento del parco. Il telefono squilla, ma nessuno risponde. Rimandiamo la visita a oggi, mercoledì 10 agosto, ancora il telefono trilla a vuoto, ci rechiamo quindi sul luogo. Il Parco Archeologico del Pausylipon risulta chiuso, chiamiamo nuovamente il numero dell’ufficio competente ma nessuna risposta.

I turisti fuori al cancello erano già una quindicina alle 10 del mattino, c’era chi è andato via e chi invece ci ha voluto vedere chiaro. Il cartello esposto in bella vista, dal quale abbiamo ricavato che i dipendenti a servizio del turista sono comunali, non informava di nulla riguardo a chiusure straordinarie, pericoli incombenti o (ma sarebbe stato assurdo!) eventuali ferie dei dipendenti. Abbiamo quindi chiamato all’Assessorato alla Cultura e al Turismo. La prima telefonata è stata a dir poco fuori luogo: la persona che mi risponde non sa nulla del sito, né tantomeno è a conoscenza del fatto che i lavoratori preposti al parco sono dipendenti comunali, chiedo quindi di parlare direttamente con l’assessore, la dott.ssa Antonella Di Nocera, enfant prodige della gestione della cultura partenopea. La Di Nocera mi risponde, candidamente, che ricopre l’incarico da soli 40 giorni, che non può sapere tutto e che “se volessimo interessarci di un monumento al giorno, chissà quanti ne rimarrebbero fuori per chissà quanto tempo!”. La quantità di Beni Culturali a Napoli dovrebbero essere un grimaldello per lo sviluppo della città e non un fardello, rispondo io.

Ma il neo sindaco non disse che i cittadini dovevano segnalare ogni disfunzione, ogni, anche se minimo, disagio al fine di aiutare la macchina comunale? Personalmente ho avuto la sensazione di aver fornito più un fastidio che un favore.

Ormai di turisti pazienti, che volevano arrivare al nocciolo del problema, ne eravamo rimasti una decina. Decidiamo quindi di chiamare le forze dell’ordine. I Carabinieri ci rimandano alla Polizia e quest’ultima ci mette in contatto con la Pulizia Municipale, con l’Unità Operativa di Fuorigrotta. Dopo una decina di minuti arriva una volante. Due poliziotti, sconvolti per quanto stava accadendo, riferiscono alla centrale e chiedono informazioni riguardo i dipendenti del Parco assenti dal luogo di lavoro. Si esclude l’ipotesi di ferie selvagge, perché “essendo un sito turistico così importante, avrebbero fatto i turni, come da logica”. Rimane in dubbio ciò che sta succedendo.

Ore 12, ricevo una telefonata dall’Assessorato e una mail di chiarimento. Svelato il mistero: la Soprintendenza ha la competenza archeologica sul sito, mentre il Comune la gestione. “Su indicazione della Soprintendenza in accordo con il Comune, è stabilita la chiusura estiva del sito dall’ 8 agosto al 31 agosto. Questo è il motivo per cui non ha potuto purtroppo oggi visitare il Parco. […], cordiali saluti, la segreteria dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo” (cito la mail che mi è stato gentilmente inviata).

Non contenta della risposta, decido di indagare: perché mai la Soprintendenza avrebbe dovuto indicare al Comune la chiusura di uno dei Parchi Archeologici, fiore all’occhiello della città? Cosa mai sarà successo? Lavori di restauro? In effetti alcuni tratti di affresco e stucco si stanno corrodendo per il sale, ma questa è un'altra storia. Telefono allora alla Soprintendenza e riesco addirittura a parlare con il dott. Del Vecchio, sostituto della Soprintendente ad interim dott.ssa Cinquantaquattro.

Stavolta è veramente svelato il mistero, ma è così deprimente che decido di riferire a tutti quanto successo: gli ormai famosi dipendenti comunali addetti alla custodia del parco sono LSU, che usano, da parecchi anni a questa parte, prendere i dovuti giorni di ferie tutti insieme nel mese di agosto. In mancanza di personale comunale addetto alla custodia del sito, la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei non può che sottostare a questa situazione e chiudere il sito.

La colpa quindi non è della Soprintendenza, ma di chi dirige questi lavoratori, perché in fondo, se il parco è chiuso e i turisti vanno via, delusi ma anche incavolati, chi se ne frega! Mica Napoli può credere di essere una città a vocazione turistica? Aspetto ancora paziente la svolta di Napoli, la rottura con il vecchio sistema di gestione della cosa pubblica e della macchina comunale, ma le speranze mi abbandonano ben presto quando assisto a questi episodi. Solo nel periodo in cui sono stata fuori al parco chiuso, almeno 15 persone sono arrivate e andate via, lanciando talvolta improperi e frasi del tipo “i soliti napoletani! Hanno il paradiso e se lo lasciano scappare!”. La frustrazione è tanta e cresce quando all’Assessorato non sanno che il sito è gestito dal Comune, e aumenta ancora quando si tenta di scaricare la colpa su altre istituzioni.

Ho recepito in toto il messaggio del Sindaco, voglio che la città rinasca, pulisco giardinetti e faccio la differenziata, vado in giro per la città visitando le bellezze che abbiamo ed, entusiasmandomone, capisco i turisti stranieri che fanno migliaia di km per venire a visitarle. Apprezzo l’invito del Sindaco e della Giunta che ci hanno “coinvolti” nella gestione della città, segnalando problemi, disagi e anche cose belle da tenerci care. Proprio per questo ho deciso di rendere pubblica la mia esperienza di stamattina, di scrivere questa “Cronistoria di una mattina d’agosto”, ovvero “l’Assurda gestione del Parco Archeologico del Pausylipon”.

Risposta dell'Assessore Antonella Di Nocera (11 Agosto):Ringrazio la gentile signora che ha voluto segnalare all’Amministrazione Comunale una disfunzione che riguarda uno dei meravigliosi siti turistici della città. La collaborazione e la partecipazione dei cittadini è assolutamente vitale per la nuova giunta ed è alla base dello spirito con cui io stessa ho ritenuto di accettare un incarico così importante. Peccato che i toni usati nella lettera, proprio come quelli ascoltati nel corso della chiamata sul mio cellulare (cosa forse non del tutto scontata in altre epoche o in altre grandi città), non siano stati esattamente propositivi, ma piuttosto inaspriti da una pregiudiziale ricerca del “misfatto”, come se i fatti raccontati fossero già in qualche modo conosciuti e l’esito previsto. Sta di fatto che quando nel pomeriggio ho richiamato quel numero da cui avevo ricevuto le rimostranze della signora (avevo rispettato scrupolosamente l’impegno di ricontattarla dopo aver fatto le verifiche presso gli uffici), ho appreso che ella studia archeologia e spesso accompagna a questi scavi amici, parenti o altri. La circostanza mi ha piuttosto sorpreso, perché trattandosi in buona sostanza di un’addetta ai lavori, con una certa conoscenza di luoghi e procedure, sarebbe stata molto più efficace una segnalazione immediata della disfunzione nel momento in cui il numero telefonico da chiamare per la prenotazione della visita non rispondeva, invece di recarsi inutilmente sul “luogo del delitto” con il proposito di chiamare i carabinieri.

Tutto ciò non esime dalle responsabilità del caso le amministrazioni coinvolte, e sarà mio preciso dovere verificare con quali motivazioni e modalità gli uffici comunali e la sovrintendenza archeologica abbiano, di concerto, stabilito di sospendere temporaneamente il servizio. Infatti le indubitabili doti da detective della giovane archeologa non sono state purtroppo sufficienti a scoprire come mai un sito archeologico di tale rilevanza non si avvalga, oltre che di lavoratori socialmente utili del comune con funzioni di custodi, di personale competente della sovrintendenza (che di fatto si avvale di convenzioni con associazioni specifiche), oppure qual è il ruolo esercitato nella gestione dei siti del vasto universo di organizzazioni e singoli professionisti (tema quest’ultimo da approfondire anche dal punto di vista legale e fiscale). Dal punto di vista dell’esposizione dei fatti, comunque, confermo e ribadisco che la chiusura del sito per una parte del mese di agosto viene disposta dalla due amministrazioni competenti, in base al circostanza che i flussi di visitatori in questo periodo subiscono un netto calo, come anche è stato confermato dal sostituto sovrintendente. Pertanto, l’affermazione secondo cui il sito verrebbe chiuso su decisione unilaterale degli uffici comunali per le esigenze di ferie estive del personale di vigilanza è falsa e invito eventualmente singoli cittadini e le associazione di utenti ad accertarsene, nel caso, anche utilizzando le procedure di accesso agli atti.

Fin dal primo giorno del mio incarico, non ho nessun timore a dirlo, ho lavorato insieme al mio staff senza orari per entrare in possesso dei primi elementi di conoscenza dello stato del patrimonio culturale cittadino e per vagliare le numerose e gravi problematiche esistenti. Ci siamo insediati all’inizio dell’estate ed ero consapevole che il mese di agosto avrebbe potuto far emergere problemi su cui non avevamo fatto in tempo ad essere operativi. Purtroppo in questi ultimi anni, ingenti risorse per la cultura e il turismo sono andate in fumo per finanziare onerosi “grandi eventi” senza mai concentrarsi sull’ordinario funzionamento e sulla cura del prezioso e straordinario patrimonio artistico e culturale di Napoli, o sulle misure basilari per assicurare l’accoglienza ai tanti cittadini italiani e stranieri che arrivano per visitare la nostra città. C’è tanto da fare, quindi, e ci occorre tempo, almeno il tempo perché sul denaro abbiamo capito che - a differenza del recente passato - non possiamo contarci più di tanto.

E’ questo che ho detto alla signora al telefono, la quale ha erroneamente e capziosamente riportato le mie parole, adoperando inoltre espressioni francamente inappropriate e poco rispettose (a proposito: credo mi si possa definire in tanti modi, ma enfant prodige di qualsiasi cosa – con i miei 40 anni e passa, due figli e un’esperienza accademica e professionale, in vari campi, ventennale – direi proprio di no).

L’episodio comunque ci potrà tornare utile: avremo modo di chiarire e magari rivedere, migliorare, ottimizzare, per esempio, criteri e modalità per cui un sito archeologico (o anche una chiesa del centro storico) resta aperto al pubblico solo grazie al personale comunale (non sempre qualificato per compiti di promozione culturale e turistica e magari utilizzabile più razionalmente altrove). Forse il fenomeno ha a che fare con la singolare tendenza del governo a tagliare i fondi ai comuni e contemporaneamente chiedergli di estendere gli ambiti di intervento e persino di supportare le amministrazioni dello stato, enti pubblici e privati a garantire servizi e prestazioni. Una tendenza evidentemente da invertire.

Provo sconforto per quanto è accaduto per quelle persone in attesa davanti a quel cancello chiuso che – ne siamo tutti consapevoli, credo, purtroppo non è l’unico; ne sono profondamente rammaricata, come assessore e come cittadina. Nel contempo mi sento di chiedere ai napoletani di continuare a sollecitarci, a incalzarci, anche a criticarci se necessario, perché i risultati in termini di vivibilità e progresso economico e sociale nella nostra città arriveranno solo se ci sarà il contributo positivo (e magari non gli attacchi personali, non le manipolazioni verbali) di ciascuno.

Firmato Antonella Di Nocera - Assessore alla Cultura del Comune di Napoli

di Lucia Rocco in risposta alla lettera dell'Assessore:Ringrazio a nome di tutti i cittadini, che ieri si sono preoccupati insieme a me della situazione del Parco Archeologico del Pausylipon, della veloce risposta dell'Assessore Antonella Di Nocera. In primo luogo volevo scusarmi per la definizione di enfant prodige che mi sono permessa di utilizzare per descrivere, a chi non lo sapesse, di chi stessi parlando: una brillantissima donna, che già vent’anni fa, quindi poco più che ragazzina, aveva dato dimostrazione della sua intraprendenza e capacità. Sono proprio persone come l'Assessore Di Nocera che hanno re innescato la miccia della rinascita di questa città: persone capaci di iniziativa, coraggiose ma al contempo umili. Mi dispiace se un complimento sia stato così rovinosamente male interpretato.

Comprendo in toto le motivazione addotte dall’Assessore: i tagli governativi e regionali hanno fatto soffrire in maniera tragica il settore della gestione dei beni culturali. E questo, concorderà con me, dimostra l’inettitudine di chi ci governa. Infatti eminenti economisti internazionali, cito tra tutti l’esimio professore Benhamou, hanno indicato il settore dell’ industria culturale come uno dei più resistenti alle crisi economiche: essendo infatti il bene culturale (un museo, uno spettacolo teatrale, un libro, etc.) non soggetto a fenomeni di inflazione, non rischia di perdere il suo valore con il passare del tempo, ma anzi ne acquista. Quindi una politica che taglia sulla cultura è una politica inetta, perché incapace di gestire fenomeni economici e di sviluppo. Ma questo ovviamente già lo sa e, nonostante ciò, deve trovarsi a fare la quadratura del cerchio in una situazione così poco semplice.

Mi dispiace inoltre essere stata giudicata non propositiva, ovviamente lei non mi conosce, ma le posso assicurare che è la prima volta nella mia vita che vengo descritta in questo modo. I problemi vanno risolti, quant’è vero, ma è vero anche che se non vengono riconosciuti e denunciati nemmeno si vedono! E’ parecchio tempo che, da archeologa (come mi ha gentilmente descritto, nonostante sia ancora in fase di completamento degli studi di archeologia), guardo con interesse al sito in questione. E’ quella una realtà straordinaria, di una bellezza unica e di interesse archeologico eccezionale. Alcuni non sapranno che lungo la costa tra Napoli e Baia, vi sono evidenze archeologiche che attestano l’importanza della zona durante la prima età imperiale, quando per la bellezza e la pace che si respirava in quella parte di mondo allora conosciuto fu detto che lì si potesse sciogliere ogni dolore, del corpo e dell’anima, quindi chiamarono quella zona con una meravigliosa parola greca, Pausylipon. La straordinarietà del sito mi ha sempre lasciato stupita riguardo la gestione dello stesso. Tra i dubbi mi rimane il motivo per cui, per accedervi, non si paghi nulla. Molte persone che ho accompagnato si sono dette disponibili a pagare un biglietto come in ogni altro luogo di visita, dato la sorprendente esperienza che regala. Un obolo, un euro, a persona non disincentiverebbe il turismo nel sito, già come lei stessa dice molto sporadico e irregolare, ma anzi potrebbe fornire quel tanto che basta per comprare del diserbante o affiggere delle lastre in plexiglass davanti agli affreschi e ai pochi stucchi che ancora sono visibili e che purtroppo sono oggetto di rovina a causa del sale. Ma questo forse l’Assessore già lo sa, e se non è stato ancora predisposto una minima forma di pagamento ci sarà una motivazione che, nonostante le mie “doti da detective”, non sono stata ancora capace di scoprire. Non credo che sia questo il dovere di un cittadino, non credo che gli si debba chiedere di andare in giro a scoprire cose. Al massimo gli si può chiedere di rispettare la propria città, di amarla e, nel caso assista a situazioni anomale, di riferirle alle autorità competenti. Se ci fosse almeno stato un cartello con su scritto “chiuso per ferie”, saremmo rimasti di stucco (questo sì), forse avremmo scritto una lettera di protesta ai giornali o una nota su facebook (che molte volte dà più visibilità di quanta se ne chieda), ma non avremmo fatto alcuna telefonata semplicemente perché non era il caso. Ridendo, qualcuno ieri mattina ha addirittura pensato che il custode era dentro e che forse si era sentito male, quindi a maggior ragione andava chiamato qualcuno.

Il Parco Archeologico del Pausylipon, inoltre, poteva a mio avviso rientrare in quella splendida rassegna estiva di spettacoli e incontri che lei ha organizzato. Il sito, con il suo teatro, si presta bene e infatti fino all’anno scorso era una delle tappe più importanti della rassegna estiva “I teatri di pietra”: noi spettatori pagavamo fino a 18 euro (o giù di lì) per assistere a rappresentazioni teatrali in un contesto a dir poco magico. Molte delle persone conosciute durante le serate dicevano che sarebbero ritornate, semmai di mattina, in quel favoloso luogo per meglio godere del panorama e perché incuriositi di poter vedere una delle più ricche ville marittime di età augustea.

In ultimo, vorrei chiedere al Comune e alla Soprintendenza – perché nonostante i miei studi non conosco le dinamiche dei cosiddetti “piani ferie” – il motivo per cui si lascia un sito del genere chiuso proprio ad agosto. L’Italia, e quindi Napoli, sono in crisi economica, molte persone sono rimaste in città ed alcune ne vorrebbero approfittare per conoscerla sempre meglio. E’ vero che gli LSU che lavorano al Pausylipon hanno diritto alle ferie, ma non capisco proprio perché chi di dovere abbia accettato che fossero prese tutte e per tutti nello stesso periodo. Qui i tagli governativi c’entrano poco, forse c’entra una certa noncuranza da parte di chi ha creduto che poiché i turisti son pochi allora i lavoratori possono andare indiscriminatamente tutti al mare! Mi permetto di suggerirle, ma forse lei o a chi spetta tale compito già avranno affrontato il problema, di rivedere questo sistema di “ferie selvagge”, anche perché se è vero che un bene culturale è un bene comune (e quante lotte abbiamo fatto per l’acqua!) i napoletani se lo sono visto sottrarre.

Dott.ssa Lucia Rocco

StaffAssessorato CulturaTurismo:

è bello confrontarsi, per comprendere meglio le situazioni e essere spronati a fare sempre di meglio! Per completezza di informazione vorremmo precisare che il piano ferie dei dipendenti è stato approvato a febbraio. E allora la nuova amministrazione non si era ancora insediata...

lo staff :)