Post date: Nov 6, 2011 5:17:51 PM
Tratto da "Survival in Naples, guida minimalista di sopravvivenza urbana nella città di Napoli" di Marco Maraviglia; pubblicato nel Marzo 2008 per Arduino Sacco Editore.
Per non dimenticare.
PIOGGIANapoli è una città "in pendenza". Nel senso che solo il centro storico è più o meno al livello del mare, tutto il resto giace sulle colline di Posillipo, quella del Vomero, quella dei Camaldoli.Le norme di progettazione purtroppo non tengono conto della complessità urbana di Napoli e quindi non si è mai pensato che la realizzazione di un tratto di fogna, limitatandola alla sola zona progettuale, crea non pochi problemi a quelle circostanti all’arrivo delle prime intense piogge autunnali.Diciamo che Napoli ha 360 giorni di sole all’anno, ma sono quegli altri 5 giorni di intense precipitazioni che creano spesso seri problemi. Progettare a norma, conviene sotto il profilo economico perché volendo costruire “fuori norma” una rete fognaria per quei soli 5 giorni all’anno, sarebbe una spesa esagerata per il Comune di Napoli e quindi dei contribuenti.Alle precipitazioni torrenziali si aggiunge anche l’abusivismo edilizio che sfugge sempre ad un certo tipo di controllo.Tutte le leggi sui condoni edilizi hanno incrementato un’indiscriminata costruzione di ville e palazzine sulla collina dei Camaldoli il cui disboscamento ha prodotto frasche non rimosse durante gli sbancamenti, ma innanzitutto l’instabilità dello stesso terreno non più tenuto dalle radici di alberi e di tutta la vegetazione: il rischio-smottamento e frane è quindi presente con le grandi piogge dei cambi di stagione.La pioggia come quella del 13 Settembre 2001 non fu un diluvio universale. Accadde solo che piovve per qualche ora in più ed era la prima pioggia grossa che preannunciava la fine dell’Estate ('o paese do sole!).Cosa accadde quella notte?Che la rete fognaria non resse. Non resse perchè sicuramente non ci fu (e spero che nel frattempo le cose stiano cambiando) la manutenzione ordinaria per cui i tombini erano intasati. Molti allagamenti. Qualche palazzo inagibile. Strade avvallate. Metropolitane allagate...
Molto si poteva evitare.Quasi in ogni Estate per esempio, la collina dei Camaldoli “si incendia” e ceneri e fumo coinvolgono tutta la zona di Soccavo e parte del Vomero. Ogni volta l’incendio viene domato ma, mi chiedo, domato un incendio, si lascia tutto così come resta? E tutte le frasche e detriti che ne derivano? non vengono rimossi?Sembra di no. Perché questi detriti contribuirono in gran parte all'intasamento dei tombini di tutto il quartiere di Fuorigrotta, Soccavo, trasportati dalla pioggia: fango fin dentro i palazzi, macchine sommerse dall’acqua nei parcheggi sotterranei sotto piazzale Tecchio, sottopassaggi KO...La mattina del 13 Settembre 2001 era un casino: i trasporti non funzionavano e allora tutti a prendere l'auto, le ambulanze dirette nella zona ospedaliera bloccate nel traffico e chissà quanti infermi ci saranno rimasti secchi. I commercianti in via Chiaia, via Epomeo, esauriti per i negozi allagati e nel frattempo nessun assessore impose delle corsie d'emergenza, preferenziali per taxi, autobus, ambulanze e forze dell'ordine. Non credo che ci sarà un piano drastico di emergenza e Napoli vivrà probabilmente sempre i suoi giorni di ordinaria follìa.Altrimenti avremmo qualcosa in meno da raccontare.