Riflessioni a partire dalla riunione del 12 aprile 2025
Dieci anni fa nasceva BanzHack.
Una manciata di studenti, un insegnante visionario e un luogo speciale: il “garage” delle Manifatture Knos. Forse solo guardando il video "Why not" si può davvero capire quale fosse il contesto dell’avventura.
Non c’erano regole chiare, né obiettivi definiti. Solo una domanda urgente: possiamo fare qualcosa che abbia senso per noi e per la scuola, nella scuola e oltre la scuola?
Oggi siamo cambiati.
È cambiata la scuola, è cambiato il mondo.
Noi stessi siamo profondamente diversi. Non siamo più gli stessi.
Il 12 aprile 2025, ci siamo ritrovati come gruppo.
Una domanda ci ha accompagnato fin dall’inizio della riunione: C’è ancora bisogno di BanzHack?
È una domanda scomoda. Ma necessaria.
Ci siamo chiesti:
Cos'è BanzHack oggi? È solo un’esperienza di service learning? O è qualcosa di più, di diverso, che ci sfugge?
Chi ha bisogno di BanzHack? Gli studenti, gli insegnanti, la scuola, il territorio?
Per cosa ne hanno bisogno? Per imparare a risolvere problemi… o per tornare a immaginare il futuro?
La sensazione condivisa è che abbiamo ancora bisogno di uno spazio libero per pensare, creare, sbagliare, inventare.
Ma non può essere una nostalgia del passato. BanzHack non può diventare una formula da ripetere.
Deve essere, ancora una volta, una sfida.
Una possibilità.
Pre-covid BanzHack voleva già una scuola diversa fatta di "Ambienti di apprendimento" e non da "Classi". Ci lavorò su e con la facoltà di Architettura di Venezia (Tuned, il master internazionale di neuroscience applied to architecture), e Lombardini22 invitò tutta la comunità del Liceo ad interrogarsi sul tema, e con qualificatissimi stakeholder, realizzò uno studio di fattibilità che è documentato all'interno del progetto BanzArch.
Sembra uno di quei sogni che prende forma nel mondo reale, ma oggi, la scuola ha un nuovo pluri-laboratorio: un ambiente tecnologico, versatile, promettente che potrebbe diventare la nuova casa di BanzHack.
Ma a una condizione: che quel luogo non sia solo un laboratorio di soluzioni, ma un’officina di sogni.
Un luogo dove provare idee che sembrano folli, come quelle che BanzHack ha generato con Eight Crazy Ideas, durante la riunione tenutasi proprio in una parte del nuovo laboratorio.
Un luogo dove l’innovazione non è un compito da svolgere, ma un’avventura da vivere.
Allora sì, forse c’è ancora bisogno di BanzHack.
Ma non perché serve un progetto in più.
Perché serve una scuola in più.