Didacta 2022

21 Maggio 2022

Didacta Italia è l’edizione italiana di Didacta Germania, la fiera più importante al mondo sulla scuola; si tiene da oltre 50 anni e annualmente registra oltre 850 espositori e circa 100.000 visitatori.

Essere invitati a parlare della nostra esperienza è stato un vero e proprio momento ricco di emozioni.

Antonio Lezzi (co-founder)

Non avrei mai potuto immaginare, sette anni fa, quando è iniziata l'avventura BanzHack, questa evoluzione. Le istanze di partecipazione da parte degli studenti erano più che altro moti di contrapposizione, di marcata critica, di distacco dall’istituzione. C’era poca ragionevolezza tra le parti, apertura meno.

La visione manicheista tra chi gestisce e chi viene guidato, tra chi sa e chi deve apprendere, esprimeva un modello a trazione univoca, con gli adulti depositari della cultura e i giovani scatole da riempire.

Questo sistema oggi è decisamente hackerato. Non perché il suo funzionamento dovesse essere “inter-rotto”, quanto meno non nel senso dell'anglosassone “disruptive”, dove qualcosa prende il posto di un’altra, completamente differente. Ci si trova di fronte ad un ri-modellamento che, per quanto ci riguarda, ha trovato nell’esperienza della Fiera Didacta, una rivoluzionaria percezione di quello che può essere una co-guida dei processi di conduzione nell’abitare la scuola.

Discenti con competenze e personalità, insieme con docenti ed il loro patrimonio conoscenze ed esperienze, hanno offerto una visione di scuola che vuol vivere in osmosi con un mondo che cambia molto rapidamente.

Il tutto stimolato e servito su un piatto d’argento offerto da INDIRE che fa e crede nella ricerca.

Lucrezia Conte (senior banzhacker)

Non è semplice riassumere in poche righe quanto sia stata formativa la nostra esperienza alla Fiera dell'innovazione del mondo della scuola Didacta Italia.

Soddisfare la curiosità di un pubblico interessato, essere sintetici, vincere l'emozione e raccontare le tantissime azioni e i tantissimi prodotti realizzati è stato impegnativo e avvincente.

Siamo innovatori, forse lo sapevamo, ma è stato a Firenze che ce ne siamo veramente resi conto dando voce ai valori, ai progetti al di fuori delle mura della scuola, parlando direttamente ad altri studenti, insegnanti e chissà chi altro.

Mi è sembrato un fiore che sboccia con i suoi bellissimi petali. Davvero tanti sono stati gli spunti di lavoro, di collaborazione tra diverse realtà scolastiche che hanno affidato a BanzHack il ruolo di ape impollinatrice, che contamina e unisce.

Vito Ingrosso (senior banzhacker)

Mi sono approcciato fin da subito a Didacta come a un’occasione di visibilità unica per la realtà di Banzhack, per questo ho concepito da subito quest’opportunità come una sfida: riassumere, spiegare e mostrare concretamente che cos’è Banzhack a soggetti esterni alla nostra scuola.

Questa mia attesa è stata soddisfatta in pieno e addirittura il risultato è stato di gran lunga superiore a quello sperato: le persone che abbiamo incontrato, come relatori o come spettatori, si sono dimostrate molto interessate al nostro progetto, e abbiamo dato il via ad alcuni rapporti interscolastici che potrebbero risultare importanti per il futuro dell’organizzazione.

Chiara Santovito (senior banzhacker)

Ho trovato non poche difficoltà nello spiegare ad amici e familiari di che portata fosse Didacta, un'intera fiera dedicata all'innovazione nelle scuole. Nell'immaginario collettivo uno dei grandi problemi della scuola è quello di non trasformarsi e rimanere statica, attaccata al vecchio.

Tuttavia Didacta, frutto di fondi, menti, ricerche dimostra il contrario: come questo rinnovamento stia avvenendo. Con uno stupore ancora maggiore ho accolto la notizia di essere stata coinvolta, come relatrice, per presentare e diffondere BanzHack.

Ho trovato uno spazio in cui eravamo tutti accomunati dalla stessa scintilla nello sguardo, la scintilla che innesca l'innovazione. Attraverso il panel, insieme ad altri studenti, ho avuto modo di spiegare come questo spirito comune si stesse concretizzando nella mia scuola, attraverso BanzHack. Gli scambi con altri studenti e docenti, provenienti da differenti contesti e città,  sono stati preziosissimi per ottenere spunti di miglioramento e feedback, ma non solo. Si è andata a costituire una rete, un'intesa tra menti con gli stessi grandi obiettivi, genesi di un qualcosa ancora inimmaginabile. Un sogno non solo per la mia piccola scuola, ma per tutti gli studenti italiani, con la voglia di "hackerare il sistema", per una scuola nuova.

Giorgio Litta (Senior banzhacker)

Sin dal primo approccio con Didacta abbiamo capito che si trattava di un ambiente adatto a noi e l’esperienza come relatori ci ha dimostrato che era un ambiente anche pronto ad accoglierci. Abbiamo incontrato, infatti, spettatori veramente interessati e curiosi di conoscere come si possano integrare gli studenti all’interno dell’organizzazione scolastica.

Perché si Didacta si è dimostrata anche in grado di comprendere questo aspetto e addirittura apprezzarlo e riconoscerlo come fondamentale nell’istruzione. Abbiamo così anche capito, conoscendo esperienze di altre scuole, che qualcosa di potente "scorre" nel profondo degli studenti del nostro Paese.

Oltre a questo è stata una grande occasione per dare visibilità ai nostri progetti più recenti e cercare di ampliarne la loro portata.

Vito Fiore (Senior banzhacker)

Luca Strazzullo (Mentor banzhacker)

La mia visione di Banzhack, e anche dell'esperienza di didacta, è ovviamente filtrata dal nuovo ruolo che ho potuto assumere, quella di ex studente che torna (mentor).

La mia attenzione si sofferma su quello che i miei compagni (potrei definirli colleghi) hanno portato a termine: raccontare egregiamente passato, presente e futuro della nostra innovativa realtà scolastica.

Nonostante la mia presenza sia stata solo telematica, ho percepita l'importanza dell'evento e della possibilità offerta di creare nuovi reti, punto fondamentale di tutta la storia di banzhack.

Anche per i "miei" ragazzi (lo dico con grande orgoglio), Didacta è stata estremamente importante e formativa. È stato bellissimo vederli raccontare una realtà di cui faccio parte prima di loro, ma che senza di loro non sarebbe mai diventata quella che è.