Abbiamo scalato Iddu
Appunti di viaggio
Il 30 aprile le classi 2^ della Secondaria in uscita didattica sull’Etna, costeggiando i crateri del vulcano sui monti Sartorius, tra paesaggi naturali mozzafiato
Abbiamo scalato Iddu, il vulcano più grande d’Europa
di Gisella Ardizzone
Il nome "Etna" è un termine che evoca immagini di fuoco e potenza, ardore e forza, intriso di storia e mitologia, il Mongibello o più semplicemente “Idda”, “a Muntagna”, come la chiamiamo noi siciliani, rappresenta, con la sola energia del suo nome, il potere e la bellezza del vulcano più grande d’Europa.
Bellezza di fronte alla quale non sono rimasti indifferenti gli studenti delle classi seconde della scuola secondaria durante una visita guidata dalle caratteristiche di un vero e proprio trekking sui Monti Sartorius, nei pressi del rifugio Citelli, percorso meraviglioso sia dal punto di vista geologico sia da quello naturale e paesaggistico.
Lungo i sentieri che costeggiano i 7 vecchi crateri che risalgono all’eruzione del 1865 e che prendono il nome dallo studioso tedesco Sartorius si è letteralmente investiti da una natura dirompente, a cominciare dalla colonia di betulle, insolita presenza di una specie arborea che trova il suo habitat ideale prevalentemente nella regione scandinava, dalle colline di sabbia vulcanica, dalle viste mozzafiato del maestoso Etna da una parte e dallo Ionio dall’altro su cui si specchia vanitosa Taormina.
I nostri ragazzi si sono cimentati in un percorso adatto a tutti, scalando colline e percorrendo i tipici saliscendi dei Sartorius, respirando l’aria etnea ripulita dal tipico vento che sferza i versanti del vulcano, appropriandosi di panorami per loro insoliti e dei quali si sono innamorati non curanti dello sforzo fisico e appassionandosi alla camminata naturalistica, desiderosi di ripetere esperienze simili.
Non meno interesse ha suscitato attraversare i borghi di Linguaglossa e Piedimonte Etneo dalla tipica architettura in basalto lavico e le rigogliose colline coltivate a vitigno e rese fertili proprio dall’Etna, temibile, ma altrettanto generosa come un Nume tutelare.
Dopo un abbondante pranzo, maggiormente apprezzato dalla piacevole passeggiata, gli studenti hanno potuto apprezzare le numerose specie faunistiche che popolano o hanno popolato prima di estinguersi l’ambiente etneo conservate nel Museo Civico delle Scienze naturali di Randazzo e visitare il borgo medievale che si estende a nord della maestosa Etna. Un borgo che conserva tutta l’essenza siciliana circondato da bellezze naturali, archi, vicoli in pietra lavica e maestose chiese e palazzi che ospitano reperti archeologici di estremo valore storico ed etnoantropologico.