ELABORATI FINALI TESI

25.10.2023

Il progetto si colloca all’interno del tema Aniene Rims portato avanti dal Prof. Antonino Saggio durante il Laboratorio di Sintesi Finale con l’obiettivo di creare un edificio all’interno dei vuoti urbani della città di Roma, in sinergia con il contesto urbano non solo dal punto di vista formale e funzionale, ma soprattutto naturalistico. 

Il Centro di Preparazione Paralimpica “Synergy Sports” è un progetto polifunzionale pensato nella zona Salario, poco lontano dal “Complesso Olimpico Giulio Onesti”, dedicato specificatamente alla pratica e alla promozione delle discipline sportive per la popolazione con disabilità fisica intellettivo-relazionale e sensoriale. All’interno sarà possibile praticare diverse discipline sportive fra cui tennis, pallavolo, calcio, scherma, nuoto e atletica. L’intero progetto prevede anche la realizzazioni di spazi destinati a funzioni sanitarie e didattiche, oltre alla presenza di una foresteria per l’accoglienza delle persone. Si tratta di un’idea progettuale fatta su misura per ogni tipo di disabilità con una completa accessibilità sia a livello sportivo, che per quanto riguarda i percorsi interni all’impianto. Il Centro ospiterà anche manifestazioni, eventi sportivi, stage e tirocini per tutti gli studenti delle scuole e degli Istituti universitari, al fine di creare una maggiore aggregazione che superi la diversità.

IL PROGETTO

Ludwig Guttman e lo sport come riabilitazione

Tutto comincia nel 1939 con il neurologo Ludwig Guttman, il quale ricevette l’incarico di creare il primo centro per lesioni spinali, utilizzando proprio lo sport come parte essenziale della riabilitazione. Nell’estate nel 1948 organizzò una competizione sportiva; decise quindi di inaugurare i primi Giochi Olimpici per le persone con disabilità. Il nome originario non era però Paralimpico bensì “Giochi di Stoke Mandeville” a cui parteciparono quattordici uomini e due donne, confrontandosi nella disciplina del tiro con l’arco all’interno del cortile dell’ospedale. Le prime Paralimpiadi che conosciamo noi oggi nascono a Roma nell’edizione del 1960 grazie al dottor Antonio Maglio. Il 18 settembre, nello stadio dell’Acquacetosa, 400 atleti in carrozzina, in rappresentanza di 23 paesi, sfilarono davanti a 5000 spettatori. Dopo diverse edizioni estive, i Giochi Paralimpici si estesero anche nel periodo invernale; le prime paralimpiadi invernali furono quelle in Svezia nel 1976. Nel 1989 viene fondato il Comitato Paralimpico Internazionale, ovvero l’organizzazione che governa lo sport paralimpico. Organizza i giochi estivi ed invernali, supervisiona e coordinare tutte le competizioni.

CONOSCERE IL MONDO DELLA DISABILTIA'

Dal 1960 ad oggi i Giochi Paralimpici hanno riscontrato un’evoluzione enorme, introducendo nuovi sport, incoraggiando più paesi a partecipare. I paesi rappresentati ai Giochi sono infatti cresciuti da 23 a 182; gli atleti sono passati da 400 a più di 4000, anche il numero di sport è aumentato da 9 a 23.

Secondo uno studio condotto in venti paesi diversi tra il 2015 e il 2016, la conoscenza del mondo paralimpico risulta essere abbastanza elevato, a differenza del suo effettivo interesse. Una volta terminate le Olimpiadi infatti vengono spenti i riflettori sulle Paralimpiadi. Tutto ciò porta notevoli problemi, i giovani con disabilità interessati allo sport, non avendo modelli a cui ispirarsi, potrebbero essere costretti a rivolgersi a sport non disabili come punto di riferimento, aumentando ancora di più quell’idea sbagliata di diversità e di inferiorità.

Il numero dei disabili sportivi in Italia è ad oggi molto al di sotto di quelle che sono le percentuali del resto dell’Europa e dell’America del nord. Questo perché manca una vera e propria cultura sportiva. Nascono così i Centri di Avviamento allo sport paralimpico. Questi centri hanno lo scopo di preparare i potenziali atleti che avranno la possibilità di fare diverse esperienze sportive prima di scegliere a quale sport venire indirizzati.

LO SPORT LUNGO ANIENE RIMS

L’idea di realizzare un Centro Sportivo Paralimpico deriva da una crisi nata dall’osservazione dell’area lungo parte del fiume Aniene. Troviamo infatti diversi centri sportivi, ciò però che mi ha colpito maggiormente di questi spazi è che, nella maggior parte dei casi, non sono mai organizzati per permettere ad un disabile di svolgere le stesse attività di un normodotato.

Queste sono solo alcune delle tante risposte che genitori di bambini disabili continuano a ricevere ogni giorno.

Unico Centro di preparazione paralimpica presente a Roma è quello delle Tre Fontane, in parte di proprietà comunale e in parte dell’ente EUR. Precedentemente era presente un vecchio impianto sportivo semi abbandonato, così il Comune di Roma e il Comitato Paralimpico Italiano affidarono il progetto all’architetto Giovanni Saulle. Nel 2017 viene inaugurata parte del centro, comprendente la piscina, una pista di atletica, campi da calcio e da tennis, uffici e spogliatoi. Ad oggi il centro è però ancora considerato incompleto, questo perché manca da realizzare tutta una seconda parte di progetto che prevede campi da pallavolo, scherma, ginnastica e sollevamento pesi, un centro per la produzione e riparazione di protesi e infine una foresteria. Al momento tutto però sembra restare bloccato a causa di un conflitto tra i due enti proprietari del terreno.

il quartiere dello sport

Ci troviamo a Roma, più precisamente nella cosiddetta “Ansa Olimpica”, sede infatti delle Olimpiadi e delle prime Paralimpiadi del 1960. Proprio per questo il quartiere presenta grandi affinità con lo sport, con la presenza del Villaggio Olimpico, del Palazzetto dello Sport, dello Stadio Flaminio, con il Complesso Olimpico Giulio Onesti e il Tennis Club Parioli. E sono stati proprio quest’ultimi un punto di partenza per la scelta dell’area di progetto, con l’idea di creare uno spazio dedicato in particolar modo alle attività paralimpiche, attività che potranno essere condivise con questi centri, attraverso eventi sportivi e corsi. 

L’area presenta potenzialità e criticità: è prossima al corso del fiume Aniene ed è caratterizzata da una ricca vegetazione e da grandi spazi verdi circostanti come Villa Ada e Villa Glori. Non presenta però un grandissimo panorama, questo perché da una parte abbiamo una strada ad alto scorrimento, via del Foro Italico e nella sponda opposta del fiume è invece presente un grande parcheggio di un complesso commerciale.

l'acqua come risorsa

Di grande importanza è lo studio dell’emergenza idrica, problema che non deve essere visto solo come un qualcosa di negativo, ma che può invece diventare una grande occasione di progetto attraverso lo studio delle strategie idriche. Ci troviamo infatti in un’area adiacente al fiume Aniene e questo può portare, soprattutto durante periodi di forti precipitazioni, a piene; queste strategie permettono quindi di accompagnare il flusso delle acque, evitando episodi di allagamento, e in particolar modo di accumulare queste risorse per poi essere utilizzate dagli edifici adiacenti, dopo essere passate attraverso appositi impianti di filtraggio. All’interno del progetto troviamo tre differenti strategie:

- Convogliare con le cosiddette water square, ossia aree riabbassate per il gioco ed il relax, nel 90% del tempo risultano essere asciutte e utilizzabili come qualsiasi altro spazio pubblico, nel restante 10% con l’arrivo delle piogge, diventano invece bacini di raccolta per l’acqua piovana.

- Dilatare ossia l’aumento dell’alveolo dei fiumi attraverso l’utilizzo delle vasche di laminazione. Questi hanno il compito di contenere le piene e riportare poi il fiume a uno stato più naturale.

- Sollevare ossia costruire al di sopra dei livelli previsti di inondazione. In questo caso si va a creare uno spazio tra il suolo e l’edificio.

la conquista del centro

Un aspetto di grandissima importanza è quello della Mixitè funzionale, ossia l’idea che i progetti non si concentrino più solo su una singola funzione, ma combinano diverse attività in un unico luogo. Strumento indispensabile è il diagramma funzionale. Sfera centrale è sicuramente quello dell’ambito sportivo con i campi da gioco da cui poi si diramano tante altre sfere con funzioni differenti, ma strettamente legate tra loro: funzioni sanitarie quindi studi medici, laboratori, stanze per il ricovero; funzioni didattiche con la biblioteca, l’aula studio e l’aula riunioni; funzione abitativa con la presenza di una foresteria per l’accoglienza delle persone e infine tutta la sfera dei servizi quindi mensa, bar, spogliatoi e parcheggi. Da qui possiamo vedere alcuni scenari interni del mio progetto come lo studio medico, la mensa e l’aula studio e gli spazi dedicati allo sport come il nuoto, la scherma e la pallavolo. 

come nasce il progetto: le tessiture

Primo passo per la progettazione dell’edificio è stato individuare quelle che sono le tessiture, prendendo come punto di riferimento i principali elementi che delimitano l’area di progetto. In particolar modo:

- L’andamento del fiume, riprendere questa curvatura e propagarla all’interno del lotto

- Stessa cosa per l’andamento della strada in quanto rappresenta un ostacolo importante per questa area

- Prolungamento degli assi, riprendere gli assi generati dal perimetro di questi campi sportivi ed estenderli all’interno del lotto

come nasce il progetto: IL PLANIVOLUMETRICO

Questi elementi rappresentano anche quelle che sono le spinte esterne in quanto vanno ad isolare l’area dal contesto circostante.

Da qui si può vedere il risultato finale di tutta una serie di processi che hanno portato alla trasformazione di quelle che sono state le tessiture precedentemente analizzate, in un edificio coerente con l’area entro cui si trova. Possiamo immaginare di dividere questa planimetria in diversi layer: abbiamo i layer degli edifici inferiori su cui si appoggiano i blocchi superiori che si affacciano sullo spazio sottostante. Abbiamo poi i layer degli spazi aperti conformati in cui verranno inseriti i campi sportivi e infine i layer dei percorsi con la presenza del ponte che collega i due centri sportivi. 

L'INFORMATION TECHNOLOGY COME STRUMENTO DI INCLUSIONE

Nel corso degli ultimi anni l’accelerazione dell’innovazione tecnologica ha permesso ad una moltitudine di individui affetti da disabilità di condurre uno stile di vita più inclusivo. Ma in che modo le tecnologie hanno aiutato i disabili a praticare lo sport? Prendiamo come esempio alcune attività come pallavolo, calcio, tennis, basket, ossia sport che hanno in comune un elemento, l’utilizzo della palla; in questi casi vengono  utilizzate delle palle sonore, la cui emissione di suoni permette di direzionare l’udito e l’attenzione verso un oggetto in movimento, che, altrimenti, non sarebbe identificabile in assenza della vista. 

L’interattività proiettiva è un ulteriore strumento fondamentale per far vivere a pieno l’esperienza di gioco nei disabili, attraverso l’utilizzo di particolari pedane sensoriali. Queste emettono delle vibrazioni che si propagano nel corpo, favorendo la percezione del suono e dello spazio circostante. Questo nuovo sistema di pavimentazione può anche essere integrato con luci LED per creare linee e segni in base alla tipologia di sport che si sta andando a svolgere, in modo che un momento possa essere un campo da tennis, quello dopo da calcio, basket o pallavolo. Può essere utilizzato sia all’interno che all’esterno ed è composto da una sottostruttura in alluminio su cui vengono inseriti i LED e da una superficie in vetro trattato con la ceramica per conferirgli una maggiore elasticità e resistenza, permettendo anche di creare una superficie opaca e non riflettente, per evitare ostacoli visivi agli atleti. Questa particolare invenzione potrebbe essere una soluzione importante specialmente quando ci troviamo di fronte al problema di realizzare tanti campi da gioco in aree estremamente piccole. In questo modo è infatti possibile sfruttare al massimo un campo sportivo non più solo per un singolo sport.  

tavole

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