LEZIONE V

La lunga crisi dell'Ottocento: ricerche e innovazione tra architettura, ingegneria e arte

Non abbiamo nessuna certezza su quando effettivamente arriva il cambiamento nella nostra società e in particolar modo nel campo dell’architettura e delle arti; questo perché l’architettura è sempre stata molto più lenta ad assorbire i cambiamenti. Lo scopo di questi ragionamenti è quello di creare un parallelismo tra Rivoluzione Industriale e Rivoluzione Informatica. Generalmente questa Rivoluzione parte da architetti francesi che hanno aderito all’Illuminismo e alla Rivoluzione francese e a Napoleone. Questi architetti fanno delle operazioni di riduzione geometrica che sembrò anticipare alcuni caratteri di quella che sarà l’Architettura Moderna. Importante è anche “lo studio tipologico”, si inizia infatti ad insegnare l’arte e l’architettura non solo nelle Accademie delle Belle Arti, ma anche nei Politecnici, creando un nuovo modo di guardare l’architettura stessa, non attraverso gli stili, ma attraverso la vera sostanza organizzativa (chiamata “tipo edilizio”). Il terzo importante aspetto è “l’attitudine costruttiva”; la costruzione diventa un elemento fondamentale del ragionamento architettonica, diversamente dall’antichità in cui tutto ruotava intorno alla pietra. Arrivano nuove sfide e necessità come le ferrovie, i ponti. Il ferro diviene il mezzo principale per affrontare queste nuove sfide costruttive e di conseguenza nasce una nuova figura che è quella dell’ingegnere (ad esempio Eiffel o Dutert, o l’inglese Paxton).

Anche in America c’è un’accelerazione molto forte di questi fenomeni, come sempre perché si innesta una grande crisi, ossia dell’incendio della città di Chicago nella seconda metà dell’800, distruggendo gran parte delle costruzioni. Questo ha portato al voler cercare dei cambiamenti importanti: la prima e più importante di tutti è la nascita delle strutture in acciaio il quale consente di avere notevoli altezze e poter applicare delle pelli che queste ossature, in maniera ondulare e inchiodate a piastra. Nonostante questa nuova invenzione ancora all’inizio questi palazzi sono si realizzati con tecniche innovative come l’aggiunta dell’ascensore, ma gli aspetti decorativi esterni sono ancora legati al mondo antico, ma come quello del Rococò e neoclassici. Tutto questo inizia a cambiare con l’arrivo di architetti di nuove generazione, come Sullivan, che fa un ragionamento diverso: dice infatti che costruzione, forma e depurazione devono formare un sistema organico. La decorazione non è quindi un qualcosa che deve essere semplicemente appiccicato sopra, ma devono rappresentare un tutto organico. A lui si deve la dizione “la forma segue la funzione”.

Nasce in questo anni quello che viene chiamato “L’Artigiano Totale” con l’avvenire dell’Art and Craft. Si tratta di un fenomeno contraddittorio e allo stesso tempo fondamentale per la nascita della nuova architettura. Parte con l’idea di porsi in maniera anti-industriale, con l’idea di combattere quelle che erano le innovazioni di quegli anni, con lo scopo di mimetizzare un mondo medievaleggiante in cui l’artigiano aveva dei valori molti importanti (creatori di bellezza e di socializzazione). Questi architetti sono amici dei pittori pre-raffaeliti (persone, pittori, architetti e critici); il loro punto di riferimento è William Morris. “Medesimo gusto fondato sull’artigianato pervade tutte le arti”.

A lungo nell’800 ci si interrogava su come mai vigeva questo stile ecclettico, in quanto questa epoca era l’unica che non aveva mai sviluppato in realità uno stile proprio, seguiva infatti a volte stili del passato e a volte stili di regioni lontane. Per esempio a Londra nell’800 ci sono stili neogotici e allo stesso tempo possiamo vedere anche edifici con stili più propriamente inglesi o medievali. In Francia invece ritroviamo una situazione più simile a quella italiana; ad esempio a Roma è stata costruita buona parte dell’architettura rinascimentale, come il Palazzo di Giustizia che guarda lo stile appunto Rinascimentale. Questo stile acquista però nomi differenti nei vari paesi, come in Francia viene chiamato “Art Nouveau” e in Italia “Liberty”, ma sostanzialmente si tratta dello stesso stile:

-          Utilizzo di materiali in ferro, acciaio e vetro (usati contemporaneamente)

-          Forme strutturali che richiamano le forme della natura

-          Amore per le decorazioni

Questo stile inizia a diffondersi molto velocemente in tutto il mondo. Come avviene quasi sempre si creano però dei punti di contrasto: uno è il tema della stazione ferroviaria, perché fa scontrare l’ingegneria con uno stile architettonico un po' tardo, da una parte ci sono infatti gli ingegneri che lavorano con il ferro e il vetro realizzando grandi luci, dall’altra parte invece ci sono quelli che vengono chiamati “tappi” della città. L’artista che influenzerà enormemente quest’epoca è Cezanne, che vive una doppia crisi: da una parte lui è un pittore legato all’impressionismo, ma allo stesso tempo ha anche un grande interesse per i volumi; dall’altra parte una frammentarietà del dipingere che è una contradizione. Si andrà a creare uno stile in cui il volume tende ad essere estratto, ma pur sempre volume: sarà la base che porterà al cubismo. E infine arriva poi Picasso, che non ha alcuna para ad affrontare la bruttezza che non si sovrappone alla bellezza (o almeno in questa fase). Secondo la sua idea tutto si frammenta, non abbiamo una composizione unitaria (è qualcosa di diverso mai visto prima).

Ad un certo punto della storia tutti queste idee stilistiche diverse vengono sintetizzate in un’unica esperienza. Il mondo moderno cambia questi filoni con altri nuovi, sempre grazie alla presenza della critica sociale. Nel ‘900 il mondo industriale non è solo portatore di innovazioni dal punto di vista tecnologico, ma causa anche un fortissimo inurbamento, le campagne iniziano a spostarsi verso la città, diventando sempre più povere e di conseguenza le città si riempiono di manodopera.