LEZIONE VII

Evoluzione del computer dal pallottoliera allo schermo grafico… e oltre

In questa nuova fase ci addentriamo nel mondo del raster. La premessa per spiegare questo nuovo aspetto dell’informatica è che l’evoluzione dei computer è parallela all’evoluzione degli schermi, di vitale importanza per la trasmissione delle immagini. Procediamo per passaggi ed evoluzioni:

Calcolo a leva umana: il mondo del digit è strettamente legato al mondo delle dita; abbiamo imparato a contare muovendo le dita e infatti lo stesso sistema decimale deriva da questo. Sono stati nel corso negli anni realizzati diversi strumenti per facilitare il calcolo (come ad esempio l’invenzione dell’abaco usato a lungo nei secoli passati). L’operazione del contare parte quindi inizialmente con la mano fino ad arrivare dopo il 1500-2000 anni di nuovo al tattile, possiamo infatti dire che ancora oggi utilizziamo il dito per buona parte delle operazioni tecnologiche con il touch-screen.

La macchina dell’inventore: all’inizio dell’800 (gli anni della Rivoluzione Industriale), il desiderio di avere macchine per il calcolo inizia a farsi sempre più forte. Così un matematico britannico, Charles Babbage, programma un sistema di calcolo meccanico, lontano da quello che era invece il funzionamento dell’abaco: primo tra tutti perché è un qualcosa di meccanico, e poi perché permetteva di variare alcuni imput generando delle riuscite differenti. Di particolare interesse è vedere il funzionamento di una particolare macchina industriale chiamata telaio meccanico: ci sono una serie di rimbalzi tra il mondo dell’arte, l’architettura e la tessitura. Nel mondo del Cad il telaio è stata proprio la prima macchina programmabile e programmata. Sempre negli stessi anni un altro matematico George Boole ha questa grande idea apparentemente un po' assurda e cioè di ridurre tutto a zero e uno, sia delle cifre che delle lettere, ma soprattutto delle relazioni (formalizzare quindi tutto attraverso un sistema binario).

La crescita di IBM: questa macchina inizialmente pensata non ha però inizialmente un grande successo per diversi motivi. Bisognerà quindi aspettare l’inizio del ‘900 quando arriva un grosso salto rappresentato dalla IBM. Questa industria elabora la cosiddetta “Patchwork card”, il quale configura dati statistici individuando delle categorie. Ogni scheda è individuale e può essere sia bucata (ossia programmata) e sia letta al contempo fornendo tutte le info necessarie. Un cambiamento avviene nel periodo della guerra, ossia si passa al sistema elettrico: per trasmettere delle informazioni non si utilizza più un qualcosa di fisico (come la scheda perforata), ma l’elettricità che appunto fa viaggiare queste informazioni, attraverso delle piccole lampadine chiamate valvole, che messe in una determinata sequenza, possono mutare dei condotti di informazione di calcolo seguendo un determinato criterio: se c’è o non c’è corrente. Questo mezzo per funzionare ha però bisogno di un linguaggio, di un sistema binario. Si ritorna allora all’invenzione di Boole e questo permette a queste macchine di diventare calcolanti non solo in termini di formulazioni matematiche, ma anche in termini di formulazione logiche.

Dal Transistor al Chip: un grande salto evolutivo si ha con l’arrivo del Transistor, il quale non è più una valvola ma un circuito stampato (all’interno del quale sono presenti anche minerali molto rari e preziosi). Nasce quindi il cosiddetto Chip, il quale ha un’influenza fortissima nella cultura di massa: ad esempio con la radio che diventa più piccola. Questo cambiamento nella radio poi sarà anche evoluto all’interno del computer, permettendo di miniaturizzare il computer stesso. Nasce così il primo computer a transistor di stampo italiano (ELEA di Adriano Olivetti).

Il Personal computer: è nascita fortemente voluta da una cultura libertaria, ossia dall’idea che lo strumento rappresenta in realtà un potere che doveva essere dato a tutti, non solo ai piani alti. Uno dei primi personal computer è chiamato Altair di Ed Roberts: si tratta in realtà di un assemblaggio di una serie di componenti. Successivamente Steve Jobs si unisce insieme al suo amico Wozniak e decisero di mettersi in proprio, fondando la Apple Computer nel 1976. Jobs ha un’idea di base, ossia quello di voler compattare tutti i componenti all’interno di una scatola di legno (Apple1). La rivoluzione di Apple è stata quella di estendere questa tecnologia al pubblico a livello di produzione di massa. Con una serie di finanziamenti riescono ad evolvere questa prima idea dando vita all’Apple2 realizzata in questo caso con la plastica in maniera molto più elegante.

Dos e Pc: differente invece è la storia di Bill Gates, ha una intuizione molto particolare: precedentemente  i computer prima di essere accesi dovevano avere un sistema operativo (ossia bisognava indicare cosa effettivamente dovevano andare a fare), la sua idea fu quella di uniformarlo, ossia di fare un sistema operativo di basso contenuto tecnologico, ma che poteva di fatto funzionare su una ampia gamma di computer; dandogli il nome di DOS (Disk Operating System). Nel 1975 fonda la Microsoft Corporation, la quale produce non hardware ma solo software e un primo sistema operativo. Tutto questo diventa ancora più importante quando l’IBM adotta il sistema di Bill Gates.

Mac e Bit: sul fronte invece del Mac, Steve Jobs ha una seconda intuizione: la prima è quella del case, caratterizzando anche il prodotto come prodotto di consumo. La seconda grande idea è quella di mettere a profitto tutto quello che si faceva all’interno di un’altra azienda che è quella della Xerox. Questo gruppo escogita il cosiddetto “schermo bitmappato”; originariamente gli schemi erano stati pensati per contenere delle linee di calcolo o di testo, poter disegnare all’interno di queste linee era però un qualcosa di estremamente laborioso. La Xerox ha quindi l’idea di creare questi schermi bitmappati in cui ogni dot dello schermo può contenere informazioni (grafici, testi, vettoriali) e lo schermo lo traduce in puntini. Questo schermo può essere navigato con un puntatore (nasce così il concetto del mouse) che può riconoscere il tipo di informazione di ogni singolo puntino. Vengono poi ideati anche dei menù a tendina che permettono di fare differenti operazioni; questo porta anche ad una terza rivoluzione, ossia quelle delle finestre. Ossia uno schermo di un pc può essere organizzato in diverse finestre rifacibili alla stessa matrice (browser) oppure a finestre appartenenti a matrici diverse. La Apple arriva a realizzare nell’83 un computer chiamato Lisa, fino ad arrivare all’84 quando realizzerà il Macintosh. Ci sono delle differenze tra questo ultimo computer e il DOS: il sistema DOS era un sistema aperto, al contrario invece del Macintosh che invece era chiuso e questo permetteva di creare una forte sinergia tra hardware e software. Era inoltre un sistema destinato al consumer products.

Bill and Bits: dopo le grandi invenzioni di Jobs arriva un’altra persona chiave che è Bill Atkinson. Negli anni successivi i sistemi operativi saranno dotati sempre più di nuove routine costruite all’interno del sistema stesso. Ad esempio nel ’85 nasce il post script: fino a quel tempo i disegni e i testi erano bitmappati, lo schermo mandava queste informazioni alla stampante (che era uguale allo schermo ossia per punti), con il post script si passa ad una descrizione, il carattere viene descritto matematica e non è più legato al punto. Questo ha permesso di creare anche risoluzioni molto più alte (ad esempio la lettera A non era più data da un insieme di puntini che realizzavano la forma, ma proprio da una sequenza matematica). Fa anche un’altra invenzione, scopre il linguaggio multimediale in cui prodotti di tipo diverso possono comunicare tra loro tramite link; nasce quindi negli anni ’90 l’HTML.