LEZIONE IV

Ridefinire i confini dell'architettura. Strumenti cognitivi e operativi. L'esempio della nozione di paesaggio e della corda

Punto di partenza per questo nuovo ragionamento è la triade vitruviana, ossia l’interpretazione classica dell’architettura medianti il concetto di bellezza (venustas), di funzione (utilitas) e la costruzione (firmitas). Pensare però all’architettura solo attraverso questi concetti significa non comprendere realmente delle basi importanti dell’architettura stessa: così come Vitruvio aveva espando la nozione di architettura attraverso questi 3 principi, così noi oggi abbiamo una nozione di architettura molto più ampia (ad esempio manca il concetto di luogo e di sostenibilità). I confini dell’architettura non sono quindi statici, ma sono dinamici, si vanno quindi a ridefinire questi confini attraverso l’avvento di nuove crisi.

Per studiare meglio questo concetto possiamo esporre due esempi importanti:

-          PAESAGGIO: paesaggio e natura sono due aspetti diversi. “Paesaggio è la rappresentazione estetica condivisa collettivamente e culturalmente, ma in costante evoluzione, di una parte del mondo”. Da questa definizione possiamo dedurre particolari elementi: non posso parlare di paesaggio senza parlare di rappresentazione; non si da una nozione di paesaggio senza una nozione di condivisione (concetto di socialità, non è una rappresentazione estetica singola, ma condivisa); il concetto di paesaggio non è fissa ma muta costantemente. Il paesaggio nasce in un preciso momento della storia (a Siena con degli affreschi dei fratelli Lorenzetti di un paesaggio campestre e urbano), quando tutte queste culture diverse si sono unite collettivamente, nasce questa rappresentazione (non è una cosa, ossia l’ambiente). A sottolineare la tesi che la rappresentazione pittorica è in costante evoluzione, abbiamo il quadro di Mondrian, dove invece in questo caso troviamo un paesaggio industriale, razionale, fatto di linee. In inglese non esiste la parola paesaggio come la intendiamo noi, ma si fonda due parole “scape” (visione) a cui c’è sovrapposto un sostantivo che ne caratterizza l’ambito (Moonscape, Industrial scape, Landscape ecc.)

-          PAESAGGIO MENTALE: si sviluppa nel momento in cui nascono delle determinate idee, ma queste idee non hanno ancora condiviso collettivamente e socialmente e questo fa del paesaggio non una rappresentazione paesaggistica, ma semplicemente un paesaggio mentale. E’ un qualcosa che ha comunque grandi potenzialità anche se non si ha la certezza che questo poi venga condiviso, può accadere infatti che rimangono sempre all’interno della nostra mente.

Molto spesso l’introduzione di un nuovo strumento comporta la nascita di diverse crisi che a loro volta spingono a guardare il mondo in maniera diversa. Ad esempio nella prima metà dell’800, con l’introduzione della macchina fotografica si ha un nuovo modo di guardare e rappresentare il paesaggio. Inizialmente infatti veniva utilizzata solo per il immortalare il mondo come se fosse olio su tela, successivamente ci si rese conto che poteva essere utilizzare per rappresentazioni diverse dal solito come nel caso della “visione dall’alto” di Nadar. Quindi lo strumento si induce ad una crisi, ma questa criticità diventa modernità nel momento in cui se ne prendono gli aspetti innovativi della tecnologia e non gli aspetti reazionari. Koyre da una importante definizione di strumento “Lo strumento è materializzazione dello spirito”, soprattutto se si pensa allo strumento musicale. Esistono due tipi di strumenti:

-          Cognitivi: permettono di conoscere il mondo in modo diverso, ad esempio attraverso la prospettiva e la matematica

-          Operativi: sono legati alle prassi operative

DALLE CUPOLE DI BORROMINI ALLA SEZIONE AUREA

Nelle ricerche borrominiane è emerso un importante disegno, quello delle “Cupole di Borromini”. Questo disegno è molto importante perché’, con una serie di ragionamenti, ci permette di arrivare alla sezione aurea. Inoltre esprime anche un altro concetto molto importante, ossia che noi siamo in grado di poter costruire buona parte del mondo attraverso una corda e un picchetto (prima idea di compasso). Vediamo ora come si articola questo procedimento:

-    Come prima operazione faccio un punto con il mio picchetto e la corda e traccio un cerchio. Chiamo il punto centrale D.

-   Stendo la mia corda da un punto all’altro, passando per il centro e posso ottenere così una infinità di diametri, scelgo di prendere quello orizzontale. Chiamo i punti del diametro A e B.

-    Dal punto D traccio il raggio perpendicolare al centro e trovo il punto C.

-    Dal centro del raggio DA traccio una parallela a CD trovando i punti E, G e F. Il punto di intersezione sarà G.

-    EF è il lato del triangolo equilatero con B; mentre EF sarà il lato di un triangolo isoscele con C.

-   Con il compasso da G vado in CE e faccio un arco che trova il punto H su BD. Tiro una retta HC, questo sarà il lato del mio pentagono.

Da qui ora è possibile trasformare questo disegno nella sezione aurea:

-    Il segmento HA possiede delle relazioni particolari sia con DA che con GA. Dal punto H mi disegno un rettangolo, il rettangolo aureo. Dopo ver fatto ciò vado a sostituire le lettere usate in precedenza con quelle dei disegni che troviamo anche su internet della sezione aurea.

-    Il segmento totale C sta al segmento più lungo A, come quest’ultimo A sta al segmento più corto B (C : A = A : B = fi, ossia un valore di 1,6)

-   Qui avviene l’incastro, cioè quello che è una regola costruttiva si trasforma in un rapporto aureo. Con questo possiamo dimostrare che fi non è solo un numero greco, ma è una relazione tra dati geometrici derivati da una modalità costruttiva di figure inscritte dentro al cerchio.

Tutto questo ragionamento ci permette di comprendere un aspetto importante dell’architettura del passato. All’epoca infatti non si utilizzavano programmi tecnologici, ma si vedeva l’architettura con un altro occhio, quello della geometria. Ad esempio l’altezza delle piramidi non veniva calcolata attraverso lo studio delle nuvole dei punti, ma attraverso la sua ombra.