TEMPO PRIMA DIMENSIONE DELLO SPAZIO

Leggendo l’articolo sono scaturiti dei ragionamenti interessanti legati al rapporto tra spazio e tempo.

Il tempo è la prima dimensione dello spazio: non si da spazio se non si da tempo. Per capire questo concetto dobbiamo metterci in una situazione limite, ossia quella di uno spazio ad una sola dimensione. Immagiamo di vivere immersi una dimensione esclusivamente lineare, senza conoscerne altre. Come facciamo noi a descrivere questo mondo solo lineare? Evidentemente la vista non c’è di aiuto perché tutto apparirà schiacciato su un unico punto. La risposta deve quindi arrivare da un’altra esperienza. Il modo di conoscere questo spazio lineare può avvenire solo percorrendolo. Posso infatti calcolare il tempo da un punto ad un altro e proprio questo intervallo è ciò che ci permette di descrivere questa condizione spaziale. Il tempo diventa così la prima dimensione conoscitiva e descrittiva dello spazio e anche la dimensione generativa.

Lo spazio è un intervallo percorribile: concetto tanto spaziale quanto temporale. Questo utilizzo del tempo ella formulazione dello spazio che arriva ad ampliare il primo postulato di Euclide: per Euclide “il punto è ciò che non ha parti”. Adotta alcune componenti della definizione astrofisica di buco nero che ha massa infinita, curvatura infinita e non ha né tempo né spazio. Lo spazio e il tempo si generano insieme e sono tra l’altro governati da una relazione nota (1 secondo = 300.000 chilometri e cioè la velocità della luce).

Punto è ciò che non ha spazio, né tempo: non ha un intervallo percorribile.

Proviamo a chiederci: come faccio a percepire una figura a tre dimensioni se vivo in un mondo a due? Per rispondere facciamo un esperimento. Immaginiamo di incastrare una sfera in un piano. Se facciamo intervenire su questa sfera un fattore tempo, questa inizierà a muoversi in già e in su, in modo tale che la sezione d’incastro sul piano diventi progressivamente più grande. Se circumnavighiamo la sezione di incastro una seconda volta scopriremo che il cerchio è diventato più grande, e facendolo una terza volta diventerà il triplo. Questo fenomeno risulta essere inspiegabile nel mondo a due dimensioni. In sostanza io avrò la percezione che la sfera abbia due dimensioni, ma se iniziassi a girare intorno alla sfera essa prenderà dimensioni maggiori o minori. Quindi da un mondo a due dimensioni io posso sperimentare un modo ad una dimensione inferiore, ad esempio una linea ma anche un punto. Possiamo invece concepire il mondo a tre dimensioni soltanto se la sfera ruota e quindi anche in questo caso abbiamo l’intervallo del tempo.

Da un sistema inferiore si ha proiezione di uno di livello superiore. Ad un livello inferiore hai le proiezioni de livello superiore. Io posso intuire ciò che c’è sopra. La linea essendo ad una dimensione è contenuta all’interno del piano e ne possiamo percepire una infinità. Dalla linea è possibile scendere di dimensione, ad esempio possiamo considerare tutti i punti che compongono la linea. Anche nel concetto di sfera ci sono i piani (infinite sezione di cerchio). Proiezione è la parola più importante per esprimere questo concetto, quando sono in un mondo a due dimensioni posso avere una sorta di proiezione, idea, ombra di quella che può essere la rappresentazione in terza dimensione.

Ogni sistema di riferimento è valido al suo interno e ha uno spazio e un tempo autonomo: se pieghiamo il foglio fino a quasi far toccare i due lembi e immaginiamo che un vermetto percorra tutto questo foglio. Questo è un modo per lui di conoscere quello che è lo spazio del foglio e ha un suo tempo di percorrenza. Questo vale solo nel mondo delle due dimensioni, nel momento in cui lo vedo a tre dimensioni il tempo avrà un parametro diverso e non lo possiamo considerare uguale perché non è concepibile nelle due dimensioni.

Quattro dimensioni: il salto fondamentale che dobbiamo fare ora è quello di andare a considerare una quarta dimensione. Questa quarta dimensione non è affatto il tempo, ma è una dimensione geometrica che estende la geometria xyz nella progressione che abbiamo descritto. Se lo spazio a tre dimensioni da cui partiamo è ad esempio un cubo, traslando un cubo avremmo uno spazio idealmente racchiudo in un ipercubo che termina e comincia con un cubo e che avrà sedici vertici invece che otto del cubo iniziale.

Qual è la navigabilità prevalente di uno spazio a quattro dimensioni?: in quella lineare la navigabilità è solo quella del binario, in quella a due è evidentemente piatta, in quella a tre è anche verticale ma la navigabilità del mondo a quattro dimensioni è esattamente quella del salto. Se in un mondo a due posso cambiare continuamente linea e in quella a tre posso cambiare continuamente piano, in quella a quattro posso cambiare sistema di riferimento tridimensionale. La navigabilità di base di un mondo a quattro è quella che permette di saltare da un mondo a tre dimensioni a un altro mondo a tre e questo salto non è solo spaziale, è spazio-temporale. La navigabilità delle quattro dimensioni è quindi quella del salto.

Possiamo quindi sintetizzare il tutto dicendo che lo spazio ha una serie di caratteristiche comuni agli altri:

-          Il tempo è la prima dimensione dello spazio

-          Lo spazio è un intervallo percorribile

-          Punto è ciò che non ha spazio né tempo

-          Ogni sistema di riferimento inferiore è contenuto da uno superiore

-          Da un sistema inferiore si ha proiezione di un sistema superiore

-          Ogni sistema di riferimento è valido al suo interno e ha uno spazio e un tempo autonomo

-          In ogni sistema di livello superiore coesistono infiniti sistemi di riferimento di livello inferiore