LEZIONE XVII

F.O.G. Frank Owen Ghery. Masse, traiettorie e collisioni

Abbiamo visto come Eisenman è l’architetto di riferimento se parliamo dei vettori e dei layer, allo stesso modo Ghery fonda la sua pratica progettuale sul lavoro della massa, traiettorie e collisioni, un lavoro dunque sulle tre dimensioni e sui volumi. Il suo operato si muove su sei verbi azione, importanti per comprendere le operazioni che Ghery fa nelle sue opere sulla massa e sui volumi: Assemblare, Spaziare, Separare, Fondere, Slanciare, Liquefare.

Per comprendere al meglio il pensiero di Ghery dobbiamo soffermarci innanzitutto sul concetto di imprinting. Il termine imprinting deriva da Lorenz, un etologo, studioso del comportamento animale. Studiando infatti il comportamento di alcune papere, vide che loro riconoscevano Lorenz stesso come loro mamma perché avevano avuto una sorta di imprinting; è una sorta di memoria perduta. Il termine italiano sarebbe impressione, ossia qualcosa che si imprime nella nostra memoria e che informa, modella. L’imprinting di Ghery è quello del ferramenta del nonno. Fin da piccolo armeggiava e passava molto tempo in questa ferramenta ed era quindi sempre circondato da questo tipo di oggetti e di materiali che diventeranno parte fondamentale della sua architettura.

ASSEMBLARE 

Le prime opere risalgono agli anni ’60. Nel ’62 fonda il sui primo studio, per i primi 15 anni si afferma solo in America e si muove su uno stile che deriva dall’arte minimalista con volumi; realizza prettamente ville unifamiliari. Vediamo alcune opere:

- Casa Spiller, Venice 1978-1979: Il programma è diviso in due parti: una casa più grande per il proprietario e una più piccola per un inquilino. Tra le due, la separazione-unione del sistema di distribuzione lungo il patio. Ciascuna apertura (la finestra a nastro, l'asola verticale che rigira sulla copertura, lo skylight) gode di autonomia, come una nota o un suono a sé stante. Della poetica dell'elenco fanno anche parte tutto un mondo di passerelle, ponti, recinzioni, finestre, pannelli solari, tettoie che attaccano in un vortice di informalità la scabra scatola di base.

- Casa Gehry, Santa Monica 1978: Una delle case più importanti è la sua casa a Santa Monica nel 78, in quel periodo veniva da una crisi personale e decide anche di chiudere il suo primo studio, influenzato troppo dall’arte cerca di intendere l’architettura come ricerca estetica, espressiva ed artistica. I collegamenti con l’arte, soprattutto con la Pop Art, sono fortissimi e questa casa diventerà il centro di sperimentazione delle sue idee. In quegli anni in America andava forte la Pop Art. Gehry avvolge la vecchia casa con un fabbricato a forma di "U", aggiungendo delle funzioni facendo un ampliamento. Un lato rimane intatto (è occupato sui due piani da camere da letto sui fronti opposti con bagno al centro) ma sugli altri tre scatta la novità. L'assemblaggio tra i due corpi avviene con l’utilizzo di lamiere metalliche. Gli interni sono continui, drammatici, teatrali; i materiali, grezzi e industriali, si insinuano dai fronti agli spazi interni: addirittura l'asfalto stradale diventa il pavimento della cucina. Nasce un sentire informale, disadorno, povero, planare. Lo chiamerà cheapscape.

CASA SPILLER

CASA GHARY

SPAZIARE

E' l'atto di creare uno spazio tra gli edifici successivo all'assemblaggio degli edifici. L’architetto crea delle separazioni dei volumi creando degli spazi di risulta tra gli edifici. La spazialità è data dei volumi, ma la parte più interessante è quello che accade tra questi volumi. Vediamo alcune opere:

- Padiglione ospiti, Residenza Winton, Wayzata (Minnesota) 1983-1987: Opera emblematica della metà degli anni Ottanta. Vi si condensa un uso "narrativo" della composizione per volumi, una ricerca tattile sui contrasti dei materiali, uno svolgersi dinamico della pianta e delle forme che affonda nel sentire a-prospettico del Romanico. Il programma è minimo: due camere da letto complete, una zona soggiorno, dei locali tecnici che possono anche funzionare da piccola cucina, da deposito o da garage. L'architettura invita a scoprire visuali sempre nuove e tentare di interpretare la natura geometrica dei singoli volumi (che all'interno dettano inedite spazialità). Nell'insieme una risposta difensiva, ma validissima, allo storicismo allora imperante.

- Piano ed edifici per la Loyola Law School, Los Angeles 1978-199: Chiamato a redigere il piano di sviluppo del piccolo campus, Gehry disarticola il programma in edifici distinti. È una convincente strategia pratica, ma soprattutto il motore della soluzione architettonica. Non conta tanto la singolarità dell'edificio quanto lo spazio pubblico che esso crea e la socialità che promuove La strada interna viene deformata in piazzette oblique con una logica di creazione "sommatoria", analitica. Nel disegno degli edifici si attua una tecnica di "trasfigurazione" che, partendo da icone note (il tempio, la galleria, la chiesa), le pone in crisi nei materiali, nei colori, nei contrasti volumetrici.

PADIGLIONE OSPITI, RESIDENZA WINTON

PIANO ED EDIFICI PER LA LOYOLA LAW SCHOOL

SEPARARE

Diretta conseguenza del passaggio precedente, possiamo ritenerla come un’operazione ancora più forte. Vediamo alcune opere:

- Centro commerciale, uffici e museo Edgemar, Santa Monica 1984-1988: La Driving Force è il commerciale, il posizionamento è su un'arteria molto importante della città. L'idea che risolve uno stimolante programma (negozi, uffici, un ristorante, un piccolo museo) è lo scavo del blocco edilizio, come fa una forra in una massa tufacea. Dalla strada si dipartono due rigagnoli che si congiungono in una piazzetta interna dove arriva la rampa del parcheggio e si aprono altri invasi, piazzette e vicoli formati dalla riabilitazione di alcuni fabbricati esistenti. All'incunearsi del percorso verso l'interno, Gehry associa una scoppiettante eruzione di eventi. I materiali (intonaco, pannelli galvanizzati in metallo o in rame), i volumi (lucernari o terrazze e scale racchiuse dalle reti) e forme libere che incorniciano il cielo fungono da richiami e creano una avvolgente creazione tridimensionale modellata dal movimento dei fruitori.

- Museo California Aerospace, Los Angeles 1982-1984: Due intuizioni alla base del progetto: da una parte dividere lo stretto edificio (che si addossa al fabbricato esistente che ospita il resto dell'esposizione) in tre parti. All'interno la distribuzione crea passerelle che si protendono nei due grandi invasi a tripla all'altezza, all'esterno un edificio in stadi, come un missile sdraiato suddiviso nelle sue diverse camere di combustibile. Seconda intuizione è il ruolo della scultura quale segnale, simbolo, evento. Memore del cavaliere di Scarpa, Gehry incastra un aereo all'esterno del museo.

CENTRO COMMERCIALE, UFFICI E MUSEO EDGEMAR

MUSEO CALIFORNIA AEROSPACE

FONDERE

Sono sempre delle operazioni sui volumi che lui fa. Questi volumi vengono fusi insieme. Interessanti sono anche gli spazi interni con lucernari, punti luce ecc. Vediamo alcune opere:

- Centro di arti visive, University of Toledo, Ohio 1990-1992: Il nuovo Centro si conforma su una "L" aperta verso il museo già esistente nel campus. Si determina così una corte di mediazione su cui affaccia un percorso galleria che organizza i flussi dell'edificio. Semplici rapporti cromatici e spaziali si instaurano tra il neoclassico edificio esistente, il vetro verde della galleria, i pannelli color piombo del rivestimento. Nella nuova piazza interna, i volumi vetrati richiamano i fenomeni di cristallizzazione dei minerali, mentre il perimetro esterno è la scorza di una splendente montagna artificiale.

- Allestimento della retrospettiva The Architecture of Frank Owen Gehry, Curatore M. Friedman, Walker art center, Minneapolis 1986: La mostra (un onore raro e una manifestazione controcorrente) crea la sensazione di essere dentro una delle sue architetture. L'entrata è attraverso un'ogiva rivestita di scaglie e illuminata da lampade in formica, la scultura di un pesce volge la testa verso un lucernario, i mobili in cartoncino realizzati dal 1969 sono inseriti in una stanza fatta dello stesso materiale, le scale sono accompagnate dalle sue foreste pietrificate.

CENTRO DI ARTI VISIVE

ALLESTIMENTO DELLA RETROSPETTIVA

SLANCIARE

Si basa sulle linee forza, movimenti dello spazio che lanciano delle traiettorie. È una sorta di collisione di volumi verso l’esterno. Vediamo alcune opere:

- Auditorio Walt Disney, Los Angeles 1988-2003: Lavoro di grande complessità (destinato a essere il principale Auditorium della città e uno dei più importanti al mondo) necessita di una grande sala per 2400 persone, numerosi servizi tecnici ma anche spazi sempre aperti al pubblico per funzioni ricreative e commerciali. L'ultima di una lunga serie di alternative prevede la localizzazione centrale della sala con attorno gli spazi accessori. Il perimetro dell'isolato viene eroso: il verde vi si incunea e i cittadini possono attraversare diagonalmente l'area. L'opera canta le superfici curve, le traiettorie che da rette si inarcano nello spazio, l'irradiarsi con la forza vegetale e intensa di un fiore. All'interno, i pilastri si arcuano come alberi a sorreggere le lastre ondulate dei pannelli. La grande sala concerti è come un violino, un contrabbasso, una chitarra. I requisiti acustici sono risolti con listelli arcuati che formano rigonfie vele pendenti dal soffitto; un grande organo-scultura è posto nella gradinate dietro l'orchestra e asole vetrate fanno penetrare la luce naturale.

- Museo Guggenheim, Bilbao Spagna 1991-1997: Gehry sceglie per il progetto un'intersezione" cittadina: una zona industriale inutilizzata, allungata longitudinalmente lungo il fiume, scavalcata da una rampa e posta tra il centro e le nuove espansioni. L'idea principale del progetto è la concatenazione tra i corpi che s'intrecciano con virulenza meccanica uno sull'altro. Viene creata una piazza su cui gravita non solo la biglietteria al museo, ma anche un piccolo auditorium, ristoranti e negozi. Ne risulta un progetto strettamente connesso alla città e alle banchine sul fiume: ai migliaia di automobilisti che percorrono giornalmente il Ponte sul Nevrion si apre una delle più spettacolari creazioni plastiche mai costruite. Un atrio di 50 metri di altezza consente grandi installazioni e disimpegna tre livelli di gallerie, un ampio ascensore e i vari corpi espositivi. Gli uffici, i depositi e le altre funzioni si inseguono per terminare con un corpo allungato e arcuato, alto 30 metri e lungo più di 100, che si incunea sotto il ponte de la Salve. Gehry concepisce in rapidi schizzi e in successivi bozzetti plasma la materia, verifica gli spazi, gli effetti tridimensionali, il gioco dei cavi e dei pieni. Realizzato un modello soddisfacente si può digitalizzarlo e realizzare un nuovo modello, questa volta elettronico, che sarà la base di migliaia di altre verifiche e modifiche. La più potente macchina inventata dall'uomo comincia a mantenere, anche per l'architettura, le sue promesse.

AUDITORIO WALT DISNEY

MUSEO GUGGENHEIM

LIQUEFARE

E' come se questi edifici si stessero sciogliendo e c’è anche una sorta di smaterializzazione. Crea edifici che rimandano quasi l’andamento dell’acqua con una configurazione ondulata. Vediamo alcune opere:

     - Centro EMR, Bad Oeynhausen Germania 1992-1995: Il programma riguarda la produzione, lo studio e la diffusione di energie alternative e altrettanto stimolante è il sito con un fronte urbano e l'altro verso un cuneo di verde semi-agricolo. Il progetto presenta il ribaltamento di una precedente impostazione: nell'Edgemar i percorsi erano un liquido che scava la massa, qui sono i fabbricati che si spandono fluidamente all'intorno. Gli uffici, le sale riunioni, la piccola centrale di energia, l'atrio creano una figura che può essere letta alternativamente come pieno o vuoto. È la presenza dell'architettura nel paesaggio la chiave o una sua interpretazione "idrogeologica" come vediamo nelle mappe delle aree di bacino dei fiumi?

     - Casa Lewis, Cleveland, Ohio 1989-1995: Gehry e il novantenne Philip Johnson progettano la casa senza reti, per rigenerarsi. Il programma di 2200 mq prevede un misto di aree pubbliche e di aree private per la ricca famiglia e diversi per gruppi di ospiti. L'ultima di una serie numerosissima di versioni, ha quattro igloo (pranzo, soggiorno, camera da letto, studio) che si rifrangono su uno specchio d'acqua. Questi volumi fuoriescono da un meandrico drappeggio che termina su un lato con il garage (con sopra la casa del personale) e sul lato opposto con la vasca per il nuoto. Sull'altro lato un pezzo meccanico (una specie di casa eremo) si incastra nella hall-galleria, mentre isolata è la casa degli ospiti. Come un guanto continuamente girato su stesso interno e esterno si mescolano e un sentire sottomarino, fluido, marsupiale emerge. Si è inaugurata una nuova fase o è solo un esperimento? Questa casa in continua evoluzione riporterà, per una nuova via, al non finito che aveva segnato il vero esordio di Gehry a Second Street?

CENTRO EMR

CASA LEWIS