Perché le STEM?

Che cosa sono le STEM?

STEM (Science Technology Engineering Mathematics): un acronimo che recentemente è sulla bocca di molti insegnanti e formatori, magari ampliato con l'Arte per cui diventa STEAM o alle attività di Reading&writing per cui diventa addirittura STREAM... Quindi ruscello, corrente, qualcosa che si inserisce nel flusso della didattica e aiuta gli allievi a capire meglio e a sviluppare i concetti base di molte discipline, in particolare quelle scientifiche. L'uso della lingua è trasversale, quindi sappiamo bene, e la nostra esperienza lo conferma, che per costruire con un'attività STEM un tassello di conoscenza autentica si deve passare attraverso la riflessione, il confronto in un gruppo, e qui servono sia il parlato che lo scritto.

Pensiamo che il laboratorio STEM sia il luogo adatto per far pensare usando le mani: unire il fare al pensare è una sfida pedagogica non nuova. La scuola attiva ha sempre sostenuto questo. Evitiamo di fare retorica dicendo che i nostri allievi, nativi digitali, ne hanno bisogno... lo sappiamo tutti. Ma i modi non sono così scontati, soprattutto non è scontato che questo modo di "insegnare" si attui nelle scuole.

Che cosa c'è nel laboratorio STEM?

Il laboratorio STEM non è un vero "laboratorio" perchè per realizzare le attività non serve uno spazio attrezzato in modi particolari e con strumenti particolari. È l'attività che proponiamo ogni volta che orienta le scelte di materiali e strumenti. Tuttavia nell’aula è opportuno creare un piccolo spazio in cui collocare alcuni materilali e strumenti di uso frequente che dovrebbero sempre essere a disposizione e prevedere anche uno spazio in cui esporre i prodotti una volta realizzati.

I materiali possono essere in gran parte di recupero e soprattutto variano in base all’attività (carta, elastici, polistirolo, colla, colori di vario genere, listelli e cubetti di legno, bottiglie e contenitori di plastica, motorini, batterie, led, fili elettrici, nastro adesivo normale e biadesivo, nastro isolante…). Le famiglie in genere contribuiscono volentieri alla raccolta di questi materiali che, se non riutilizzati, finirebbero in discarica. Le “collezioni” si ripongono dentro scatole di cartone etichettate per poterli reperire facilmente al bisogno e abituare gli allievi a tenerle in ordine.

Gli strumenti si dispongono su pannelli o in altri contenitori e devono essere in quantità sufficiente per far lavorare alcuni gruppi di allievi (forbici, righelli, seghetti, cacciaviti, martelli…).

Se nel laboratorio STEM inseriamo attività con l'elettricità o l'elettronica servono anche fili elettrici, fermagli, "coccodrilli", LED, batterie da 1,5 volt o ricaricabili da 1,2 volt, carta stagnola, chiodi ....

STEAM e competenze

L’introduzione di attività STEAM nella quotidianità del lavoro di classe, in Italia, è ben lungi dall’essere un modello consolidato, nonostante gli stimoli provenienti da diverso tempo dal MIUR che ha finanziato molti progetti. Le scuole, gli insegnanti hanno bisogno di formazione, di imparare a progettare le attività della classe in un altro modo e di diventare competenti nell’uso di tutti gli strumenti che la tecnologia offre. Per farlo hanno bisogno di buoni esempi da imitare.

Si parte da un progetto che si vuole realizzare e intorno ad esso si evidenziano tutti i collegamenti disciplinari.

Ognuna delle fasi di realizzazione dell’attività STEAM richiede competenze diverse che non si possono attribuire ad un’unica disciplina, le discipline sono necessariamente «mescolate» e le conoscenze devono continuamente esser tradotte in competenze spendibili in questa come in altre circostanze. L’allievo apprende le discipline direttamente attraverso la pratica, il suo obiettivo è quello di divertirsi nel risolvere piccole e grandi sfide, ma, nello stesso tempo, deve sapere che conoscenza usare per ottenere il risultato che gli serve.

La consapevolezza di ciò che si sa è un passaggio fondamentale nel processo di apprendimento, solo quando si sa prendere la conoscenza giusta al momento giusto si è competenti.

Nelle attività proposte l’allievo è coinvolto in prima persona, deve usare le sue capacità e sentirsi responsabile. Questo concorre anche alla formazione delle competenze di cittadinanza e, quando il lavoro si svolge in gruppo, delle competenze sociali per l’esigenza di suddividere i compiti, di rispettare i tempi, di collaborare per raggiungere un obiettivo comune.

Le 4 C di questo modello didattico sono in sintonia con le competenze chiave di cittadinanza elaborate dall’Unione Europea e fanno il paio con altre 4C riguardanti le competenze di base per il 21° secolo, elaborate negli Stati Uniti, consistenti in Creativity (creatività), Critical thinking (pensiero critico), Communication (comunicazione) and Collaboration (collaborazione).

Tutte queste competenze costituiscono il quadro entro cui elaborare una proposta didattica in linea con i processi innovativi in atto nella nostra scuola che conducono ad un cambiamento graduale delle metodologie di insegnamento.

STEAM e valutazione

La valutazione, in questo contesto, diventa qualcosa di molto diverso dal ricevere un voto, i criteri per valutare questa attività vanno esplicitati in partenza per far sì che l’allievo possa “autovalutarsi” nel corso del lavoro e impieghi tutte le sue energie per ottenere il risultato voluto e per migliorare nel tempo le proprie prestazioni.

Spesso è l’oggetto stesso che consente di «validare» tutto il processo precedente: l’oggetto costruito o funziona o non funziona e se non funziona bisogna tornare indietro per capire come mai. Il valore positivo dell’errore, il superamento dell’inciampo sono tutte abilità che contribuiscono a creare uno spirito critico e a far maturare negli allievi il senso di responsabilità di fronte al compito. Facciamo anche educazione civica, in questo senso.