Vola colomba, una canzone, una città che voleva essere italiana.
Di Giulia Palumberi 4 D
Di Giulia Palumberi 4 D
Il documentario “Vola colomba, Trieste 1954" celebra il settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all'Italia, un evento che segnò la fine di un lungo e travagliato periodo di transizione politica e culturale. Diretto da Renzo Carbonera e prodotto da Venicefilm in collaborazione con Rai Documentari, il film esplora in profondità i dieci anni che seguirono la fine della Seconda guerra mondiale, in cui Trieste rimase divisa tra l'amministrazione anglo-americana e le pressioni territoriali della Jugoslavia.
Il documentario ricostruisce il complesso contesto politico e sociale tra il 1945 e il 1954: dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra, Trieste fu occupata per 40 giorni dalle truppe jugoslave di Tito, un periodo segnato da violenze, deportazioni e oppressioni.
Successivamente, la città fu amministrata dalle forze alleate anglo-americane, diventando una terra di frontiera contesa tra Italia e Jugoslavia.
Il 26 ottobre 1954, con il Memorandum di Londra, Trieste venne finalmente restituita all'Italia, un evento accolto con entusiasmo da tutta la nazione.
L'opera si sofferma sugli effetti di questa situazione sulla popolazione triestina: la città, simbolo di un'identità italiana forte ma geograficamente isolata, visse un senso di smarrimento e precarietà.
La canzone "Vola Colomba" di Nilla Pizzi, vincitrice del Festival di Sanremo del 1952, divenne l'inno non ufficiale della speranza di ricongiungimento, evocando il desiderio di pace e appartenenza alla madrepatria.
Il documentario è arricchito dalle voci di testimoni e figure illustri: Paolo Mieli, storico e giornalista, analizza il contesto internazionale dell'epoca e le dinamiche diplomatiche.
Toni Capuozzo, giornalista triestino, offre un racconto emotivo dei luoghi e degli eventi, approfondendo il senso di appartenenza e resilienza della popolazione locale.
Italia Giacca, esule istriana, narra le tragedie vissute dalle comunità italiane costrette a lasciare le terre della Dalmazia e dell'Istria.
Bruno Pizzul, cronista sportivo, ricorda l'impatto di quel periodo sullo spirito collettivo italiano.
Trieste oggi
Il film esplora l'eredità di quegli anni, mostrando come il ricordo del passato sia ancora vivo nella cultura triestina. La città, con la sua posizione strategica e il suo carattere multiculturale, è oggi un simbolo di resilienza e identità europea.
"Vola Colomba, Trieste 1954" è un'opera che riesce a combinare una rigorosa ricostruzione storica con un toccante approfondimento umano. La narrazione alterna momenti di commozione, come le immagini degli esuli e delle celebrazioni del 1954, a spunti di riflessione sulle conseguenze delle guerre e delle divisioni ideologiche.
Trovo che il documentario sia particolarmente rilevante in un'epoca come la nostra, in cui il concetto di confini e appartenenze nazionali è ancora oggetto di dibattito. La storia di Trieste ci ricorda quanto possano essere profonde le ferite causate dalle divisioni politiche e culturali, ma anche la forza della memoria e della volontà di ricostruzione.
Inoltre, il focus su elementi culturali, come la canzone "Vola Colomba", dimostra quanto l'arte possa svolgere un ruolo cruciale nel dare voce ai sentimenti collettivi di una comunità. È significativo che un episodio così complesso della nostra storia venga raccontato non solo attraverso documenti ufficiali, ma anche tramite le emozioni e i ricordi delle persone comuni.
In sintesi, "Vola Colomba, Trieste 1954" non è solo un documentario storico, ma anche un invito a riflettere sulla nostra identità, sul valore della libertà e sull'importanza di mantenere viva la memoria delle nostre radici.