Trieste 1954
Vanessa Barrera 3 D
Vanessa Barrera 3 D
Il documentario che ho visto oggi si chiama “Vola Colomba”, tratto da un titolo di una canzone di Nilla Pizzi (vincitrice di Sanremo 1952).
Questo documentario è visto come un riflesso delle speranze e delle sfide che la popolazione triestina affronta in un periodo di transizione. Le storie raccontate nel documentario potrebbero collegarsi con le esperienze di coloro che hanno vissuto la difficoltà di ricostruire le proprie vite e la propria identità in un contesto complesso e sempre in evoluzione.
Le tensioni etniche e le questioni di identità sono temi centrali, della vita della città di Trieste con la sua storia multiculturale, che rappresenta un punto di incontro tra diverse culture e tradizioni. Il 1954 è un anno cruciale per Trieste, segnato da eventi storici significativi che hanno avuto un impatto profondo sulla città e la sua popolazione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Trieste si trovava in una situazione di incertezza politica e territoriale. Fino al 1947, la città era stata parte del territorio libero di Trieste, una situazione che portava con sé tensioni tra Italia e Jugoslavia. Ritornando nel 1954 con il Memorandum di Londra, si concluse un periodo di conflitti e divisioni. Trieste a seguire viene restituita all’Italia, ma sotto particolari condizioni. Possiamo anche riflettere che il 1954 è una data che segna non solo un cambiamento politico, ma anche un momento di nuove opportunità per una città che ,dopo tanti anni di sofferenze, ha la possibilità di riscoprire e valorizzare la sua unicità. Ciò che ho visto e ascoltato mi ha fatto capire che della storia italiana, oltre a tanti altri grandi momenti storici magari più noti, noi ragazzi sappiamo ben poco, invece, è impensabile non sapere un pezzo della nostra storia e della nostra cultura. Quello che mi ha molto stupito è stato come la gente vissuta in quel periodo abbia la forza di raccontarci ciò che ha provato, e con quanto coraggio riesca ad esporre tutte le vicende accadute con tanta leggerezza da mozzare il fiato. Infine il titolo del documentario mi dà un significato molto forte e simbolico, e per questo l’ho molto amato.