Le Soluzioni

Il percorso di chimica degli alunni della classe 4^ della scuola primaria

L’insegnante chiede di rispondere individualmente a domande sulle soluzioni: cos’è una soluzione?; cos’è una sostanza solubile? Fate qualche esempio di sostanza solubile a voi nota. Infatti non basta dare un nome alle cose: bisogna capire cosa siano le cose di cui si parla. La parola “soluzione” rimanda immediatamente i bambini ai problemi che risolvono a scuola. Per allargare il significato del termine non è sufficiente la spiegazione dell’insegnante perché appropriarsi del significato di una parola, in termini scientifici, implica una serie di operazioni complesse: osservazione, analisi, classificazione, definizione. Prima di diventare il simbolo del concetto, le parole sono strumenti per l’astrazione, la sintesi, la descrizione dei tratti essenziali.L' indagine sulle conoscenze possedute dai bambini permette all'insegnante di individuare la capacità di stabilire relazioni concettuali tra ciò che si sta facendo nell’immediato e le conoscenze e i saperi che ciascuno ha a disposizione; la capacità di attingere a quei saperi; la capacità di modificare, allargandola, la gamma di significati che può assumere un termine.

Osservazione del comportamento delle sostanze con l’acqua

L’insegnante predispone il materiale necessario per l’esperienza: acqua distillata, sale, zucchero, polvere di marmo; bicchieri trasparenti. Chiede ai bambini di mescolare un cucchiaino delle tre sostanze con l’acqua messa in tre bicchieri e di descrivere individualmente il comportamento delle tre polveri. Prendere spunto dalle esperienze quotidiane, da materiali usati in situazioni familiari, diverse da quelle scolastiche, permette di recuperare quegli aspetti della realtà che spesso rimangono nell’implicito, vengono dati per scontati, e che, invece, devono essere indagati e analizzati a fondo per essere compresi veramente.

La prima fase, quella dell'osservazione e della descrizione dell’attività, fa emergere la capacità di ciascuno di osservare le caratteristiche delle sostanze; la seconda fase dà la possibilità di esprimere individualmente le proprie riflessioni alla luce di ciò che è stato osservato.

L’esperienza viene ripetuta utilizzando altri materiali: olio, solfato di rame, sabbia, caffé… I bambini costruiscono una tabella per raccogliere i dati osservati e descritti e la aggiornano ad ogni nuova prova. Si costruisce così uno strumento utile per la classificazione delle sostanze in base al loro comportamento con l’acqua. Dall’analisi e dalla discussione emerge una definizione operativa di soluzione e sostanza solubile.

Conclusioni collettive condivise

Con gli esperimenti abbiamo visto che non tutte le sostanze si comportano allo stesso modo: alcune si mischiano all’acqua e non si vedono più (sostanze solubili); altre non si sciolgono né si mischiano con l’acqua e si riconoscono bene (sostanze non solubili).