Una lettera da Vienna

Da Vienna a Trento , 25 luglio 1866 , affrancata con 5 kreuzer

-----------------------------------------------------------------------------

Vienna, 25 luglio 1866


(...omissis...)


F. dovrebbe venire da Udine a Gorizia in carrozza essendo le truppe austriache ritirate all’Isonzo. Ad oggi sentiamo che gli Italiani si sono spinti non solo a Udine ma subito dopo anche sino alla Pontebba per cui non capitano più da colà né merci né lettere. Temiamo che da un giorno all’altro siano interrotte le comunicazioni anche dalla vostra città a noi a meno che la tregua non s’estenda sino là come qui, che venne fissata a 5 ed ora a 10 giorni, fra la Prussia e l’Austria onde trattare la pace che desideriamo si combini al sollievo del commercio del tutto languente e oppresso.


---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Questa lettera è di particolare interesse poichè documenta lo stato d'animo e la percezione dello stato della guerra da parte Austriaca in un momento cruciale del conflitto. Lo scrivente è in rapporto d'affari con un commerciante di tessuti di Trento per conto del quale vende il prodotto in Austria a fronte di una provvigione. La lettera reca la data del 25 luglio e parla della caduta di Udine (che venne  effettivamente occupata dalle truppe Italiane tra il 23 e il 24 luglio) e del possibile spingersi dell'Esercito Italiano sino alla Pontebba . Si tratta di una assoluta esagerazione poichè la gola della Pontebba - che segnava il confine orientale tra la Repubblica di Venezia e l'Impero Asburgico - si trova a oltre 70 chilometri a Nord di Udine ed era presidiata dalla truppe Austriache.  Il Gianfranceschi manifesta inoltre il timore che anche la caduta di Trento sia imminente perchè non gli era dato sapere che il giorno successivo , 26 luglio, sarebbero cessate le ostilità anche tra l'Italia e l'Austria e quindi che per pochi giorni ( o forse poche ore ) Trento sarebbe rimasta in mano Austriaca. Si tratta di una circostanza storica sulla quale sono stati versati fiumi di inchiostro perchè la Divisione del Gen. Medici inviata dal Gen. Cialdini ad occupare Trento era riuscita con una condotta militare rapida ed efficace ad arrivare sino alle porte della città.  La mattina del 24 luglio Il Gen. Medici scriveva al Gen. Cialdini da Levico : " Se avessi con me altri sei battaglioni bersaglieri sarei stasera a Trento ma anche così non dispero arrivarvi" .  Invece alla mezzanotte dello stesso giorno il Gen. Lamarmora scriveva al Gen. Cialdini che era stata stabilita una sospensione d'armi e che le teste delle colonne dovevano essere immediatamente arrestate.  Questa infausta circostanza fecè si che Trento rientrasse in seno all'Italia solo mezzo secolo più tardi cioè alla fine della I Guerra Mondiale che, non  a caso, molti definiscono IV Guerra di Indipendenza.

Generale Giacomo Medici