Da Ancona a Firenze il 27 giugno 1866 affrancata con 20c sovrastampato III tipo
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Ancona 27 giugno 1866
Questa mattina, come ti ho scritto, la flotta Austriaca, era in mare in faccia alle mie finestre,
_________________________________________________ la nostra flotta mi arrivavano le prime palle nel momento in cui si alzava e stava facendosi la toilette. ________ a colazione mi ha detto un capitano della nostra flotta che la flotta Austriaca avrebbe senz’altro bombardato Ancona se non trovava la nostra flotta. Ci hanno tirato 3 colpi di cannone le cui palle sono arrivate sino al porto. Ma la nostra flotta ossia una decina di legni che erano qui hanno subito impegnato i legni Austriaci che sono immediatamente fuggiti: ho ________ dalla finestra senza capir nulla perché credevo fossero tutti nostri legni e ______ dalla scogliera ho veduto tutto. I legni Austriaci erano alla distanza di 3 miglia dal porto. Tutti i cannonieri erano corsi ___________ colle miccie accese perché si credeva sicuro l’attacco.
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All'alba del 27 giugno 1866 la flotta Austriaca, al comando dell'Ammiraglio Tegethoff, si presentava di fronte ad Ancona sfidando la flotta Italiana ormeggiata in porto. Si trattava di una prova di forza da parte degli Austriaci, i quali, reduci dal successo di Custoza di tre giorni prima desideravano rafforzare il primato conseguito in terra con una dimostrazione di superiorità in mare. Alla comparsa della flotta nemica le navi Italiane in grado di manovrare ( alcune erano alle prese con lavori di manutenzione ) si portarono fuori dalla rada e si disposero in linea di combattimento muovendo verso le unità nemiche venendo accolte da provocatori e sporadici colpi di cannone. In quel momento l'Ammiraglio Persano, comandante della flotta, ordinò di arrestare l'attacco e riunì il consiglio di guerra a bordo della Principe di Carignano. Durante il consiglio adducendo il fatto che alcune unità non erano operative e facendo riferimento a misteriose istruzioni ricevute dal Ministero che sconsigliavano l'attacco prese la decisione di rinunciare alla battaglia. La flotta nemica, nel frattempo si stava allontanando, soddisfatta di aver umiliato la flotta Italiana senza subire un graffio. L'episodio scosse l'opinione pubblica del Paese e vennero chieste a gran voce le dimissioni dell'Ammiraglio Persano che invece rimase al suo posto e condusse la flotta al disastro di Lissa in seguito al quale venne processato e destituito.
E' interessante notare come viene riferito l'episodio dall'autore della lettera il quale, nell'eccitazione del momento, descrive gli eventi con l'animo del tifoso, per così dire. La flotta Italiana in realtà era più forte - sia numericamente che tecnicamente - della flotta Austriaca e rinunciare persino ad un simbolico inseguimento costituì un'ulteriore imperdonabile colpo allo spirito ed al morale del Paese.
La grafia dello scrivente è pessima e non sono stato in grado di riportare la lettera per intero. Allego perciò anche l'originale dello scritto per consentire a chi lo desidera di cimentarsi nella trascrizione delle parti mancanti. Per chiarezza preciso che la parte di resoconto storico che ci interessa è una sorta di lunghissimo post scriptum posto in calce ad una normale lettera commerciale.