Da Condino a San Moritz 18 luglio 1866 . Timbro di posta militare N. 26 Corpo dei Volontari
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Carissimo papà
Condino18 luglio 1866
Vengo a levarti l’agitazione giacchè avrai letto dai giornali del combattimento successo fra il sesto reggimento e gli austriaci.
Poco felice fu il risultato e ciò per l’imperizia del nostro colonnello che ci mandò avanti per la valle mentre gli austriaci occupavano il monte a destra ed a sinistra. Le compagnie passavano il Chiese ed andavano all’assalto guidate dal valoroso maggiore Lombardi. Una palla lo colpì, ed il sovrabondante numero dei nemici, la posizione favorevole e le loro famose carabine respinsero i nostri che combatterono valorosamente. Respinti questi cominciò la ritirata che si eseguì con ordine sotto il fuoco degli austriaci ma protetti dalla nostra artiglieria. La nostra compagnia ebbe a lamentarsi solo un ferito ma alcune altre ebbero a soffrire grandi perdite, in tutto il reggimento si calcolano 500 uomini fuori combattimento.
Non angustiarti però caro papà pensando alla cattiva disposizione di Nicotera, ora è venuto Fabrizi e Garibaldi ha rimediato a tutto, le posizione dei monti sono occupate dai nostri , il forte di Ampola caduto.
……Omissis………
Tuo figlio
Pio Ducati
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Dopo le battaglie del Monte Suello e di Lodrone , descritte nelle precedenti lettere, Garibaldi dovette affrontare il problema delle fortificazioni Austriache che sbarravano il passo alle sue forze . Si trattava del forte di Lardaro e del forte di Ampola. Il 16 luglio gli Austriaci assunsero l’iniziativa attaccando Il ponte sul Chiese difeso dalla Quinta Brigata del Generale Nicotera . I volontari vennero mandati all’assalto per riconquistare il ponte ma gli Austriaci avevano disposto efficacemente le loro truppe e bersagliavano i garibaldini dal fianco della montagna. La battaglia fu durissima e i volontari furono costretti a ripiegare verso Condino dove vennero raggiunti dai rinforzi e riorganizzati sotto la guida personale di Garibaldi .
La battaglia di Condino convinse Garibaldi a conquistare il forte di Ampola prima di procedere con l’avanzata e quindi si decise di porre sotto assedio la fortificazione austriaca che si arrese – dopo tre giorni di cannoneggiamenti – il 19 luglio. E’ interessante notare che la lettera è datata 18 luglio ma il soldato che scrive considera il forte di Ampola già caduto.
La lettera riporta una descrizione storica della battaglia sintetica ma precisa . Gli ufficiali citati sono il maggiore Lombardi - che guidò gli assalti dei Garibaldini e venne ucciso da una palla nemica guadagnandosi la medaglia d’oro al valor militare - e il Generale Nicola Fabrizi , capo di Stato Maggiore, che curò sotto la guida di Garibaldi la riorganizzazione delle fila dei volontari dopo il ripiegamento delle truppe su Condino.
ll soldato che scrive è Pio Ducati figlio di Angelo Ducati , fervente patriota Trentino che combattè gli Austriaci nel 1848 e fu condannato a morte e costretto all’esilio a Milano. Nel 1866 , allo scoppio delle ostilità , fu inviato in domicilio coatto ma riuscì a riparare a Bergamo dove – dopo un lungo e laborioso tragitto – venne raggiunto dalla lettera inviatagli dal figlio Pio arruolatosi come volontario con Garibaldi insieme al fratello Gustavo
( Pio Ducati - archivio Provincia Autonoma di Trento )