Da Tavarnelle 28 febbraio 1866 a Firenze affrancata con 20c sovrastampato I tipo
………………………
Murlo, 28 febbraio 1866
Pregiatissimo Sig. Maestro
Io ho già ricevuto la cartella di Monte Spertoli e ho pagato a tutte le Comune a regola delle cartelle dello anno decorso 1865 adesso ci anno mandato la cartella della ricchezza mobile e mi anno messo a franchi 47,50 li anno perché per sei mesi mi anno mandato la cartella di franchi 23,75 io avrei idea di rimetterla al sindaco come anno fatto tutti i contadini della Comune di Monte Spertoli e Certaldo e diversi popoli di San Casciano e il popolo di Pergolato e la Collina io scrivo a voi per pigliare un parere se farò bene ho male a rimettere la mia cartella so che …… furono i primi a rimettere le cartelle e però sarei curioso di sapere come anno fatto la cosa a non andare male.
Così questa Italia libera io temo ci si voglia liberare le tasche perché dai denari non si sfonderanno perché quanti se ne prende e il Governo ce li piglia e si rimarrà a mani vuote e senza liberare l’Italia.
In quanto alla campagna va bene e i grani sono di bono aspetto e le stagioni sono propizie per la campagna se lei mi vuole scrivere qualcosa per lunedì rapporto alla cartella io avrei piacere per adesso niente di nuovo salutandola caramente Lei e la Signora e mi farà piacere se farà i miei ossequi ai signori padroni quando gli scrive e mi creda con tutta la stima e rispetto e mi ossequio con la dovuta obbedienza
Di voi umilissimo e devotissimo servitore
G.P.
-----------------------------------------------------------
L'imposta sulla ricchezza mobile fu introdotta da Quintino Sella nel 1864 ed applicata a tutti i contribuenti del neonato Stato Italiano. Accompagnandosi ad un forte incremento delle imposte indirette aveva condotto ad un rapido impoverimento della popolazione ed era invisa ad ogni cittadino. Si trattava di un imposta a carattere proporzionale e non progressivo e colpiva quindi con maggior durezza le fascie più deboli della società Italiana. Le manifestazioni di resistenza spontanea al pagamento dell'imposta furono prodromiche a quelle ben più imponenti ed estese manifestatesi nel 1868 in seguito all'introduzione dell'odiata tassa sul macinato. L'inasprimento fiscale voluto dal Governo Italiano era funzionale al risanamento dei conti pubblici in gravi difficoltà soprattutto a causa degli enormi oneri collegati alla Guerra contro l'Austria.
L'autore della lettera, pur non essendo certamente persona colta e dedita alle lettere, non perde l'occasione per stigmatizzare - con la tipica ironia dei Toscani - il nuovo corso unitario e, senza troppa enfasi patriottica, ci riconduce bruscamente alla dura realtà economica del periodo.