Il sospirato congedo

Da Venaria Reale a Medicina di Bologna il 18 ottobre 1866 affrancata con 20c sovrastampato III tipo

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Sovente nelle corrispondenze con le Pubbliche Amministrazioni troviamo , sullo stesso foglio di carta, la missiva originale e la sua risposta, spesso corredata da annotazioni a futura memoria o da altri dettagli sulla vicenda. In questa lettera del 18 ottobre 1866 ad esempio leggiamo l'accorato appello di un povero artigliere che ci si era dimenticati di congedare ed il vigoroso intervento in suo favore posto in atto dal Sindaco del suo paesello.

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Venaria Reale, 18 ottobre 1866

Il.mo Sig. Sindaco

Le sono oltremodo gratissimo della lettera scritta al mio Comandante: ma invano, egli mi ha risposto che non può congedare nessuno infino a che non riceve l'ordine dal Comandante Generale la Divisione di Torino. Se volesse tentare di scrivere anche a questi, per pure vedere di ottenere qualche cosa, non potendo propriamente trattenermi di più fuori senza soffrendone detrimento grandissimo l'intera mia famiglia.

Sig. Sindaco egli conosce la mia posizione, non importa più che le descriva il modo in cui Ella deve esprimersi presso questi Superiori avendogli di già notificato nell'ultima mia il pericolo che corro trattenendomi lungi ancora.

Deve scusarmi se sono ad importunarla di nuovo ma so quanto Ella ha a cuore i bisognosi; massime per quelli che hanno sofferto e che soffrono tuttora per la Patria.

Mi terrò caro di chiamarmi pel

Suo umilissimo servitore

B. L.

5° Reggimento Artiglieria

Venaria Reale

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La lettera giunse a Medicina (BO) il 19 ottobre - timbro di arrivo al verso - e venne protocollata con il n. 2330 il giorno 20 ottobre dal Comune di Medicina. Lo stesso giorno il Sindaco annotò sullo stesso foglio l'ordine di scrivere al Comando di Divisione e predispose di suo pugno il testo della lettera che riporto di seguito.

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li, 21 Ottobre 1866

Al Generale in Comando della Divisione Militare di Torino

Alla Venaria Reale presso quel Signor Comandante del 5° Reggimento Artiglieria è rimasto il medicinese Signor L.B. della classe 1842 quando tutti gli altri hanno ottenuto il congedo. Il medesimo ha moglie ed è impiegato municipale in Castel Guelfo ove, ancora tardasse, corre pericolo di perdere l'impiego e di rimanere senza pane. Quale danno per un giovane che, dopo di essere stato tolto alle sue occupazioni ed all'amore della sua famiglia dovesse rimanere nelle angustie e nella povertà !

Alla S.V. Onorevolissima il sottoscritto si rivolge, onde il B. sia tosto rimandato a casa col suo congedo. La patria, dopo i servigi resile, non può richiedere inutili sacrifizi ed anzi accomiando amorosamente i suoi figli, ora li ringrazia. Ciò la S.V. Onorevolissima ben conosce, e chi scrive si ripromette dalla di Lei giustizia di vedersi esaudito in quanto La addimanda.

Il Sindaco

R. Tabellini