Polveri sottili

da http://ec.europa.eu/environment/index_it.htm IP/10/524

Bruxelles, 5 maggio 2010

Ambiente – qualità dell’aria: la Commissione europea invia all’Italia un ultimo avvertimento riguardo i livelli di inquinamento da particelle sottili

La Commissione europea procede contro l’Italia per la mancata osservanza

delle norme UE di qualità dell’aria relative a un pericoloso inquinante

atmosferico, il particolato fine o PM10. Queste particelle, contenute

principalmente nelle emissioni dell’industria, del traffico e degli impianti di

riscaldamento domestico, possono causare asma, problemi cardiovascolari,

tumore ai polmoni e morte prematura. Un secondo e ultimo avvertimento

scritto è stato inviato all’Italia per aver superato i valori limite del PM10 in

numerose zone o agglomerati del paese.

Il Commissario UE per l’ambiente, Janez Potočnik, ha così commentato:

“L’inquinamento atmosferico continua a causare ogni anno più di 350 000 morti premature in Europa. In Italia sono ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10 000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa del particolato. Gli Stati membri devono continuare a prendere sul serio le norme europee di qualità dell’aria e adottare i provvedimenti necessari per ridurre le emissioni.”

Procedura di infrazione relativa al PM10

L’azione della Commissione fa seguito all’entrata in vigore, nel giugno 2008, della nuova direttiva UE sulla qualità dell’aria1. La direttiva autorizza gli Stati membri a chiedere, nel rispetto di certe condizioni e per determinate parti del paese, una proroga di durata limitata per l’adeguamento alle norme in materia di PM10 entrate in vigore nel 2005.

All’inizio del 2009 le prime lettere di avvertimento sono state inviate agli Stati membri che non avevano ancora notificato richieste di proroga o non l’avevano fatto per tutte le zone che superavano i valori limite fissati per il PM10.

La maggior parte degli Stati membri interessati ha pertanto inviato richieste di proroga. L’Italia ha presentato due notifiche riguardanti circa 80 zone situate in 17 regioni e province autonome. La Commissione ha tuttavia respinto gran parte delle richieste in quanto le zone non soddisfacevano tutte le condizioni previste dalla direttiva2. Nella maggioranza dei casi l’Italia non era in grado di dimostrare che l’azione intrapresa avrebbe garantito il rispetto dei valori limite UE entro il termine della proroga.

Poiché l’Italia non ha trasmesso nuove notifiche, la Commissione ha deciso di inviare l’ultimo avvertimento scritto. Se l’Italia non prende le misure necessarie per conformarsi alla normativa, la Commissione potrà adire la Corte di giustizia europea.

1 Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa (v. MEMO/07/571 e IP/08/570).

2 La Commissione continua ad adottare decisioni in merito alle notifiche di proroga inviate dagli Stati membri. La Commissione potrà procedere alle fasi successive della procedura di infrazione nei confronti di altri Stati membri se solleva obiezioni alle richieste presentate.

Valori limite

I valori limite per il PM10 impongono una concentrazione annuale di 40 microgrammi (μg)/m3 e una concentrazione giornaliera di 50 μg/m3, che non può essere superata più di 35 volte per anno civile3.

Proroghe

Le proroghe interessano solo le zone per le quali è comprovato che nel 2005 sono stati compiuti sforzi per raggiungere i valori limite, ma che non è stato possibile conformarvisi a causa di circostanze esterne particolari. Gli Stati membri devono inoltre dimostrare che si conformeranno alle norme entro la nuova scadenza, fissata per giugno 2011, predisponendo un piano per la qualità dell’aria.

Per informazioni sulle infrazioni in generale consultare il seguente sito: http://ec.europa.eu/environment/legal/implementation_en.htm

Ulteriori informazioni

Elenco per Stato membro delle zone in cui i valori limite sono superati

http://ec.europa.eu/environment/air/quality/gislation/exceedances.htm

Sito web sulle proroghe

http://ec.europa.eu/environment/air/quality/legislation/time_extensions.htm

Le verifiche sulle rilevazioni dell’Agenzia regionale da Milano a Monza

L'Ue, sottostimati i dati sullo smog

Il dossier europeo sulle centraline: le cifre Arpa inferiori ai valori reali del Pm10 anche del 40 per cento

Blocco del traffico a Milano (Fotogramma)

MILANO - Quanto sono veri i dati sullo smog che vengono divulgati da anni ai cittadini milanesi e lombardi? Le autorità, Regione e Arpa, forniscono rilevazioni affidabili sull’inquinamento? Per scoprirlo bisogna tornare indietro di tre anni, al 31 gennaio del 2007. Quel giorno la centralina dell’Arpa a Monza registra 101 microgrammi per metro cubo di polveri sottili. Ma accanto a quella stazione, in quel periodo, c’è un laboratorio mobile, sistemato lì dai tecnici della Commissione europea. Stanno facendo un «controllo di qualità» sulle stazioni di rilevamento lombarde. Il risultato di questa seconda centralina, che utilizza le tecnologie più avanzate e all’avanguardia, è radicalmente diverso: circa 180 microgrammi di Pm10, quasi 80 in più del valore che verrà riferito ai cittadini. Sarà così anche nei giorni a venire: tra il 30 gennaio e il 2 febbraio 2007, i dati che l’Arpa ha divulgato ai lombardi sono sempre più bassi di quelli reali, con «discrepanze » che vanno da un paio a 30 o 40 microgrammi. Conclude il rapporto dei tecnici europei: «La comparazione... ha evidenziato che, in particolare ad alti livelli di Pm10», la centralina dell’Arpa «sottostima le concentrazioni».

«Sottostima sistematica» - I rapporti seguenti andranno avanti con relazioni su altre campagne di controllo, concludendo che durante le prime verifiche i dati registrati dall’Arpa sono «sistematicamente » più bassi di quelli reali. Che sopra una certa soglia (120 microgrammi) la sottostima delle macchine regionali diventa «drammatica». A pagina 6 del primo rapporto (concluso nel novembre 2006, relativo a Monza), c’è addirittura una conclusione che nel testo è stata «nascosta» sotto un grafico e dice testualmente: «I dati della rete locale sottostimano i valori delle concentrazioni di circa il 40 per cento» rispetto agli strumenti dei tecnici europei.

La ricerca - I rapporti sono stati redatti ogni 6 mesi, a partire dal novembre 2006, da un’équipe specializzata del Joint research center, il Centro comune di ricerca di Ispra, direzione generale della Commissione europea che si occupa della ricerca scientifica. Il lavoro è frutto di un accordo tra Commissione e Regione Lombardia siglato nel 2006 e costato al Pirellone 6 milioni di euro. Lo studio è articolato in quattro aree: «identificazione delle sorgenti dell’inquinamento», «analisi delle opzioni tecnologiche per l’abbattimento dello smog», «monitoraggio della qualità dell’aria», «valutazione integrata». È una sorta di «bibbia» della ricerca ambientale sull’inquinamento, in corso ormai da oltre tre anni. La Regione però non ha mai diffuso i risultati. Né ai cittadini, né agli altri enti locali. Fino ad oggi sono stati ultimati 7 rapporti: il Corriere ha potuto consultare i primi sei grazie all’impegno dei «Genitori antismog », che da anni si battono per la ricerca della documentazione scientifica sull’inquinamento che le istituzioni «nascondono » ai cittadini.

Macchine e polveri - Per le rilevazioni del Pm10 nell’aria, l’unico metodo di riferimento stabilito dalle leggi europee è il gravimetrico (si pesano le polveri depositate sui filtri). È concesso usare macchine con sistemi diversi, purché siano calibrate sul metodo gravimetrico. L’accuratezza delle rilevazioni dipende in questo caso da molti fattori: tipo di macchina/centralina, manutenzione, applicazione di coefficienti per la correzione degli errori, aggiornamenti tecnologici. Per questo un certo limite di incertezza è tollerato. A colpire però nelle campagne di controllo in Lombardia, soprattutto durante le prime verifiche, è l’incertezza a senso unico: nella stragrande maggioranza dei casi, i dati dell’Arpa sono inferiori a quelli rilevati con le tecnologie di Ispra. Diciotto giorni su 18 nelle verifiche a Pioltello nel 2006; 13 su 13 a Monza nel 2007; 13 giorni su 14 a Milano- via Pascal sempre nel 2007. Ancora nel 2007 vengono realizzate altre due campagne: a Bergamo l’allineamento dei dati per la prima vola è buono; ma a Busto Arsizio, dice Ispra, la centralina «sottostima regolarmente i valori del Pm10 tra il 10 e il 20 per cento».

Corriere della Sera

Gianni Santucci

01 marzo 2010