ENERGIA

Edifici a energia quasi zero

I nuovi edifici dovranno essere “a energia quasi zero”, dal 31 dicembre 2018 quelli della Pubblica Amministrazione e dal 2021 quelli privati.

01/08/2013 - Con 249 sì e due no, anche il Senato ha dato il via libera alla legge di conversione del DL 63/2013, il Decreto che proroga le detrazioni per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione degli edifici, introduce il bonus mobili ed elettrodomestici e recepisce la Direttiva europea Edifici a energia quasi zero (qui sotto in allegato).

Il DL introduce la nuova metodologia nazionale di calcolo e i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici. I nuovi edifici dovranno essere “a energia quasi zero”, dal 31 dicembre 2018 quelli della Pubblica Amministrazione e dal 2021 quelli privati.

L’‘attestato di certificazione energetica’ diventa ‘attestato di prestazione energetica’, da redigersi a cura di esperti qualificati e indipendenti; fornirà raccomandazioni per il miglioramento delle performance energetiche e sarà obbligatorio in caso di costruzione, vendita o locazione e per tutti gli immobili della P.A. Importante il capitolo sulle sanzioni per i certificatori, i direttori dei lavori e i proprietari.

Fino a quando non sarà definita la nuova metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici, l’attestato di prestazione energetica (APE), che ha sostituito l’attestato di certificazione energetica (ACE), dovrà essere redatto secondo la vecchia metodologia di calcolo di cui al Dpr 59/2009.

DEMOCRAZIA ENERGETICA

Pavia, 21 gennaio 2012

Rete Associazioni e Comitati per Salute, Ambiente e Sviluppo sostenibile Provincia Pavia

Gruppo Energia : Giovanni Bo - Cesare del Frate - Paolo Ferloni - Sebastiano Fracassi

- Alda La Rosa – Giorgia Lomartire - Alessandro Maruffi

Rendita oligopolistica o democrazia energetica? Le sfide per il nostro territorio

Quale modello di società, di economia e di futuro sostenibile è ipotizzabile grazie alla rivoluzione delle energie rinnovabili? Energia rinnovabile non è in sé automaticamente sinonimo di innovazione né di crescita economica. Per dirimere queste ambiguità e delineare le alternative che si prospettano per il nostro territorio e l’economia locale, esaminiamo la questione energetica a partire dai temi delle tecnologie di rete, dell’impatto ambientale, dell’efficienza produttiva e distributiva, della salubrità dell’ambiente e della partecipazione attiva della cittadinanza.

Nel libro bianco commissionato dal governa USA “Modern Grid Iniziative: Modern Grid Benefits” (pubblicato nell’agosto 2007) fra le 7 principali finalità che deve perseguire la rete energetica è presente l’inclusione delle scelte del consumatore come feedback abilitato a interagire e orientare la rete stessa: “La possibilità di scelta del consumatore e l’interazione con la rete portano benefici sia alla rete che all’ambiente, mentre al contempo riducono il costo finale dell’energia”.

Il libro bianco documenta i benefici derivanti dall’utilizzo di reti intelligenti in 5 campi:

1. Trasparenza e gestione delle informazioni nella pianificazione energetica ed economica

2. Sicurezza

3. Economicità

4. Efficienza

5. Impatto ambientale

Il 12 Aprile 2011 la Commissione Europea ha adottato la Comunicazione “Smart Grids: from innovation to deployment”, che oltre a fornire una guida al settore e all’implementazione di normative per lo sviluppo stima gli effetti benefici della diffusione delle smart grids pari a un taglio del 9% delle emissioni di CO2 e del 10% del volume dei consumi energetici domestici. Questa stima non tiene conto della possibile e auspicabile implementazione delle generazione diffusa, che ridurrebbe ulteriormente gli impatti climatici e i costi industriali e familiari della produzione energetica.

La Comunicazione definisce così le reti intelligenti: “Per rete intelligente si intende una rete elettrica ottimizzata cui si aggiungono la comunicazione digitale bidirezionale fornitore-consumatore e sistemi di misurazione e controllo. I contatori intelligenti sono di solito una componente inscindibile della rete”.

La Commissione ha inoltre istituito un’apposita “task force” “con il compito di fornire consulenza sugli orientamenti strategici e regolamentari necessari per la diffusione delle reti intelligenti in Europa. La task force ha pubblicato una relazione in cui sono illustrati i servizi, le funzioni e i vantaggi previsti, tutti ampiamente condivisi dall’industria, dalle autorità pubbliche, e dalle organizzazioni dei consumatori”.

Un’altra comunicazione della Commissione, denominata “Una tabella di marcia verso un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050” (COM2011 112/4) definisce le reti intelligenti come “un fattore chiave che porterà alla futura realizzazione di una rete elettrica a basse emissioni di CO2, favorendo nel contempo una gestione efficace della domanda, aumentando la quota di energie rinnovabili e della generazione distribuita e permettendo l’elettrificazione dei trasporti”.

All’interno degli orientamenti politici ed economici che hanno portato i governi USA ed europei all’investimento nelle reti intelligenti, ciò che costituisce una vera sfida per il futuro non solo i dettagli tecnici ed economici qui richiamati, ma soprattutto il modello di convivenza e di società a cui pensiamo e che è favorito da queste tecnologie. La diffusione delle energie rinnovabili, e al contempo dei sistemi intelligenti di distribuzione dell’energia, consentono di immaginare una società dove la produzione energetica sia diffusa, puntiforme, messa in rete e condivisa.

Ciò significa che bisogna superare il modello centralistico, inefficiente e ecologicamente insostenibile della produzione centralizzata tramite enormi impianti industriali per pervenire alla generazione diffusa, dove ogni unità domestica è contemporaneamente produttrice e consumatrice di energia (in ogni momento della giornata, se l’energia prodotta è in eccesso viene rimessa in rete, “rivenduta”, mentre se l’energia manca viene acquista, abbattendo fra l’altro la dispersione energetica tipica del trasporto su lunghe distanze e pari circa al 30% della potenza immensa attualmente nella rete italiana).

Questo modello in Italia è garantito dalla Borsa energetica il cui funzionamento è contrario ai principi della concorrenza, dell’efficienza e del risparmio. Reputiamo il funzionamento della Borsa energetica, che fissa ogni ora il prezzo dell’energia secondo l’offerta più alta, e quindi contrariamente a quanto avviene nelle aste normali, profondamente illogico, contrario agli interessi dei cittadini e delle imprese e fonte di distorsione del mercato di riferimento. La Borsa energetica inoltre contribuisce a occultare l’inefficienza delle reti centralizzate e degli oligopoli, mentre mostra in tutta evidenza il vantaggio per gli oligopoli dello sfruttamento di una rendita garantita senza quasi rischio di impresa.

Per questo ci opponiamo con determinazione al tentativo di trasfondere le logiche centralistiche e oligopolistiche tipiche della produzione energetica tramite fonti fossili a quella da fonti rinnovabili: il caso più eclatante è quello del progetto Desertec, volto a creare mega impianti solari termodinamici nelle regioni subsahariane e lungo le coste mediterranee dell’Africa per poi rivendere l’energia così prodotta in Europa tramite reti distributive centralizzate. Il progetto Desertec è nato sotto gli auspici del Club di Roma e vede la partecipazione di Enel Green Power e Terna: questo tipo di progetti sono chiaramente deliranti e rappresentano il naufragio delle capacità di programmazione e innovazione a favore del mantenimento di rendite oligopolistiche inefficienti ed economicamente controproducenti.

Su scala più piccola, anche il proliferare di centrali a biomasse, quando non alimentate dagli scarti agricoli e forestali a filiera corta, rappresenta una modalità inopportuna e inquinante (emissioni di polveri sottili conseguenti ai processi di bruciatura) per trasferire logiche obsolete nel settore delle energie rinnovabili. Contro tutto questo va ribadita con forza l’urgenza di un modello decentrato, democratico, efficiente e sostenibile di produzione/consumo energetico.

In un simile scenario la produzione energetica tramite grandi impianti ha senso unicamente là dove finalizzata all’alimentazione di grandi industrie collegate a impianti generatori geograficamente prossimi. Parimenti, la generazione di energia tramite l’incenerimento di rifiuti deve essere ridotta al minimo, in quanto economicamente inefficiente e pericolosa per la salute dei cittadini (come già riconosciuto dall’Unione europea che pone l’incenerimento di rifiuti come ultima soluzione nella scala gerarchica delle politiche di gestione dei rifiuti). Infine, è semplicemente sbagliato e insostenibile il produrre energia ricorrendo a fonti biologiche da filiera lunga o di origine alimentare.

Il fabbisogno energetico domestico, commerciale e delle imprese medio-piccole deve al contrario essere garantito dalla generazione diffusa, preferibilmente con il ricorso ad energie rinnovabili. Le fonti rinnovabili consentono la pianificazione energetica nell’ambito dell’autogoverno comunale e territoriale con la partecipazione della popolazione locale, secondo un modello di autogoverno che sta alla radice delle esperienze partecipative e sostenibili. Questo tipo di società considera l’energia, l’acqua e il territorio beni comuni, promuove un’economia innovativa che non preleva dalla natura più risorse di quante quest’ultima sia in grado di generare, che non spreca e danneggia il territorio, che non rende l’ambiente insalubre e che tutela gli interessi vitali dei cittadini sottraendoli allo sfruttamento della rendita oligopolistica.

Questo scenario si contrappone alla rendita oligopolistica e ai sistemi centralizzati e inefficienti per favorire la partecipazione della cittadinanza tramite la produzione diffusa e intelligente di energia e tramite la riduzione del fabbisogno e dei consumi energetici, creando una rete intelligente dove ogni unità è contemporaneamente produttrice e consumatrice.

Il modello a cui il gruppo Energia della Rete si ispira:

1) Sottrae l’energia allo sfruttamento dei rentier per affidarla alla gestione comune in quanto l’energia, bene indispensabile alla vita e all’economia, deve appunto essere riconosciuta come un bene comune.

2) Riduce, e tendenzialmente elimina, la dipendenza dal commercio estero delle fonti fossili e dagli oligopoli che lo controllano, stimolando l’indipendenza energetica a beneficio sia dei cittadini/consumatori sia dell’economia territoriale e nazionale.

3) Sottrae la questione energetica alle tensioni geopolitiche e militari delle guerre per l’approvigionamento da fonti fossili a favore di una gestione democratica e consapevole dell’energia.

4) Riduce l’impatto inquinante della produzione energetica a favore della sostenibilità e della salubrità dell’ambiente per la tutela della salute dei cittadini.

5) Riduce il costo sia della produzione che del consumo favorendo l’economia familiare, territoriale e nazionale.

6) Stimola l’occupazione qualificata e la crescita del tasso di innovazione delle imprese.

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ENERGIA - PUNTI DI INTERESSE DELLA RETE

Pavia, 21 gennaio 2012

Rete Associazioni e Comitati per Salute, Ambiente e Sviluppo sostenibile Provincia di Pavia

Gruppo Energia : Giovanni Bo- Cesare del Frate - Paolo Ferloni - Sebastiano Fracassi

- Alda La Rosa – Giorgia Lomartire - Alessandro Maruffi

1. Considerazione

IL SOLO MODO PER STIMOLARE L’ECONOMIA E’ QUELLO DI TRASFORMARLA

2. Considerazione

UNA NUOVA INFRASTRUTTURA ALIMENTA NUOVE IMPRESE

E INNESCA SINERGIE SIMBIOTICHE E ANCILLARI

3. Considerazione

SAPER SCEGLIERE L’INFRASTRUTTURA GIUSTA

Punti d’interesse della RETE per l’ENERGIA

1.

CONOSCERE L'EFFETTIVA PRODUZIONE E CONSUMO DI ENERGIA ELETTRICA

2.

INTEGRAZIONE FER NELL'AMBIENTE AGRICOLO SENZA DANNO AL PAESAGGIO RURALE CON TUTELA DELL'ECOSSTEMA PER UN BILANCIO AMBIENTALE GARANTITO ATTRAVERSO:

1. AUTONOMIA Energetica

con un sistema interattivo in cui l’accesso all’energia e al riscaldamento sia garantito a costi bassi a tutti.

2. RIDUZIONE E EFFICIENZA ENERGETICA

La riduzione del fabbisogno di energia deve passare anche da una maggiore efficienza energetica degli edifici per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo, da perseguire con l’utilizzo simultaneo di sistemi passivi e di fonti rinnovabili.

Le strutture pubbliche devono essere le prime a perseguire questi obiettivi di risparmio energetico e diminuzione del fabbisogno. Infine, la riduzione del fabbisogno energetico deve essere perseguita anche migliorando l’efficienza dei sistemi di illuminazione pubblici.

3. INSTALLAZIONE di generatori di energia piccoli domestici,

puliti e ampiamente distribuiti in modo da diventare tutti fornitori di energia. Questo vuol dire democratizzare la produzione e la distribuzione dell’energia.

4. SVILUPPO E AMMODERNAMENTO DELLA RETE ELETTRICA

Lo sviluppo e l’ammodernamento della rete elettrica deve favorire l’allaccio alla generazione distribuita. Va in particolare incentivato l’utilizzo di Smart grid (reti intelligenti), di Smart meters (contatori intelligenti), delle stazioni di Smart-charging delle auto elettriche (ricarica intelligente). Vanno intraprese campagne di informazione e sensibilizzazione per l’adozione di pratiche di consumo sostenibili quali lo spostamento dei consumi differibili (lavastoviglie, lavatrice etc.) nelle ore di minore domanda elettrica.

5. GENERAZIONE DISTRIBUITA

La generazione distribuita necessita lo sviluppo anch’esso distribuito (quindi sistemi piccoli e diffusi) di sistemi di accumulo energetico intelligenti, cioè in grado di bilanciare domanda ed offerta, quali sistemi ad aria compressa, a batteria, supercondensatori, sistemi ad accumulo di calore.

6. DINIEGO a grandi impianti

7. DINIEGO a impianti che disperdono il calore

8. DINIEGO A impianti che consumano più energia di quanta ne producano, coltivando per migliaia di ettari pioppelle, oli vegetali o mais per produrre etanolo (in questo caso la quantità di input energetici necessari per la gestione della coltivazione, la raffinazione e il trasporto dell’etanolo rende il valore energetico del prodotto finale non concorrenziale).

9. LIMITAZIONI A IMPIANTI CHE SFRUTTANO residui agricoli e forestali per la quantità di terreno e la quantità di acqua che deve essere destinata allo scopo, quando sarebbe utile usare queste risorse per la produzione di cibo e fibre.

10. NO ALL’INCENERIMENTO DEI RIFIUTI PER PRODURRE ENERGIA

Uscire dalla politica di produrre energia tramite l’incenerimento dei Rifiuti, perché questo tipo di processo ha un impatto deleterio sull’ambiente con l’emissione di diossine e altri inquinanti.

11. NESSUN CONSUMO DI SUOLO

L’installazione degli impianti fotovoltaici o eolici non deve avvenire su terreni agricoli fertili o su terreni geologicamente fragili bisogna invece:

- Favorire l’installazione del fotovoltaico su tetti di capannoni o su cave abbandonate.

- Favorire la creazione di gruppi di acquisto per rendere meno oneroso per il privato l’installazione di solare fotovoltaico sui tetti delle abitazioni private.

12. DISTINGUERE LE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI in SOSTENIBILI e NON SOSTENIBILI

Le fonti rinnovabili sostenibili sono quelle che non alterano significativamente l’equilibrio ambientale del territorio con particolare attenzione alla biodiversità. In particolare sono da considerarsi sostenibili, se correttamente utilizzate, le seguenti fonti energetiche: il solare fotovoltaico, il solare termodinamico, l’eolico, il biogas, i piccoli impianti idraulici.

13. PROMOZIONE DI AUDIT

La Provincia deve promuovere audit energetici nei settori residenziale, industriale e terziario per fornire agli utenti informazioni qualificate ed imparziali sulle possibilità di efficientamento delle strutture sulla base di criteri di risparmio ed investimento sostenibili.

3.

RIPRISTINO DELL'EQUILIBRIO AMBIENTALE

DOVE QUESTO E' STATO DANNEGGIATO ATTRAVERSO:

1. Diagnosi ambientale

2. Limitazione di input energetici creati tramite l’incenerimento di rifiuti e di fonti assimilabili alle fonti rinnovabili affiancate da azioni in grado di abbassare i livelli troppo alti di inquinanti e la creazione di input di materia prima per permettere all’ambiente di rigenerarsi.

3. Controlli ferrei sugli impianti

4. Controlli ferrei sulle filiere corte per il rifornimento di combustibile tramite un censimento rigoroso delle aree destinate a tale uso

5. Obbligo di barriere vegetali e parchi verdi

6. Utile inoltre creare RISORSE PER LA BIOSFERA CON

- centri di ricerca agricola,

- aree per la protezione degli animali

- cliniche per la riabilitazione della fauna selvatica

- banche per la conservazione dei geni delle specie coltivate e arboreti

4.

QUALI ALTRE ATTIVITA’ ECONOMICHE

L’AUTONOMIA ENERGETICA DELLA PROVINCIA va coniugata con l’ L’AUTONOMIA Alimentare

quindi bisogna facilitare l’approvigionamento alimentare a km 0 con l’incentivazione di

aziende agricole biologiche

- aziende in cui l’agricoltore affitta parcelle della sua terra per coltivare i prodotti che saranno poi consumati dagli affittuari

- creazione nei centri abitati di spazi ben definiti dedicati ai coltivatori diretti

- tutela e conservazione dei suoli dedicati all’agricoltura biologica e biodinamica

5.

MODALITA’ DEL CONSENSO

Attraverso un esercizio collettivo che richiede la partecipazione di tre settori della società: il pubblico, il privato e le organizzazioni della cittadinanza attiva, come non è mai successo prima.

La popolazione della provincia deve essere intimamente coinvolta nel proprio futuro economico e l’energia è il pilastro economico più importante dell’economia, quella che ci permetterà di avviare la terza rivoluzione industriale quando fra 25 anni saremo costretti a uscire dall’economia basata sulle fonti fossili.

L’atteggiamento del “non nel mio giardino” viene da noi sostituito da un impegno collaborativo al servizio della biosfera del vicinato.

Ogni interesse deve essere rappresentato in ciascuna fase del processo deliberativo perché ciò garantisce il sostegno della comunità.

Senza un diffuso consenso su traguardi e obiettivi è improbabile che una qualsiasi amministrazione pubblica abbia un capitale sociale sufficiente per accettare i cambiamenti.

Bo, Del Frate, Ferloni, Fracassi, La Rosa, Maruffi

EFFICENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI

Direttiva europea direttiva europea Fascicolo interistituzionale: 2008/0223 (COD)

http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2009_2014/documents/cls/cons_cons%282010%2905386%28rev3%29_/cons_cons%282010%2905386%28rev3%29_it.pdf

Domenica 7 marzo 2010 su RaiTre nella trasmissione di Riccardo Iacona Presa diretta

si è parlato di energie rinnovabili.Questo il link alla trasmissione

<http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e9c0c5ec-688a-4f53-aefa-97c2b268b4c3.html>