INCENERITORI

PER NON INCENERIRE ANCHE IL NOSTRO FUTURO

Cambiamo Aria

PETIZIONE NAZIONALE PER LA RIDUZIONE E IL RICICLO TOTALE DEI RIFIUTI

E LA MESSA AL BANDO DEGLI INCENERITORI

    1. Direttive Europee: primo ridurre e riciclare i rifiuti. Incenerimento non è riuso né riciclo

    2. Tutte le Direttive europee sui rifiuti stabiliscono che il problema va risolto con la riduzione/prevenzione dei rifiuti all'origine (vuoto a rendere, liquidi alla spina, compostaggio domestico, etc.), la raccolta separata dei materiali, il riciclo e la produzione di nuove merci, la progettazione di merci più facilmente riciclabili. Solo in via del tutto subordinata si può ricorrere a discariche ed inceneritori. Una furbesca interpretazione di tali direttive fa credere che gli inceneritori (chiamati solo in Italia “termovalorizzatori”) comportino la riutilizzazione dei rifiuti. In realtà, anche se il calore della combustione è utilizzato per produrre elettricità, si tratta sempre di inceneritori a bassissimo recupero di energia: riciclare la carta fa recuperare 4 volte l'energia che si produce bruciandola; riciclare le plastiche fa recuperare da 10 a 26 volte l'energia prodotta col loro incenerimento

    3. Inceneritori di RSU non sono centrali termoelettriche

    4. Non è vero che un inceneritore è simile ad una centrale termoelettrica, che invece è progettata per bruciare un combustibile la cui composizione è relativamente costante e il cui inquinamento, se si vuole, può essere analizzato, e in parte ridotto.

    5. La separazione meccanica non funziona

    6. La grossolana separazione di una frazione "umida" (ed eventualmente del vetro) dal resto, destinato all'incenerimento, con eventuale sua trasformazione in CDR (combustibile derivato dai rifiuti), sono operazioni mirate soltanto a legittimare i grossi affari associati alla vendita di inceneritori o alla riconversione di vecchie centrali termoelettriche dismesse.

    7. Se si brucia carta, plastica e legno, si vanificano le raccolte separate. C'è bisogno di riciclare la carta invece di importarla

    8. Gli inceneritori possono funzionare soltanto bruciando materiale combustibile e le frazioni combustibili dei rifiuti sono soltanto carta, plastica, eventualmente legno. Gli inceneritori impediscono perciò la possibilità di riutilizzare e riciclare la carta e la plastica. Viene così anche vanificato il generoso impegno di tante associazioni di volontariato, scuole e famiglie per la raccolta separata dei rifiuti. C'è un'enorme bisogno di riciclo: degli oltre 10 milioni di tonnellate di carta e cartoni "consumati" in Italia, solo poco più di 2,5 milioni sono riciclati e circa 7,5 milioni vanno in discariche e inceneritori.

    9. Inceneritori e riciclo sono due scelte alternative: la Germania lo dimostra

    10. La scelta di costruire inceneritori scoraggia lo sviluppo di tecniche di raccolta separata, frazionamento e arricchimento delle frazioni riciclabili, riciclo e commercializzazione delle merci riciclate, analisi merceologica delle frazioni destinate al riciclo e delle merci riciclate; scoraggia la progettazione di merci, oggetto e macchinari più duraturi, che generano minori quantità di rifiuti durante la produzione e dopo l'uso, che possono essere usati più volte, più idonei ad essere riciclati. Tutte operazioni che potrebbero assicurare occupazione e innovazione tecnico-scientifica. In Germania la riduzione dei rifiuti (-16%) e l'aumento del riciclo degli imballaggi iniziati con il decreto Toepfer del 1991 ha mandato in crisi gli inceneritori programmati e costruiti dal 1980 al 1995.

    11. Dai camini degli inceneritori esce la peste del 2000

    12. Con la combustione di rifiuti contenenti carta, legno e plastiche (anche clorurate), si liberano metalli tossici, micro- e nanopolveri, si formano acidi, diossine, Pcb (policlorobifenili), sostanze tossiche e cancerogene, che non sono significativamente filtrate neanche dai più sofisticati mezzi di abbattimento. Dai documenti ufficiali Europei risulta che in Italia il 64% delle diossine è prodotto dagli impianti di incenerimento. La normativa è inadeguata a tutelare la salute: un inceneritore può “legalmente” immettere nell'ambiente sostanze nocive, compresi cancerogeni certi, in quantità rilevanti, e con controlli assai poco soddisfacenti: ad esempio, un inceneritore da 800 tonnellate di rifiuti al giorno, rispettando i limiti di legge, emette 504.000 nanogrammi di diossina al giorno, che sono l'equivalente della dose massima giornaliera di 720.000 adulti. Le emissioni degli inceneritori sono una delle cause principali del moltiplicarsi di malattie degenerative in Europa, con enormi costi sociali. Per questi motivi chiediamo la messa al bando degli inceneritori.

    13. Le ceneri sono un quarto dei rifiuti inceneriti, vanno in discariche più pericolose e più costose

    14. Gli inceneritori lasciano un residuo (circa il 25% in peso dei rifiuti trattati) di ceneri, contenenti sostanze chimiche più facilmente solubili in acqua dei rifiuti originari. Tali ceneri devono essere smaltite in discariche molto più sicure di quelle ordinarie. Costruire inceneritori comporta quindi costruire anche discariche, con ulteriori effetti ambientali su acque superficiali e sotterranee.

    15. La “convenienza economica” dell'incenerimento è una truffa pagata con le nostre tasse

    16. Incenerire i RSU costa molto più che raccoglierli separatamente e riciclarli: da 100 a 300 euro a tonnellata.

    17. La "convenienza" economica sta tutta nella truffa del finanziamento statale che paga,con i nostri soldi, l'energia elettrica prodotta dagli inceneritori circa 18 cent al KW/h, oltre 4 volte il suo prezzo di mercato. E' un conto truccato che paghiamo noi cittadini con le tasse e le bollette.

    18. Verso “Rifiuti Zero” con la raccolta differenziata “porta a porta”

    19. In Italia molte decine i comuni, non solo piccoli, superano l'80% di raccolta differenziata e qualcuno sta puntando a superare il 90%. Questi risultati si ottengono con una buona informazione e coinvolgimento degli abitanti, un sistema di raccolta “domiciliare”, fatto porta a porta, in giorni diversi per tipi di rifiuto diversi; così si facilita al massimo il riciclo e, rivendendo i vari materiali alle industrie di carta, vetro, metalli ecc. si riducono i costi complessivi e le tasse sui rifiuti. Anche il residuo finora chiamato “non riciclabile” viene ora trasformato, con tecnologia italiana, in una “sabbia” per arredi da esterno e calcestruzzi.Investendo meno di 1 miliardo di euro, il governo può servire con la raccolta domiciliare i 45 milioni di italiani che ancora non lo sono, creando 200.000 posti di lavoro, invece di investire 10-15 miliardi di euro in inceneritori e loro discariche, con soli 3.000 occupati: la ricaduta occupazionale del riciclo rispetto all'incenerimento è di 1000 posti a 1. Questa è “economia verde”.

    20. Verso “Rifiuti Zero”: paghi meno chi fa meno rifiuti

    21. I rifiuti si riducono ulteriormente se le tariffe non sono legate alla dimensione degli alloggi o al numero del nucleo famigliare, ma alla quantità di rifiuto non riciclabile conferito. Ulteriori sconti possono riguardare chi composta nel proprio orto gli scarti organici di cibo o potature e i genitori che addottano per i neonati i pannolini lavabili.

Gruppo Promotore

Fronte Verde

Ecologisti Indipendenti

SPORCHI DA MORIRE <iframe width="560" height="349" src="http://www.youtube.com/embed/pufuqiaa7pg" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>

Anteprima video del film documentario Sporchi da morire sul tema degli inceneritori, i pericoli per la salute e le possibili alternative sostenibili legate al riciclo dei rifiuti.

regia di Marco Carlucci

The film -- with its heavily evocative title, Filthy to the Core --takes its inspiration from several questions: is it true incinerators are harmful? Why do they continue to construct these incineration plants in Italy, while the rest of the world is dismantling them? What are the exact health risks? What are the damages caused by nano-particles emitted from the incinerators? What are the possible alternatives?

With these demands in mind Carlo Martigli, writer and journalist who has always been engaged in burning investigations, begins his research. The film documents his internet researches which suddenly become all too real: interviews, film clips, exclusive coverage around the world from Italy to the U.S, France, England and Austria.

film by marco carlucci

da

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/06/07/news/pavia_rifiuti_pericolosi_nell_inceneritore_arrestati_il_presidente_della_riso_scotti-17331538/?ref=HREC1-5

IL CASO

Pavia, rifiuti pericolosi nell'inceneritore

arrestato il presidente della Riso Scotti

Per evitare di restituire allo Stato 7 milioni indebitamente percepiti per la falsa produzione di energia, sarebbero state elargite consistenti somme a funzionari compiacenti del Gse

Pavia, rifiuti pericolosi nell'inceneritore arrestato il  presidente della Riso Scotti

Il presidente Angelo Dario Scotti

Il 'dottor Scotti', così definito in una celebre campagna pubblicitaria per promuovere il suo riso, è agli arresti domiciliari, coinvolto in un'inchiesta della Dda di Milano su un traffico illecito di rifiuti con al centro un inceneritore che avrebbe dovuto produrre energia pulita, bruciando biomasse, ma che in realtà avrebbe smaltito anche sostanze pericolose. Per non bloccare poi il flusso degli incentivi pubblici, secondo l'accusa, Angelo Dario Scotti, patron del gruppo alimentare,avrebbe avallato il pagamento di tangenti ad alcuni funzionari del Gestore dei servizi energetici (Gse) di Roma.

Gli arrestati. In carcere, su ordine del gip milanese, Stefania Donadeo, è finito Franco Centili, all'epoca funzionario del Gse, gestore pubblico che acquistava l'energia prodotta dall'inceneritore situato a Pavia e di proprietà della Riso Scotti Energia, di cui Angelo Dario Scotti è vicepresidente. Gli arresti domiciliari sono stati disposti anche per Andrea Raffaelli (altro funzionario del Gse), Elio Nicola Ostellino (consulente energetico) e per Nicola Farina, commercialista del Gruppo Scotti. Tutti accusati, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti, truffa, frode in pubbliche forniture e corruzione.

Le accuse. L'inceneritore era stato sequestrato lo scorso novembre, nell'ambito delle indagini condotte dal Corpo forestale. L'impianto avrebbe dovuto produrre energia pulita dagli scarti del riso e da fonti rinnovabili, ma in realtà all'interno, stando alle accuse, venivano buttati anche legno, plastiche, imballaggi e fanghi di depurazione. In più, dalle indagini era emerso anche un problema per la sicurezza alimentare: la Riso Scotti Energia avrebbe mischiato la lolla, cioè la parte del riso che racchiude i chicchi, agli altri rifiuti e alle scorie di combustione, in parte bruciandola ma in parte anche rivendendola poi ad alcuni allevamenti zootecnici in Lombardia, Veneto e Piemonte, dove sarebbe stata usata come lettiera per gli animali. Gli investigatori, inoltre, mettono in rilievo come l'inceneritore avesse anche ottenuto il permesso, "con provvedimenti autorizzativi della Provincia e della Regione di dubbia legittimità", di bruciare anche "variegate tipologie di rifiuti", oltre alla lolla di riso.

La confessione. A novembre, fra gli altri, era stato arrestato Giorgio Radice, presidente di Riso Scotti Energia. Ed è stato proprio lui, con le sue dichiarazioni ai magistrati nei mesi successivi, a tirare in ballo Angelo Dario Scotti. Radice ha raccontato agli inquirenti di aver pagato complessivamente una mazzetta da 115mila euro (100mila a Franco Centili e 15mila ad Andrea Raffaelli) per fare in modo che la Gse di Roma non pretendesse la restituzione di 7 milioni di euro nell'ambito di un contenzioso aperto tra le due società, dopo una verifica all'impianto del maggio 2009 che aveva accertato irregolarità nello smaltimento. Tangenti, ha messo a verbale Radice, pagate con il pieno avallo e sostegno del patron Scotti, entrato ufficialmente nell'attività di famiglia nel '79 e dall'83 amministratore delegato della Riso Scotti spa, di cui è anche presidente.

Le intercettazioni. Una conferma del quadro accusatorio è arrivata con le intercettazioni. "Tutto il Gse lubrificato", diceva al telefono il consulente energetico Ostellino, riferendosi, secondo gli investigatori, alle mazzette usate per oliare il gestore pubblico. E anche Giorgio Francescone, direttore tecnico di Riso Scotti Energia (la società è indagata), avrebbe confermato il pagamento di tangenti a Centili, coperte con il pagamento di una fattura a favore di una società americana, individuata dal commercialista Farina. Tra il 2005 e il 2010, secondo l'accusa, la Riso Scotti Energia avrebbe incassato 28 milioni di euro di indebiti profitti. Gli investigatori ne hanno sequestrati 17 milioni.

Estranei ai fatti". Il Gse, "nel dichiararsi estraneo rispetto a eventuali comportamenti attuati da singoli in difformità ai principi di etica professionale e di legalità", fa sapere di avere "già posto in essere, in via cautelativa, tutte le misure che allo stato possono essere intraprese a tutela dell'azienda".

L' inceneritore SIT

Alda La Rosa

Associazione Futuro sostenibile in Lomellina

La SIT da oggi può riprendere a fumare tranquilla (in questi giorni aveva rallentato un po' - giusto per non dare troppo all'occhio) perché l'iter si è concluso e l' autorizzazione a diventare un INCENERITORE come Parona è ormai certa. Potrà così permettersi di scaricare in atmosfera 25 kg al giorno di polveri sottili che nessun filtro sarà in grado di trattenere perché proprio ancora non ne hanno inventato uno che sia in grado di farlo. Ma sarà in ottima compagnia con la Centrale a cippato di pioppo "BIOLEVANO" (e si permettono anche di chiamarla BIOLEVANO, quando di BIO non c'è proprio, ma proprio nulla) della Mairie Techinmont (di mamma Fiat) che spargerà in atmosfera solo per l'impianto 13 kg giornalieri di polveri sottili, più quelle che emetteranno i 120 camion al giorno necessari per alimentane la caldaia, ma avremo anche i 40 kg di polveri sottili al giorno della centrale E.R. a olio di palma (naturalmente anche questa di alta qualità biologica). E tutto questo non in un quadrato di 100 km, ma in un quadrato di soli 2 Km. Se poi consideriamo un quadrato di 5 km, dobbiamo aggiungere PARONA, CONFIENZA e poi chissà quanti ancora. Consideriamo poi un quadrato di 15 km e mettiamoci anche SANNAZZARO e FERRERA ERBOGNONE e poi... quanti ancora si lanceranno sul carro del facile guadagno a scapito delle persone che in un territorio ci vivono.

E non parliamo poi di diossine e furani che andranno a depositarsi sui terreni agricoli entrando così anche nella catena alimentare.

Non possiamo quindi che ringraziare sentitamente tutti gli amministratori pubblici, dai sindaci ai consiglieri regionali e provinciali, per avere stravolto un territorio, per non essere stati in grado di rispettare l'articolo 28 della Costituzione italiana che recita semplicemente così:"I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici".

Per non avere anche osservato l’art. 32 della Costituzione Italiana, che nel sancire la tutela della salute come ”diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, di fatto obbliga lo Stato a promuovere ogni opportuna iniziativa e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute in termini di generalità e di globalità, atteso che il mantenimento di uno stato di completo benessere psico-fisico e sociale costituisce oltre che diritto fondamentale per l’uomo, per i valori di cui lo stesso è portatore come persona, anche preminente interesse della collettività per l’impegno ed il ruolo che l’uomo stesso è chiamato ad assolvere nel sociale per lo sviluppo e la crescita della società civile.

Ringraziamo anche lo Stato italiano che da 9 anni continua a farci pagare il 7% in più in bolletta elettrica per incentivare chi brucia CDR come la SIT e gli inceneritori come Parona.

FORTUNATAMENTE PER NOI E SFORTUNATAMENTE PER LORO LE PERSONE HANNO APERTO GLI OCCHI!

Innanzitutto i "termovalorizzatori" non esistono...

http://inceneritori.blogspot.com

... infatti esistono soltanto gli INCENERITORI DI RIFIUTI. Recentemente la Commissione Europea ha diffidato l'Italia dal perseverare nell'utilizzo di questo NEOLOGISMO TRUFFALDINO avente la subdola finalità di CONDIZIONARE L'IMPATTO EMOTIVO dei cittadini che, per un motivo o per un altro, non sanno nulla su queste VERE E PROPRIE FABBRICHE DI MORTE.

Per prima cosa occorre FARE CHIAREZZA sfatando dei FALSI MITI diffusi a mezzo stampa e via etere dalla LOBBY INCENERITORISTA che imperversa nel Paese:

1. NON ESISTONO INCENERITORI SICURI: anche quelli dotati dei più moderni e sofisticati sistemi di filtraggio e di abbattimento delle emissioni RIESCONO A TRATTENERE SOLTANTO UNA PARTE del particolato prodotto dalla combustione, ovvero il PM10 e PM5. NON ESISTONO FILTRI O SISTEMI IN GRADO DI CAPTARE LE PARTICELLE PIU' INSIDIOSE PER LA SALUTE UMANA, che vanno dal PM 2,5 fino al PM 0,01. Queste micro- e nanoparticelle inorganiche composte da metalli pesanti eventualmente combinati con altri elementi (ossigeno etc.) riescono, attraverso gli alveoli polmonari, a passare direttamente nel sangue diffondendosi per tutto il corpo. L'organismo umano le riconosce come "corpi estranei" e le tiene sotto controllo fin quando il loro numero non diviene tale da mandare in tilt il sistema immunitario. Da qui possono scaturire malattie tumorali quali SARCOMI, LINFOMI, LEUCEMIE, MIELOMI ed altri tipi di cancro, senza contare le altre malattie del sistema respiratorio quali BRONCHITI CRONICHE e via dicendo. Responsabili dell'emissione di queste "polveri killer" sono anche CENTRALI TERMOELETTRICHE, CEMENTIFICI e DISTILLERIE. Le AFFERMAZIONI DELIRANTI di VERONESI, sulla presunta innocuità di questi impianti, sono state AMPIAMENTE SBUGIARDATE DALLA COMUNITA' SCIENTIFICA INTERNAZIONALE che le ha definite "DEL TUTTO PRIVE DI FONDAMENTO SCIENTIFICO", al punto che proprio mentre questo "GRANDE SCIENZIATO" delirava da Fazio L'ORDINE DEI MEDICI FRANCESI CHIEDEVA L'ABOLIZIONE DELL'INCENERIMENTO DEI RIFIUTI.

Da notare che VERONESI è titolare di una fondazione finanziata, fra gli altri, dalla VEOLIA ENVIRONMENT, il PIU' GRANDE COSTRUTTORE DI INCENERITORI DEL MONDO.

2. NON E' VERO CHE GLI INCENERITORI PRODUCONO ENERGIA: al contrario, il ciclo della cosiddetta "termovalorizzazione" dei rifiuti è a BILANCIO ENERGETICO NEGATIVO, vale a dire che l'energia impiegata per la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento ed infine la combustione è INFERIORE A QUELLA PRODOTTA. Ciò e dovuto allo scarso potere calorifico dei rifiuti rispetto ai combustibili fossili tradizionali (petrolio e carbone). Sarebbe più corretto, quindi, parlare di INCENERITORI A RECUPERO ENERGETICO in quanto essi NON PRODUCONO ENERGIA ma NE RECUPERANO UNA PARTE.

Con la RACCOLTA DIFFERENZIATA ed il RICICLAGGIO, invece, la quantità di ENERGIA RISPARMIATA è DECINE DI VOLTE SUPERIORE a quella RECUPERATA DAGLI INCENERITORI con COSTI ALTISSIMI in materia di GESTIONE e di IMPATTO SULLA SALUTE UMANA.

3. NON E' VERO CHE IL CICLO DEI RIFIUTI PUO' ESSERE COMPLETATO SOLTANTO CON IL LORO INCENERIMENTO: al contrario, l'incenerimento dei rifiuti non fa altro che DIMINUIRNE IL VOLUME in quanto dalla combustione risultano un 20-25% di SCORIE e un 5% di CENERI, entrambe ALTAMENTE TOSSICHE e per le quali è necessario lo smaltimento in DISCARICHE SPECIALI ubicate nelle MINIERE DI SALGEMMA ABBANDONATE della Germania. Quindi, non è sbagliato dire che TRE TONNELLATE DI RIFIUTI URBANI, se inceneriti, generano circa UNA TONNELLATA DI RIFIUTI TOSSICI che vanno smaltiti con dei COSTI ALTISSIMI.

Esistono però dei SISTEMI DI TRATTAMENTO A FREDDO che permettono di RICICLARE oltre il 95% dei rifiuti, separando la carta, la plastica, i metalli, la materia organica, e trasformando la rimanente frazione inerte non riciclabile in SABBIA SINTETICA utilizzata come alleggeritore per calcestruzzi nell'edilizia, come materiale di costruzione in parziale sostituzione del laterizio, oppure per la fabbricazione di oggetti di pubblica utilità come panchine, giochi per parchi pubblici, pallets etc. (Vedere il sito www.centroriciclo.com).

Degno di particolare menzione è il fatto che, mentre UN INCENERITORE DA' LAVORO A POCHISSIME DECINE DI PERSONE, un ciclo dei rifiuti integrato fra RACCOLTA DIFFERENZIATA, TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO e RICICLAGGIO è in grado di dare lavoro a CENTINAIA DI PERSONE, DISTRIBUENDO LA RICCHEZZA FRA GLI STRATI PIU' BASSI DELLA SOCIETA'.

4. NON E' VERO CHE L'EMERGENZA RIFIUTI CAMPANA E' RISOLVIBILE SOLO MEDIANTE L'ACCOPPIATA DISCARICHE-INCENERITORI: semplicemente MANCA LA VOLONTA' POLITICA di far sapere alla gente che ESISTONO DELLE ALTERNATIVE. Le "ecoballe" di Napoli potrebbero essere lavorate in appositi impianti di TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO che sarebbe in grado di separare la frazione organica da quella inorganica per poi vagliare quest'ultima separando i materiali da riciclare fino ad ottenere uno stabilizzato inerte che è PER QUANTITA' INFERIORE AI RESIDUI TOSSICI DERIVANTI DALL'INCENERIMENTO, e - quanto a tossicità - ASSOLUTAMENTE INNOCUO.

Ma tanto il Governo di Roma quanto l'Amministrazione di Napoli SI SONO GUARADATI BENE DAL MENZIONARE UNA SIMILE PROSPETTIVA, dalla quale GLI AMICI DEGLI AMICI NON AVREBBERO ALCUNCHE' DA GUADAGNARE.

5. NON E' VERO CHE IN TUTTO IL MONDO FANNO INCENERITORI TRANNE CHE IN ITALIA: al contrario, negli STATI UNITI non ne viene costruito uno dal 1995, in Australia, in Nuova Zelanda, in Canada ed in altri PAESI CIVILI essi NON ESISTONO. Recentemente la Germania ha dichiarato che GLI INCENERITORI TEDESCHI VERRANNO GRADUALMENTE DISMESSI E RIMPIAZZATI DA 64 IMPIANTI DI TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO.

Del resto IL RICICLAGGIO DEI RIFIUTI ITALIANI è, per la Germania, già da anni un FIORENTE BUSINESS. La portavoce del ministero dell’Ambiente della Sassonia ha recentemente dichiarato: “I rifiuti italiani non sono stati bruciati negli inceneritori, sono stati separati i rifiuti organici da quelli solidi, che diventeranno materie prime secondarie, una parte minore è stata trattata in un impianto meccanico-biologico e verrà venduto alle industrie”.

Gran Bretagna, nuove prove sulla pericolosità dei termovalorizzatori http://it.peacereporter.net

Uno studio rileva alti tassi di mortalità infantile nei pressi di un inceneritore nel nord-est dell'Inghilterra

Nuove prove dalla Gran Bretagna sulla pericolosità dei termovalorizzatori per la salute umana.

Il sito della UK Health Research ha pubblicato uno studio sulla mortalità infantile nei distretti circostanti l'inceneritore di Kirklees, nella regione dello Yorkshire e Humber.

Dagli esiti della ricerca è emerso che nei distretti posti sottovento rispetto all'inceneritore il livello di mortalità infantile è anormalmente alto, pari al 9,6 per mille, mentre nei distretti sopravento il tasso è circa dell'uno per mille.

Il termovalorizzatore di Kirklees produce energia dall'incenerimento di rifiuti solidi urbani.

Il termovalorizzatore di Borgomanero

Luca Zacchero

Lunedì 25 gennaio Andrea, Riccardo ed io siamo andati alla conferenza di Legambiente sul presunto inceneritore di Borgomanero. Sala piena, gente in piedi, non le ho contate ma potevano essere 150 persone. Abbiamo filmato la serata, appena riesco a tirare il fiato lo carico così vi fate un’idea vostra, intanto vi dico la mia.

Michele Bertolino – responsabile rifiuti di Legambiente Piemonte - sostiene che la bozza di piano gestione rifiuti redatto dalla Regione Piemonte è timida: si può fare di meglio, molto di meglio e ha chiaramente espresso la propria contrarietà all’incenerimento come soluzione, indipendentemente dalle dimensioni dell’inceneritore. Bisogna invece spingere la differenziata in regione al 70% entro i prossimi 5 anni facendo impianti di compostaggio in regione. Infatti ad oggi buona parte della frazione organica viene compostata fuori dal Piemonte (roba da matti). Fin qui il suo discorso era condivisibile, le nostre strade si dividono però su come trattare quanto non riusciamo a differenziare. Ma prima di parlarne sintetizzo il resto degli interventi.

Damiano Mones – medico ed ex Assessore Provinciale all’Ambiente – ha condannato senza se e senza gli inceneritori indipendentemente dalle dimensioni e dalla tecnologia utilizzata. Valeva la pena di sentirlo parlare, appassionato, convincente, un barricadero! Poi non ho capito bene cosa è successo, forse il medico è stato sopraffatto dall’ex assessore provinciale e ha definito “illuminata” (?!?!?!) la bozza di piano regionale che prevede l’installazione di inceneritori da 350.000 tonnellate/anno per lo smaltimento del rifiuto residuo non differenziato… Ho vacillato: devo fidarmi del primo o del secondo Damiano Mones? Chiederò al terzo, appena lo incontro !!

Mi devo invece scusare con Vanda Bonardo – Presidente di Legambiente Piemonte – perché a metà del suo intervento è morta la batteria della telecamera…

Se fossi stato un cittadino Borgomanerese ieri sera sarei andato a casa con più dubbi di quelli iniziali, non tanto sull’inceneritore quanto sulla politica dei rifiuti di Legambiente.

Nello spazio dedicato alle domande del pubblico ho discusso con Bertolino su come trattare quel 30% di frazione residua non differenziata.

Io sostengo che quel 30% debba essere gestito alla maniera di Vedelago.

Quando l’ho fatto notare, Bertolino ha detto che in parte condivide questa soluzione. Quel sistema va bene per togliere dal 30% di indifferenziato una parte di materia che è ancora possibile recuperare, abbassando il 30% fino ad un 20% (circa). Il problema, secondo lui, sta nel trattamento di quel restante 20% che per essere trasformato in granulato da costruzione deve essere addizionato con plastica per raggiungere la mistura ottimale. Secondo lui questa aggiunta di plastica non va bene e anche questo ha un senso, o meglio sarebbe un’obbiezione assolutamente condivisibile in un mondo in procinto di liberarsi definitivamente della plastica. Purtroppo siamo lontani anni luce anche solo dal poter proporre questo obbiettivo, bisogna andare per passi e dare una ulteriore informazione: la realtà è (Bertolino ha confermato i dati) che noi differenziamo tutta la plastica, ma solo PE e PET vengono effettivamente riciclati, questo significa che circa il 50% della plastica non viene riciclata.

- Oggi quella plastica finisce bruciata negli inceneritori insieme al non differenziato.

- Bertolino propone di bruciarla nei cementifici insieme al non differenziato pretrattato per farne CDR (le ECOBALLE per intenderci).

- Io propongo di usare quella plastica come additivo a quel 20% residuo di frazione non differenziata (risultato del primo trattamento con il metodo di Vedelago) per farne materiale per stampi plastici (panchine, fioriere, ecc. ecc.) senza bruciare niente ne mettere niente in discarica.

Naturalmente, in ottica RIFIUTI ZERO, il primo degli obbiettivi deve essere la riduzione dei rifiuti a monte (molti dei quali sono di plastica o comunque di materiali non riciclabili) parlo di RIPROGETTAZIONE degli oggetti che alla fine della propria vita risultano NON RICICLABILI, parlo di eliminazione dei sacchetti di plastica, dei secondi e terzi imballaggi (in molti casi anche del primo) parlo di pratiche di uso quotidiano come, banalmente, il consumo di acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglia o l’acquisto di affettati, frutta, verdura, formaggi e quant’altro sfusi, non imballati nelle vaschette di polistirolo e chiusi con la pellicola di plastica. Se l’esercente li espone, non li comperate, andate al banco e chiedete quelli non imballati o fatevi affettare il prosciutto al momento. Vedrete che quando si troveranno i banchi frigo pieni di invenduto un ragionamento lo faranno anche loro e si regoleranno di conseguenza.

Fino a quando il mondo (o almeno l’Italia) non avrà sul proprio orizzonte la possibilità di liberarsi dalla plastica non riciclabile (e ci vorrà un po’) preferisco usarla per produrre oggetti piuttosto che bruciarla, anche nei cementifici, sui quali bisognerà aprire un discorso a parte.

Come riassumere la posizione di Legambiente Piemonte sulla gestione rifiuti?

Da cittadino informato la definisco ambigua e cerchiobottista, ad oggi troppo contaminata dalle posizioni del PD per poter essere un riferimento al di sopra delle parti su un argomento così delicato.

L’augurio che mi sento di fare è che gli iscritti a Legambiente Piemonte si facciano sentire, stimolando i vertici a prendere in considerazione soluzioni più sane su questo argomento.